Gay & Bisex
La sera che divento la troia del gruppo

16.04.2025 |
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"Nel mentre sentivo 4-5 mani che mi esploravano il culo..."
Fare sesso con mio fratello fu un po’ come aprire il vaso di Pandora. Da quella sera mi capitò spesso di dovermi piegare, con grande accettazione, alle sue voglie. Lui mi prendeva con la consapevolezza di chi aveva perfettamente intuito quali fossero i miei desideri ed i miei istinti più intimi nei confronti degli uomini.Qualche tempo dopo mi propose di partecipare ad una serata con i suoi amici. Tutti ragazzi che conoscevo perfettamente. Andrea, il suo migliore amico, un bellissimo toro biondo-castano con fisico tonico e che, come hobby, è un lottatore MMA. Il classico spacca fighe con cui mio fratello si è sempre divertito ad andare a caccia. Fabio invece è anche lui un suo amico da tanto tempo, moro, bellissimi occhi verdi, fisico tonico ma meno definito e scolpito. Ha una pelle naturalmente abbronzata che lo rende davvero sexy. Infine, c’è Luca, ingegnere ma amante della palestra. Anche lui biondo-castano e con un fisico di tutto rispetto. Rispetto agli altri ha una barba appena accennata e piuttosto curata.
La serata si sarebbe svolta a casa di Fabio, nella taverna della casa di famiglia. Li spesso si radunavano a giocare a biliardo, a bere e in generale a passare il tempo insieme. Ci ero già stato durante delle feste, il posto era decisamente accogliente.
Devo dire che nel tragitto verso casa di Fabio numerosi pensieri torbidi affollavano la mia mente. Mi sentivo onorato di passare la serata con loro, sapendo che, da sempre mi avevano considerato un po’ una mascotte. Tutti sapevano che fossi gay e la cosa non aveva mai creato problemi e anzi piuttosto situazioni goliardiche.
Arrivati da Fabio, mio fratello, che era stato in silenzio per tutto il tragitto, parcheggiò e poi, scesi dall’auto ci dirigemmo verso l’ingresso. Entrammo in casa ed i ragazzi ci accolsero calorosamente. Erano già tutti seduti intorno ad un tavolo. Fabio si alzò per prendere un paio di birre anche per noi.
Ci spiegarono che si era deciso di fare un gioco piuttosto piccante e senza mezze misure. Un Black Jack con delle penitenze. Due ciotole erano state preparate, un contenente dei bigliettini con i nomi, l’altra contenente una serie di obblighi da performare. Il vincitore della partita poteva pescare da entrambe le ciotole e quindi costringere uno dei perdenti a performare una serie di azioni. Il rifiuto comportava un pagamento in denaro.
Mi meravigliai alquanto, non immaginavo che tra di loro facessero questi giochi. Andrea, sorridendo, sottolineò che non erano giochi da gay ma giochi goliardici normali tra maschi. Sarà pure così ma devo dire che in me cominciarono a formarsi un misto di emozioni: curiosità, eccitazione e anche timore per quello che sarebbe potuto succedere.
Cominciammo la prima mano e mio fratello faceva da banco e da mazziere. La prima mano fu vinta da Luca che raggiunse il punteggio di 18. Ecco, quindi, che pescò i bigliettini dalle due ciotole. Dalla ciotola dei nomi venne pescato proprio il mio nome mentre da quella delle azioni obbligate uscì “togliti i pantaloni”. Tutti si misero a ridere, io stetti tranquillamente al gioco. Mi alzai e mi tolsi i pantaloni neri che indossavo. Mostrai così che sotto avevo uno slip colore rosso piuttosto attillato. Fortunatamente non era uno di quelli col filetto e le chiappe erano coperte. Partirono comunque delle risatine e dei commenti verso il mio pacco tondo davanti e il mio panettone retrostante.
Dopo qualche minuto di commento si partì con la seconda mano. Io sballai subito il punteggio, mentre a vincere stavolta fu Fabio. Si fregò le mani prima di andare a pescare i bigliettini, Uscì nuovamente il mio nome, cosa che mi creò un certo fastidio e come azione obbligata “devi limonare con il giocatore alla tua destra”. C’era Luca proprio di fianco a me. Stavolta ero un po’ imbarazzato, non sapevo se prendere l’iniziativa. Mi guardò, ridendo e dicendomi che i pegni vanno pagati. Tirò la mia sedia verso di lui, aprì leggermente la bocca estraendo la lingua e si avvicinò alla mia bocca. Diede una leggera leccata al mio labbro superiore e poi lo afferrò con le sue labbra. Mi lasciai andare e così limonammo. Ma la cosa che mi stupì fu il fatto che poggiò la mano sul mio culo invitandomi ad alzarmi e mettermi sulle sue gambe. Così feci e limonai con lui in maniera molto intensa e voluttuosa mentre intorno a noi era tutto un vociare ed un incitare.
