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La visita di mia sorella


di maktero
01.07.2023    |    2.164    |    2 9.2
"Mi risolsi a strusciare il cazzo sul pavimento finchè non riuscii ad arrivare; contenta mi assopii mentre le due assatanate continuavano ad amoreggiare..."
Luisa e Giovanna hanno fatto l'amore per tutta la notte, io ai piedi del letto ascoltavo la loro attività, eccitata ma senza potermi masturbare per le mani legate dietro la schiena.
Mi risolsi a strusciare il cazzo sul pavimento finchè non riuscii ad arrivare; contenta mi assopii mentre le due assatanate continuavano ad amoreggiare.
Avvolta dai sogni ne venni crudelmente strappata dal dolore di colpi che erano una serie di calci che Luisa mi infliggeva per svegliarmi.
Con voce alta si espresse dicendomi "Svegliati troia".
La mia giornata di sofferenza era iniziata!
Luisa mi disse di seguirla al bagno, lì mi ordinò di sdraiarmi e di aprire la bocca, si accovaccio su di me e cominciò a pisciarmi in bocca mentre continuava a chiacchierare.
Mi parlava dei sogni che aveva fatto nella notte, di alcuni vestiti e scarpe che aveva visto in un negozio e di altre futilità del genere.
Mentre chiacchierava svagata, scaricava il contenuto della sua vescica nella mia bocca.
In quel momento entrò anche Giovanna, dimenandosi perchè le scappava forte la pipì; chiese a Luisa se aveva finito.
Lei rispose che le rimaneva un ultimo goccio, che uscì dal quella figa per finire nella mia bocca.
Poi Luisa si alzò e lascio il posto a Giovanna che, dimenando il culo freneticamente si accosciò sulla mia faccia e fece partire immediatamente un potente fiotto di urina sulla mia bocca.
Sentii uno strilletto di soddisfazione per la liberazione del peso sulla sua vescica.
Il fiotto era molto intenso ed io cercai di ingoiare quanto potevo.
Intanto Luisa aveva cominciato a farsi la doccia, seguita subito dopo da Giovanna, che mi aveva imposto di leccare tutta l'urina colata sul pavimento.
Le due finirono di lavarsi, mentre io non avevo ancora finito di lavare il pavimento.
Le ragazze si baciarono, poi guardando pietosamente la mia attività, sputarono sul pavimento ordinandomi di pulire anche quello.
Poi mi dissero di raggiungerle in cucina quando avrei finito.
Tirai il pavimento a lucido con la mia lingua; mi sentivo piena del sapore di piscio in ogni mia molecola.
Il mio stomaco ne era pieno, la mia bocca era invasa dal gusto acre ed acido delle loro urine.
Ero sporca, e puzzolente e in quella condizione finito il compito che mi era stato affidato mi avviai verso la cucina.
Là le ragazze stavano mangiando e bevendo caffè; vistomi mi ordinarono di accucciarmi io mi misi a terra in ginocchio; guardando le ragazze mangiare mi resi conto che anch'io avevo fame.
Le due continuarono a nutrirsi chiacchierando insensibili alle mie necessità.
Io avevo paura a chiedere; aspettavo, speravo che qualcuna di loro avesse avuto pietà di me.
In quel momento squillo un cellulare, le ragazze si agitarono per comprendere quale fosse, poi Luisa comprese che era il suo, lo alzò e rispose.
Rimase per alcuni istanti in silenzio ad ascoltare; poi cominciò a rispondere con voce civettuola.
Sentii che parlava di un appuntamento, di un orario; poi chiuse.
Prima guardò Giovanna, con uno sguardo curioso, poi si voltò verso di me e mi disse con una voce dura che mia sorella sarebbe venuta nel pomeriggio a trovarci.
Io mi irrigidii come colpita da un fulmine; erano anni che non vedevo mia sorella.
Ebbi una esplosione di ricordi e di sensazioni; tra queste predominava il piacere di rivederla dopo tanto, tanto tempo.
Manifestai questa sensazione alle ragazze e dimenticai la fame per la felicità dell'evento promesso, ero veramente entusiasta, fremente.
Loro si accorsero della mia felicità, e ne gioirono insieme a me.
Terminato il momento di entusiasmo, le troie mi portarono in salotto mi fecero accovacciare e liberarono i cani rinchiusi nello sgabuzzino.
Quelle bestie assatanate ci misero poco tempo a montarmi; mi sentii penetrare, e sentivo un piacere particolare.
La mia mente protratta verso la visita di mia sorella, mi faceva sentire più sensibile, più accogliente verso le voglie delle bestie.
Avvertivo il loro cazzo nel mio culo più stimolante, più profondo del solito; mi pareva che il loro organo toccasse zone di piacere finora inusitate.
Provavo un piacere che mi faceva sentire entusiasticamente felicemente brillantemente sfolgorantemente al settimo cielo.
Le ragazze sedute sul divano si accorsero del mio insolito entusiastico piacere che evidentemente riuscivo a trasmettere con tutto il mio corpo con tutto il mio essere.
Cominciarono un pò sgomente a commentare volgarmente il mio piacere; ma poi i commenti volgari lasciarono spazio a considerazioni un poco più profonde.
Apprezzai i loro commenti, sia quelli più turpi che gli altri.
La mia condizione fisica e mentale era tale che sborrai, senza mani, mentre l'ennesimo cane mi inculava.
Le ragazze si espressero in strilletti e commenti osceni sulla mia abbondante venuta.
Poi mentre l'ultimo cane finiva di soddisfarsi con il mio culo e si allontanava contento; Luisa si espresse con voce grave.
Mi disse che la notizia dell'arrivo di mia sorella mi aveva fatto un enorme effetto che si era manifestato in ciò che avevano visto.
Risposi che era vero, dimenandomi come una troietta; mi sentivo veramente calda.
Si espresse Giovanna che crudelmente mi disse di scaricare lo sperma di cane che avevo nel culo sul pavimento e di ingoiarlo.
Io eseguì immediatamente.
Poi le due andarono in camera da letto a vestirsi, ritornarono perfettamente abbigliate; mi dissero che dovevano uscire.
In attesa dell'arrivo di mia sorella mi avrebbero portato in cantina.
Mi portarono giù in quel locale sotto la casa, illuminato ed aerato da piccole finestrelle, umido, coperto di muffa, con il pavimento di scabro e freddo cemento.
Mi gettarono sul quel freddo, sporco pavimento; mi sputarono addosso e se ne andarono.
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