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Il mio primo ragazzo 1


di Uonder24
16.01.2025    |    483    |    3 9.6
"Sentivo il suo profumo, sembrava il Denim che porta mio fratello piu grande..."
Il periodo delle superiori per me è stato di grande formazione. La mia natura gay è potuta definitivamente esplodere con anche il mio comportamento più femmineo. Non curante delle prese in giro ho avuto modo di sperimentare e le scuole superiori sono state una perfetta palestra per diventare un abile succhiacazzi e capire cose piace ai maschi. Ecco che quindi in varie occasioni sono stato volutamente il pompinaro personale di alcuni ragazzi. Tutto in segreto, ovviamente, il che rendeva tutto super eccitante dal mio punto di vista.
Il secondo anno delle superiori decido però anche io di intraprendere uno sport. Sin da piccolo mi è sempre piaciuto giocare a pallavolo. Sebbene non fossi particolarmente alto ero comunque molto veloce in difesa. Con mia madre cercammo una squadra nelle vicinanze e alla fine optammo per una in un paese vicino che aveva però solo il Club Under 18. Avevano comunque ancora due posti liberi. Fui preso tranquillamente e mi dissero che avrei dovuto fare gli allenamenti due sere a settimana mentre le partite si svolgevano il sabato pomeriggio. La settimana successiva partecipai al primo allenamento. In realtà non c'era tutta la squadra composta da 12 persone ma solo i più giovani. Io ero uno dei più piccoli mentre gli altri avevano tutti 16 e 17 anni, in più c'erano due 18enni ancora presenti, uno di loro, Alessio, era il capitano della squadra. Con il pantaloncini stavo molto bene, mettevano in risalto le mie cosce belle lisce mentre invece i miei compagni erano tutti un po fisicati. Ma subito dimostrai che quello che non avevo in fisico ce l'avevo in resistenza e velocità. Finito il primo allenamento, andammo in spogliatoio. E li per me fu finalmente l'estasi. I ragazzi nudi, le docce, le mutande e le cazze odorose gettate sulle panchine. Fu veramente difficile per me contenere la mia eccitazione e la mia erezione. Ovviamente c'era molta goliardia, molte parolacce e bestemmie, complessivamente fui accolto bene e preso un po come mascotte della squadra. Solamente al terzo allenamento conobbi Alessio il capitano e l'altro 18enne, Fabrizio. Subito mi infatuai di Fabrizio, del suo volto mascolino e della sua attitudine gioviale. Ma fu il momento negli spogliatoi che mi fece definitivamente innamorare. Era nella panchina di fronte a me e quando si tolse la divisa da giocatore rimanendo nudo, la mia eccitazione balzò alle stelle. Fisico tonico, spalle piuttosto larghe, petto lievemente bombato. Il pavimento pelvico era abbastanza definito. Aveva delle gambe molto pelose, mentre sul petto aveva appena una striscia di peli centrali che dall'ombelico scendeva al folto cespuglio che gli circondava il cazzo. Il cazzo era bellissimo, la pelle leggermente piu scura del resto, da moscio era già sui 7-8cm. Il prepuzio copriva perfettamente la cappella. E da sotto si intravvedevano delle grosse palle penzolanti. I compagni si rivolgevano a lui con il nomignolo di "Nibbio". Mi spiegarono subito che era un uccello, il che mi fece pensare che fosse un modo per dire che avesse un grosso uccello. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e qualcuno se ne accorse facendo qualche battutina. Invece io prendevo sovente degli schiaffi sulle chiappe. Ho sempre pensato che insomma in tanti avessero capito che fossi un frocetto. Da quel momento il mio unico scopo diventò quello di entrare nelle grazie di Fabrizio. Facevo l'accondiscendente, gli stavo dietro, ascoltavo i suoi consigli. Quanto avrei voluto che mi toccasse, mi abbracciasse e quanto avrei voluto sentire il suo cazzo tra le mie mani e le mie labbra. Ma rispetto alle altre volte in cui mi ero buttato qui non potevo espormi piu di tanto anche per non creare casini in squadra. Ero profondamente combattuto. Fortuna vuole che Fabrizio, la mattina, prendesse il mio stesso autobus per andare a scuola. Lui saliva in un paese prima, per cui quando salivo lui era sempre seduto con degli amici sul retro e io lo salutavo calorosamente. Una mattina di fianco a lui c'era un sedile libero e quindi mi disse di sedermi pure accanto a lui. Sentivo il suo profumo, sembrava il Denim che porta mio fratello piu grande. Parliamo del più e del meno e poi ad un certo punto si gira e mi chiede se sono frocio. Un po sono imbarazzato all'inizio e poi gli chiedo se fosse cosi evidente. E lui mi dice che in squadra se lo sono chiesti tutti visto un certo tipo di atteggiamenti e che alcuni avevano già manifestato dei problemi a causa dei miei sguardi. Fai come faccio io , mi disse, cazzeggia un po in spogliatoio, non fissare nessuno e scherza normalmente. Non capii se quel "fai come faccio io" fosse un'ammissione di qualcosa. Rimasi con il dubbio atroce. Nei giorni successivi mi feci dare il suo contatto cellulare da un compagno di squadra. Così una sera gli scrissi. Rispose chiedendo chi fossi. Iniziammo a chattare, c'era un'intesa, lo capivo. Mi feci più coraggioso e gli scrissi che comunque non è che stavo a fissare tutti in spogliatoio, di solito fissavo solo lui. Ci misi une decina di faccine sorridenti. Perché pensi che io non ti abbia mai fissato mentre ti pieghi e metti il tuo culo in mostra? Oppure quando fai la doccia e ti passi la mano sulla pancia?. Mi piaci, mi scrisse. Se ti va possiamo vederci domani all'uscita dalle scuole e ci mangiamo qualcosa insieme, mi propose. La sera stessa mi feci una super doccia, mi vestii bene. Tutta la mattina a scuola fremevo per quell'incontro. Uscito da scuola feci il tratto a piedi che separava i nostri due istituti. Lo recuperai fuori da scuola e andammo a mangiarci qualcosa. Poi propose di andarci a fare un giro ai giardini del comune per stare piu appartati. Ero super emozionato, camminavamo tra i sentierini del parchetto e ad un certo punto lui si fermo vicino ad un albero, mi appoggio contro e poi si abbasso e mi diede un dolce bacio. Poi mi guardò e mi bacio di nuovo, questa volta infilando la lingua. Le sue mani subito afferrarono le mie chiappe, il che mi fece subito sentire protetto e posseduto e con dei piccoli mugolii assecondai questa presa. La mia mano sinistra invece scese direttamente sul suo pacco. Aveva i jeans ma potevo sentire quanto erano tesi li davanti e quanto il cazzo fosse dritto e contenuto nei pantaloni. Mi staccai da lui e gli dissi che avevo una voglia matta di succhiarglielo. Ci spostammo in una zona più appartata, dietro dei grandi cespugli. Mi misi in ginocchio con ancora lo zaino in spalla. Lui si sbottono i jeans e li tirò un po giu insieme ai boxer e finalmente ne usci il suo cazzone duro, accompagnato da una folata di odore che richiamava anche un po di piscio. Non mi importava. Avvicinai le labbra, tirai furoi la lingua ed inizia a leccargli la punta. Con la punta della mia lingua cercavo di lavorare bene la sua fessura. Con l'altra mano presi il cazzo in mano. Poi iniziai a far roterare la lingua intorno alla cappella. Il suo cazzo era di dimensioni notevoli ed aveva un bellissimo cappellone rosa. Nel mentre lo scappellai completamente, potendo cosi leccare il suo filetto carnoso. Scesi a leccare tutta l'asta, sollevando un po il cazzo. Mentre risalivo vedevo il suo sguardo estasiato ma anche attento a vedere se qualcuno si avvicinava. Quanto era buono da leccare, inoltre era duro, bollente, mi scaldava la lingua ad ogni leccata. Iniziai a ciucciarlo tutto, mi impegnai il piu possibile per farlo godere, Cercavo di serrare le labbra al punto giusto per fargli sentire la pressione, tenevo la lingua perfettamente attaccata alla pelle del cazzo per fargli sentire tutte le sensazioni. Pian piano riuscivo ad andare piu a fondo tanto che il suo cespuglio cominciava ad accarezzarmi il naso. Lui mise le sue due mani sui lati della mia testa. Mi fermò. Iniziò a scoparmi dolcemente la bocca, sempre con lo stesso ritmo. Io cercavo di posizionare per bene la testa in modo che il cazzo scendesse lungo la lingua, direttamente verso la gola. Andò avanti cosi per un pochino, poi estrasse il cazzone ed iniziò a segarselo furiosamente. Apri la bocca , mi disse. Io ero li, in attesa del suo succo caldo, di tanto in tanto davo delle leccatine alla cappella perche desideravo tanto la sua dolce e calda sborra. Poi gemette rumorosamente e gli schizzi partirono diretti alla mia lingua. Prima uno, due....cinque schizzi tutti per me che mi inondarono la bocca e il mento. Subito presi in bocca la sua cappella per ciucciarla tutta e ripulirla. Lui sussultò ma io volevo spremere tutto fuori. Pian piano risucchia tutto dentro la bocca ingoiando e continuai per pocco a lucidargli il cazzo con le labbra e la lingua. Rimase li col cazzo semiduro, mi alzai, lui mi tiro a se per baciarmi. Mise la sua mano nei miei pantaloni, aprì la zip e tiro fuori il mio cazzetto durissimo. Prese a segarlo fortissimo mentre mi limonava in bocca e parte del suo sapore maschio si scambiava con la saliva. Neanche un minuto e gli sborrai sulla mano. Andimando come una zoccoletta, mugolando. Si pulì la mano con un fazzoletto. Poi ci riportammo nella zona del parco. Passammo insieme tutto il pmeriggio a parlare e limonare. Sentivo per la prima volta che forse avrei avuto per davvero un ragazzo.
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