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Giovanna mi affitta ad un trio di depravati


di maktero
11.10.2023    |    888    |    3 5.0
"La cifra che ci hanno offerto è molto buona, ma fà intendere che vogliano trattarti veramente male..."
Giovanna e Luisa hanno bisogno di soldi ed hanno trovato sulla rete della gente disposta a pagare bene per utilizzarmi.
Luisa per telefono prende accordi finanziari e stabilisce un appuntamento.
Sembrano contente, sono felice per loro, probabilmente mi hanno venduta ad un buon prezzo.
Luisa dice di dover rimanere a casa per certe faccende e chiede a Giovanna di portarmi al luogo dell'appuntamento.
Dopo poco, Giovanna, mi conduce fuori di casa, con le mani legate dietro la schiena, arrivo fino alla macchina in cortile.
Nuda come sempre vengo fatta entrare nel bagagliaio della macchina.
Tra mille sballottamenti in quel caldo soffocante di quello spazio angusto dove sono rinchiusa penso a ciò che mi aspetta.
Non ho timore, ma anzi sono eccitata per una nuova esperienza.
L'automobile si ferma e Giovanna mi fa scendere.
Mi ordina di mettermi in ginocchio; vedo che siamo in uno spazio sterrato a poca distanza dalla strada principale.
Evidentemente quello è il luogo dell'appuntamento con i miei affittuari.
Giovanna comincia a fumare nervosa, guardando assiduamente la strada principale.
Io ho bisogno di pisciare e scarico la mia vescica sul terreno davanti a me inzuppando il terreno della mia urina; ma non ne potevo veramente più, Giovanna mi guarda indifferente mentre mi scarico.
Passa diverso tempo, Giovanna, fuma sigarette e sigarette e non mi dice una parola; sembra preoccupata; forse per la situazione finanziaria? Non certo per me, non credo che gli importi molto del mio destino, o forse no!
Mi azzardo a chiederle che cosa la rende nervosa, lei mi guarda a lungo in silenzio e poi finalmente si esprime "abbiamo bisogno di soldi, tu sei la nostra principale fonte di reddito ed infatti abbiamo trovato questa gente che è disposta a pagare bene, molto bene. La cifra che ci hanno offerto è molto buona, ma fà intendere che vogliano trattarti veramente male. Mi dispiace che tu venga massacrata da queste persone, ma però loro pagano veramente bene".
I miei pensieri sulla situazione erano abbastanza giusti, da una parte le ragazze hanno bisogno di soldi, ma dall'altra con mia sorpresa e stupore scoprivo che avevano qualche timore per me.
Io cercai di rassicurare Giovanna assicurandola che avrei sopportato tutto pur di contribuire con le mie sofferenze e degradazioni alle loro esigenze finanziare.
Giovanna mi sorrise e poi mi chiese di tirare fuori la lingua dove spense una sigaretta.
Non compresi se quel gesto era un apprezzamento per il mio sacrificio oppure come una dimostrazione della indifferenza verso di me.
Ma quest'ultima impressione come poteva essere vera dopo il discorso che mi aveva fatto Giovanna?
Questi pensieri mi assillavano la mente, mentre nuda in ginocchio aspettavo che questi feroci, ma generosi padroni mi venissero a prendere.
Poi lungo lo stradello sterrato cominciò ad avvicinarsi una macchina, i suoi fari abbagliarono i miei occhi; ma riuscii ad intravedere alcune persone nell'auto.
Giovanna si avvicinò e cominciò a confabulare con un tizio benvestito uscito dall'auto.
Vidi Giovanna ricevere alcune banconote dal tipo, soldi che Giovanna infilò rapidamente nella borsetta.
Poi si avviò verso la macchina e passandomi accanto mi augurò "Buona Fortuna".
Lei salì sul veicolo e se ne andò.
Io rimasi sola nello spiazzo, nuda, legata alla balia dei nuovi venuti.
Avevo solo un poco di timore, anzi no, al contrario quella situazione di incertezza mi eccitava, avevo il cazzo già duro e sentivo tutto un fremito che mi percorreva il corpo.
Il tizio di prima mi squadrò, dopo di che mi ordinò di alzarmi e di avviarmi verso lo stradello sterrato che dallo spiazzo si inoltrava verso la macchia.
Io ubbidii, seguita dall'automobile che mi seguiva passo passo.
Quel percorso, attraverso quello stradello sterrato che feriva i miei piedi scalzi, fu una via ricca di emozioni.
Ero nuda, camminavo legata davanti a degli sconosciuti che senz'altro mi avrebbero seviziata brutalmente, ed ero contenta!
Cercavo di dimenare i miei fianchi per provocare i miei seviziatori che senz'altro mi guardavano con attenzione; mi sentivo una troia, una vera troia masochista, che percorreva quel sentiero al cui termine c'era il mio martirio.