Smettemmo ad un tratto, ero come in trance. Mi accorsi di tutti gli sguardi su di noi e che nel frattempo tutti, intorno a noi erano rimasti a petto nudo. Anche Luca si tolse quindi la maglietta. Feci anche io altrettanto, rimanendo quindi solo in slip e calze. Potevo notare il fisico di tutti. Mi sembrava di stare alla fiera del manzo, con tutti questi petti muscolosi o semi-muscolosi che mi circondavano. Solo Luca aveva una peluria un pò più pronunciata sul petto, mentre gli altri erano tutti glabri o con delle leggere strisce di pelo. Sarà stata forse la mia immaginazione o la suggestione ma mi sembrò di sentire un odore di maschio, di testosterone e fu inebriante. Ero già eccitato e non potevo contenere l’erezione nei miei slip. Inoltre, percepivo che anche il mio culetto cominciava a darmi sensazioni di umidità. Non capivo bene cosa stesse succedendo, ma non volevo finisse
Si passò quindi alla terza mano. La vittoria andò nuovamente a Fabio. Per la terza volta venne pescato il mio nome e questa volta come azione obbligata uscì un qualcosa di davvero audace: “devi spompinare per 5 minuti il cazzo più grande”. A questo punto la cosa si stava facendo molto molto spicy. Cominciai ad avere dei sospetti. Presi dalla ciotola dei nomi i bigliettini e aprendoli notati che su tutti c’era scritto solo il mio nome. Mi avevano preso in giro, si misero tutti a ridere. Mio fratello sottolineò che avevano bisogno di una mascotte per divertirsi e che io potevo ricoprire bene quel ruolo. Non mi offesi, anche perché in fondo, amavo stare in quella situazione. Andrea d’improvviso si alzò, d’un colpo si tolse pantaloni e boxer. Prese in mano il suo cazzo sbattendolo a destra e sinistra, sottolineando che ora bisognava però procedere con la penitenza.
Mi feci più audace dicendo che avrei dovuto vederli tutti belli duri per decidere chi fosse il più grosso. Gli altri risero, commentarono quanto fossi porcello e irriverente ma si spogliarono tutti e rimasero finalmente tutti nudi col cazzo a penzoloni. Che meraviglia! Potevo finalmente osservare quei cazzi stupendi, i cespugli curati. Iniziarono tutti e 4 a smanettarselo. Presto furono duri e coi cazzi svettanti. Potevo così osservare i cazzi venosi, il colore delle loro cappelle. Tutti e 4 lo avevano bello dritto. Luca poi aveva delle bellissime palle penzolanti, mentre Fabio un bel sacco compatto. Mio fratello ed Andrea erano decisamente i due cazzi più grossi, entrambi probabilmente sui 18 cm.
Secondo me il più grande è quello di Andrea, dissi a voce bassa ma ferma. Tutti mi invitarono a succhiarglielo allora. Non me lo feci ripetere due volte, mi inginocchiai e mi avvicinai a lui. Lui iniziò a segarselo lentamente, io socchiusi le labbra ed iniziai a dargli dei piccoli baci bagnati sulla cappella, mentre lo fissavo nello sguardo. Capivo che lui era molto eccitato. Subit mi afferrò la testa tra le mani e mi infilò metà del suo cazzo in bocca. Mi diede della troietta e mi ordinò di succhiarglielo bene. Aprii leggermente le labbra tenendo la lingua perfettamente avvolta al cazzo, in modo che potesse scoparmi bene la gola e farmi salivare. Aumentò subito il ritmo, da tanto era eccitato. Mi impediva di staccarmi dal suo cazzo durissimo. Mi spinse ferocemente il cazzo in fondo, fino quasi a soffocarmi. Aumentò il ritmo e bastarono poche spinte assestate, finché non sentii la sua sborra schizzarmi sulla lingua, sul palato e in fondo alla gola. Gemeva rumorosamente chiamandomi puttanella e comunicando agli altri che mi stava riempiendo la bocca. Ingoiai tutto, leccai per bene la cappella, senza disperdere una goccia di quel latte caldo. "Brava troia bevi, dissetati del mio succo" mi disse. Continuai a leccarglielo, da vera troietta, tanto che il suo cazzo non accennava ad ammosciarsi.
