Gay & Bisex
Marcello, sorpresa seconda parte
di xsea3
04.08.2023 |
1.940 |
7
"Prendo in pugno la situazione, lo spingo giù..."
Apro gli occhi, devo essermi un attimo addormentato. Tipico di noi maschietti dopo una bella scopata.Jessica è ancora in mezzo a noi, lei appoggia la testa sul mio petto e Marcellino sul suo. Lei gli accarezza i capelli e lui dorme con un’espressione beata.
Le accarezzo piano il seno e lei si volta a guardarmi sorridente.
La mia mano prosegue, col dorso le accarezzo quella pancia piatta, facendole venire la pelle d’oca, proseguo sula gamba, fino a che il mio braccio lo consente, poi risalgo piano, con la punta delle dita all’interno della coscia.
La sento trattenere il fiato, mentre facendole un leggero solletico tamburello con le dita avvicinandomi all’inguine e poi torno indietro. Lo faccio un paio di volte, per accrescere l’aspettativa e poi finalmente le sfioro la fighetta.
Lo faccio delicatamente, come per sbaglio, facendola sospirare.
È umida, ancora bagnata dallo sperma del nostro piccolo torello.
Le sfioro la clitoride con la punta del polpastrello, la accarezzo lievemente, con un moto circolatorio e lei sospira.
Marcello apre gli occhi e incontra i miei.
- Mi sono addormentato- mormora smarrito, forse scusandosi.
Io gli sorrido: -Ci sta il riposo del guerriero- e intanto intensifico il mio massaggio su quella passerina morbida, stretta ma arrendevole.
Jessica mugola e mi afferra il cazzo, che mi è cresciuto e si è irrigidito già da un po’ contro il suo fianco.
Marcello pare ancora sotto l’incantesimo del post orgasmo, lei continua ad accarezzargli i riccioli scomposti.
Lo fisso, mentre lei, stesa sulla schiena, con la testa sulla mia spalla, respira un po’ affannosamente, al ritmo delle mie carezze, sempre più insistenti.
Ha una gamba sulla mia e una tra le sue. Dove col suo movimento, involontaria reazione alle mie carezze, sta risvegliano il suo bel pisello
Solleva il mento, io la bacio, ma non stacco dagli occhi di Marcello, è una cosa strana, come un bacio a tre dove lui partecipa solo guardandoci intensamente, ma passandosi la lingua sulle labbra, quasi sentisse in bocca il nostro sapore, che ormai conosce.
Quando ci separiamo la giro gentilmente sul fianco.
È piccola e leggera, posso fare di lei ciò che voglio ed in ogni caso è collaborativa.
Sa cosa voglio e alza una gamba, per aiutarmi a trovare l’ingresso col mio cazzo. Io non l’ho ancora scopata e credo che bisogni rimediare immediatamente.
La cappella le sfiora le grandi labbra, la struscio un po’ per inumidirla col succo naturale del suo desiderio. Poi la punto e spingo.
L’idea che lo sperma di Marcello faccia da ulteriore lubrificante aumenta la mia eccitazione.
Sento l’entrata umida dischiudersi. Non ho un pisello enorme, ma Jessica è davvero magnificamente stretta. Le pareti umide si allargano sotto la mia spinta, è bagnata e vogliosa ma incontro pacate resistenze che violo senza esitare, so che le piace.
Un movimento di reni e le mie palle baciano le sue grandi labbra. Lei geme e istintivamente si aggrappa a Marcello, gli affonda il viso nella spalla, lo bacia sul collo.
Lui mi fissa con quegli occhioni spalancati.
Tengo la gamba di lei e mi muovo deciso, facendola sussultare e gemere.
Lei allunga la mano, accarezza il corpo del mio giovane adone e infine gli afferra il pisello, facendolo sussultare.
Muovo il bacino con decisione, facendo scorrere tutta l’asta dentro di lei, tirandola fuori quasi del tutto, per rispingerla in fondo, cambiando ritmo. Piano piano o di colpo.
