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Quella porca di mia sorella propone il mio commercio


di maktero
05.07.2023    |    556    |    2 8.0
"Sono stupita da questa sua gentilezza; la guardo in faccia e vedo nei suoi occhi uno sguardo strano, un pò malinconico, ma difficilmente interpretabile..."
Dopo la straordinaria prestazione a tre, con con mia sorella ed il cane che ha turbato anche quelle troie navigate di Giovanna e Luisa, sentiamo il bisogno di rilassarci.
Marianna e Luisa si accomodano sul divano, io mi siedo a terra con le spalle alla fronte del divano e con le gambe delle due che si poggiano sulle mie spalle.
Giovanna porta via i cani e rientra poco dopo; Luisa le chiede per piacere di portare qualcosa da bere.
Lei và in cucina e rientra in salotto dopo pochi istanti con delle lattine di aranciata.
Le pone alle ragazze, naturalmente a me non dà nulla, pur sapendo che anch'io sono assetata.
Giovanna si siede accanto a me e prende una delle gambe delle ragazze sulle sue spalle, che comincia ad accarezzare.
Le ragazze sul divano aprono le lattine, ne passano una anche a Giovanna ma a me niente.
Bevono, io le guardo con desiderio essendo assetata.
Le ragazze, guardando il mio sguardo, comprendono la mia necessità e intendendosi tra loro decidono di darmi un pò di soddisfazione.
Mi chiedono di aprire la bocca e mi colano dentro l'aranciata trattenuta in bocca e mista alla loro calda saliva; Giovanna accanto a me mi guarda mentre ingoio quella miscela e continua con crudele indifferenza a sorseggiare la fresca aranciata dal suo barattolo.
Ingoio con avidità, per la mia sete, quel liquido che mi viene concesso e che placa la mia necessità.
Intanto le ragazze cominciano a chiacchierare; prima sono discorsi futili.
Mentre ascolto le loro chiacchiere, accarezzo le gambe che gravano sulle mie gambe, sono cos' morbide e lisce, e accolgo con piacere la dissetante bevanda che mi colano in bocca di tanto in tanto dissetandomi.
Giovanna accanto a me mi prende il cazzo in mano e comincia a masturbarmi delicatamente; lo fa con una tale leggerezza e sapienza, quasi solamente delle carezze lievi, tanto da darmi solo un sottile piacere che mi provoca una moderata erezione.
Sono stupita da questa sua gentilezza; la guardo in faccia e vedo nei suoi occhi uno sguardo strano, un pò malinconico, ma difficilmente interpretabile.
Intanto le chiacchiere di mia sorella e Luisa si sono fatte più concrete e dure.
Marianna affermò di essere una puttana sadomasochistica professionista e di guadagnare molto, ma che ha bisogno di ampliare la sua attività che per via dell'età comincia a perdere qualche colpo.
Questo lo sapevo; da anni quella troia si faceva pagare per prestazioni eccentriche.
Poi disse che dopo quanto aveva visto e fatto con me avrebbe potuto utilizzarmi per la sua attività.
Affermò che io avrei potuto rinnovare la sua attività, con nuovi stimoli da offrire ai clienti, più estremi con le mie schifose depravazioni.
E quindi brutalmente chiese alle ragazze quanto volevano per comprarmi.
Le ragazze rimasero sconcertate, girando le teste a destra ed a sinistra e guardandosi in modo interrogativo; non si aspettavano certo una simile cruda e sorprendente proposta.
Risposero balbettando non avendo concretizzato appieno la sorprendente richiesta di mia sorella.
Marianna comprendendo la loro incertezza, ripetè più materialmente la sua proposta; esprimendo una cifra per comprarmi, una grossa cifra, e che fece luccicare gli occhi delle ragazze.
Le ragazze sembravano sempre più confuse ed incerte che mai; poi Luisa la più decisa disse che la cifra indicata per comprarmi era davvero allettante ma che dovevano pensarci.
Ne avrebbero parlato tra di loro e poi le avrebbero risposto.
Marianna ammise che prevedeva una contrattazione e che avrebbe aspettato le loro decisioni.
Intanto chiese alle ragazze se poteva appartarsi con me in camera da letto; le ragazze con i volti sempre molto scuri e pensierosi risposero distrattamente di sì.
Marianna si alzò dal divano e disse alle ragazze parlatene tra voi.
Poi rivolta a me mi ordinò di avviarmi a quattro zampe nella camera da letto.
Lei entrò per prima, aspettò che io gattonando entrassi e poi chiuse la porta.
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