Iniziai a leccargli le palle, con la lingua che percorreva ogni centimetro di scroto. Mi ritrovai circondato anche dagli altri, che intanto si stavano segando. Improvvisamente vidi solo corpi nudi e maschi intorno a me. Sentivo l’odore di umido delle palle. Mentre leccavo i coglioni di Andrea con le due mani presi in mano i due cazzi che si trovavano ai miei lati. A destra, mio fratello col suo cazzo durissimo e venoso, a sinistra Luca, col suo cazzo che già mostrava una cappella piena di precum.
Ero come in estasi, sentivo come sottofondo le loro voci, i loro dialoghi che sottolineavano quanto fossi troia e quanto volessero rompermi il culo. A quel punto sentii Andrea forzarmi la testa e spingerla verso il cazzo di mio fratello. Cominciai a leccargli la cappella e a ciucciarla avidamente. Poi sentii un’altra cappella che mi premeva la bocca, quella di Fabio. Le presi in bocca entrambe ciucciandole e limonandole. Mugolavo per farli eccitare ancora di più.
Passai di cazzo in cazzo, non so per quanto tempo. Me lo ficcavano in gola e poi mentre ne succhiavo uno per bene gli altri tre mi strusciavano le loro cappelle sulle guance e poi, di volta in volta, spingevano la mia testa verso il cazzo di un altro. Potevo assaggiare così i diversi sapori di precum, qualcuno all’inizio aveva anche la cappella che sapeva un pochino di piscio, ma la cosa non faceva altro che eccitarmi. Mi sentivo tutto bagnato di saliva e precum intorno alle labbra e su parte del viso, sul pavimento c’erano delle chiazze di bava e precum.
Fabio fu il primo a schizzare fiotti di sborra che mi colpirono la faccia. Mi affrettai a leccarla e ad ingoiarla, quando anche Luca me la sparo direttamente sulle labbra ed il naso. Cercavo di ripulire entrambi i cazzi, ma la sborra mi colava sul viso, tanto ce Andrea la raccoglieva con la punta del suo cazzo per poi depositarmela sulla lingua e farmela ingoiare. Fu infine mio fratello a schizzarmi direttamente in gola. Aprii la bocca e posizionò la cappella proprio sulla lingua, allagandomela di sborra.
Le cose tornarono alla normalità. I loro cazzi intorno a me si stavano smosciando e io avevo il viso e il mento ricoperti di sborra. Rimasero intorno a me e di tanto intanto andavo a dare delle leccatine alle loro cappelle, quando vedevo che non aerano ancora perfettamente pulite e lucide.
“Stasera ce lo fottiamo a dovere” disse ad un certo punto mio fratello.
Al centro della sala c’era un tavolino basso, sul quale misero un paio di grandi cuscini. Mentre mi stavo pulendo la faccia con una salvietta mi fecero cenno di mettermi a pecora sul tavolino. Sentii da dietro qualcuno togliermi gli slip e sculacciarmi. Mio fratello venne davanti alla mia faccia, sollevò il cazzo e mi porse i coglioni direttamente davanti alla bocca per farmeli leccare. Nel mentre sentivo 4-5 mani che mi esploravano il culo. Palpeggiamenti, sculacciate e dita che mi entravano nel culo.
“Senti ce l’ha come una figa bagnata” disse Andrea.
"Ora si fa sul serio signori”. rispose Luca
Sentii le chiappe allargarsi, una cappella che puntava contro il mio buco umido e poi sentii un colpo ben assestato. Sicuramente metà del cazzo era già entrato. Sentii una spinta finale fino a percepire il bacino del maschione a contatto col mio culo. Non so chi fosse dei tre ma intanto io mi stavo concentrando a leccare e mordicchiare lo scroto di mio fratello. Chi era dentro di me iniziò a scoparmi. Andrea raggiunge mio fratello e mi ficcarono i due cazzi davanti alla faccia. A turno me lo ficcavano in gola e quindi potevo gemere solo mugolando mentre succhiavo i cazzi e dietro mi stavano levigando il culo. Mentre venivo scopato sentivo chiaramente due mani che aprivano le chiappe al massimo. Sentivo il buco del culo tirarsi intensamente e il culo avvolgeva completamente il cazzo che mi stava scopando. Andrea e mio fratello si alternavano a scoparmi la bocca e a picchiettarmelo sulla faccia. Mi sentivo una vacca, poi il cazzo che mi stava scopando si scaricò dentro di me. Sentii improvvisamente un calore intenso nel culo unito ai gemiti, credo di Fabio.
"Che culo meraviglioso hai!! Voglio spaccartelo per bene e riempirtelo di sborra! Disse Luca.
