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Miriam ritorna al "Sado Hotel", gelosie e tradimenti.


di maktero
02.10.2023    |    249    |    4 8.7
"Lei mi guardò con uno sguardo brillante e mi disse sto finendo di cagare, si alzò e si mise da una parte in quel lurido e puzzolente cesso esponendo il suo..."
Io e Serena siamo sfinite dopo la nostra pesante giornata di lavoro; Serena che ha già finito i suo compiti và ad adagiarsi, stanca, in corridoio, l'unico posto in cui ci è concesso di riposare.
Io devo ancora finire di lavare i piatti e riordinare la cucina.
Il simpaticone e la moglie si affacciano e mi dicono "fai per bene e poi aggiunge noi andiamo a letto," si allontanarono boffonchiando tra loro.
Io finii di riordinare la cucina e poi esausta andai ad accucciarmi nel corridoio buio, invaso dai gemiti delle schiave che stavano soffrendo nei loro letti di contenzione.
Mi accasciai per terra accanto a Serena che stava già dormendo.
Sentii il suo corpo caldo e provai un profonda eccitazione, forse per quel corpo disponibile forse per lo sfinimento, il mio cazzo si indurii.
Pensai di prenderla, ma mi faceva pena, stanca com'era stava dormendo e non volevo interrompere il suo riposo.
Per non disturbarla mi feci una sega ed alla ceca nel buio indirizzai lo spruzzo di sborra sul suo corpo.
Lei non si accorse dell'azione continuando a dormire.
Io mi sdraiai per terra piazzandomi con la faccia sui piedi di Serena; mi addormentai, cullata dai gemiti delle schiave e sentendo l'odore dei suoi piedi.
La mattina dopo fù Serena a svegliarmi; mi ci volle un pò a riprendermi e per comprendere le sue parole che mi dicevano che dovevamo darci da fare.
Ovvero preparare la colazione per i padroni e la sbobba per le schiave.
Lei intanto mentre io finivo di riprendermi si diresse verso il bagno; quando fui abbastanza cosciente mi accorsi di essere arrapata ed avevo voglia di fare qualche porcheria.
Raggiunsi Serena in bagno dove stava cagando nella turca; quell'immagine straordinaria aumentò la mia eccitazione e con il cazzo in mano dissi a Serena che volevo leccare il suo culo merdoso.
Lei mi guardò con uno sguardo brillante e mi disse sto finendo di cagare, si alzò e si mise da una parte in quel lurido e puzzolente cesso esponendo il suo culo ed il suo buco sporco di merda.
Io arrappata sempre di più mi avventai su quella rosellina marrone e cominciai a leccare gli amari residui della sua cagata.
Mentre leccavo avidamente quei residui del suo corpo cominciai a cercare la sua figa.
Trovai la sua mano che già stava toccando quella fessura, ci incrociammo le dita che si riempiono presto dei liquidi del suo godimento.
Lei si eccittava sempre di più, e colava liquidi sempre più abbondanti.
Io continuando a raccogliere sulla mia lingua i resti della sua merda alternavo il dolce sapore del suo godimento che leccavo dalle mie dita.
Lei godette furiosamente poi si mise da una parte ansimando ed osservando il mio cazzo eretto che io presi a manipolare furiosamente.
Arrivai e diressi il mio schizzo verso Serena, che accolse quell'omaggio con un sorriso.
Ci lavammo nel lurido lavandino del nostro cesso e poi ci dirigemmo in cucina per svolgere i nostri compiti.
Servimmo la colazione ai padroni nel loro salotto.
Ci dissero di servire la sbobba alle schiave e poi di ritornare qui perchè ci dovevano parlare.
Noi andammo a nutrire le schiave con quello schifo che avevamo preparato per loro.
Come al solito alcune vomitarono, e noi dovemmo sbarazzarci del loro vomito.
Notai che Serena ogni tanto si inarcava per pisciare addosso alle schiave, mi piaceva quell'atteggiamento e mi unii a lei per pisciare addosso a quelle stronze.
Ridevamo mentre mingevamo insieme a a quelle stronze, che sembravano contente del trattamento.
Ci baciammo lungamente, mentre passavamo da un letto di contenzione ad un altro pisciando addosso a quelle merde.
Quando finimmo il nostro compito ci recammo in salotto dove ci aspettavano i padroni.
Ci disserro che in mattinata sarebbe ritornata Miriam che voleva svolgere un nuovo turno di trattamento.
Io mi entusiasmai, ricordai Miriam, la trans, ed il suo bellissimo cazzo.
Serena si accorse del mio entusiasmo ed assunse uno sguardo feroce, forse profondamente geloso, perchè sapeva benissimo quanto io amassi il cazzo di Miriam.
