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Camille ed i suoi cani arrivano al "Sado Hotel"


di maktero
13.09.2023    |    1.119    |    4 9.4
"Quando io e Serena finiamo il nostro divertimento ci dirigiamo in salotto dove la padrona ci aveva invitati..."
Quando io e Serena finiamo il nostro divertimento ci dirigiamo in salotto dove la padrona ci aveva invitati.
Lì troviamo i due padroni che stanno sorseggiando dei liquori.
Il simpaticone ci dice di sederci in un angolo, noi ci accasciamo in un angolo, seduta fianco a fianco con Serena mi accorgo del suo seno; in genere no ho attrazione per il seno, ma in quel momento quelle tette mi attraevano e cominciai a palpare le puppe di Serena.
Lei mi guardò sorpresa e piacere, dicendomi sottovoce non credevo che ti piacessero le mie tette.
I padroni osservano con curiosità le nostre manipolazioni; poi la padrona si espresse rivolgendosi a suo marito che noi avevamo un intesa e continuavamo a fare cose tra di noi.
Il simpaticone aprendo la sua bocca nel suo caratteristico sorriso, disse " fanno bene a divertirsi tra di loro, fanno un lavoro duro ed hanno bisogno di sfogarsi un poco".
Poi aggiunse " mi piace la loro tenerezza, sono come noi vero amore" rivolgendosi alla moglie.
Lei rispose "Sì caro, sono veramente deliziosi".
Poi propose al marito potremmo fare del sesso insieme a loro, cosa ne pensi.
Io intanto avevo cominciato a succhiare i capezzoli di Serena mentre le strizzavo il seno; con l'altra mano le avevo infilato un dito nella figa che era molto, molto umida.
Il simpaticone alla proposta della moglie rimase a lungo perplesso in silenzio; esprimendosi alfine con una sola parola "Vedremo".
Intanto i padroni continuarono a sorseggiare dei liquori, parlottando tra di loro.
Io intanto continuavo a divertire Serena che comincio ad agitarsi sempre di più, scossa dal godimento della mia mano che le stava la figa e dalla mia bocca che le stava sollecitando i capezzoli.
Quel momento magico, fù interrotto bruscamente dallo squillo di un telefono.
Rispose la padrona, io e Serena come me comprendemmo che quella chiamata era ciò che i padroni si aspettavano.
Divenimmo ansiose, abbandonai la figa di Serena, ma senza evitare di leccare i suo umori che avevano coperto la mia mano.
Poi la baciai, e continuai a baciarla, indifferenti di cosa avveniva nella stanza.
Ci fù un poco di trambusto che ci distrasse, vidi Camille che entrò con un grosso cane nero al guinzaglio.
La padrona la invitò ad accomodarsi sul divano.
Camille si sedette tenendo la sua bestia al guinzaglio; il mio sguardo si puntò inevitabilmente sul cazzo della bestia.
Mi eccitai e cominciai a masturbarmi al pensiero che forse mi avrebbero permesso di accontentare quel pene animalesco.
Serena si accorse di quella attività e del mio interesse e mi guardò con curiosità.
Camille accomodata sul divano venne fatta oggetto di molti piaceri dai padroni casa, le venne offerto da bere che lei accettò.
Prima che cominciassero a parlare Camille sporgendosi verso di me si espresse spassosamente " C'è qui la troia dei cani, la pompinara dei cani, la principessa della zoofilia".
Io mi sentii inorgogliosita da quei complimenti; intanto avverti le mani di Serena che mi avevano perso il cazzo e mi stavano masturbando.
Camille, osservando il movimento, chiese chi è la troia che si sta divertendo con quel succhiacazzi dei cani?
I padroni le disserrò che era solamente la mia compagna di lavoro, ma che tra noi c'era qualche sentimento.
Camille con uno sguardo compassionevole si espresse con una frase sorprendente, dicendo che era contenta che una merda come avesse trovato qualcuna a cui piacessi.
Poi si avvicinò, e mentre Serena continuava a a tenermi il cazzo in mano, Camille mi sputò in faccia; il suo caldo liquido mi parve un vero piacere, mi eccitai di più.
Aprii la bocca invitando Camille a sputarmi ancora.
Lei mi scaricò in bocca il suo salato e delizioso liquido; ero veramente contenta mentre il mio cazzo si ingrossava sempre di più nelle mani di Serena.
Che cominciò a baciarmi unendo la sua saliva a quella di Camille.
Dopo il "saluto" Camille si accomodò sul divano e cominciò a conversare con i padroni.
Loro le confermarono le attività del "Sado Hotel" e della schiava che voleva essere umiliata con un rapporto con i cani.
Camille già avvertita dalle premesse al telefono gli rispose che per poter accontentare le esigenze della schiava aveva portato, Tho,r uno dei cani maschi sessualmente più attivi che aveva a disposizione.
Assicurò ai padroni che Thor poteva sfondare la schiava con il suo cazzo senza nessun limite; che poteva sborrare senza interruzione.
Thor era una macchina del sesso.
Io ero sempre più eccitata da quelle parole e speravo che mi avessero fatto provare le capacità di Thor.
Ma i padroni mi delusero, disserro a Camille porta Thor in corridoio che andiamo a prendere la schiava.
Mi ripresi quando sentii dire a Camille che forse c'era bisogno di me per iniziare il cane.
Fui folgorata, avrei potuto partecipare con Thor all'attività con la schiava.
I padroni dissero va bene, mentre ordinarono a Serena di recarsi in cucina per preparare la cena.
Mentre Serena evidentemente delusa, come mi sussurrò in un orecchio, per non poter partecipare si avviò in cucina.
Io, i padroni, Camille e Thor ci avviammo verso stanza della stronza depravata che aveva richiesto il servizio speciale.
Entrammo nella stanza dove la stronza si contorceva sul suo letto di contenzione.
Quando vide entrare quel gruppo di persone ed il cane comprese il suo destino che aveva cercato e si blocco.
I padroni le dissero crudelmente, abbiamo portato la bestia per il tuo divertimento.
Lei guardò il cane con paura e desiderio insieme.
Le disserro sei disposta a farti sottomettere da un cane?
Lei, dopo una breve esitazione, rispose di sì, sì, si, voleva umiliarsi, degradarsi.







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