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La festa del fuoco al Farm


di maktero
30.12.2023    |    191    |    2 7.0
"I padroni dissero che avrei dovuto guadagnarmi i soldi dati a Giovanna, che erano molti e che richiedevano un mio impegno straordinario..."
Io ed Emilia vegliamo svegliate da un bruto, un maschione nudo e semi arrapato che ci conduce verso una doccia.
Ci impongono di lavarci, ci forniscono bagnoschiuma e shampoo.
Io ed Emilia ci laviamo sotto la stessa doccia e commentiamo il cazzo del bruto che ci ha condotto lì.
Siamo troppo attratte da quell'organo, e una volta finito di lavarci ci precipitiamo in ginocchio ad omaggiare quel cazzo.
Lo spompiniamo scambiandocelo di bocca in bocca, e poi quando finalmente il tizio comincia ad arrivare e sentiamo nelle nostre bocche il flusso di sborra che risale lungo l'asta poniamo velocemente le nostre bocche all'unisono verso la sua cappella per raccogliere insieme quel dono caldo che le sue palle ci concedono.
Quel maschione ci offre una quantità di sborra enorme, io ed Emilia ce la ingoiamo e ce la scambiamo bocca a bocca, ridacchiando e divertendoci come due bambine sceme.
Poi il bruto ci disse bruscamente che il nostro divertimento era finito, di lavarci quella nostra faccia di merda e di seguirlo.
Noi ubbidimmo prontamente, e seguimmo a quattro zampe il bruto che ci porto in un salotto della casa.
Dopo qualche minuto apparve la madre di Emilia, nuda che si sedette sul divano di fronte a noi,.
Si mise a fumare guardandoci, dopo un pò arrivò un padrone, anche lui nudo che si sedette sul divano accanto ad Elisa.
Anche lui prese a squadrarci senza dire una parola.
Poi entrò Giovanna; completamente vestita, mi salutò e poi si sedette su una poltrona davanti ai due padroni.
I tre si salutarono piacevolmente e poi cominciarono a discutere sul compenso per le mie prestazioni; era passato un mese ed era arrivato il momento per il mio pagamento.
La signora si alzò e si diresse verso un mobile da cui estrasse un libretto degli assegni; l'o compilò e lo diede a Giovanna che contenta dalla cifra, mi disse ironicamente sei molto caro.
Mi diede un bacio e felice si allontanò con l'assegno abbandonandomi al mio destino.
Dopo l'uscita di Giovanna, i due padroni ci dissero che quella sera ci sarebbe stata una festa, una festa con persone molto particolari che desideravano sensazioni estreme, per questo avevano pagato Giovanna generosamente..
Compresi che l'oggetto della festa sarei stato io, ed ero trepidante per ciò che mi sarebbe accaduto, il mio cazzo si stava indurendo per l'aspettativa.
I padroni dissero che avrei dovuto guadagnarmi i soldi dati a Giovanna, che erano molti e che richiedevano un mio impegno straordinario.
Quelle parole sibilline non fecero altro che aumentare la ima eccitazione che era sotto gli occhi di tutti.
I due mi dissero di calmarmi perche la mia prova sarebbe stata difficile.
I convenuti erano dei sadici che godevano a veder bruciare la gente, per cui sarei stata buttata e rigirata su un letto di braci, mi avrebbero bruciata con gli accendini e con le sigarette.
Io ero lievemente sgomenta ma eccitata dalla prospettiva, mi sembrava qualcosa di nuovo e straordinariamente eccitante.
Risposi che ero pronta e decisa a far giustificare a Giovanna il compenso che aveva chiesto per me.
I padroni contenti ci mandarono in cucina dove ci avrebbero fatto mangiare qualcosa in attesa della serata.
Una volta sazie rimanemmo là in attesa che ci venissero a prendere.
Dalla cucina avvertimmo un continuo e sempre più rumoroso vociare, evidentemente gli ospiti stavano arrivando.
Poi arrivò un bruto, che mi prese di forza e mi trascinò via.
Il tizio mi portò in giardino dove vidi che c'erano molti ospiti donne ed uomini, che con i bicchieri pieni erano già molto brilli.
Elisa mi presentò a tutti come una frocia masochista amante del dolore e della sottomissione.
Il che era vero.
I tizi eccitati e brilli volevano vedermi arrostire, ed urlavano dicendo brucia quella merda.
Vidi accanto a me su un lato del giardino un letto di braci ardenti, compresi che quello era il mio destino, il mio cuore batteva forte sarei riuscita a resistere
Un bruto mi mise una maschera sul viso che copriva la mia intera testa, ovviamente per proteggermi il capo dalle ustioni.
Non vedevo e non sentivo più niente.
Mi vennero messe delle manette dietro la schiena e delle manette alle caviglie.
Poi sentii delle mani sollevarmi e sentii il mio corpo nudo che provava un calore sempre più tremendo.
E poi mi sentii lanciare per terra capii che mi avevano buttato sul letto di braci dal dolore che provavo; cominciai ad urlare come una bestia ed a a contorcermi disperatamente.
Stavo bruciando viva su quel letto di braci su cui mi divincolavo cercando di spostare la parte del corpo esposta alle braci.
Era fantastico, tutto il mio corpo si stava bruciando, il mio petto, la mia pancia, il mio povero uccello, le gambe, la schiena.
Mi rigiravo in quel letto rovente provando bruciature in tutto il corpo, urlavo come una bestia agitandomi convulsamente.
Mi inarcavo per offrire il meno corpo possibile alle braci ma mi sentivo bruciare i piedi.
Ed urlavo disperatamente.
Mi rotolavo in quella brace sentivo le fiamme mordermi la carne.
Poi esausta senti delle mani tirarmi via da quell'inferno,
Ma il mio patimento non era finito avvertii una fiamma che mi bruciava i capezzoli, urlai disperatamente, un'altra fiamma bruciava l'altro capezzolo, mi agitavo come una pazza mentre mani sconosciute mi bloccavano.
Sentii delle fiamme bruciarmi le palle ed il cazzo, a quella sensazione cominciai a strillare ed a ad agitarmi disperatamente credo che quello fu il momento in cui persi i sensi.
Tutto divenne buio, ed il dolore si annullò di colpo.






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