Jessica mugola di piacere.
-La bambina vuole il ciuccio!- dico.
Marcello coglie la palla al balzo, si alza, si mette in ginocchio davanti a lei, con l’uccello che svetta verso il cielo. Lei lo afferra, lo bacia in punta ma poi le mie spinte la sconquassano, se lo infila in bocca e lo succhia a dovere, come l’aiutasse a gestire il piacere.
Finché non gode. Se l’orgasmo è abbastanza intenso e la passerina adeguatamente stretta, un uomo attento se ne può accorgere, quando lei arriva al piacere, da come si contrae.
È una cosa che mi piace da matti assicurarmi che la persona con cui scopo, maschio o femmina che sia, goda del mio trattamento, mi da un senso di potere e piacere indescrivibile.
Lei molla il cazzo e grida e io la sostituisco.
Marcello sussulta, quando lei si stacca e io mi allungo imboccandogli la cappella gonfia.
Potrei passare la vita così, una donna che geme col mio cazzo dentro e un ragazzo che mugola col suo pisello nella mia bocca.
Ma non mi piace limitarmi.
Appena Jessica si rilassa mi stacco da lui e mi rovescio sulla schiena, tirandola su di me.
Le afferro entrambe le gambe e gliele allargo per bene – Vieni a vedere lo spettacolo!-
Marcello ormai obbedisce senza esitazioni.
Lo vedo riempirsi gli occhi della scena, il mio cazzo che scivola a fondo nella fighetta, le mie palle che saltano contro le sue chiappe.
Le mie mani, sotto le ginocchia di lei che le tengono ben aperte le gambe, le sue che si stringono i seni mentre abbandona la testa sulla mia spalla gemendo e incitandomi a continuare.
Lui fissa imbambolato e con una mano si accarezza il pisello duro. È un po’ impacciato, ma che diamine è la sua prima volta. So di doverlo aiutare.
- Avanti Marcello! Assaggia! - gli dico come se si trovasse davanti ad una nuova zuppa.
E lui si china e finalmente sento la sua lingua nel punto in cui i nostri corpi si uniscono.
A Jessica scappa un urlo, mentre lui le lecca la clitoride, ma il ragazzo ormai è preso, la sua lingua si muove piena su di noi. Lecca la mia asta in movimento, a volte perfino le palle e poi su, fino alla fighetta e al punto di massimo piacere.
Jessica è in visibilio, capisco che sta per avere uno dei suoi orgasmi bagnati.
Aumento il ritmo – Insisti sulla clitoride!- comando e Marcello esegue.
Lei comincia a gemere forte, sento le gambe tremare, si inarca, grida. Lo schizzo sputa fuori il mio cazzo e colpisce in pieno Marcello.
Il ragazzo è preso, eccitato, si scosta solo il tempo che finisca l’ondata, poi torna alla fighetta, la lecca, mi impugna il cazzo e finalmente ci si butta sopra succhiandolo per poi aiutarmi a rimetterglielo dentro.
Jessica miagola per il nostro trattamento e io la rimetto sul fianco.
- Tocca a te!- gli dico.
Lei non esita, lo abbraccia, lo bacia, si aggrappa a lui.
E io gentilmente gli prendo il cazzo e lo guido in quella caverna umida.
Non è molto comodo, temo, a scoparla così, non riesce ad affondare come vorrebbe, ma io ho dei piani.
Mentre lui si muove allungo la mano sul comodino, prendo il gel e lo inizio a spalmare tra le chiappe della ragazza.
Jessica si volta a guardarmi: -Luca… - Mormora.
- Sei stata brava, meriti un premio, ora è il momento della suppostina!- le sto già massaggiando il buchetto e termino la frase infilando il dito. Lei si aggrappa a Marcello, cerca la sua bocca. Si baciano, lui accelera il ritmo, so che lo eccita quello che sto per fare.
