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Un delicato pomeriggio con la regista


di maktero
21.02.2024    |    1.822    |    4 8.5
"Anche mia sorella mi sputò in bocca un pò di tè..."
Come al solito mi svegliai ai primi raggi del sole, ma con il corpo dolorante e fasciato e sfinita indugiai nel sonno ancora per un poco.
Fù la voce di mia sorella a strapparmi dal mio dormiveglia.
Aprendo gli occhi mi accorsi che era accovacciata accanto a me e mi chiese con una insolita sensibilità come stessi; mi piacque quella attenzione nei miei confronti.
Le risposi che mi faceva male tutto il corpo.
"Certo", rispose lei, "Sei ritornata a casa messa male, veramente male".
"Ma ti sei divertita maiala?" mi chiese.
Ripensando a cosa mi era stato fatto le risposi che ero entusiasta e contenta e che avrei voluto continuare ad essere trattata così per sempre.
Lei mi rispose "Sei proprio una schifosa" e mi sput in bocca.
Poi entrò in bagno a fare i suoi bisogni, rimasi meravigliata che non mi avesse costretta, come di consueto, ad assistere alle sue esigenze fisiologiche.
Sentii il rumore dello sciacquone che portava via la sua merda ed il suo piscio, quindi per oggi non mi sarebbe toccato di ingoiare i suoi rifiuti.
Lei ritornò e con gentilezza mi disse di seguirla in cucina dove io mi accucciai e lei cominciò a preparare il caffè e a scaldare dei dolci nel forno.
Con mia grande sorpresa mi pose accanto una ciotola con del caffè e dei dolci caldi; strabiliata mi affrettai a bere e mangiare tutto, stimolata anche il fatto che ero affamata.
Terminata la colazione mia sorella mi disse di andare in salotto, io mi affrettai ad ubbidire e mi misi in ginocchio ad aspettarla.
Tornò dopo poco con la scatola del pronto soccorso; cominciò a togliermi le bende ed i cerotti, a medicarmi le piaghe e le ferite e a proteggerle con nuove bende e cerotti.
Mentre mi curava cominciò a parlarmi dicendo che la regista la aveva chiamata la sera prima, poco prima del mio ritorno.
La regista, con il nome d'arte di Fellina, si era dichiarata entusiasta della mia prestazione e voleva al più presto incontrarci per discutere di eventuali sviluppi futuri del mio utilizzo.
Compresi il perchè delle attenzioni che mia sorella mi aveva riservato, evidentemente aveva percepito la possibilità di un notevole guadagno e aveva cominciato a trattarmi con più riguardo considerandomi una sua sensibile fonte di reddito.
Mia sorella mi annunciò che Fellina sarebbe arrivata nel pomeriggio e mi permise di riposare in attesa dell'incontro.
Lei uscì per le spese ed io rimasi sola riflettendo sugli ultimi sviluppi della mia situazione.
Mi sentivo orgogliosa di essere stata apprezzata così tanto, ed ero veramente contenta che la regista volesse ancora un incontro che senz'altro avrebbe portato a nuove eccitanti prospettive.
Eccitata da quei pensieri di nuove stimolanti e pervertite esperienze che balzavano nella mia mente mi masturbai.
Mi masturbai dolorosamente con il mio cazzo straziato che doleva ad ogni colpo.
Ma mi piacque, mi piacque molto proprio per il dolore che provavo e che immaginavo che avrei provato.
Poi mi addormentai.
Venni svegliata da mia sorella che mi aveva presa a calci; aprendo gli occhi mi resi conto che era pomeriggio inoltrato e mia sorella mi disse che Felina sarebbe arrivata da li a poco.
Infatti dopo pochi minuti suonò il campanello di casa, mia sorella andò ad aprire e sentii il vociare delle due donne che si salutavano.
Le due si approssimarono al salotto e Fellina, guardandomi piena di bende e cerotti chiese clamorosamente "Come sta la nostra depravata?".
Io risposi che ero uno strazio ma sempre pronta a subire qualunque cosa.
Fellina si espresse con un grandissimo e rumoroso "Wow", poi aggiunse "Abbiamo qui una grandissima troia depravata senza limiti; è un sogno":
Mia sorella invitò Fellina ad accomodarsi e lei si sedette sul divano.
Poi chiese se voleva del caffè o del tè od altro, Fellina chiese un tè e mia sorella si diresse in cucina a preparare a bevanda dicendo a Fellina di mettersi comoda facendo come a casa sua.
