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Vita pervertita


di maktero
01.04.2023    |    551    |    2 8.7
"Poi mi impone di smettere, io eseguo immediatamente, pur sentendomi frustrata, ma nello stesso tempo contenta per quell'ordine crudele..."
Mi sto infilando degli aghi nei capezzoli; e per unire il dolore all'umiliazione ed alla degradazione, sporco gli aghi nello sperma di cane che è stato raccolto in una ciotola a cui Luisa e Giovanna hanno unito i loro sputi.
Mentre mi sto maltrattando in questa maniera schifosa, le due ragazze mi strusciano il cazzo e le palle con i loro piedi scalzi.
Ogni tanto mi danno un colpetto alle palle facendomi sobbalzare per il dolore; alle mie contorsioni loro ridacchiano, si baciano e mi sputano in faccia.
Ogni tanto aggiungono dello sputo all'ago già zozzo e con occhi ridenti si beano a vederlo infilare nel capezzolo.
Ho almeno una decina di aghi infilati nella carne mentre i putridi liquidi di cui erano intrisi gli aghi mi coprono i capezzolli e gocciolano sul petto.
Le due mi fanno leccare i loro piedi, baciandosi e masturbandosi tra loro.
Godono, si divertono; vedo le loro lingue che si avvinchiano tra loro, le loro dita che sollecitano le fighe.
Mi eccito per lo spettacolo, metto mano al cazzo e comincio a masturbarmi anch'io.
Le ragazze se ne accorgono e mi lasciano fare.
Mi masturbo e le ragazze godono tra loro.
Io arrivo con un ampio schizzo che sporca le due troie, loro si eccitano ancora di più spalmandosi e leccando la sborra.
Godono ancora!
Io mi rilasso un poco, mi tocco il cazzo moscio, soddisfatto; così tanto per fare.
Sento la voglia di eccittarmi di nuovo, mi guardo intorno e prendo un cazzo finto posato in un angolo; me lo infilo in bocca per inumidirlo di saliva e poi me lo infilo in culo mentre le due mi guardano eccittattisime.
Si soddissfano e poi si abbandonano, esauste ed ansimanti.
Mentre si riposano immobili, io sono troppo attratta dai loro piedi e comincio a leccarli; sono troppo belli e provo uno straordinario piacere ad adorare quei belllissimi piedi.
Giovanna ripresasi dall'estasi mi dice che se voglio lavorare di lingua posso leccarle le ascelle; io mi precipito subito a passare la mia lingua sulle sue ascelle sudate.
Assaporo ogni molecola del suo sudore ascellare; anche Luisa pretende lo stesso servizio.
Mi riempio la bocca del puzzolente liquido di quelle ascelle.
Quando le due si stufano di quel servizio mi dicono di smettere; Guovanna sputa per terra e mi ordina di leccare il suo sputo, io lecco immediatamente il suo sputo caldo.
Sono sempre più eccitata, Luisa se ne accorge e mi dà un violentissimo calcio nei coglioni in modo da calmarmi.
Io effettivamente casco a terra urlando ed il cazzo mi si ammoscia rapidamente.
Mentre mi sto dimenando per il dolore Luisa si accascia su di me e mi piscia addosso; la sua urina calda ricopre il mio corpo.
E' una sensazione piacevolissima, smetto di agitarmi ed eccittattisima con la mano cerco il cazzo per toccarmi.
Luisa mi lascia fare, ma mi impone di non arrivare; io continuo a masturbarmi con il cazzo che diventa sempre più duro nella mia mano e sotto lo sguardo severo di Luisa che continua a dirmi di non arrivare.
Poi mi impone di smettere, io eseguo immediatamente, pur sentendomi frustrata, ma nello stesso tempo contenta per quell'ordine crudele.
Intanto Giovanna si era messa a lavorare al computer; ci disse che aveva perfezionato un contatto con una ragazza, una dogsister.
Mentre Giovanna parlava Luisa mi aveva fatta mettere in ginocchio aveva preso il dildo che avevo nel culo e aveva cominciato a mandarmelo avanti ed indietro.
Mi eccitava; come se non bastasse Luisa, perfidamente mi solletiva il cazzo e le palle col dorso del suo piede.
Io ero sempre più eccitata, ed il mio cazzo si induriiva sempre di più, ma con grande saggezza e crudeltà Luisa terminava di stimolarmi al momento culminante e mi faceva ammossciare di nuovo con calci alle palle.
Intanto Giovanna ci spiegava cosa aveva stipulato con la dogsitter.
Dalla conversazione scambiata, questa aveva dimostrato il suo interesse per qualcuno in grado di fare del sesso con dei cani.
Ella sarebbe stata disponibile, ed anzi ecittatissima, ad offrire la muta di cani di cui disponeva giornalmente per vedere qualcuno fare sesso con loro.
Giovanna rispose che aveva il soggetto adatto (cioè io); descrivendomi come una frocia depravata disposta a tutto ed eccitatta da tutto (il che è vero) abituata a spompinare ed a farsi inculare dai cani.
La dogsitter, interessata, voleva fare una prova e aveva preso appuntamento.
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