Ad un certo punto la macchina dietro di me si fermò; ed una voce autoritaria mi ordinò di fermarmi ed inginocchiarmi.
Io ubbidii immediatamente; il momento era arrivato.
Cosa mi avrebbero fatto; con un pò di inquietudine desideravo speranzosa molto dolore, molta sofferenza.
Le mie speranze vennero presto soddisfatte; il primo colpo arrivo violento al mio braccio destro, credo che sia stato il colpo di una mazza, il dolore fù enorme ed urlai come una pazza.
Fù solo l'inizio e i colpi sul mio corpo si succedettero ripetutamente, si trattava di pugni, calci, e colpi di mazza.
Nel dolore frastornante di quell'insieme di colpi che mi massacravano, riuscivo a distinguere, i pugni dai calci, e soprattutto l'uso della mazza che mi faceva veramente male.
Mi colpirono in ogni parte del corpo tranne in faccia, furono molto gentili.
Il pestaggio fù lungo, violento senza pietà; riuscì ad intravedere, nella luce dei fari tre persone, piuttosto anziane che mi stavano lavorando.
Ad un certo punto esausta per il dolore mi accasciai quasi svenuta per il dolore.
Qualcuno pensò di risvegliarmi accendendo un accendino e bruciandomi il cazzo.
Cominciai ad urlare come una pazza per il dolore e ricevetti una lunga serie di calci e pugni.
Continuarono a bruciarmi l'uccello e le palle, ed appena reagivo per il dolore subivo una gragnuola di botte.
Passarono a bruciarmi i capezzoli ed anche lì mentre reagivo per il dolore arrivavano pugni calci e bastonate.
Ero esausta stremata, quasi delirante, ma delirante per come venivo trattata; quegli stronzi ci sapevano fare ed io ero contenta per ciò che mi infliggevano.
Il mio cazzo era sempre eretto, quasi sempre pronto a sborrare stimolato dalla sofferenza che provavo.
Ad un certo punto uno di quegli anziani, come avevo imparato a riconoscere dalla luce dei fari mi afferrò per i capelli e mi costrinse ad ingoiare il suo cazzo.
Cominciai a spompinare l'uccello del mio torturatore, con devozione grata della sofferenza che mi era stata donata.
Feci il mio dovere facendo arrivare il mio seviziatore in un spaventoso fiotto di sborra che invase la mia bocca.
Poi fù la volta degli altri presi in bocca i loro cazzi e gli diedi la soddisfazione che meritavano ingoiando tutta la loro sborra.
Accontentati quei tre stronzi, essi si rilassarono, mentre io mi contorcevo per il dolore e per l'eccitazione.
Avrei voluto arrivare anch'io ma avevo le mani legate e non potevo masturbarmi, implorai quelle merde di farmi godere.
Uno di loro si impietosì e mi fece una sega.
Bastarono pochi colpi per farmi eruttare in un orgasmo straordinario esito di tutto ciò che avevo sofferto.
I tre stronzi si misero a ridere e poi mi pisciarono addosso tutti e tre assieme.
Poi ridacchiando e insultandomi oscenamente, mi sputarono addosso.
Vidi che avevano ripreso in mano i loro cazzi che erano nuovamente eccitati.
Mi avventai sui quei peni, mentre mi insultavano sulla mia depravazione.
Mentre offrivo loro degli stupendi pompini continuavano a colpirmi.
Io riuscivo ad offrirli un bel servizio dovizioso, mentre il mio corpo soffriva terribilmente.
Ero contenta di essere in grado di accontentare i miei torturatori che avevano ridotto il mio corpo in una massa di dolore.
Terminai di spompinarli ed ingoiare il loro sperma sotto i loro colpi e sommersa dalle loro oscene frasi offensive.
A quel punto credo di aver perso i sensi; perchè tutto cominciò a roteare attorno a me facendosi buio.
Quando mi ripresi era già giorno, ero sola non c'era traccia dei tre.
Mi accorsi di essere veramente dolorante, ogni muscolo, ogni articolazione mi faceva male, forse avevo delle costole rotte o qualche altro osso al momento non capivo.
Il mio uccello e le palle bruciate dagli accendini mi dolevano terribilmente.
Soffrivo orrendamente.
Mi avevano lavorata veramente bene quegli stronzi, erano stati veramente bravi gli adoravo, desideravo di incontrarli ancora.
Avevo la bocca che sapeva di sborra, ne avevo ingoiata parecchia.
Ero sdraiata in un piccolo spiazzo, ero sempre legata, e non riuscivo a muovermi per i dolori.
Avevo sete, ero in una situazione disperata.
Cominciai a muovermi, ogni mossa era dolorosa, non riuscivo ad alzarmi in piedi, e cominciai a trascinarmi come un verme lungo lo stradello che conduceva alla strada principale.
