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Camille la padrona del canile


di maktero
12.07.2023    |    1.330    |    0 9.0
"Squillò il campanello, le ragazze sorprese si chiesero interrogativamente chi mai fosse, non aspettavano nessuno, soprattutto a quell'ora..."
Sonia è piombata in casa all'improvviso, senza farsi annunciare da una telefonata.

Era mattina presto ma Luisa e Giovanna perse da una certa fregola avevano cominciato a divertirsi sfondandomi il culo con dei grossi dildi.
Squillò il campanello, le ragazze sorprese si chiesero interrogativamente chi mai fosse, non aspettavano nessuno, soprattutto a quell'ora.
Giovanna si alzò e andò alla porta, osservò dall'occhio magico della porta e con un sorriso si rivolse verso di noi avvertendoci che era Sonia.
Aprì la porta come se aprisse le porte del paradiso, come si trovò di fronte a Sonia si inarcò volgendo il suo volto, la sua bocca verso quella della sua amata.
Sonia rispose e la baciò con trasporto e passione rimanendo sulla soglia della porta.
Si scambiarono qualche parola dolce e flebile che non era possibile sentire, ma solo intuire.
Poi Giovanna fece entrare Sonia indifferente del fatto che io mi trovassi nuda, a quattro zampe in mezzo al salotto con un grosso dildo che mi spuntava per metà dal culo.
Mi eccitai per quel modo di mostrarmi a Sonia; avrei fatto tutto il possibile per manifestare la mia oscenità con Sonia e per provocare il suo odio di lesbica sadica, antrofobica convinta.
Ma Sonia mi dedicò solo uno sguardo di sufficiente disprezzo, come se avesse visto solamente ciò che si aspettava di vedere, ovvero uno strumento umano utilizzato per i piaceri delle donne.
Il suo sguardo ed il suo giudizio silente mi fecero ancora più piacere che mai, il mio cazzo e la mia mente cominciarono a vibrare in sintonia; avrei voluto toccarmi, ma sapevo che me lo avrebbero impedito.
Per un momento pensai di toccarmi lo stesso, solamente per ricevere il loro brusco rimprovero; ma mi accorsi che Sonia aveva qualcosa da dire e non volevo provocare distrazione nelle ragazze.
Infatti Sonia, senza nessun invito si sedette prepotentemente sul divano; Giovanna le si accucciò accanto guardandola con dolcezza, ed aspettandosi senz'altro qualche altro bacio.
Luisa, impensierita mi sfilò bruscamente il dildo dal culo e con indifferenza in attesa di ciò che voleva dire Sonia me lo infilò in bocca.
Sonia molto pragmatica arrivò subito al dunque; disse che aveva conosciuto Camille la padrona di un canile.
Avevano parlato moltissimo, una notte intera mentre intanto facevano l'amore; Sonia non si preoccupò dell'indelicatezza rese conto dell'indelicatezza della sua dichiarazione fatta davanti a Giovanna.
Notai il volto di Giovanna scurirsi, incupirsi.
Sonia non se ne accorse, o se se accorse se ne infischiò, era veramente crudele.
Insomma disse che questa Camille era come lei una che odiava e disprezzava gli uomini e voleva vedere come potevano ridursi; e lei le rispose che aveva il soggetto giusto, ovvero me.
Ascoltando quelle frasi mi sentivo sempre più presa dalla situazione; sembrava qualcosa che poteva evolversi in una nuova attività eccitante, mi stavo entusiasmando!
Con il suo fare brusco Sonia disse che, insomma, era lì per per portarmi al canile da Camille, che la stava aspettando; non si preoccupò di chiedere il permesso alle ragazze, presumendo che fosse scontato.
Le due ragazze un pochino perplesse le chiesero se potevano venire anche loro.
Sonia le rispose che al momento Camille non voleva vedere altre ragazze.
Giovanna, colpita intimamente da questa risposta rimase profondamente turbata ed assunse un atteggiamento quasi rabbioso nei confronti Sonia.
Lei, fredda e crudele non si accorse della situazione, o forse non le importava: se Giovanna la amava avrebbe dovuto sopportare questo ed altro.
Senza perdere tempo Sonia rivolgendosi a me mi disse violentemente e antipaticamente di alzarmi e di uscire.
Io esegui immediatamente e mi trovai nuda nel cortile di casa, poco avanti alla porta.
Era una fresca giornata di autunno e piovigginava, Sonia esitava ad uscire e io rimasi lì a bagnarmi e a tremare per il freddo.
Evidentemente Sonia stava facendo pace con Giovanna e ci voleva il tempo che ci voleva.
Poi finalmente Sonia usci e freddamente mi disse di avvicinarmi alla sua macchina; lei apri il bagagliaio e mi disse di entrare.
Per un pò ebbe una esitazione accorgendosi che ero bagnata; disse istericamente che le avrei bagnato il bagagliaio; io non sapevo cosa risponderle ero fradicia e non avrei fatto a meno di bagnare il bagagliaio.
Naturalmente non osai esprimermi, sapevo benissimo che Sonia non voleva ascoltarmi.
Va' bene disse quella sadica entra e cerca di non fare troppo danno.
