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Ultima degradazione


di maktero
15.01.2023    |    915    |    2 8.7
"Ed infine lo faccio, apro la bocca e ingoio fino in fondo quel cazzo così anomalo..."
In cerca di degradazione estrema sono riuscita dopo molte ricerche on line a trovare una coppia che mi avrebbe costretta a superare i miei ultimi taboo.
Non voglio anticipare ciò che mi avrebbero costretta a fare, leggete il seguito.
Sono partita, ansiosa, timorosa, incerta.
Sono davvero sicura di voler andare avanti?
Proseguo per la mia strada, il pensiero di addentrarmi nello sprofondo si fà eccitante e stimola la mia mente, mi eccita sempre di più e l'eccitazione lava via i mie ultimi dubbi.
Corro più veloce verso il mio porco, schifoso destino.
Arrivo davanti alla casa della coppia, sono giovani belli e piacevoli, e carini, non si direbberò così pervertiti.
Mi fanno entrare in casa, mi chiedono se sono convinta a fare ciò che abbiamo convenuto via e-mail.
Ho un ultimo momento di esitazione, ritardo un poco a rispondere riflettendo sul fatto che la mia risposta mi porterà ad una ulteriore e disgustosa fase della mia degrazione.
Ma oramai sono deciso a raggiungere il limite e voglio farlo e dico di sì.
La coppia carina si trasforma di colpo, mi ordinano bruscamente di spogliarmi.
Io eseguo subito.
Nuda, davanti a loro vestiti, mi mettono un collare al collo, lo stringono molto in modo da rendermi difficile la respirazione.
Adoro questo soffocamento che mi rende la mente debole; mi aiuterà ad addentrarmi nella depravazione.
Mi fanno mettere a quattro zampe, mentre loro si spogliano.
Poi senza tante parole prendono ciascuno una bacchetta con cui cominciano a picchiarmi sulla schiena.
Insistono a picchiarmi per molto tempo, io gemo durante la bacchettatura; ll dolore è notevole e distrugge la mia mente che cominca a non comprendere più altro pensiero che la sofferenza che subisco.
Quando ormai sono sfinita dai colpi mi tirano per il collare ordinandomi di camminare a quattro zampe intontita eseguo.
Mi fanno uscire dalla casa ed entrare in giardino.
Su un lato di esso si trovano alcune gabbie in cui sono rinchiusi diversi cani.
Nella nebbia mentale in cui mi trovo riconosco il mio destino e che ho deciso di accettare.
Aprono una gabbia e fanno uscire un cane, non sò di che razza sia, non mi intendo di cani.
Lo afferano, lo fermano con il retro davanti a me poi prendono il suo cazzo arrapato e me lo puntano verso la faccia.
E' arrivato il momento, il momento in cui devo dimostrare a me stessa di essere veramente una troia depravata in grado di spompinare un cane.
Mi sento veramente una merda per ciò che sto per fare, e nel mio intontimento per la sofferenza della fustigazione, per il collare che mi impedisce di respirare, mi sento felice di liberarmi da questo taboo.
Guardo ancora quel cazzo di cane, rosso, scabro posto a pochi centmetri dalla mia faccia; sento gli incitamenti dei padroni che mi ordinano di prenderlo in bocca.
Ed infine lo faccio, apro la bocca e ingoio fino in fondo quel cazzo così anomalo.
E' caldo e duro non troppo diverso da un cazzo umano; solo che è un cazzo di cane.
Con quel disgustoso pezzo di carne in bocca mi sento schifata ma nello stesso tempo entusiasta di essere riuscita a farlo e voglio arrivare in fondo.
Comincio ad andare su e giù con la bocca ed avvolgere la lingua attorno a quel pene gustando con le papille il suo sapore selvaggio.
Non manca molto che la bestia emetta il suo fiotto di sperma, più salato di quello umano, disgutuso!
Ma pertantanto mi sento una vera merda; uno schifo e mi eccito.
I miei padroni che avevano cominciato a masturbarsi all'inizio del mio laido pompino, mi riempiono di insulti, mi piace!
E' il coronamento del mio successo, mi masturbo!
Cerco il cazzo del mio padrone e lo prendo in bocca, gli faccio un bel pompino e rcevo in bocca un bel fiotto di sborra più dolce di quello del cane.
Il padrone sodisfatto mi obblga di smettere di masturbarmi, interrompo subito insodisfatto
La moglie si masturba e arriva schizzandomi in faccia.
