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La bellezza del "Sado Hotel"


di maktero
07.09.2023    |    414    |    4 8.7
"Lei continuava a toccarmi e mi faceva veramente piacere quella sua mano sulle mie chiappe..."
Io e Serena siamo in cucina a lavare i piatti, la radio che ci è concesso di sentire comincia ad emettere una canzoncina orecchiabile, io comincio a ripetere i ritornelli della canzone Serena mi segue.
Cominciò gradualmente a dimenare i miei fianchi al ritmo di quella musichetta e Serena, con uno sguardo simpaticamente complice mi asseconda.
Mentre laviamo i piatti cominciamo a ballare ed a canticchiare dimenandoci sul ritmo di quelle piacevoli note.
Ci colpiamo i fianchi nel ballo, ridendo ed urlando a squarciagola i ritornelli della canzoncina.
Ci sentivamo felici e spensierate come due ragazze contente della loro giovinezza.
In quel momento entrò la moglie del simpaticone che probabilmente ci stava osservando da un pò; ci impietrimmo pensando che ci avrebbe punito per la nostra manifestazione di gioia.
Invece la donna, con un grande e luminoso sorriso, in sintonia con la simpatia di suo marito ci chiese vi state divertendo ragazze?
Noi, incerte, rispondemmo timorosamente di si, e contrariamente ad i nostri timori la donna si avvicinò alla radio che stava trasmettendo un altra piacevole canzoncina ed alzo il volume, dicendo "Scateniamoci!".
A quel punto ci mettemmo a ballare tutte e tre, nude e libere, strillando i ritornelli della canzone, mentre le tette delle ragazze sobbalzavano in sintonia con il mio cazzo e le mie palle che andavano su e giù come le loro tette.
Fu un momento di vero divertimento gioioso; una vera festa!
Poi quando la musica finii ci trovammo a fermarci all'unisono ansimanti e ridendo come pazze, ci baciammo entusiasmate, io con Serena, Serena con la Signora io con la Signora.
Eravamo veramente felici, leggere, ci sentivamo veramente bene.
Ma poi la donna, da padrona, riprese il suo ruolo, ma sempre sorridente ed accattivante ci disse finite di lavare i piatti e poi raggiungetemi in salotto.
Io e Serena, continuando a stuzzicarci toccandoci dispettosamente ci sbrigammo a lavare i piatti ansiose di sapere cosa voleva dirci la padrona.
Raggiungemmo la padrona in salotto era seduta sul divano e ci chiese di leccarle i piedi, noi ci precipitammo ad onorare quei magnifici piedi.
Mentre gustavamo il sapore salaticcio di quelle piante e di quei ditini; lei ci disse che oggi sarebbero uscite due schiave: una speciale Miriam ed un altra ordinaria della stanza numero 1.
Avremmo dovuto provvedere noi a preparare le schiave per la loro uscita.
Poi ci disse che nei prossimi giorni avrebbero accolto una schiava molto particolare, questa oltre al solito duro trattamento voleva provare qualcosa di insolito.
Le erano state proposte varie opzioni ma lei voleva qualcosa di veramente nuovo e perverso, quando le fu offerto il sesso con i cani lei si dimostrò entusiasta.
Ora la padrona mi disse che sapeva che io ero avvezza a questo tipo di sesso e mi chiese come poter procurarci i cani e soprattutto se potevo iniziarla a questo tipo di attività.
Serena mi guardava con occhi sbalorditi, forse non conosceva questa mia passione.
Mi mise una mano sul culo, non compresi quel gesto, la guardai per un attimo negli occhi, e vidi uno sguardo perplesso.
Io allontanai lo sguardo da Serena, rispondendo alla padrona che sapevo come procurarmi i cani per accontentare la sua cliente e come condividere con lei quel tipo di sesso.
Intanto il tocco di Serena sul mio culo era divenuto più intenso, mi accarezzava con maggior forza ed ogni tanto mi infilava un dito nel buco.
