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Sogni di lattice - 2


di Moncklay
05.01.2025    |    790    |    6 9.0
"Chiusi la bocca e provai a respirare dal naso..."
Lei si mise di fronte allo specchio e ammirava come le linee delle sue gambe, si toccava e appena iniziò a toccarsi il busto il suo sguardo si pietrificò e mi guardò male. Non capivo cosa fosse successo. "Ti sei dimenticato di 4 cose!".
Cavolo è vero! Non avevo preparato le protesi dei seni. Fu un errore non da poco.

Lei si avvicinò a me e improvvisamente mise la mano su un mio capezzolo e lo strizzò. Effettivamente le nostre tute avevano lo spazio predisposto per inserire delle protesi e questo mi fece capire quanto fossero vuote.

Appena finì di strizzare, andai subito verso il mobile delle attrezzature, aprii il cassetto in basso e trovai i seni di silicone. Non avevo fatto caso che anche lei mi aveva seguito e mentre mi chinavo, prese la pompa del mio dildo anale e diede due pompate!
Wow! Che paradiso pensai!
Con in mano le protesi la guardai con un viso che faceva trasparire delle scuse e le dissi "chiedo scusa Padrona" e ricevetti un cambio un suo abbraccio gommoso.

Il danno era riparato ora bastava solo aprire entrambe le tute dal collo e inserire i seni negli appositi spazi.

Iniziò lei, tirò la zip della mia tuta fino alle scapole e inserì nel loro posto le protesi di una quarta abbondante, tirò su la zip e mi palpai le tette finte un po eccitato.
Ora toccava a lei, feci lo stesso ma mentre inserivo le protesi (più piccole delle mie ma che le facevano diventare anche i suoi seni una quarta abbondante) giocai leggermente con i suoi capezzoli facendola eccitare. Si morse il labbro inferiore. Eccolo! Era il segnale per smettere, le sistemai i seni, chiusi la zip e vidi che mi guardò male ancora. Era palese che voleva qualche stimolo in più.

Era il turno dei corsetti di HW Design dall'Austria. Ne avevamo due per il busto, altri due per il collo (neck corset) e infine due Bondage Helmet che fungevano sia sia corsetto del collo che da maschera rigida.

Partimmo dai busti e presi il suo corsetto.
Lei leggermente dolorante nei piedi, colse l'occasione per sedersi nel letto.
Avvolsi attrezzatura attorno al suo corpo, appena sotto le tette piene e lasciai che lei chiuse la parte anteriore tramite i 5 ganci.
Poi si distese e iniziai a stringere i lacci posteriori. Strinsi quasi fino a chiudere completamente il corsetto, mancava forse un centimetro ma lei chiese che fosse stretto del tutto. Ripassai ogni laccio fino a quando i lati del corsetto non si toccavano e legai con tre nodi.

Si alzò soddisfatta e tornò dallo specchio: era uno spettacolo! La vita stretta che si allargava nei fianchi segnati e nella quarta di seno.

Ora era il mio turno e mi sedetti nel letto. Lei prese il corsetto e mi avvolse il busto, lasciai a lei l'onere di chiudere i ganci anteriori per poi iniziare a stringere i lacci dietro.
Immaginavo che poteva essere la sua occasione per vendicarsi di tutti i miei precedenti giochetti e così fu!
Solitamente il mio corsetto non si chiudeva totalmente ma, da come tirava i lacci, avevo capito che voleva anche lei vedermi stretto con una vita piccolissima.
Dovetti cambiare le mia respirazione: tanti e piccoli respiri. "Manca pochissimo! Resisti" mi disse con voce di conforto e dopo altre 4 tirate di lacci, soddisfatta, fece il triplo nodo.
Mi alzai a fatica e andai verso lo specchio.
Si aggiunse anche lei. Eravamo quasi uguali ma era proprio questo ciò che volevamo.

Ci aspettava una scelta: Bondage Helmet completo di accessori (bavaglio e bende) oppure corsetto del collo dopo la maschera di Rubber's Finest con la bocca anatomica?
Il primo era già provato e ben collaudato, mentre la maschera con la bocca in gomma non l'avevamo mai provata, anzi io neanche l'avevo mai vista, questo era stato un suo ordine ma non erano soldi buttati in fin dei conti.

La scelta ricadde sulla seconda combinazione ma prima di iniziare, visto che sapevamo che avremmo chiuso le nostro bocche per un po decidemmo di berci una dose enorme dei frullati pronti così da resistere fino al giorno successivo.

Prima delle maschere, bisognava indossare uno strato di lattice leggero: una normalissima maschera con occhi, bocca e buchi del naso.
Ognuno prese la sua, eravamo abbastanza pratici, dopo una veloce sistemata dei capelli, le maschere erano al loro posto. Infine ci chiudemmo a vicenda le zip posteriori.

Siccome l'ordine era suo, lasciai a lei l'onere di aprire gli articoli ancora imballati. Prese le due scatole e un tubetto anestizzante. Appena lo vedi, capii che qualcosa non mi tornava e feci un'espressione abbastanza perplessa.
"È per i tubi del naso! Sennò come respiri?!"
Effettivamente non ci avevo pensato, di questa maschera l'unica cosa che mi ricordavo era la bocca anatomica.

Apri le buste e mi passò un cappuccio mentre lei apriva il secondo.
Vidi subito due tubicini rossi che uscivano dal collo e chiesi sbalordito "e questi?! Sono lunghissimi!".
"20cm o niente, quelli più corti sono per le fighette" mi controbattè in modo deciso e autoritario.
Lei non perse tempo prese la maschera dalle mie mani, aprì il tubetto e sparse del liquido nei tubi rossi e nelle mie narici.
Slaccio i lacci posteriori e rivoltò il cappuccio di gomma.
Si potevano vedere i due tubi rossi e la bocca di gomma, mi venne un brivido.
"Pronto per non parlare più per un giorno? Si che lo sei, lo so!"
Distesi nel letto, lei si sedette sopra il mio corsetto e iniziò pian piano a inserire nel mio naso la gomma.
I primi 3 centimetri erano facilissimi, poi un inferno. Lacrimavo. Forse tremavo anche. Non ero psicologicamente pronto per questi. Intanto il primo tubo avanzava, superò la parte superiore del naso e dopo andò leggermente meglio.
Presi un piccolo specchio: riuscivo a vedere nella mia gola il tubicino rosso. Incredibile.
Il secondo tubo fu ancora più faticoso. Il punto critico all'apice del naso richiedette più tempo. Per fortuna lei ci mise molta pazienza e cura: roteava e avanzava di poco alla volta. Come prima, superato questo, fu facile finire.
Chiusi la bocca e provai a respirare dal naso. Sentii l'aria che inalavo e poi che ispiravo con molta enfasi.
Lei non perse tempo: "Susu ora la bocca" ma prima mi diede un profondo bacio con la lingua, vera e non di gomma.
Feci entrare la gomma e sistemai i denti in prossimità dei miei. Mi chiese se fosse tutto ok, affermativo risposi mentre continuavo a capire se potevo respirare con questa maschera.
Si spostò dietro di me e avvolse la gomma sulla mia testa. Si fece tutto buio se non per le lenti oscurate degli occhi.
Incominciò ad allacciare la maschera e sentivo i lacci che tiravano la mia testa.
Completò l'opera e mi diede una pacca di stimolo. Tirai un grande respiro per quanto il corsetto mi consentiva.

Volevo specchiarmi e vedere cos'ero diventato: una Rubberdoll! Lei si avvicinò e mi accarezzò su più punto facendo aumentare il mio battito cardiaco e il respiro.

Continua...

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