Infilo il secondo dito, la bimba non è nuova a quel gioco. Fa sempre un po’ la riottosa per poi ammettere che gode come una troia. E io sospetto che finga, quando cerca di evitare il cazzo in culo, forse ha capito quanto mi eccita quella sua pacata resistenza da falsa brava bambina. La sento gemere – Luca, fai piano. Io non so se…-
E la mia cappella punta il pertugio.
- Ti prego…- miagola.
-Marcello apri le chiappette di questa troietta così entro meglio!-
Lui mi guarda da sopra la sua spalla, forse sorpreso dal mio linguaggio, ma obbedisce, sposta le mani sui suoi glutei, afferra quelle due piccole melette tonde e le divarica a dovere.
Vedo il buchino roseo e osservo la punta della mia cappella affondare piano.
Lui ferma il suo movimento per facilitarmi, piantato il più possibile dentro di lei che butta indietro la testa.
-Piano!- chiede
E io spingo. Il culo è aperto dalle dita, allenato e lubrificato. La resistenza è minima e insisto.
Ci sono due modi per aprire un buchetto: o con piccole spinte sempre più profonde o con una unica delicata e costante spinta. Io su di me preferisco il primo sistema. È un modo gentile, come bussare finché la porta non viene aperta. Ma Jessica, alla faccia di quelle sue false resistenze, lo vuole così. Vuole sentire la punta farsi strada senza esitazione, vincendo la sua resistenza. E io naturalmente l’accontento. Spingo e il lubrificante fa il resto. La cappella viola l’anello, salta dentro.
Lei grida e io non mi fermo, affondo sentendo le pareti che si aprono, accarezzandomi il cazzo, stringendolo, avviluppandolo e chiamandolo sempre più a fondo. Finché le mie palle non sfiorano le chiappe.
Ho un braccio sotto la sua testa che lei appoggia sulla mia spalla, la bocca e gli occhi spalancati in un respiro atono.
Col braccio libero afferro Marcello, lo tiro a noi.
Lei è in mezzo, schiacciata tra i nostri bollenti corpi maschili. Marcello ricambia il favore, le nostre mani finiscono l’una sui glutei dell’altro e iniziamo a muoverci, tirandoci al ritmo delle spinte, per renderle più feroci.
Jessica, con la gamba sollevata per facilitarci ormai non emette altro che suoni confusi di piacere.
Sento il movimento del cazzo di Marcello dentro di lei, che si coordina col mio. Non serve pietà, Jessica può reggere quell’assalto.
Guardo Marcello negli occhi e gli stringo le chiappe. Quando lui li chiude, e accelera lo faccio tornare in sé – Aspetta! Devi provare anche il culo! - gli dico.
Lui si ferma imbarazzato, usciamo contemporaneamente.
Jessica è tutta sudata ed eccitata, non devo dirle nulla, si volta spontaneamente offrendo l’ano ormai aperto.
Le prendo le chiappe e le divarico.
Marcello un po’ impacciato cerca l’apertura.
- Ormai è aperto, non le farai male – gli dico- In ogni caso appoggia piano la cappella, tanto sei fradicio della sua fighetta, non ti servirà altro lubrificante. -
L’ano si contrae, poco fa era un bel buco ampio, ma adesso si sta già richiudendo.
- Aspetta di sentirlo rilassare e spingi in quel momento! - lo istruisco.
E Marcello obbedisce, sente sulla punta il buchetto stringersi, come spaventato per automatismo da quell’intruso, resiste un momento, poi deve cedere, rilassarsi e lui si infila.
Dopo il mio trattamento già subito, naturalmente è come affondare nel burro.
Jessica da un gemito. Marcello non è andato fino in fondo, la guarda preoccupato e io gli afferro le chiappe e lo tiro.
Il cazzo affonda completamente, lei rovescia gli occhi e grida ancora.
-Avanti! Scopala a dovere! -
Il mio Marcello è troppo carino, si muove deciso ma delicato.