Avvertii una sensazione da parte sua di appartenenza, forse aveva paura di perdermi?
Voleva rimarcare una sua proprietà?
Comunque sia la padrona ci disse andate nelle stanze dove il padrone sta già liberando le stronze.
Io mi recai nella stanza di Miriam; era già in piedi, il simpaticone l'aveva già sciolta, ma si muoveva a fatica e con dolore; il suo corpo era martoriato.
Il simpaticone mi disse portala nell'ufficio dove ci sono i suoi vestiti.
La portai nell'ufficio e raccolsi i suoi vestiti contenuti in uno scatolone, la vestii.
In quel momento entrò Serena che accompagnava l'altra schiava; anche lei si muoveva male ed a scatti lamentandosi.
Anche Serena prese dei vestiti da uno scatolone e cominciò a vestire la troia.
Non volevo abbandonare così Miriam e volli darle un pò di piacere; aveva sempre la cintura di castità ma le sue palle erano libere.
Le abbassai le mutandine che le avevo messo sotto la sua gonnellina da troia e cominciai a leccarle e succhiarle le palle.
Serena vedendo la mia attività mi disse di sbrigarmi perchè i taxi per portare via le troie sarebbero arrivati da un momento ad un altro.
Io la guardai con la bocca piena delle palle di Miriam e le feci un cenno per indicarle che andava tutto bene.
Succhiai quelle palle disperatamente, le morsi duramente, cercando di far eccitare Miriam, effettivamente il suo cazzo cominciò a reagire sia pur costretto dalla gabbietta.
Poi arrivò l'ordine del simpaticone i taxi sono arrivati lasciate le stronze.
Io abbandonai Miriam ma sapevo che prima o poi l'avrei ritrovata.
Terminato quel triste addio, io avevo ancora in bocca il sapore delle palle di Miriam e mi stavo masturbando.
Quando la padrona si accorse della mia attività mi disse ti sei proprio appassionata a Miriam; poi rivolta Serena, le disse finiscilo di masturbarlo te, voglio vedere uscire un grosso fiotto di sborra da quel cazzo.
Serena prese in mano il mio cazzo e continuò a masturbarmi finchè non arrivai in un grosso fiotto.
La padrona contenta dalla visione disse a Serena di pulire tutto, di occuparci della nutrizione degli schiavi e della loro cena.
Noi eseguimmo tutti i compiti assegnateci poi esausti ci ritrovammo sdraiati nel corridoio.
L'unico luogo dove potevamo riposarci.
Con le luci spente e con il sottofondo rumoroso degli schiavi che si lamentavano nei loro letti di contenzione, ci concedemmo un momento di intimità.
Serena mi chiese se ero veramente una esperta del sesso con i cani.
Io le risposi di sì descrivendole brevemente i miei rapporti con le bestie.
Lei cominciò a toccarmi il culo, poi imprevidilmente mi disse non posso credere che questo culo sia stato penetrato dal cazzo dei cani.
Le risposi che invece il mio culo e la mia bocca erano abituati ai cazzi di cani.
Lei continuava a toccarmi e mi faceva veramente piacere quella sua mano sulle mie chiappe.
Mi disse" sono incerta non sò se mi piacerà vederti inculare e spompinare i cani"; in quel momento di emozione per lei, mi infilò un dito nel culo.
Lo avvertii come una sua predominanza; come se volesse dominare il mio destino e volesse impedirmi di degradarmi, no le chiesi niente.
Mi piaceva sempre di più quel momento di intimità, mi pareva che i discorsi oltre che entrare nella nostra mente entrassero materialmente dentro di me.
Cominciai a masturbarmi con il suo dito nel culo, lei mi lasciò fare assecondandomi rigirandomi il suo dito finchè non arrivai.
Poi si masturbò anche lei; arrivò.
Eravamo esausti e ci addormentammo.



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