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Sogni di lattice - 3


di Moncklay
06.01.2025    |    234    |    1 8.7
"Avevamo atteso 180 giorni per questo articolo e la voglia di provarlo era molta! Ne presi una, la posizionai al suo posto e iniziai a collegare i tubi di..."
Consiglio vivamente di iniziare dalle parte 1 e 2 di questo racconto, buona lettura!


Mi ripresi. Ora toccava a me con il suo cappuccio, lo presi e glielo porsi già rivoltato pronto per iniziare a sverginare i fori nasali.
Col mio stupore però ce la stava facendo da sola e provai a mormorare "ma come fai?". Purtroppo uscì solo un "mmmmcmmfiiii", la bocca di gomma non lasciava spazio alle parole. Lei intuì qualcosa e mi rispose con un tubo già infilato "si scusami io l'avevo già provata qualche volta, non ero riuscita a resistere!" e mi fece un occhiolino.
Anche lei col secondo tubicino fece più fatica, vidi una sua lacrima sull'occhio vicino ma continuò inserire fino a quando il naso era perfettamente al suo posto.
"Sei fantastico così" mi disse prima di riempirsi la bocca di gomma e provare a chiudere la maschera.
Memore del precedente mugugno, pensai senza parlare "anche tu sei stupenda" e la aiutai ad allacciare nel retro il cappuccio.
Sentii qualche verso mentre stringevo ma sapevo che lo voleva bello stretto.

Si alzò di scatto su suoi stivali da balletto e anche andò verso lo specchio. La segui anche io con un tubetto di lubrificante e dopo esserci ammirati un attimo iniziammo a far splendere tutto il lattice che ci copriva.
Provammo a darci dei baci con le nostre lingue gommose. Fu faticoso ma riuscimmo in qualche modo a scambiarci delle emozioni.

Decidemmo di fare una pausa tramite qualche segnale con le mani e andare in bagno.
Le sgonfiai il dildo della vagina, aprii un po la zip e lei urinò. Si pulì e si infilò nuovamente l'attrezzo gonfiabile. Le chiusi la cerniera e lasciai che si diede due pompate.
Per me fu leggermente più facile, aprì la speciale tasca e dopo aver fatto pipì rimisi tutto al suo posto.

Tornammo in camera e avanzammo al prossimo articolo della maschera di Rubber's Finest: una sorta di mini maschera per naso e bocca ai quali si collegavano i tubi della smell beg.
Per unirla alla maschera che già avevamo addosso c'erano quattro fibbie: una per mandibola e una per tempia. Questo pezzo fu abbastanza veloce ed intuitivo ma abbastanza importante da far cambiare il numero del nostro respiro in qualcosa di più metallico visto che l'aria che usciva dai nostri polmoni doveva passate attraverso i tubicini di gomma rossa e poi nei collegamenti dei tubi della Smell Beg.

Il prossimo passo dovrebbe essere proprio la Smell Beg ma noi avevamo deciso di aggiungerci anche il corsetto per il collo.
Sempre di HW Design ovviamente.
Questo articolo era molto interessante poiché copriva dallo sterno e scapole fino al mento, il tutto condizionato da un tubo di acciaio regolabile per inclinazione del collo che si voleva dare.
Non perdemmo tempo e prendemmo i corsetti. La feci sedere nel letto (che ormai era sempre più vuoto, d'altronde avevamo quasi tutto addosso) e aggiustai il suo neck corset sulle spalle. Il suo mento si alzò naturalmente grazie all'asta regolabile. Presi il laccio e incominciai a infilarlo dentro e fuori dagli occhielli per poi iniziare a stringere tutto.
Li avevamo già usati e sapevamo che non si chiudevano completamente, ma questa volta non mi fermai al suo primo mugugno (chissà cosa voleva dire) e continuai a stringere poco poco. Contento del risultato, feci un doppio nodo e mi misi a collegare le quattro fibbie tra i due corsetti. Questi produttori austriaci ci hanno visto maledettamente lungo, infatti con entrambi gli articoli, il suo seno sembra ancora più grande!

