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Una piacevole giornata con Emilia e la merenda di merda


di maktero
10.12.2023    |    428    |    0 9.0
"Anch'io mi feci una sega eccitata dai miei ricordi e dalla reazione che avevano su Emilia..."
Quando mi svegliai trovai Emilia sempre addormentata al mio fianco.
Mi scappava la pipì e non feci a meno di pisciare addosso ad Emilia.
L'urina le scrosciò addosso, altra colò lungo il materasso insozzandolo ancora di più.
Emilia si svegliò lentamente, realizzando poco, a poco cosa le stava succedendo.
Ripresasi completamente, mi disse con un sorriso "Hai scelto un bel modo di darmi il buongiorno".
Poi avvicinò la bocca al mio cazzo per accogliere l'ultimo fiotto di piscio, per poi prendermi in bocca il cazzo umido e cominciare a spompinarmi.
La lasciai fare avevo bisogno di godere, e lei era così brava che mi calamitò alla sua bocca calda e sapiente.
Anche lei cominciò a toccarsi.
Quella bocca così abile mi fece arrivare molto presto; lei ingoiato completamente il mio sperma si abbandonò sul quel lercio materasso per continuare a masturbarsi finchè a sua volta raggiunse l'orgasmo.
Dopo quella tempesta di emozioni, rimanemmo per alcuni momenti sdraiate nel lerciume, in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto.
Lei fù la prima a parlare, sorprendendomi; disse " mi scappa da cagare, a te scappa?".
Mi resi conto che anch'io avevo bisogno di defecare.
Lei rispose "Ti và di fare una bella merendina a base di merda? Io ne ho voglia".
E lascivamente mi mise una mano sulla pancia accarezzandola delicatamente; aveva gli occhi luminosi, pieni di desiderio.
Le risposi "facciamoci di merda!".
Lei si aprì in un sorriso splendente, dicendo entusiasticamente "Sì!"; si alzò velocemente dicendomi che sarebbe uscita solo per un momento.
Uscii e ritorno subito dopo con un contenitore di plastica trasparente che mise per terra, vi si accovacciò sopra cominciando a pisciarvi dentro.
Mi disse " mi scappava da morire".
E continuò "avremo qualcosa da bere".
Svuotò la sua vescica nel contenitore che poi piazzo in mezzo al lercio materasso.
Poi mi chiese di farle spazio, cosa che feci prontamente, e si mise ginocchioni davanti a me e cominciò a cagare.
I suoi stronzi raggiunsero il materasso; erano inizialmente duri e poi più molli.
Quando finì io presi il suo posto e cominciai a cagare aggiungendo la mia merda alla sua.
Nel frattempo le si puliva il culo con le dita e me le faceva leccare.
Avevano un sapore buonissimo, amarognolo quanto basta; lei mi guardava con gli occhi brillanti mentre leccavo le sue dita coperte dalla sua merda.
Finì di cagare e mi feci da parte; guardammo quel cumulo di merda che avevamo prodotto al centro del materasso.
Lei aveva gli occhi entusiasti e cominciò a raccogliere qualche stronzo e a metterselo in bocca, gustandoselo a pieno palato; io la imitai subito dopo.
Lei mi disse "ti piace; hai preso solo la tua, prendi un poco della mia"
Io raccolsi subito dal cumulo un poco dei suoi escrementi e me li gustai davanti al suo volto entusiasta.
Lei mi guardava con ammirazione ed io facevo lo stesso.
Ci baciammo con le nostre bocche merdose.
Ci sentivamo più che intimi, condividevamo non solo le nostre lingue ma anche il frutto dei nostri intestini.
Continuammo a mangiare per un pò in silenzio, alternando la merda a sorsi del piscio del contenitore; solo ogni tanto venivamo colte da dei conati di vomito che rompevano il silenzio di quella stanza.
Poi mentre proseguivamo a gustare quella oscena merenda, volli soddisfare una mia curiosità, e le chiesi quanto aveva pagato per il suo soggiorno alla Farm.
Lei masticando uno stronzo, mi rispose che "lei non pagava niente", e continuò dicendo che "lei era la figlia di una padrona e socia del Farm, e che non pagava niente per essere ospitata in questa struttura".
Incuriosita, mentre mandavo giù un pezzo di merda, le chiesi altri chiarimenti, le dissi che ero curiosa e che volevo saperne di più.
Lei invitata dalla mia richiesta si lascò andare raccontando tutta se stessa.
Mi disse "Hai conosciuto mia madre, è la donna che è entrata qui dentro insieme a me l'altro giorno".
"Mia madre" continuò, "Ha esercitato la professione di padrona professionista fin da giovane; poi ha avuto me a causa di un qualche incidente con qualche cliente".
"Quand'ero ragazzina", continuò Emilia "Mi accorsi di essere una pervertita come mia madre, ma, al contrario di lei, avevo sviluppato una attrazione verso il masochismo e la sottomissione".
"Quando mia madre si accorse della mia natura cominciò a darmi soddisfazione con torture ed umiliazioni di ogni tipo; lei è stata la mia prima padrona".
"Lei intanto è diventata una padrona e socia della Farm, mentre io sono diventata indipendente e sono diventata una prostituta masochista e depravata; di tanto in tanto lascio il mio lavoro per venire qui alla Farm che per me rappresenta un vero periodo di relax e di avvicinamento a mia madre che mi martiria con amore figliare".
"Per me i giorni qui sono dei giorni di sogno, fuori dal mo tran, tran di puttana masochista".
Io ero sbigottita da quel racconto, ma anche eccitata e mentre finivo di mangiare la merda, cominciai a masturbarmi.
Dopo un momento di silenzio, mentre continuavo a stimolare il mio cazo, mi espressi a mia volta dicendole che "anche la mia storia non era molto differente dalla sua".
Le dissi che "Anch'io venni iniziata al sadomasochismo ed alla depravazione da mia sorella, quand'ero una ragazzina"
"Ma che a differenza di lei sono sempre sta ceduta a padrone o padroni senza avere nessun compenso personale."
Emilia entusiasta da quelle prime parole mi chiese di raccontarle di più.
Io cominciai a raccontarle quanto possibile della mia storia, delle mie esperienze.
Lei ascoltando si eccitava sempre di più toccandosi sempre più furiosamente.
Arrivò diverse volte mentre le parlavo.
Anch'io mi feci una sega eccitata dai miei ricordi e dalla reazione che avevano su Emilia.
Alla fine ci abbracciammo giacendo stretti, stretti su quel disgustoso materasso.
Ci baciammo a lungo, con le nostre bocche che sapevano di merda.
Sentivamo di essere una cosa unica.




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