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Il mio compleanno al "Sado Hotel"


di maktero
13.10.2023    |    2.743    |    0 8.0
"Poi aprì il pacco di Serena, c'era un grosso vaso pieno di liquido viscido, Serena mi spiegò che era la sua saliva che aveva accumulato per giorni in quel..."
E' arrivato il carnevale; è il mio compleanno ed i padroni vogliono organizzare una festicciola per me e per le ospiti.
Ci viene ordinato di preparare dei dolci tipici del periodo e altre prelibatezze.
Io e Serena ci diamo da fare tutto il giorno per preparare le pietanze.
Intanto i padroni, molto sarcasticamente, arredano la "Sala Giochi", con addobbi carnevaleschi.
E' un momento frizzante, io e Serena ci sentiamo scintillanti, felici di condividere un momento di festa.
Dopo molte ore di lavoro è tutto pronto, siamo in fervore di vivere una festicciola al "Sado Hotel".
Tuttavia so benissimo che data la natura del luogo la festa si concluderà con divertimenti depravati di cui, io la festeggiata probabilmente sarò oggetto.
Una prospettiva eccitante.
I padroni si presentarono in cucina dove presero i vassoi con i dolci e la torta per portarli nella "Sala Giochi"; serena gli aiutò portando con se altri vassoi.
L'andirivieni, da cui io ero esclusa, continuarono per un pò finchè la cucina non svuotata di tutto ciò che avevamo preparato.
Rimasi sola in attesa che mi chiamasserò, poi finalmente apparse Serena che mi disse vieni.
Raggiungemmo la "Sala Giochi", quando entrai vidi le schiave in ginocchio attorno alle pareti che ad un cenno dei padroni cominciarono ad intonare una nota canzone di buon compleanno.
Davanti a me c'erano i padroni, c'erano Giovanna, Luisa, Irene con un cane al guinzaglio, ovviamente Serena che cantavano sorridenti.
Ero felice di quella sorpresa, peraltro aspettata, sorrisi contenta.
Poi mi invitarono ad avvicinarmi al tavolo, dove si trovava la torta (che avevo preparato io insieme a Serena), coperta di candeline, mi invitarono ad avvicinarmi ed a spegnere le candeline.
Io lo feci sommersa da un coro di canzoncine e di risate.
Poi i padroni tagliarono la torta che venne distribuita da Serena alle schiave, che affamate ed abbituate a ben altri sgradevoli alimenti. ingoiarono le loro porzioni avidamente.
Io e le altre ospiti avemmo a nostra volta la nostra fetta.
Poi cominciarono ad essere aperte bottiglie di spumante, con cui vennero riempiti i bicchieri; bevemmo tutte, anche le schiave poterono ingoiare delle abbondanti sorsate di spumante.
Poi mi vennero presentati i regali; aprii i pacchi, i padroni mi avevano regalato una frusta, molto particolare con nodini al centro, doveva essere molto dolorosa e con gli occhi lucidi per quel pensiero ringraziai devotamente.
Nel pacco di Luisa e Giovanna c'erano invece dei morsetti per capezzoli, ed un set di penetratori uretrali.
Ammirai la lucentezza di quegli strumenti di piacere e ringraziai le ragazze per il pensiero delicato.
Poi aprì il pacco di Serena, c'era un grosso vaso pieno di liquido viscido, Serena mi spiegò che era la sua saliva che aveva accumulato per giorni in quel contenitore.
Mi indolcii pensando all'impegno di Serena che per giorni si era data da fare per farmi un così intimo regalo, un vero atto di amore; la ringraziai con gli occhi lucidi per la commozione.
Poi Irene mi presentò il suo regalo; la bestia che teneva al guinzaglio e che definò come un "Mostro del sesso", che mi avrebbe scopata senza interruzione per ore ed ore.
Serena guardò Irene con uno sguardo astioso; lei non amava che venissi scopata dai cani, ma non poteva opporsi ai voleri dei superiori; amavo quella sorta di gelosia.