Ero in fiamme e mi eccitai per il dolore; il trascinamento lungo lo scabro terreno su cui strusciavo il mio cazzo ustionato mi aveva fatto eccitare e sborrai.
Mi sentii veramente schifosa.
Continuai ad avanzare come un verme finchè non arrivai fino alla piazzola dove ci eravamo fermati con le macchine la sera prima, mi accorsi che c'era una persona; sulle prime mi sembrò una puttana che stava lì a battere.
Mi avvicinai strisciando quella mi vide e si mise a strillare per lo spavento.
Dovevo essere veramente orripilante.
Quella, dopo il primo momento di panico si riprese e venne incontro e cominciò a chiedermi freneticamente "cosa ti è successo".
Io presi un pò di tempo per rispondere, perchè effettivamente non sapevo precisamente cosa dirle.
Lei mi disse adesso chiamo un autombulanza; io gli urlai di no, lei rimase impressionata dalla mia veemenza e comprese che c'era qualcosa di particolare.
Ansimando le spiegai che ero ridotta così perchè lo avevo voluto io, o per meglio dire che ne ero stata costretta.
Lei era allibita, non riusciva a capire.
Le spiega, faticosamente che ero una schiava masochista e che ero stata ridotta così per la mia condizione.
La pregai di chiamare al telefono le mie padrone per farmi prendere.
Ma mi accorsi che lei esitava, mi guardava con uno sguardo incerto e pietoso e poi mi disse tu sei una schiava disponibile a farti ridurre così.
Io le risposi di sì; fu l'ultima sillaba che pronunciai perchè tutto attorno a me si fece nero.
Quando riaprì gli occhi mi resi conto di essere sdraiata su un letto, ed ero slegata da quanto non mi succedeva, ero abituata a dormire per terra.
Rimasi immobile nella dolcezza di quel talamo; del resto ogni movimento era una sofferenza.
Dopo un tempo indefinibile apparve la puttana che avevo visto nello spiazzo.
Le dissi grazie per avermi raccolta ma che come masochista avrei avuto piacere a rimanere a marcire lungo la strada finchè le mie padrone non sarebbero venute a prendermi.
Lei alterandosi mi disse "grazie stronza per averti salvata".
Mi resi conto di essere stata ingiusta e chiesi scusa.
Lei sorrise e mi disse di chiamarsi Doriana, io le dissi di essere Giulia.
Poi quella mi baciò sulla bocca; accolsi il suo bacio e la sua lingua con piacere.
Poi lei si allontanò e mi disse mi piacciono le frocie masochiste; e aprì il suo vestito per esibire un magnifico cazzo eretto.
Me lo avvicinò alla bocca ed io le lo presi dentro, era bello duro, faceva veramente piacere, la spompinai per bene perchè era veramente una delizia.
Sentivo quel cazzo che si ingrossava nella mia bocca come un oggetto di amore e lo accolsi come tale, prodigandomi a mostrare quel mio sentimento su quell'asta amorosa.
Ingoiai il suo sperma guardandola negli occhi e vedendo nei suoi il piacere di scaricarsi nella mia bocca., sorrisi per quanto mi era permesso dalla situazione
Fù un momento veramente piacevole; la sborra che riempiva abbondantemente la mia bocca mi parve come un balsamo ed gustai a lungo quel liquido tra la lingua ed il palato.
Doriana si accorse di quel mio sottile piacere e mi fece scivolare in bocca la sua bava che aggiunse dolcezza alla mia bocca.
Ma poi dopo qualche minuto mi chiese, delle spiegazioni.
Io le raccontai tutto di ciò che ero e di cosa facevo; e di come le mie padrone mi avevano venduta.
Lei sembrò entusiasta.
E mi disse che anche lei era una trans sado-masochista.
Mentre parlava mi infilò di nuovo il cazzo in bocca che io succhiavo con piacere ascoltandola.
Certo mi disse "le tue padrone sono veramente spregiudicate per averti abbandonata così come ti ho trovata" .
Io replicai che sono una masochista assoluta e che sono disposta ad ogni cosa che possa accontentare i padroni e le padrone anche a costo di ogni mia incolumità.
Lei mi accarezza e mi dice, mi piaci stronza.
Da quanto mi hai raccontato voglio provarti.
Poi sale su di me e pone il suo buco del culo sulla mia bocca.
Con sofferenza sollevo le mani per agguantare il suo delicato cazzo, che diventa presto duro tra le mie mani.
Le massaggio il cazzo e le palle cercando di darle piacere
Lei intanto orienta il suo buco del culo sulla mia bocca e comincia a cagarmi dentro.
Accolgo i suoi stronzi amarissimi come un dono prezioso, come un riconoscimento per le sue attenzioni.
Mentre ingoio la sua merda e manipolo il suo cazzo e le sue bellissime palle, mi sento felice, in pieno benessere.
I miei dolori sembrano svanire.



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