Jessica si volta a baciarlo, con lui non finge resistenza – Oh si così, ti prego, ti prego continua. Oddio verrò col sedere!-
- Mettiti a pecorina, così entra meglio. - Le dico.
Lei obbedisce, sfila il cazzo solo il tempo di mettersi a quattro zampe, col viso sul cuscino e il culetto all’insù.
Lui punta di nuovo il cazzo e le scivola dentro.
Lei afferra il mio, se lo porta alla bocca e me lo succhia.
Marcello prende confidenza con quel buchetto stretto, mi guarda: -Sei contento? – chiedo e lui annuisce, non senza arrossire.
- Ti è piaciuta la mia sorpresa? - Annuisce di nuovo.
- Allora merito anche io un regalo…- Gli dico.
Lui mi fissa perplesso, muovendosi più piano.
Mi sfilo da Jessica e mi avvicino a lui.
Capisce subito.
Sembra spaventato.
Mi metto alle sue spalle, lo abbraccio, gli bacio il collo e l’orecchio, correndo con le mani sul suo corpo snello e premendogli il cazzo duro e umido nel solco.
- Luca… io…-
- Mi hai promesso di essere mio, che saresti stato la mia troietta! - gli ricordo, pensando al primo giorno in cui l’ho sverginato e inumidendogli il buco con un po’ di gel. L’ho già sditalinato prima, ma pensavo di trovarlo di nuovo stretto, invece, dopo tutto quel sesso, ha il buchino umido di sudore e di umori e rilassato.
Entro con due dita facilmente.
Lui geme. Credo sia in imbarazzo all’idea di farsi scopare davanti a lei, o dietro, per l’esattezza.
- Jessica, cosa ne pensi, lo scopo? - domando
Lei si alza sulle braccia, spingendo contro di lui e si volta a guardarci: - Oddio si! Scopalo, fallo godere come lui fa godere me! Godiamo tutt’e due Marcello! Mi stai sfondando il culo, sei bravissimo! -
Lui resta esterrefatto da quelle parole. Ancora preso nelle sue convinzioni non riesce a contemplare che una donna possa trovare intimo il fatto che il suo uomo venga scopato come lei, provi le sue stesse sensazioni.
Punto la cappella.
-Ah Luca! Aspetta! - dice fermandosi.
Jessica lo aiuta muovendosi contro di lui.
Io spingo e mi ritraggo, spingo e mi ritraggo. Devo farlo solo un paio di volte. Un po’ il cucciolo si è allentato a casa, un po’ il gel, un po’ l’eccitazione, alla terza spinta gli entro dentro per metà.
E allora gli afferro i fianchi e affondo.
Lui getta la testa indietro e io lo bacio vicino all’orecchio: - Sei mio!- gli dico.
Lo sento contrarre il culo, credo sia sorpreso di nona ver sentito dolore.
Lentamente comincia a muoversi. Lascio che detti lui il ritmo, che si impali e inizio a pizzicargli i capezzoli e a dirgli porcate: - Bravo il mio cucciolotto, il cazzo bello duro nel culo di Jessica e il mio palo affondo nel tuo pancino. Spingi, spingi e inculala impalandoti! -
E lui lo fa, diventa più frenetico, geme.
Prendo in pugno la situazione, lo spingo giù.
Lui si appoggia alla schiena di Jessica, abbraccio entrambi e con la mano cerco la sua fighetta.
La trovo e inizio a massaggiargliela.
Lei grida di piacere.
Spingo a fondo, sentendo il culo di Marcello ormai aperto, accogliente.
Lui le bacia il collo, le stringe una tettina, e geme.
Sento la sua voce mutare, alterna grugniti di piacere molto maschili a gemiti più acuti, quando col cazzo arrivo a fondo o gli colpisco la prostata.
Poi lei inizia a gridare, trema e schizza agitandosi.
