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Il dog slave party 1


di maktero
03.05.2023    |    4.759    |    5 9.0
"Sonia in maniera autoritaria indicando i cani rispose che sarebbero state soddisfatte..."
Mentre ero allietata dal piacevole ambiente vidi in un angolo un tavolino coperto da morsettti, fruste, dildi di varie dimensioni.
Quegli strumenti erano destinati a me; mi aspettava una serata dura.
Apparve Giovanna coperta solamente da una leggera tunica; alle sue spalle c'era Luisa completamente nuda.
Giovanna mi disse di mettermi a quattro zampe al centro della stanza.
Loro si sedetterò su un divano chiacchierando.
Suonò il campanello, Luisa si precipitò alla porta,presumendo che fosse la sua amata Sonia.
Con la coda dell'occhio vidi Luisa che apriva l'uscio facendo apparire la figura di Sonia.
Luisa si gettò come affamata a baciarla.
Passarono diversi istanti mentre le due ragazze si scambiarono le le loro amorevoli effusioni; io notai i due cani neri che Sonia teneva al guinzaglio.
Erano grossi dal pelo corto ed erano le bestie con cui avrei dovuto esibirmi di fronte alle ragazze.
Terminati i dolci convenevoli Sonia entrò spadavalmente in casa seguita da una sognante Luisa.
A voce alta disse la merda è pronta, con merda ovviamente si riferiva a me; Giovanna e Luisa cinguettarono affermando.
Sonia, coni cani al guinzaglio che mi annusavano, forse prevedendo il loro prossimo divertimento, mi girò attorno, io non osavo alzare lo sguardo.
Mi sembrava di avvertire lo sguardo di Sonia come un peso sul mio corpo; era una sensazione veramente tangibile.
Poi sentii un rumore, un raschiare di gola; poi avvertii il suono di uno sputo ed il tepore di quella goccia di licquido sulle mie spalle.
Sonia mi aveva sputato addosso ed io sentivo quello sputo come la sicurezza della sua cattiveria e del suo disprezzo verso di me.
Ero contenta di avvertire quelle sensazioni, da esse capivo che senz'altro Sonia non avrebbe mai avuto nessuna pietà, nessuna commiserazione nei miei confronti; era ciò che desideravo.
Le ragazze offrirono a Sonia qualcosa da bere; si accomodorano sul divano bevendo e cicaleggiando.
Luisa languidamente invitò Sonia a spogliarsi; vidi Sonia sorridere sarcasticamente chiedendo a Giovanna di tenere fermi i cani.
Sonia si spogliò e si buttò sul divano accanto alla nuda e lascia Luisa; cominciarono a baciarsi ed a toccarsi.
Io ero eccitata da quella scena ed il mio cazzo si stava ingrossando; Giovanna che reggeva i cani si accorse della mia eccitazione.
Mi prese il cazzo in mano e mi chiese se volevo arrivare o se volevo rimanere eccitata.
Ero profondamente combattuta se fossi arrivata subito avrei sofferto di più per i successivi trattamenti, ma se fossi rimasta eccitata avrei dovuto mantenere l'eccitazione a lungo, molto a lungo.
Mentre pensavo, mi accorgevo che uno dei cani trattenuti da Giovanna aveva cominciato a leccarmi il culo.
La sua calda lingua sul mio culo aumentava la mia eccittazione ed a quel punto non capivo più nulla.
Chiesi a Giovanna di farmi arrivare; lei mi fece una sega che dopo pochi colpi arrivò al risultato; sborrai abbondantemente sul pavimento.
Giovanna raccolse la sborra e me la fece ingoiare; mentre eseguivo guardavo Luisa e Sonia che amoreggiavano, perse tra di loro e che non mi degnavano di uno sguardo.
In quel momento squillò il campanello; Giovanna con i cani al guinzaglio andò ad aprire.
Io un pò raffredatta dalla sega fattami da Giovanna mi abbandonai un poco, con il cazzo moscio, per un momento non sentii più niente indifferente alla situazione attorno a me.
Gradualmente i rumori cominciarono a farsi sempre più marcati e definiti.
Mi resi conto che erano arrivate due ragazze, che si erano scambiate un mucchio di saluti e convenevoli con le altre già presenti.
Poi avertii un brusco cambio di tono nelle loro voci e sentii una delle nuove che chiedeva alle altre antonasicamente se fossi io lo schiavo.
Le altre già un pochino brille ridacchiando disserò di sì; le nuove ragazze mi girarono attorno e poi dissero che volevano vedere un bel spettacolo.
Sonia in maniera autoritaria indicando i cani rispose che sarebbero state soddisfatte.
Io mi auguravo di poter accontentare i desideri di quelle donne, mi sarei sentita prostrata se non ci fossi riuscita.
Le ragazze continuavano a bere e cominciarono a spogliarsi tutte amoreggiando tra di loro; una disse quando sarebbe cominciato il clou dello spettacolo.
Sonia rispose che mancava ancora Laura; intanto invitò le ragazze a divertirsi con me.
Sentii una di loro che mi infilava un cazzo finto nel culo; un altra, piuttosto allegra, aveva cominciato a frustarmi, sentii una mano che mi schiacciava i testicoli.
Ero sotto una pesante pressione da parte delle ragazza.
Squillò il campanello, qualcuna andò ad aprire, io sotto le attenzioni delle ragazze non feci molta attenzione e solo distrattamente vidi che era sta fatta entrare una ragazza.
Evidentemente la Laura di cui avevano accennato; mi sembrava molto esile e mi accorsi che Sonia si rivolse a lei con autorità ordinandole di spogliarsi.
Lei eseguì subito, aveva uno sguardo timoroso; sembrava una cerbiatta impaurita.
Capii che doveva essere una schiava; infatti Sonia con autorità intimò a Laura di mettersi in ginocchio, lei eseguì subito guardandosi intorno per comprendere la situazione.
A questo ci pensò Sonia che nuda ed imponente come una statua greca si piazzò al centro della stanza cominciò a parlare con voce stentorea.
Disse: Qui abbiamo un esemplare di maschio, indicando me, che come ogni maschio è una autentica creatura indegna di essere definita umana.
Questo maschio ne è la dimostrazione.
Posandomi un piede sulla schiena assumendo una posa ancora più statuaria continua: quest'essere, schifoso, e mi sputa addosso; come ogni uomo è meno di una bestia e come tale vi farà vedere come prova piacere a fare del sesso con delle bestie come lui.
Il discorso mi piace moltissimo e mi fà eccitare.
Sonia continua; vedrete quest'essere accopiarsi con i miei animali, soddissfarli nelle loro esigenze bestiali, ovvero manifestare quella che è la sua natura di maschio.
Avvertii le ragazze condividere il discorso di Sonia con urla e fischii di apprezzamento.
In quella confusione notai lo sguardo dimesso di Laura che mi guardava con un misto di pità e di ammirazione.




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