Come non potevo fare danno; probabilmente sarei stata punita per aver bagnato il bagagliaio di Sonia; ma al momento la mia mente era essenzialmente presa da ciò che mi aspettava.
Una nuova sadica, a cui avrei potuto dimostrare la mia sottomissione e la mia depravazione.
Il mio orgoglio esibizionista mi eccitava; mentre ero sballottata nel soffocante bagagliaio il mio cazzo diveniva sempre più duro; avrei potuto toccarmi e masturbarmi, ma volevo arrivare a destinazione, se possibile con il cazzo eretto, per dimostrare quanto fossi eccitata, a quanto mi stava aspettando.
Dopo un viaggio lungo in cui le mie ossa subirono parecchi sballotamenti e mi riempi di lividi, la macchina si fermo ed alcuni istanti dopo il bagagliaio si aprì; vidi il volto di Sonia che mi sputò in faccia.
Poi mi disse di scendere; io esegui e lei mi fece avanzare per pochi metri, Sonia si accorse della mia erezione; guardando il mio pene duro mi rivolse uno sguardo schifato, non disse una parola, il suo silenzio era più che eloquente.
Nonostante il freddo la mia erezione permaneva, c'era qualcosa in quella situazione che mi eccitava.
Poi ci trovammo davanti ad una donna che si rivolse a Sonia, era Camille, da quanto appresi dai loro saluti.
Camille, guardandomi le chiese è questa la spazzatura umana.
Sonia le rispose di sì, la assicurò che ero io la schifezza vivente vivente di cui le aveva parlato; un maschio capace di tutto per accontentare i suoi più bassi desideri sessuali.
Camille mi squadrò e vedendo la mia erezione chiese a Sonia cosa volesse dire.
Sonia le rispose che le bestie come me erano naturalmente eccitate, quando sapevano che potevano avere degli incontri sessuali con altre bestie.
Camille annuì.
Poi disse, porta l'animale al canile; ci avviammo fino ad una struttura coperta dove all'interno c'erano diverse gabbie con cani.
La puzza era tremenda ed io mi resi conto che avrei dovuto sprofondare in quel degrado.
Respiravo profondamente per quanto ero eccitata dalle prospettive che mi si manifestavano.
Poi Camille disse che le gabbie andavano pulite; le gabbie erano piene di merda di cane che doveva essere portata fuori.
Le due mi guardarono e dopo un attimo di esitazione Camille mi disse, dovrai raccogliere la merda di cane da ogni gabbia e portarla in angolo del canile.
Camille cominciò ad aprire una gabbia, la bestia all'interno in un primo momento rimase intimorita mettendosi in un angolo.
Io entrai e raccolsi con le mani i suoi escrementi e mi diressi a depositarli dove Camille mi aveva indicato.
Il cane nella gabbia non sembrava interessato a me, rimase in un angolo.
Camille chiuse la prima gabbia e passo alla seconda, entrai e cominciai a raccogliere la merda, mentre lo facevo la bestia cominciò a girarmi attorno.
Capii che si era eccitato, aveva un grosso cazzo rosa e rosso con venature bianche; e dopo poco mi montò addosso mentre io tenevo la sua merda in mano.
Mi feci montare, mentre sentivo i commenti delle ragazze, Camille era sorpresa, mentre Sonia le garantiva che quello era solo l'inizio.
Mentre la bestia prendeva la sua soddisfazione con il mio culo le ragazze cominciarono a spogliarsi, toccandosi, e baciandosi dopo un poco furono nude, amoreggiando fra loro.
Avrei potuto raccontare questi avvenimenti a Giovanna? Certo per le premesse della mattinata lei se lo sarebbe aspettato! ma sentirsi dire da me la realtà dei fatti avrebbe fatto ingelosire ed infuriare Giovanna.
Mentre affrontavo questi pensieri pesanti per distrarmi e rilassarmi un poco pensando ai miei desideri cominciai al leccare la merda di cane dalle mie mani.
Mi piaceva moltissimo, mi eccitava.
Le ragazze erano tutte prese tra di loro e non mi badavano, ed io ne approfittai per succhiare il cazzo del cane che mi arrivò in bocca.
Succhiai avidamente quel lurido liquido, mi piacque moltissimo ingerire quel salato fluido ero sempre più eccitata e cominciai a masturbarmi.
Una delle ragazze, non sò chi se ne accorse e abbandonando le effusioni, cominciò a prendermi a calci.
Non capivo il perchè di quella violenza, però mi piaceva.
Camille un pò intontita si alzò e aprì tutte le gabbie, tutte assieme, e mi obbligo a raccogliere la merda da ogni gabbia.
Mentre eseguivo il mio compito alcuni dei cani liberi si divertivano a montarmi; le ragazze erano sempre più eccitate e dissero che uscivano.
Io rimasi li con le varie bestie che mi montavano.
Quando poi le bestiole furono sodisfatte e si accucciarono da una parte dopo avermi riempito il culo del loro sperma mi masturbai.
Poi mi accorsi del freddo e pensai al cumulo di merda che avevo accumulato in un angolo; mi accucciai lì ricoprendomi di quella materia tiepida ed mi addormentai oramai esausta.



Poi a









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