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Irene mi fa diventare uno scarico di fogna


di maktero
05.08.2023    |    688    |    4 9.0
"Arrivai fino in fondo della vasca per poi risalire completamente avvolta di quel liquido disgustoso, mi sentivo felice..."
Mentre Irene si prepara scegliendo le fruste e le bacchette necessarie a frustarmi a sangue, con magnanimità concede a Stronzo 1 di soddisfarsi inculandomi.
Quello non se lo fa dire due volte, si mena il cazzo freneticamente fino a farselo venire eretto e mi incula brutalmente e velocemente per cercare il suo godimento in fretta, prima che Irene sia pronta a lavorarmi.
Mi pompa quasi disperatamente per poter arrivare in fretta, ed infatti quello gode riempiendomi il culo di caldo sperma.
Ho appena un istante per riprendermi da quell'atto violento, che Irene dice" Allora ragazzi vi siete divertiti; posso cominciare il mio lavoro".
Stronzo 1 si sfilò rapidamente dal mio culo ed io dissi ad Irene che ero pronta.
Cominciò a frustarmi sulla schiena, mentre stavo a quattro zampe; era molto cattiva ed i suoi colpi mi facevano molto male.
Cambiò più volte strumento, dalla frusta in pelle passo alla bacchette in legno; e poi passò ad una sottile catena metallica, che univa al dolore del passaggio del materiale al colpo che colpiva la carne pesantemente.
Io urlavo e piangevo sotto quei colpi senza pietà; era veramente brava, sapeva farmi soffrire.
Poi si fermò e disse di rigirarmi; io mi misi con la schiena dolorante sul pavimento e la cominciò a massacrarmi il petto e la pancia.
In pochi minuti mi rese un corpo sanguinolento e dolorante; si fermò contenta del suo lavoro, toccandosi, era evidentemente sodisfatta del risultato sulla mia povera carne.
Intanto Stronzo 1 si era toccato guardando il mio martirio, Irene gli concesse di finire di masturbarsi sborrandosi sulle mie piaghe.
Mentre stronzo 1 si divertiva a menarsi il suo cazzo sopra la mio corpo, Irene mi mise i suoi piedi sulla mia pelle martoriata strusciandoli sopra; era una dolorosa carezza, ma piena di un amore sadico che mi faceva entusiasmare di amore masochista verso di lei.
Lei si accese una sigaretta, passando di tanto in tanto la brace sulle mie piaghe, facendomi soffrire ed appagare di queste sue dolorose attenzioni.
Come era cara, a trattarmi così, ero innamorata.
Intanto Stronzo 1 finiva di masturbarsi e scaricava scaricava la sua sborra sul mio corpo.
Irene ne approfitto per far cadere la brace sulle zone coperte dallo sperma e per strusciare tutto quanto sotto i suoi piedi.
Mi sentivo bruciare tutta sotto quei palpeggiamenti, ma mi piaceva; mi sentivo considerata, ovvero sentivo i miei desideri masochisti accontentati.
Irene si alzò di colpo dicendo che doveva vestirsi ed andò in camera da letto; io ero eccitata per tutto il dolore che avevo subito e che provavo.
Avrei voluto masturbarmi ma volevo mantenere la mia eccitazione attiva per ciò che mi sarebbe aspettato dopo.
Mentre Irene si stava preparando agguantai le palle di Stronzo 1 e cominciai a strizzarglierle, quello guaiva per il dolore.
Mi piaceva farlo contocerlo per il dolore, e cercavo nella mano i suoi testicoli per pigiarli nelle dita e farlo strillare sempre di più e farlo agitare sotto le mie mani.
Intanto Irene uscii vestita con i suoi leggings neri, un corpetto verde ed i sandalini che esponevano i suoi bellissimi piedini.
Guardando la nostra attività ci disse di smettere di divertirci perchè si stava facendo tardi; io mollai subito le palle dell'altro stronzo.
Vidi che lei aveva in mano un sacco di iuta; lei mi disse che avrei dovuto indossarlo.
Il sacco aveva un buco per la testa e due buchi ai lati per le braccia, era un corpetto che io indossai subito.
Era ruvido e faceva male sulla carne irritata dalle frustate che avevo subito.