Sono veramente uno schifo con lo sperma di cane e quello del padrone nello stomaco e con il godimento della padrona in faccia.
I padroni contenti mi prendono a calci nelle palle.
Subisco questo dolore con molto piacere, mi piace molto il dolore alle palle.
Ho il cazzo nuovamente arrapato e mi tocco ma i padroni mi obbligano a smttere.
Sono frustrata, ma contenta di essere costretta a questo ordine.
padroni rimettono il cane nlla sua gabbia.
Poi ne aprono un altra dove c'è un grosso cane nero.
Non lo fanno uscire ma anzi mi ordinano di entrare nella gabbia.
Capisco cosa mi attende; a quattro gambe entro nella gabbia, i padroni chiudono subito la porta e in un attimo io mi sento addosso il corpo cado del cane ed un istante dopo il suo cazzo che cercava il mio culo.
Ci è voluto poco affinchè quella bestia trovasse il mio buco e cominciasse a pomparmi.
Il suo cazzo entrava ed usciva come quello di un umano, non c'era molta differenza.
Ero una troia da canile.
Ero disgustata ma felice per essere arrivata a quel punto di degradazione; il mio cazzo era sovraeccitata e nessuno, a quel punto, mi poteva impedire di masturbarmi ed arrivare.
Sborrai con un fiotto gigantesco, ricco della felice degradazione in cui ero arrivata, quasi nello stesso momento arrivò la bestia che mi montava.
Sentii il suo caldo sperma entrami nel culo; ero diventatata una troia dei cani.
Ero felice per aver superato questo limite, veramente entusiasta!
I miei padroni mi fecero uscire dalla gabbia complimentandosi con me, ne fui inorgoliolisito,
veramente felice.
Mi pisciarono addosso e mi presero di nuovo a calci nelle palle, era belliissimo io li incitai a colpirmi nelle palle ero così entusiasta per la nuova dimensione che avevo raggiunto che volevo soffrire molto, moltissimo.
Mi accontentarono, grazie a loro.
Si era fatta sera e loro volevano cenare.
Mi disserò che avrei dovuto aspettare fuori mentre loro prepravano la cena e mangiavano.
Scelsero un tratto di terreno dove c'erano delle merde di cane alcune secche ed altre più fresche e mi ci fecero sdraiare con il petto sopra.
Fù piacevole adagiarmi su quelle merde, sentire quelle schifezze molli schiacciarsi solto il mo petto e quelle più dure graffiarmi la pelle.
Mi diedero alcuni potenti e bellisimi calci e poi andarono a preparare la loro cena.
Dalla mia posizione li vidi mangiare nella veranda della casa.
Anch'o avevo fame ma soprattuto sete.
In tutto il giorno avevo solo ingoiato sborra di cane e di umano.
Avevo il corpo martoriato dalle frustate e dalle botte.
Il laccio attorno al collo mi soffocava; mi sentivo di merda.
Mentre ero nella mia posizione di merda pensavo di implorare ai padroni dell'acqua e del cibo.
Ma loro continuavano a cenare allegramente, dialogando tra loro e infischiandosene di me.
Finalmente si alzarono e si diressero verso di me quando furono vicini implorai dell'acqua.
Impietositi mi fecero bere.
Avevo fame e chiesi del cibo.
Mi dissero che mi avrebbero accontentato; mi trascinaro verso il canille.
Lei andò verso la casa e tornò con le mani guantate da sottili guanti di lattice blu.
Aprì i cancelli dei cani e cominciò a raccoglire la merda dei cani che raccolse davanti a me.
Era chiaro ciò che mi aspettava e che avevo concordato con loro.
Il cumulo di merda di cane davanti a me sarebbe stato il mio pasto.
Ero di fronte ad una altra prova che dovevo e volevo affrontare, speravo solo di riuscirci per soddisfare la mia dignità depravata.
La massa di stronzi puzzava, la mia fame si mescolava al mio desiderio di annientarmi.
E basta, affondai la bocca in quello schifo ne raccolsi un bel boccone, dal sapore disgustoso e cominciai a mandarlo giù.
Contenendo il vomito ne presi un altro boccone e così via fino riempire la mia pancia di quello schifo.
Alla fine fui orgogliosamente soddisfatto di essere riuscito in quel difficile compito, inolte ero sazia non sentivo più fame.
I miei padroni si erano eccitati per la scena e facevano l'amore tra loro.
Mentre io guardaavo con lo stomaco pieno di merda di cane.
















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