La mattina prima dell'incontro con la dogsitter

La mattina dopo mi svegliai per prima; Luisa dormiva ancora dolcemente adagiata sul letto.
Cercai i suoi piedi e gli diedi una leccata, molto leggera per non svegliarla; sentivo una gran voglia di leccarle i piedi, quando si sarebbe segliata avrei chiesto il permesso di leccarle i piedi più a fondo.
Andai a preparare il caffè e ne portati una tazza a Luisa svegliandola, lei intontita dal sonno apprezzo l'attenzione.
Le chiesi di leccarle i piedi e lei intenerita dalle mie intenzioni mi diede il permesso.
Entusiasta mi gettai ai suoi piedi e cominciai a leccarli con avidità, mi riempii la lingua del sapore delle sue piante, succhiai i suoi dititini uno ad uno; intanto lei si godeva il caffè.
Poi sorbita completamente la bevanda, mi avvertìi che doveva andare a pisciare.
Con entusiasmo sapevo già dove sarebbe andato a finire il suo piscio e fremevo dal desiderio di riempirmene la bocca.
Mi disse di seguirla al bagno; arivati lì mi chiese se volevo il piscio direttamente in bocca o se avrei preferito sorbirlo dal water.
Io risposi senza esitazione che avevo voglia di piscio caldo colato direttamente nella bocca, ne ero così desiderosa che nella richiesta mi agitavo come una troietta in calore.
Luisa vedendo quel fremore si illuminò, mi ordinò di sdraiarmi a pancia in sù, cosa che feci immediatamente, e lei si accovacciò con la sua figa sulla mia bocca.
Dopo pochi istanti il suo liquido vescicale cominciò ad uscire copioso dalla sua figa; io cominciai a spalancare la bocca per accoglierne ogni goccia.
Il sapore era molto intenso, molto salato ed aspro, dovuto alla lunga ritenzione notturna.
Mi piaceva molto ed il flusso durò parecchio; cercai di ingoiare il più possibile, ma molto di quel nettare finì per terra.
Luisa emise gli ultimi ed intermittenti fiotti, dicendo alfine che aeva finito.
Io ero eramente contenta con la bocca che sapeva di piscio; mi toccavo, ma Luisa mi impose di smettere.
Ubbiddi.
Mentre Luisa andava a fare una doccia mi impose di ripulire il pavimento dai residui di urina; io cominciai a leccare tutte le chiazze durina dal paimento.
Quando ebbi finito di pulire il pavimento Luisa uscii dalla doccia e cominciò ad asciugarsi.
Mi disse che per l'incontro con Sonia avrei douto essere molto ripulita.
Capii cosa intendeva, mi trascinai verso il piatto della doccia tolsi il soffione dal tubo e mi infilai in culo il tubo.
Manovrai la manopola dell'acqua per farmi entrare il flusso d'acqua nell'intestino.
Andai avanti finchè non ne potei più, mi tirai fuori il tubo dal culo e corsi verso il water dovve cominciai a scaricarmi, mentre Luisa finito di asciugarsi si nstava delicatamente pettinando.
Mi dimenavo sul water, scaricando acqua e merda mentre Luisa aeva comincito a truccarsi, colorandosi le ciglia; mettendo del colore bluastro sulle palpebre, che ha me piaceva tantissimo.
Quando finii di svotarmi Luisa si girò verso di me e mi disse che non avevo fatto abbastanza; voleva che avessi l'intestino totalmente pulito, asetticco come mi disse e mi obbligò a pulirmi di nuovo.
Ritornai nel piatto della doccia mi infilai nuovamente il tubo nel culo aprii il rubinetto e cominciai a farmi riempire l'intestino; Luisa si voltò verso di me e disse che mi avrebbe detto lei quando smettere.
L'acqua calda continuaa ad entrarmi dentro, io non ne potevo pù mi agitavo; Luisa guardava impietosa i miei spasmi, poi dopo un tempo interminabile mi disse di smettere.
Io mi sfilai rapidamente il tubo dal culo e mi recipitai verso il water dove eruppi in uno scroscio rumoroso.
Mentre mi scaricavo Luisa mi proibì di fare una doccia a mia volta; voleva che rimanessi sudata e puzzolente; Sonia voleva un maschio schifoso da umiliare e trovarmi, sudata e, puzzolente avrebbe senz'altro appagato la sua concezione del maschio.
Mentre dal mio culo uscivano fiotti di acqua risposi che condividevo questo concetto e senz'altro avrei fatto di tutto per soddisfare questa impressione di Sonia.
Rimasi sul water a scaricarmi, mentre Luisa finii di truccarsi ed usci; mi disse che quando avrei finito di ragiungerla in cucina.
Le chiesi se potevo masturbarmi, lei con un mugolio penserioso, agitando un pò la testa, mi disse di no.
Uscii, io rimasi lì espellendo continuamente fiotti di acqua, quando finalmente mi ero svotata completamente mi alzai dal water, mi venne il dubbio di asciugarmi le colature di acqua che dal buco del culo mi scendevano sulle cosce, ma evitai volevo sentirmi sporca come mi aveva invitato Luisa.
Cosi uscii dal bagno con le cosce, il cazzo, le palle, infradiciate.
Raggiunsi Luisa in cucina dove lei stava mangiando; mi disse che mi voleva a digiuno e mi impose di mettermi a quattro zampe accanto a lei mentre finiva di mangiare.
Io esegui, rimasi in quella posizione finchè le non finì di mangiare.
Poi lei si diresse in salotto mi disse di seguirla quattro zampe; lei si accomodò sul divano e mi obbligò di sdraiarmi ai suoi piedi a pancia in giù, poggiò i piedi sulla mia schiena e prese il telefono.
Chiamò Sonia e chiese la conferma per il primo pomeriggio, poi si misero a chiacchierare del più e del meno tra di loro, ogni tanto sentivo che parlavano di me, ovvero quando sentivo l'espressione, frocio o frocio di merda, senz'altro ero io.
La telefonata durò a lungo mentre Luisa strusciava i suoi piedi sulla mia schiena.