Mi piaceva; quel coso puzzava, era irritante e mi faceva sentire una vera merda.
Irene mi disse di alzarmi e di dirigermi verso la porta, io eseguii; uscimmo e lei mi getto violentemente nel bagagliaio della macchina.
Il viaggio fu terribile ogni scossone mi procurava dolori attraverso il ruvido tessuto di cui ero vestita.
Ma la mia mente era fremente dall'idea di ciò che mi stava aspettando, ed il mio cazzo era sempre più duro.
La macchina si fermò e Irene mi fece uscire a pugni e calci dal bagagliaio, sempre a calci mi avviò verso un fabbricato diroccato.
Lì all'ingresso c'erano altre persone, donne e uomini; salutarono caldamente Irene che con un calcio mi gettò a terra.
Poi quelle persone chiesero se ero io la spazzatura (così dissero); l'espressione mi inorgoglì.
Irene disse di sì e confermò che ero una merda disposta a tutto.
Mentre Irene mi presentava sentii arrivarmi alcuni sputi in faccia, e ancora sentivo colarmi del caldo liquido sul ruvido telo che copriva il mio corpo, senz'altro urina.
Mi sentivo veramente una fogna; ma mi aspettavo senz'altro di più.
Esauriti i convenevoli Irene sempre a calci mi portò all'interno della struttura dove c'erano altre persone.
Avvertii una puzza tremenda ed inequivocabile, una puzza di liquame; l'ambiente era debolmente illuminato da delle lampade e mi resi conto che ero stata porta davanti ad una vasca, o meglio una cavità piena di un liquido nerastro e puzzolente.
Finalmente vidi quello che mi aspettava, e che desideravo; mi sentivo fremere.
Irene mi disse ciò che già sapevo la vasca era stata riempita dai suoi colleghi dei pozzi neri dagli scarichi raccolti nella giornata.
Mentre Irene parlava io mi sentivo sconvolta; fremevo non aspettavo altro che di essere immersa in quello schifo, aspettavo solo quello, le parole di Irene ed i commenti degli astanti erano solo dei flebili rumori annullati dal mio desiderio perverso.
Irene mi fece inginocchiare davanti a quella oscena e puzzolente cavità che mi faceva contorcere per il piacere; mi tolse dolorosamente il ruvido corpetto di iuta e con un calcio deciso mi fece precipitare in quello schifo disgustoso.
Affondai di pancia entrando in quel liquane tiepido sentendolo come un liquido amniotico.
Arrivai fino in fondo della vasca per poi risalire completamente avvolta di quel liquido disgustoso, mi sentivo felice.
Sentii i commenti degli astanti che esprimevano eccitazione, mi rimmersi spontaneamente, mi rotolai emersi.
Vidi alcuni degli uomini e delle donne masturbarsi altri pisciare, nella vasca per aggiungere schifo allo schifo.
Io continuai a fare il "delfino" in quella lordura cercando di accontentare il pubblico entusiasta, ero veramente contenta, felice, per me e per il piacere che procuravo agli astanti con la mia lurida prestazione.
Lo spettacolo andò avanti per molto, mentre io navigavo nel putridume vedevo che alcuni si accoppiavano eccitati; altri si masturbavano.
Venne l'alba e molti astanti se ne erano andati mentre io ero ancora nella vasca; Irene mi disse di uscire, sali sul bordo della vasca e mi accorsi che il corpo bruciava.
Irene mi disse che mi avrebbero fatto una iniezione per prevenire le infezioni; ed infatti poco dopo mi si avvicinò un tizio che mi infilò una siringa nelle natiche e mi iniettò qualcosa dentro.
Poi Irene mi disse che mi avrebbero lasciata lì perchè ero troppo sporca per portarmi via, forse sarebbe tornata più tardi per prelevarmi.
Mi sentii trattata come una vera merda, ciò che effettivamente ero e mentre loro se ne andavano abbandonandomi nuda e lurida cominciai a masturbarmi.
Godetti come una maiala guardando Irene ed il dottore che se ne andavano.
Poi lurida come una fogna mi accasciai in angolo sopraffatta dalla stanchezza e mi addormentai.



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