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nottata di degradazione


di maktero
20.01.2023    |    689    |    0 9.0
"Mi resi conto in quel momento che iniziava per me una nuova vita; ero diventata un animale, che doveva vivere accanto ad altri animali da soddisfare quando..."
Passai diverse ore terribili e piacevoli nello stesso tempo.
Ero una vera puttana da cani; le bestie si avvicendavano una dopo l'altra per incularmi.
Le loro zampe straziavano la mia schiena i miei fianchi le mie cosce, ma il dolore era secondario a quella umiliazione continua.
Di tanto in tanto qualche persona usciva dalla casa per assistere e masturbarsi di fronte a quella scena bestiale.
Non potevo vedere chi fosse, non capivo nemmeno se fosse uomo o donna, la penombra, la convulsione della situazione, l'eccittazione e anche la confusione mentale dovuta alla stanchezza, non mi rendevano completamente lucida.
Di tanto in tanto mi arrivavano degli schizzi di sperma o delle calde pisciate che lordavano ulteriomente il mio corpo.
Arrivai quasi ad un punto di incoscenza, quando sentii alcune mani che mi trascinavano via.
Venni portata nel patio; sentii una voce che mi chiese come stavo, esitai a rispondere, mezza intontita come ero.
Balbettai qualcosa come " sono contenta" , "sono distrutta", "voglio continuare".
L'ultimo ricordo di quella serata era di qualcuno che mi infilava delle pillole in bocca che mi faceva mandare giù con dell'acqua.
Quando riaprii gli occhi era giorno, mi resi conto che ero sdraiata nel patio, dopo qualche minuto avvertii un bruciore in tutto il corpo.
Erano senz'altro le lesioni che mi avevano procurato i cani.
Cercai di alzarmi, fù una manovra difficoltosa tra mille dolori agli arti; ero messa proprio male.
Una volta in piedi, entrai barcollado nella casa che sembrava deserta.
Raggiunsi una camera da letto dove vidi i miei padroni che dormivano su un letto matrimoniale.
Feci del rumore e vidi la donna che si svegliava; mi disse "sei ancora viva merda", come mi piacque quella breve frase.
Nonostante le mie condizioni cominciai a sentire una lieve eccitazione.
La donna svegliò l'uomo dicendoli che lo schifo di troia era lì.
L'uomo mi guardò dicendomi "fai proprio schifo" la donna replicò dicendo sei "proprio una merda".
Lentamente i padroni si alzarono e a calci mi condusserò in cucina dove mi obbligarono ad inginocchiarmi.
Mi disserò che avrebberò provveduto a fare colazione, a lavarsi e poi si sarebberò occupati di me.
Bevvero caffè, latte, mangiarono briosche, con calma mentre io assistevo.
Anche io avevo fame, da almeno un giorno avevo mangiato solo merda di cane.
Ma l'idea di avere l'intestino pieno di quello schifo mi bloccava lo stomaco.
Andarono a lavarsi, sentii blandamente lo scroscio della doccia.
Mentre ero lì che aspettavo mi resi conto di dover urinare e cagare.
L'esigenza stava diventando impellente; ma non sapevo cosa fare, non potevo certo scaricarmi lì in cucina da dove i miei padroni mi avevano ordinato di non muovermi.
Aspettavo con ansia il ritorno dei padroni per esprimerli la mie necessità.
Dopo una attesa che sembrava interminabile i padroni tornarono, espressi loro le mie necessità.
Loro mi schernirono.
Ma mi disserò di alzarmi in piedi e di uscire.
Andammo in cortile in un angolo dove mi permisero di scaricarmi.
Sollevato da quell'esigenza si riacuttizzò il bruciore che avvinceva il mio corpo.
Lo dissi ai padroni che mi disserò che effetivamente ero messa male.
Mi portarono in prossimità del patio, presero una sistola e cominciarono a spruzzarmi d'acqua.
L'acqua era fredda ed ad alta pressione ma mi diede un notevole sollievo.
La sistola pullii il mio corpo da tutta la lordura che avevo accumulato durante il mio strazio.
Una volta pulita mi portarono in casa e mi medicarono le numerose ferite inferte dai cani.
Mi diedero dei farmaci antinfiammatori.
Poi molto gentilmente mi chiesero come stavo; risposi che stavo meglio.
Ma che ero affamata; la fame aveva superato ogni altro disgusto.
Mi portarono in cucina, mi fecero inginocchiare mi accorsi che armeggiavano attorno ad alcune scatolette.
Riempirono una ciotola con il contenuto delle scatolette e me la porsero.
Non so cosa fosse ed io ingoiai tutto avidamente.
Quando finii i mie padroni mi chiesero se mi era piaciuto il "soggiorno".
Io dichiarai che ne ero entusiasta e che vorrei continuare l'esperienza.
I padroni erano entusiasti e mi fecero una proposta.
Sarei potuta continuare a vivere nel canile nei fine settimana od in alri periodi in cui loro erano liberi.
Avrei potuto partecipare a serate come quella precedente.
Mi avrebberò portato da amici nelle loro residenze per soddisfare i loro cani.
La prospettiva mi entusiasmava ed mi eccitava, tanto che il mio cazzo cominciò ad indurirsi, lo presi in mano per masturbarmi.
I miei padroni mi disserò che potevo continuare perchè gli piaceva che una troia come me godesse da tali disgustose prospettive.
Finii di masturbarmi imbrattando con il mio sperma il pavimento della cucina.
I padroni mi obbligarono a pulire tutto con la lingua.
Io eseguii prontamente.
Mi chiesero cosa volevo fare al momento, visto che avevo il corpo massacrato, non potevo essere utilizzata appieno; dove volevo aspettare finchè le mie ferite sarebberò guarite.
Dissi che volevo rimanere da loro
Risposero che c'era una gabbia libera nel canile dove avrei potuto soggiornare finchè non mi fossi ripresa appieno.
Ne fui entusiasta, ed i mie padromi mi condusserò nel canile, aprirono una gabbia libera e mi fecero entrare, chiusero e se ne andarono.
Mi resi conto in quel momento che iniziava per me una nuova vita; ero diventata un animale, che doveva vivere accanto ad altri animali da soddisfare quando necessario.
Mi eccitai tremendamente a questa idea e mi masturbai errompendo in una ricca sborrata.
Ero veramente felice per la mia nuova condizione.








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