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The ballbusting party prologo


di maktero
21.08.2023    |    1.192    |    3 9.0
"Mi piaceva il ballbusting, lo dissi ad A che annui..."
Mentre sono ancora immersa nel sonno, suoni e parole reali si inseriscono nei miei sogni.
Quei rumori divengono via via predominanti e scacciano via i sogni; riprendo gradualmente coscienza, i miei occhi si aprono e avverto la realtà, mi trovo in uno sgabuzzino strettissimo; caldissimo, sono molto sudata ed ho dolori in tutto il corpo.
Le voci che prima erano indistinte fluendo sofficentamente dal mio stato di torpore, erano diventate forti e reali; riconoscevo la voce di Luisa e di Giovanna e quella di Irene.
Sentivo anche delle risate, evidentemente la discussione era piacevole; ero sicura che stavano parlando di me, la cosa mi fece eccitare e cominciai a masturbarmi.
All'improvviso si aprì la porta dello sgabuzzino, proprio mentre tenevo il mio cazzo in mano; riconobbi i volti delle varie ragazze.
Sulle loro facce si aprirono dei larghi sorrisi ammirando la mia attività masturbatoria; si misero a ridere tutte assieme commentando laidamente quanto stessi facendo.
Mi sentii orgogliosa per averle fatte divertire.
Ma Luisa, dura mi disse di smettere perchè dovevano portarmi via.
Mi ordinarono di uscire ed io mi avviai a quattro zampe al centro del salotto.
Le ragazze si salutarono rumorosamente in un guazzabbuglio di voci squillanti e risatine; poi Luisa perentoriamente mi disse di avviarmi verso l'uscita.
Obbedii.
Quando fui nel cortile con le ragazze ai miei fianchi espressi loro la necessità di urinare; non ne potevo più avevo la vescica piena che stava per esplodere.
Mi concesserò di pisciare, a quattro zampe come un cane.
Svotata la vescica le ragazze mi fecero salire nel bagagliaio dell'auto.
Mi portarono a casa, dopo essere entrati mi ordinarono di mettermi in un angolo ma io dissi loro che avevo fame e sete.
Effettivamente non mangiavo e non bevevo da non sò io quanto tempo.
Le due mi schernirono, ma mi portarono in cucina mi diedero una ciotola d'acqua e riempirono un contenitore di pop-corn e carne in scatola e mi permisero di nutrirmi e dissetarmi.
Mentre mangiavo sentivo le due che comunicavano con i cellulari, ma non capivo cosa dicessero nè con chi parlassero.
Terminai il mio pasto e mi accasciai in angolo della cucina; sazia, cominciai a riflettere perchè mi avessero portata via dall'altra casa.
Forse era terminato il mio periodo di affitto, ma avevo perso il senso del tempo e non ero sicura che si trattasse di quello, indicativamente mi sembrava di essere stata utilizzata solo per pochi giorni.
Ma mi venne in mente che Luisa e Giovanna si erano riservate una prelazione su di me e che potevano prelevarmi dalle affittuarie in qualsiasi momento per i loro scopi.
Senz'altro si trattava di questa opzione che le ragazze volevano sfruttare per qualche loro iniziativa.
Mentre io mi arrovellavo in questi pensieri mi accorsi che le ragazze avevano lasciato i loro telefonini ed i loro messaggini ed avevano cominciato ad amoreggiare tra loro; mi arrivavano soffusi gemiti e gridolini.
Gattonai fino in salotto dove le due si stavano divertendo e cominciai a masturbarmi eccitata dallo spettacolo di quelle due dee che si stavano divertendo tra loro.
Ma ad un certo punto mi sovvenne il pensiero che nelle prossime ore, o forse anche prima sarei stata utilizzata per qualche particolare divertimento, realizzai che forse sarebbe stato meglio rimanere eccitata per subire più dolcemente qualsiasi trattamento a cui mi avrebbero riservata.
Smisi di masturbarmi, volevo conservarmi.
Fu in quel momento che squillò il campanello; le ragazze all'inizio prese dal loro piacere nemmeno se ne accorsero.
Fu dopo diversi squilli che le due di malavoglia mi dissero di andare a vedere chi era.
Gattonai fino alla porta, l'aprii e vidi A, la muta.
Credo che il mio volto si sia illuminato a vederla (mi piaceva A), perchè per reazione vidi sulla sua faccia allargarsi un sorriso luminoso che senz'altro esprimeva il piacere di rivedermi.
Riverdermi a quattro zampe come un cane ovviamente, disponibile a qualunque cosa nella mente di quella donna sarebbe passata (pensieri e doveri che io avrei apprezzato appieno; A mi piaceva moltissimo).
A si diresse verso il salotto dove vide Luisa a Giovanna prese dalle loro attività piacevoli.
Le due si accorsero appena di A.
Lei rivolse il suo volto imbarazzato verso di me; evidentemente non voleva interrompere le ragazze si sentiva di troppo.
Mi riportò in cucina; lei si sedette mentre io ero a quattro zampe davanti a lei, si sfilò le ballerine di cui era calzata e mi indicò col dito i piedi.
Io non aspettavo altro cominciai a leccare quei bellissimi piedi; intanto A scrisse qualcosa sul suo taccuino e me lo fece vedere.
C'era scritto" mi fà piacere rivederti merda; lecca i miei piedi, stronza".
Mentre leccavo quei bellissimi ditini le chiesi se sapeva qualcosa su cosa mi attendeva.
Lei scrisse ancora su quel suo taccuino, e lessi: Luisa e Giovanna mi hanno richiesto per organizzare un ballbusting party; ovvero avevano chiamato delle amiche per la serata per prendermi a calci nelle palle".
Lessi il messaggio mentre passavo la lingua sulla pianta dei piedi di A.
Mi piaceva il ballbusting, lo dissi ad A che annui.
Poi A tolse i suoi piedini dalla mia bocca ed a gesti mi disse di sdraiarmi; si spogliò nuda e si mise a sedere sulla mia pancia, lo sentivo come un dolcissimo peso, A mi piaceva veramente.
A gesti mi fece capire di spalancare la bocca, avvicino la la sua cominciò a colarmi la sua saliva nella mia bocca.
Accolsi quel liquido salato come un dono preziosissimo, chiusi gli occhi e gustai appieno quel delicato e saporito fluido proveniente dalla bocca di A.
Rimasi immobile estasiata gustando quel nettare.
Quando riaprì gli occhi vidi il taccuino di A davanti ai miei occhi, mi scriveva che" le ragazze avevano invitato le peggiori sadiche lesbiche per maciullarmi le palle e che avrei sofferto moltissimo".
Le risposi che non potevo sindacare il mio trattamento e che qualunque cosa mi avrebbero fatto avrebbero accontentato la mia natura masochista e di sottomessa.
A mi scrisse" Sei veramente una schifosa"; io le risposi di si.
Lei mi scrisse " ti prenderò a calci nei coglioni più forte delle altre"; le dissi i tuoi calci, il dolore che mi darai tu saranno il più apprezzato.
A mi scrive "Mi ami, vero!?"
Sì rispondo io decisa.
Lei si inalbera inorgoglita, si apre con un sorriso splendido mi fà cenno di aprire la bocca e mi bacia infilandomi la sua lingua in bocca, io rispondo penetrando la sua bocca con la mia lingua.


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