Ero veramente contenta di tutta quella attenzione nei miei confronti, e cominciai a masturbarmi eccitata.
Gli astanti, un pò brilli per lo spumante che continuavano a bere videro quel gesto, e ridendo e commentando sguaiatamente disserrò che era ora di continuare la festa.
Capii cosa volessero dire; volevano farmi la festa!
Ma io non aspettavo altro.
Un pò confusi per l'alcool cominciarono a piazzarmi i morsetti ai capezzoli; con qualche difficoltà mi infilarono nell'uretra un penetratore.
Io gemevo per queste operazioni e baciavo le ragazze e il simpaticone che si divertivano a farmi provare il loro piacevole regalo.
Poi Serena aprii il barattolo che conteneva il suo sputo.
Si avvicinò a me, messo in ginocchio e mi disse di aprire la bocca, io lo feci con una espressione di desiderio frenetico.
Volevo assaggiare quel prodotto dell'amore di Serena centellinandolo.
Lei cominciò a versarmi in bocca il suo liquido, che io accolsi come una benedizione.
Mentre ingoiavo lentamente, assaporando ogni sorso, sentii i commenti sguaiati degli altri, e mi sentivo veramente una merda.
Una merda fortunata e felice di esserlo.
Ingoiai tutto facendo felice Serena che aggiunse degli sputi freschi a quanto avevo appena ingoiato.
Poi i padroni dissero "Dobbiamo provare le frusta", mi resi conto che mi mancava, volevo proprio provare quell'oggetto così insolito, dall'aria così cattiva che mi aveva attratta quando lo avevo scartato.
Fu il padrone a cominciare a colpirmi; il dolore era tremendo, la forza del padrone e le caratteristiche di quell'oggetto nodoso mi procuravano dei dolori lancinanti e mi contorcevo strillando come una frocetta.
Al padrone si alternarono a frustarmi tutti quanti, chiedendo alterati dall'acool chi fosse il migliore.
Io di volta in volta indicavo chi era il più crudele a farmi soffrire; e loro ridevano divertititi dalla mia degradazione.
Mi massacrarono di frustate, mentre i miei capezzoli bruciavano per i morsetti e sentivo la mia uretra spaccata.
Ero veramente contenta; era una bella festa, mi stavo veramente divertendo.
Ma mi aspettavo il clou; mi mancava solo di assaggiare la bestia, portata da Irene, volevo proprio provare se era un così grande scopatore.
Mentre i festeggianti ridevano, e avevano cominciato a fare sesso tra loro, comprese le schiave che si sentivano libere di festeggiare e avevano cominciato ad amoreggiare.
Io cercai il cane, che finora si era dimostrato indifferente; gli agguantai il cazzo e me lo misi in bocca; i presenti parzialmente distolti dalle loro attività amorose, videro l'attività e cominciarono a commentare oscenamente il mio pompino al cane.
Io risposi loro mostrandomi più sensuale ed esibendomi al meglio, mostrando la mia lingua e la mia bocca che accarezzava quell'osceno organo.
Poi abbandonai il pene della bestia perchè mi montasse davanti agli sguardi divertiti di tutti.
Fu un coro di soddisfazione, anche le schiave che assistevano aggiunsero, risa e commenti osceni alla vista del mio atto bestiale.
Mi sentivo veramente felice, stavo soffrendo da morire per tutto ciò che avevo subito, per i miei capezzoli in fiamme e per la mia uretra che sembrava spaccarsi, per l'umiliazione di farmi inculare da un cane per il mio compleanno.
E sborrai, venni abbondantemente, godendo come una pazza, credo di aver urlato per il divertimento.
Poi mi accasciai al suolo semincosciente e mi accorsi che le persone attorno cominciarono a riempirmi di sputi, sentivo appena il calore della loro saliva, avvertivo di più il caldo del piscio che qualcuno riversò sul mio corpo straziato.
Fù un bel compleanno, poi persi ii sensi esausta.







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