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L'inferno paradisiaco del "Slave Farm"


di maktero
25.11.2023    |    375    |    2 8.0
"I due ordinarono a due schiavi di legarci le caviglie, venimmo portate insieme ai due schiavi servili in un altro fabbricato; entrando dentro sentimmo una..."
La nottata fu dura.
Dopo il primo sonno dovuto allo sfinimento della giornata mi svegliai, affamata ed assetata sul ruvido pavimento dove io e le altre schiave eravamo adagiate per il nostro "riposo".
Mi accorsi che altre schiave erano sveglie ed agitate, mi confidai con loro, sottovoce per non disturbare le altre che dormivano.
Confidai loro le miei necessità, non avevo mangiato nulla da quando avevo lasciato il "Sado hotel" , ed avevo una sete tremenda.
Le altre mi disserro che anche loro avevano lo stesso problema, e che per bere avrei potuto usare l'acqua delle pozzanghere come avrebbero fatto loro, per il mangiare era possibile trovare ancora qualcosa nella mangiatoia destinata a noi schiavi.
Ero un poco allibita, la situazione mi sembrava peggiore che al "Sado Hotel", ma mi piaceva!
Mi diressi nel cortile insieme ad altre schiave che come me erano assetate, ci gettammo con la faccia a lappare l'acqua delle pozzanghere.
Mi dissetai, appieno con quell'acqua schifosa.
Ma poi chiesi dove potevo trovare qualcosa da mangiare; mi indicarono un angolo del cortile dove c'erano le "mangiatoie", cioè dei troguoli dove veniva versato il nutrimento per noi schiavi.
Mi diressi disperatamente verso il sito indicato dove trovai quei lunghi contenitori di latta che sul fondo mantenevano tracce di cibo.
Con le mani raccolsi quanto potevo di quella morchia rimasta in fondo a quei troguoli e cominciai a sfamarrmi, il sapore era disgustoso ma la fame non mi lasciava scelta.
Dopo qualche minuto mi raggiunse Serena, anche lei mi disse, assetata ed affamata, aveva seguito il mio stesso percorso.
Continuammo ad Ingoiare quella melma putrida finchè sazie ed esauste non ci adagiammo sfinite con le spalle ai troguoli.
Ci guardammo negli occhi e po ci dicemmo che eravamo trattate peggio delle schiave al "Sado Hotel.
Stanche ci addormentammo in quella posizione.
Ci svegliò la luce del giorno, che rivelò ai nostri occhi le figure impetuose di un padrone e di una padrona.
Quegli ci chiesero cosa ci facessimo lì invece di essere nel nostro posto nella fattoria.
Noi gli spiegammo che avevamo cercato da mangiare e da bere e che ci eravamo ritrovate lì.
I due scossero la testa e ci ordinarono di avviarci a quattro zampe verso la stalla delle altre schiave.
Arrivati là, i due ci disserrò di inginocchiarci davanti a loro e poi cominciarono un discorso.
Dissero" Queste due merde sono state trovate fuori dal recinto destinato a voi schiavi per la notte, questo è proibito.
Assolutamente proibito; e dovranno essere punite, tuttavia si tratta di merde nuove che non conoscono ancora le regole della fattoria e verranno punite blandamente, ciò vi sia di esempio".
Io e Serena divenimmo speranzose che non avremmo sofferto troppo.
I due ordinarono a due schiavi di legarci le caviglie, venimmo portate insieme ai due schiavi servili in un altro fabbricato; entrando dentro sentimmo una puzza terribile di letame, ed effettivamente notammo che al centro del locale c'era una fossa piena di escrementi.
Venimmo avvicinati alla fossa, i padroni ordinarono ai servili di agganciare i legacci alle nostre caviglie a delle catene fissate a delle carrucole al soffitto, poi venne ordinato ai servili di tirare le catene fino a che io e Serena non ci ritrovammo appese a testa in giù sopra a quella massa puzzolente.
I due padroni uscirono e ritornarono alcuni minuti dopo con le altre schiave a cui imposero di piazzarsi in ginocchio attorno al locale.
Noi eravamo a testa in giù, sopra una vasca piena di letame puzzolente, dopo una notte passata male ed eravamo quindi già sfinite.
Cominciammo a chiedere pietà.
Ma i due padroni si rivelarono veramente crudeli e dissero " Ecco ciò che capita a chi infrange le regole, pensateci bene merde!".
Poi disse loro di uscire e di avviarsi al lavoro, quelli uscirono lestamente.
Poi il padrone si rivolse a noi dicendoci "forse nel pomeriggio potrete riprendere il vostro lavoro; due schiavi sono sono sprecati".
La padrona con uno sguardo feroce disse al tizio che era stato troppo morbido con noi. Prese una cinghia da qualche parte e cominciò a frustarci.
Il padrone uscii mentre noi ci contorcevamo colpiti dalle vergate della padrona che continuava a toccarsi mentre ci massacrava di frustate.
Quando lei si accontentò arrivando , si passo la mano sulla figa per raccogliere i suoi umori e per passandocegli sulla nostra bocca.
Poi se ne andò.
Noi restammo là a testa in giù, contorcendoci per i dolori su una vasca piena di letame puzzolente che ci assisfiava.
Passammo ore di tormento in quella condizione, contorcendosi mentre il sangue si accumulava nella testa e ci rendeva sempre più intontititi.
Eravamo completamente esauste quando arrivò qualcuno che ci tirò giù; gi diedero dell'acqua da bere e poi ci trascinarono dormitorio dove ci addormettammo esaurite.

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