Sento l’ano di Marcello stringere convulsamente il mio cazzo, lui aumenta le spinte, lo fa per godere appieno del culetto che lo avvolge, ma inevitabilmente da piacere anche a me.
- Oddio vengo! Vengo! Vengooo! Sembra quasi spaventato. -
Io affondo dentro di lui per aiutarlo, lo stringo, lo sento tremare, percepisco il suo orgasmo nel profondo delle viscere di Jessica.
Lei si sfila sfinita. E io riprendo a muovermi.
Tiro Marcello contro di me, lo scopo così, inginocchiati sul letto, la sua schiena sulla mia pancia.
Lui trema.
-Ah luca, aspetta!- Geme.
Io lo accarezzo gentilmente, poi lo afferro per i fianchi, lo costringo a retrocedere con me fino al bordo del letto, ora sono in piedi. Lui mugola delle proteste. È venuto, so che le sensazioni sono più intense, ma questo è il mio premio.
Lo sorprendo ancora, gli faccio alzare prima una gamba, appoggiando il piede al materasso, poi l’altra.
Finalmente è a gambe large, le mie mani sotto le ginocchia che gliele tengono divaricate.
Lui si agita, così esposto, seduto sul mio cazzo che gli affonda nel culetto e Jessica che lo guarda eccitata.
Lui scuote il capo, ma lei spalanca le gambe e inizia a toccarsi davanti a lui.
- Guarda come sei bello Marcello, guarda come la fai eccitare! - gli sussurro all’orecchio – Il tuo culetto è mio, senti come ti faccio godere?-
Lui è incapace di reagire sento che si arrende, lancia la testa indietro, non cerca più di chiudere le gambe, finalmente asseconda il mio movimento, come può.
Jessica gattona verso di noi e gli lecca l’inguine facendolo tremare.
Beata gioventù, pare incredibile ma quando gli impugna il pisello gli torna duro.
E io lo scopo, affondo il cazzo fino inf ondo, senza più pietà. Il culo è aperto, si bagna da solo. Colpisco la prostata coi miei movimenti, affondo completamente e ruoto il bacino per prendere possesso di quel culetto.
- Godi, Marcello?-
Lui geme un sì.
Ormai il cazzo è duro, Jessica glielo succhia, poi con due dita gli comincia a massaggiare il perineo.
Lui sgrana gli occhi.
- Dagli la figa!- ordino.
Lei si vota, offre la passerina bagnata.
Impugno con una mano il cazzo del mio ragazzo, lo dirigo nella sua patatina – Ora ti scopo attraverso di lui!- Grido e inizio un movimento deciso.
Marcello geme, si aggrappa di nuovo a lei che pare quasi piangere di gioia.
Accelero, lui implora qualcosa, ma ormai sto arrivando, nulla potrebbe farmi rallentare.
So che lei gode dall’ultimo prolungato gemito che le scappa.
Che lui ha un nuovo orgasmo lo capisco da come si contrae il culetto che sto sfondando.
Lui geme e grida.
E io esplodo dentro di lui.
Affondo fino alle palle con colpi secchi, lunghi e intensi, voglio che il mio sperma lo marchi tutto!
Gli succhio la spalla. Resterà il segno, ma è giusto che si ricordi che mi appartiene.
Poi stramazziamo nel letto.
Ci tiriamo verso il centro, ci abbracciamo.
Sta volta lei si mette a cucchiaio tra le braccia del mio ragazzo e lui fa lo stesso tra le mie.
Gli tocco il buchino da cui cola la mia sborra.
- Ti è piaciuto?- lui annuisce.
Lo bacio sulla nuca – Molto bene cucciolo, adesso sai che non sei frocio, ma nemmeno noiosamente etero-
Gli dico e gli infilo un dito nel buchetto.
Lui sussulta, poi, senza esitare, allunga una mano e inizia ad accarezzare la passerina di Jessica, che si stringe al suo braccio.
Siamo un bel quadretto e credo che ci rivedremo…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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