Mi infilò il cazzo in culo, che era ancora pieno della sborra di Fabio. Si appoggiò su di me ed iniziò a scoparmi davvero con foga. Mi stava letteralmente spaccando il culetto, tanto che non potei fare a meno di aprire la bocca e gemere a bocca aperta. Ma subito Andrea ci infilò il suo cazzo. Lo leccavo avidamente mentre mio fratello, intanto, mi strusciava la sua cappella sulla faccia. Poi passavo a leccare di nuovo i coglioni ad entrambi mentre Luca continuava a sfondarmi. Nel frattempo, sentivo un quarto cazzo che mi picchiettava sulla schiena e sentivo la cappella strusciare proprio sul centro della schiena. Era umida e probabilmente il precum me lo stava spargendo anche li.
Le spinte di Luca diventavano molto veloci. Non potei trattenermi ed iniziai a gemere urlando. Stavo squirtando dal cazzo. Prima un piccolo spruzzo di piscio e subito dopo dei piccoli spruzzi di sborra.
“Guarda come squirta la troia”. “Guarda come gode di culo”, urlò Fabio rivolto verso gli altri.
Io non riuscivo a trattenermi, la cosa finì solo quando anche Luca mi scaricò il carico dei suoi coglioni nel culo. Quando estrasse il cazzo mi sentivo come fossi ripieno, farcito. Luca venne davanti a me e aveva il cazzo tutto sporco, di sborra schiumata. Mi ordinò di ripulirlo. Il sapore era molto più acre, un po’ ferroso. Non dispersi nessuna goccia di quella schiuma di maschio e glielo lucidai perfettamente. Andrea si era intanto spostato verso il mio culo. Con un paio di scoreggine espulsi un po’ della sborra dal culo, tanto che Andrea sottolineava la colata di sborra liquida.
Non si fece pregare e mi spinse il suo cazzo nel culo. Benché il mio culo fosse ormai aperto, lo sentii molto bene il suo cazzo. La differenza con i due precedenti c’era, perché percepivo che era andato più a fondo nel culo, dove gli altri due non erano stati. Iniziò a scoparmi ma a differenza degli altri due andava a ritmi diversi. Potevo vedere mentre Fabio e Luca si erano seduti, stanchi, sul divano ma se lo stavano ancora menando lentamente. Adesso potevo quindi occuparmi meglio dei due tori. Mi concentrai sul cazzo di mio fratello cercando di succhiarglielo di nuovo al meglio, mentre Andrea da dietro mi stantuffava come avessi la figa. Andrea ci sapeva chiaramente fare nello scopare il culo. Aveva i tempi giusti e sapeva quando e come intensificare. Stavo godendo tantissimo, sentivo il culo slabbrato ed aperto come una pesca succosa matura. Quando mi sborrò in culo, continuò a scoparmi dolcemente.
Fu il turno infine di mio fratello. Mi fece mettere a missionaria, sdraiato sui cuscini sporchi. Mi alzò le gambe, portandole verso di lui e sottolineò che avevo il buco del culo sfondato e completamente sporco della sborra degli altri. Mi ficcò il cazzo tutto di un colpo. Mi scopò intensamente, facendomi gemere sempre più con voce femminile e troia. Gli altri tre guardavano eccitati, commentavano. Mi sborrò in culo dopo avermi letteralmente spanato. Rimase dentro, mentre gli altri tre si alzarono dal divano e a turno mi sborrarono nuovamente addosso, sul petto e la pancia.
I 4 tori si rimisero a sedere tutti sul divano, ridendo e commentando tra di loro. Io dovetti rimanere lì sul tavolino a riposare. Sentivo il culo tutto bagnato con ancora della sborra che colava, la faccia con la sborra che si stava seccando e poi tutta la sborra su petto e pancia. Mi accarezzai con la mano in modo da spargere la sborra su tutta la pelle. Mi godetti questo momento. Essere la troia di 4 maschi arrapati era da sempre stata la mia fantasia. Fare da sborratoio e puzzare di sborra di 4 maschioni testosteronici fu un sogno realizzato. Mi girai verso di loro e li ringraziai per la bellissima serata e che era stato bellissimo aiutarli a svuotarsi i coglioni.
“Cavolo sei proprio la troia perfetta”. “Ringrazi addirittura per essere stato ricoperto di sborra”. Commentarono Andrea e Luca.
Ci lavammo, passammo ancora un po la serata insieme. Prima di salutarci tutti vollero limonarmi un pochino e salutarmi con delle pacche sul culo. Ebbi la sensazione che non sarebbe stata una occasione isolata.
Tornai a casa con mio fratello. Quella notte dormimmo insieme. Aveva voluto condividere la mia porcaggine con gli amici e dare sfogo ai miei sogni e desideri. Gli promisi che ci sarei sempre stato per lui, ogni volta che avesse avuto bisogno di sfogo sessuale. Sentivo così di aver adempiuto al mio io, al mio ruolo. Ero felice!
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