Lei prese la cosa sul serio si tolse e scarpe mi ordinò di sdraiarmi davanti a lei e cominciò a mettermi il piedi sudati sulla faccia.
Io cominciai a leccare quei magnifici piedi con piacere, assaporavo ogni stilla di sudore, avvolgevo a lingua attorno ai suoi delicati ditini.
Quando mia sorella entrò con il vassoio del tè e dei pasticcini, si espresse umiliandomi dicendo che come schifosa mi ero data subito da fare per mostrare quanto fossi depravata.
Fellina rispose che era soddisfatta della mia perversione e che era proprio ciò che cercava.
Mia sorella appoggiando il vassoio sul tavolino confermò che avevano a che fare un caso quasi unico di merda umana.
Felina sorrise e ridacchio e cominciò a sorseggiare il tè mentre io continuavo a leccarle i piedi, anche mia sorella si tolse le scarpe e cominciò a farsi leccare.
La mia lingua ed il mio palato erano pieni di quegli umori salati.
Mi sentivo bene, mi piaceva quella intimità così profonda e penetrante.
Entrambe si complimentarono con me per la mia sapiente lingua che le provocava eccitazione.
E cominciarono a parlare, prima del più e del meno ridacchiando ed offendendomi.
Poi Fellina, intenerita disse che forse avevo sete dopo tanta attività di leccatura, mi chiese di aprire ed avvicinare la bocca e mi colò dentro del tè commisto alla sua saliva.
Anche mia sorella mi sputò in bocca un pò di tè.
Era un tè tra ragazze; un momento dolce di simpatica amichevole condivisione.
Mi piaceva condividere con loro quella bevanda così conviviale.
Io ringraziai per la cortesia e poi mi rimisi avidamente e felice a leccare quelle splendide estremità.
Dunque Fellina disse a mia sorella che la mia prestazione aveva fatto furore sulla rete, e che il mio video le aveva fatto guadagnare molto, e che voleva continuare la collaborazione con noi.
Mi accorsi che Fellina mi ficcava nervosamente in bocca il suo piede, evidentemente era presa dalla serietà del discorso e si sfogava penetrando la mia bocca; mia sorella cominciò a parlare di soldi e di quanto avrebbe guadagnato facendomi fare i film.
Fellina fece la sua proposta, sfilando il piede dalla mia bocca ovviamente per concentrarsi sulla situazione, mia sorella fece la sua controproposta.
Io rimasi orfana di quei piedi le cui proprietarie erano maggiormente interessate al discorso economico piuttosto che al piacere della leccatura.
La trattativa si concluse comunque in breve tempo e le ragazze si accordarono per firmare il contratto nello studio di Fellina all'indomani.
Terminata la fase di contrattazione le due cominciarono a scambiarsi parole dolci e vidi i loro volti avvicinarsi finchè non cominciarono a baciarsi,
IO continuavo a cercare i loro piedi ma mi accorsi che prese tra di loro erano diventate indifferenti alle mie leccature.
Si alzarono dal divano e si diressero in camera da letto dove sentii che cominciarono a fare l'amore.
MI sentivo felice di quella intesa così intima destinata a farmi diventare una attrice fetish estrema.
Ero al settimo cielo e mi recai in camera da letto mentre le ragazze si stavano divertendo tra loro.
Mi inginocchiai, ma non osai masturbarmi, ammirando quell'intesa sentimentale.
Fù mia sorella a svegliarmi bruscamente da quell'estasi dicendomi brutalmente "Fatti una sega stronza che vogliamo assaggiare un pò di sborra".
Io sorpresa esegui immediatamente mi masturbai velocemente per fornire alle ragazze quanto richiesto.
Sborrai sul pavimento e le ragazze si gettarono a leccare la sborra scambiandosela tra di loro e toccandosi continuando a godere come delle matte.
Terminato il loro divertimento le ragazze si misero a riposare mentre io mi accasciai ai piedi del letto a riposare a mia volta.
Più tardi alcune voci mi svegliarono, mi accorsi che mia sorella stava salutando la regista.
Una volta uscita mia sorella venne verso di me mi diede un bacio che sapeva di sperma e di godimento femminile e poi con gentilezza mi cambio ancora una vota i cerotti e le bende.
Mi disse che domani saremmo dovute andare a firmare il contratto per la mia attività come attrice porno fetish.
Lei mi chiese se ero contenta, io risposi che ero felice.
Terminata l'ennesima medicazione, mia sorella mi infilò un dildo nel culo e poi mi rinchiuse nello stretto sgabuzzino dove avrei passato la notte.




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