Miriam sarebbe arrivata nel primo pomeriggio e sarebbe seviziata subito al suo ingresso; nella sala "giochi" prima di essere adagiata nel suo letto di contenzione nella stanza 2.
Noi andammo a preparare il pranzo per i padroni ed a lavare il pavimento, mentre i padroni nella "Sala Giochi" seviziavano le schiave di turno.
Mentre pulivamo il pavimento Serene mi chiese quanto mi piacesse Miriam.
Io la assicurai che ero solamente attratta da suo cazzo, ma che non c'era alcun sentimento tra me e lei.
Va bene mi disse Serene, con un tono impregnato di gelosia, succhiali il cazzo, fatti inculare come una troia, ma ricordati che io ti amo e che il tuo culo è mio.
Alle 14 arrivo Miriam venne portata subito nella "Sala Giochi" dove cominciò subito ad essere torturata.
Sentimmo i suo strilli, le sue urla ed i suo gemiti mentre noi eravamo intenti ai nostri compiti di cucina e pulizia.
Mentre passavo dal corridoio, vidi i padroni che portavano Miriam alla sua stanza; lei non si accorse di me.
Doveva aver sofferto molto, vidi il suo corpo coperto di ematomi e striature.
Come ogni sera io e Serena eravamo sfiniti dal lavoro.
E lei si andò ad accasciare nel corridoio come di consueto; ed io invece mentre mi attardavo a lavare il pavimento della cucina aspettavo che come di consueto si affacciassero i padroni per la buona notte.
Così avvenne, i padroni mi diedero la buonanotte e spernsero le luci.
Non aspettavo altro.
Al buio mi precipitai nella stanza di Miriam; lei era legata al suo letto di contenzione e si agitava gemendo per la sofferenza che aveva subito e che stava provando su quel ruvido letto.
Avvicinai il mio volto al suo e la baciai a lungo.
Quando mi staccai lei mi disse chi sei le risposi Giulia.
Lei rimase sorpresa, cercando di ricordare chi fossi; poi quando si ricordò mi chiese "cosa fai qui".
Io le risposi che volevo fare qualche porcheria con lei.
Lei mi disse disperatamente masturbami ne ho bisogno; io presi in mano il suo cazzo e cominciai a masturbarla.
Lei cominciò ad agitarsi per il piacere.
Poi le chiesi cosa ti hanno fatto i padroni; lei cominciò a raccontarmi le sevizie che aveva subito, e mentre lei mi raccontava le cose io le masturbavo il cazzo più o meno velocemente.
Lei diventava sempre più dura e le chiesi se voleva che terminassi a masturbarla fino a farla arrivare o se voleva arrivare inculandomi.
Avevo proprio voglia di un cazzo nel culo.
Miriam mi disse che voleva arrivare in un culo.
La liberai e mi misi subito a quattro zampe per ricevere il suo cazzo nel culo.
Lei cominciò a penetrarmi; il suo cazzo che mi andava avanti e dentro, era un vero piacere.
Poi mi accorsi che sulla soglia della porta era apparsa una figura, ci misi un pò a capire, ma poi compresi che era che era Serena.
Lei rimase immobile, a guardare con una faccia accigliata mentre Miriam mi inculava.
Miriam mi venne dentro mentre io guardavo Serena con il suo sguardo severo.
Mi toccavo il cazzo, ma lo sguardo di Serena era talmente punitivo che non riuscivo ad arrivare.
La trans invece sodisfatta dopo avermi riempito il mio culo di sbora si buttò da una parte.
Io con il cazzo in mano dissi, briosamente a Serena che avevo voglia di un pò di cazzo.
Lei mi rispose "Dovevi proprio accontentarti con quel cazzo!".
Mi sentivo in colpa, mentre continuavo a masturbarmi.
Lei mi disse, arrabbiata, voglio essere io la padrona del tuo culo.
"Lo so amore, hai ragione", il mio culo è tuo ma avevo voglia di un cazzo vero, perdonami.
Lei mi disse pragmaticamente mettiamo quella troia al suo posto e poi parliamone tra noi.
Legammo Miriam al suo letto di contenzione e poi andammo nel corridoio a dormire.
Serena arrabbiata non volle sentire discorsi, indispettita si adagiò per dormire, io feci altrettanto ma mi accorsi che ero eccitatta e che volevo sfogare il mio cazzo.
Per fare dispetto, inconsapevolmente a Serena andai nella stanza n. 1. nel buio finii di masturbarmi e schizzai verso il corpo di una schiava, non sò chi.
Poi andai a dormire ai piedi di Serena.

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