La rotazione laterale della sua testa era compromessa e per trovarmi dovette alzarsi dal letto e mettersi in piedi sul tacchi infernali. Cercò di dirmi qualcosa, non capii nulla ma mi prese il mio neck corset. Immagino avesse voglia di vedermi nella sua stessa situazione!
Mi sedetti anche io nel letto e aggiustò l'articolo bondage sulle mie spalle e sul mento, prese una mia mano e me la fece mettere nel collo per tenere tutto in posizione. Intanto lei si spostò dietro per inserire i lacci e a sua volta stringerli.
Fu più clemente rispetto al corsetto del busto e dopo aver stretto il giusto mi fece un segnale di ok con le mani di fronte ai miei occhi. Ricambiai anch'io col pollice alto ma ero uno scherzo o forse avevo capito male io: sentii altri strattoni e la mia gola che si stringeva sempre di più.
Fino a quando una pausa interruppe l'aumentare della costrizione e capii che stavo facendo il doppio nodo.
Ricomparve nella mia visuale ma solo per regolare l'asta metallica sotto il mento al massimo della sua estensione. Provai a urlare qualcosa ma creai solo più saliva nella mia bocca che dovetti deglutire. Lei invece si stava divertendo dato che faceva finta di non capire cosa volevo "dire" avvicinando un suo orecchio e facendo segno che non capiva. Insomma oltre al danno anche la beffa. Sempre se si può parlare di danno.

Finito di alzare l'asta, aumentò leggermente anche la sua regolazione e faccia a faccia provammo a darci un altro bacio gommoso. Ci abbracciamo di nuovo nel letto che era occupato solamente dalle attrezzature non usate, i suoi stivali con plateau, i miei stivali da balletto da calzare più tardi e i Bondage Helmet, oltre che le sacche di respirazione di gomma di Rubber's Finest.

Era il loro turno. Avevamo atteso 180 giorni per questo articolo e la voglia di provarlo era molta!
Ne presi una, la posizionai al suo posto e iniziai a collegare i tubi di respirazione.
Sentivo il suo respiro aumentare man mano che univo i 4 tubi, ma quando finii ci fu un respiro più grande di liberazione, come per dire "Ohhh si finalmente!".
Intanto la sua mano destra aveva iniziato a toccarsi esternamente la vagina, colsi l'occasione e diede 2 pompate per ciascun dildo. Sentii un grido strozzato che sembrava di piacere.

Con i buchi pieni si mise in piedi e preso la restante Smell Bag per me. La pose attorno il mio collo e capii quanto posso pesare questo affare!
Recuperò i tubi e iniziò a collegarli. Intanto con la mani cercai le pompetta dei suoi dildo e iniziai a divertirmi sgonfiandoli e rigonfiandoli ripetutamente. Ogni volta che rimpopavo si percepiva un suo gemito o qualcosa di simile.

Anche il mio battito aumentò fino a quando tutto non fosse collegato.
Respiravo un aria diversa, che sapeva di gomma ed era stupenda!
Mi alzai dal letto e ci specchiammo insieme. Cos'eravamo diventati? Due rubberdoll completamente gommate! Wow

Lei corse nel letto per prendere i miei ballet boots che mancavano ma feci un segnale negativo con l'indice. Non le piacette e mi diede due sculacciate (non che mi provocarono dolore, anzi forse il contrario). Mi arresi e tornai seduto nel letto con le gambe distese pronte per il cambio di calzature.
Ammetto che i 10cm di platformo e 20cm di tacco mi piacevano molto e mi ero anche abituato, stavo bene lì dentro con o piedi. Ma gli accordi erano accordi. Ora toccava ai ballet boots.
Tirò la zip e mi aiutò a togliere il piede dallo stivale e sentii subito che entrava in quello nuovo. Questa posizione del piede è più dolorosa anche semplicemente stando fermi ma quando finì di allacciare sembravo a mio agio, cioè non sentivo dolore.
Ripetè la stessa operazione sull'altra gamba. La sensazione di costrizione era intensa e non vedevo l'ora che finisse per ammirare la bellezza di questa calzature.

Prima di alzarci dal letto recuperammo anche i guanti e in autonomia ci inseriamo le nostre mani. Ciascun guanto arrivava fino a metà avambraccio e all'altezza del polso c'era una fibbia da stringere per evitare di togliersi il guasto facilmente.

Era fatta! Era tutto completo! Dopo circa 6 ore di preparazione eravamo dei Rubberdoll.
Tornammo dallo specchio anche se con qualche difficoltà in più visto che la mia camminata (se così su può chiamare) era molto goffa ma questi stivali sono veramente diabolici!

Eccoci, tutti neri, lucidi di olio di silicone, stretti nel dolore e nel piacere di indossare tutta questa attrezzatura e con una borsa del respiro di gomma che ci costringeva a respirare a fatica.
Ma questo tutto quello che volevamo. Essere completamente ricoperti di gomma o lattice dalla testa ai piedi senza vedere il minimo tratto di pelle umana.
Il nostri corpi erano finalmente rinchiusi in delle armature gommose.

Continua...

Vorrei sapere da chi legge se è un racconto interessante oppure noioso, fatemi sapere!

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