Dialogo tra Simone e Sonia

In serata arrivò Sonia a trovarci; salutò calorosamente Simone mentre squadrò me con severità, mentre ero accucciata, e un pò intimorita in angolo del salotto.
Sonia si accorse che non avevo la cintura di castità e chiese a Simone perché me l'aveva tolta.
Simone con il suo largo sorriso un pò bambinesco, rispose che aveva voluto darmi un poco di soddisfazione, Sonia in un attimo comprese tutto ciò che era avvenuto e cominciò a rimproverare la povera Simone.
La accusava di essere troppo indulgente, troppo morbida con i desideri, con le voglie dei maschi.
Sonia era veramente inflessibile e dura nella sua ostilità verso il genere maschile.
Mi faceva male il modo in cui trattava la dolce Simone.
Lei pigolando dolcemente, si scusava di questa sua debolezza; sembrava quasi accettare le idee di Sonia come dogmi e sentirsi in colpa per averle violate.
Sonia stava esercitando la sua forte personalità su una ragazza dall'indole più debole.
La cosa mi irritava, perché Simone non meritava questo trattamento.
Mi sarebbe piaciuto intervenire nella discussione e prendere le pari di Simone, ma sapevo benissimo che Sonia mi avrebbe zittita bruscamente.
Sapevo benissimo che per lei io non ero niente; solo un pezzo di carne da utilizzare per i loro scopi.
Comunque Sonia si rese conto di aver esagerato con Simone che aveva gli occhi lucidi; e si addolcii cominciando ad accarezzarla sul volto e mielosamente consolandola per essere stata cos' cattiva con lei.
Simone si riprese subito manifestando il suo largo sorriso.
Sonia le chiese se andava tutto bene lei gli disse flebilmente, con gli occhi lucidi di sì;
"brava Simone, disse Sonia", ma ora fammi un piacere le chiese.
"tutto rispose Simone"; Sonia disse che non poteva vedere quel mio pezzo di carne, quel simbolo del maschio, libero, davanti a lei e chiese a Simone di rimettermi la cintura di castità.
Simone spalancando i suoi occhioni blu mostrò un impeto di felicità, senz'altro contenta di accontentare Sonia con così poco.
Senza dire una parola si diresse velocemente, fremente di accontentare Sonia, verso il cassetto dove aveva conservato la mia "gabbietta", la raccolse e poi mi si avvicino per applicarmela.
Lo fece con dolcezza, senza cattiveria; era proprio dolce.
Sonia si accorse del modo delicato che Simone mi riservava, notai il suo sguardo di severo disprezzo mentre Simone imprigionava il mio cazzo.
Terminata l'operazione Sonia ordinò a Simone di darle la chiave; rimasi atterrita!
Dare la chiave a quella sadica di Sonia voleva dire per me rinunciare per chissà quanto al mio godimento, ero spaventata!
Simone si era resa conto della cosa e prese le mie parti.
Disse "poverino, non potrà più godere; non possiamo essere così cattive".
Sonia rispose cattivamente che non gli importava una sega del mio godimento, e impose imperiosamente a Simone di darle la chiave.
Simone ubbidii servilmente e automaticamente alla forte personalità di quella sadica.
Poi le ragazze si accomodarano sul divano, mentre io rimanevo triste e nuda accucciata nell'angolo del salotto.
Cominciarono a chiacchierare, prima futilmente, poi entrarono negli argomenti più pertinenti.
Sonia pose a Simone la domanda fondamentale, chiedendo come stava andando con Toby.
Il loro tono, la loro chiacchiera erano quelle di due ragazze che parlano di un consueto amante, invece si trattava di un cane.
Simone si entusiasmò alla domanda e fremendo tutta disse che la nuova situazione aveva riavviato il suo rapporto con Toby che sembrava sopito.
Dalle sue parole si evinceva che provava un vero sentimento verso la sua bestia; anche Sonia sembrava contenta dello sviluppo di questo rapporto.
Si rammaricava che avesse dovuto essere un maschio a realizzare questa nuova piacevole situazione per Simone.
Lei la rimproverò per essere così severa nei confronti dei maschi ma Sonia si inalberò per questa critica e Simone abbassò lo sguardo intimorita dalla violenza verbale di Sonia.
Io ascoltavo i loro discorsi, contenta di aver contribuito alla gioia di Simone, ma intimorita dalla violenza verbale di Sonia che sembrava veramente incattivita.
Le due continuarono a chiacchierare a lungo passando da un argomento ad un altro; io quasi mi stavo assopendo, con le orecchie invase dai loro discorsi.
Poi finalmente sentii le ragazze parlare di me; mi risvegliai di colpo.
Simone disse che la eccitava molto vedermi amoreggiare con il suo Toby; e avere un rapporto a tre; Sonia le chiese del piacere che provava e Simone le disse che le piaceva moltissimo questo rapporto multiplo.
Sonia, lesbica convinta, le domandò se le sarebbe piaciuto un rapporto a tre con un'altra donna.
Simone, rimase pensierosa, ma affermò che non le sarebbe dispiaciuto provare una esperienza del genere.
Sonia sembrava entusiasta e le disse che le avrebbe trovato una ragazza per provare un rapporto lesbico insieme a Toby.
Simone si dimostrò disponibile; io mi sentii quasi messa da parte.
Ma non ero gelosa.
Sonia disse che doveva andare via e che si sarebbe fatta viva per farle sapere di questo nuovo approccio.
Uscii, Simone rimase per qualche minuto sul divano pensierosa, poi si avvicinò a me , cominciò ad accarezzarmi le chiappe e poi mi infilò un dito nel culo.
Sembrava contenta, e nello stesso tempo silenziosa e assorta nei suoi pensieri, mentre mi masturbava il culo.
Chissà a cosa pensava quella mente insolita, mentre sentivo il suo dito che violava il mio buco.
Ma ero contenta mi sembrava un gesto di affetto.
Chissà cosa le passava per la testa mentre dimenava il dito nel mio interno.
Non dissi una parola, probabilmente terminati i suoi pensieri mi avrebbe resa consapevole dei suoi pensieri.