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I padroni ci portano al bar


di maktero
20.10.2023    |    409    |    2 9.0
"Il tizio masturbandosi si allontanò probabilmente ubriaco com'era non si rendeva conto nemmeno di cosa aveva fatto..."
Il simpaticone e la moglie ci dicono che stasera passeremo un serata divertente al bar, vicino alla spiaggia, per me e Serena è una sorprendente apertura da parte da parte dei nostri datori di lavoro
Mentre completiamo i lavori domestici e la cura delle schiave nella casa, ci domandiamo cosa ci aspetterà.
Tuttavia non riusciamo a trattenere una certa frenesia per una novità e per qualcosa che poteva interrompere la nostra monotonia.
Sbrighiamo i nostri doveri in fretta entusiasmate dalla serata cha ci aspettava.
Terminati i nostri compiti, a tarda sera i padroni vennero a prenderci, erano vestiti sportivamente, e scalzi e ci dissero di uscire di casa e di avviarci.
Noi rimanemmo un poco interdette perchè eravamo nude; i padroni compresero il nostro imbarazzo, ma ci assiccurarono che il bar poteva essere raggiunto passando dalla spiaggia e che nessuno si sarebbe scandalizzato per i nostri corpi nudi.
La padrona espresse un lascivo commento "Beh non sarebbe mica male abbandonarle nude nel centro del paese".
Sentendo quelle parole mi eccitai; voltandomi verso Serena vidi anche nel suo volto un certo entusiasmo per l'idea.
Mi espressi, cercando di equilibrarmi tra i miei desideri di esibizionista e stimolando i desideri dei padroni dicendo: "Siamo nelle vostre mani, fateci fare ciò che più vi piace".
I padroni si misero a ridere evidentemente avendo identificato il mio tentativo di imporre il mio desiderio.
Poi mi diedero un calcio nei coglioni, e senza esitazioni ci dissero seguiteci stronze.
Ci avviammo camminando lungo la spiaggia, i padroni davanti e noi dietro.
Dopo poche decine di minuti arrivammo al bar.
L'ingresso dei due padroni venne accolto da un coro entusiasta di commenti da parte degli astanti.
Entrando vedemmo diversi uomini e donne che seduti davanti ai tavolini del bar od al banco avevano davanti a loro bicchieri con liquori.
Sembravano già brilli e continuarono d esprimersi in commenti rumorosi e sguaiati, mentre entravamo.
Ci accorgemmo che molti sguardi e molti commenti erano concentrati verso di noi, ed apprezzavano i nostri corpi nudi.
Ero contenta di sentire quei commenti, sia pur volgari (anzi per questo più piacevoli), che magnificavano il mio corpo, il mio cazzo, e credo che anche Serena apprezzasse gli analoghi volgari giudizi.
Si prospettava una bella serata, senz'altro io e Serena avremmo dovuto accontentare quegli ubriaconi, ed io ero già fremente a pensare a tutti i cazzi che avrei potuto succhiare.
Anche Serena aveva uno sguardo splendente, senz'altro stava avendo il mio stesso pensiero e si stava entusiasmando anche lei.
Uno degli astanti si avvicinò al padrone per dirgli qualcosa, ma io non fui in grado di capire che cosa si dicessero.
Una coppia mi prese da parte, e mi chiese, con indifferenza, come ti chiami, mentre stavo rispondendo l'uomo si calò i pantaloni, la donna gli prese il cazzo in mano e mi chiese "ti piace il suo cazzo".
Io guardai il suo pene stretto tra le mani della donna e dissi che "era meraviglioso e che volevo adorarlo".
La donna mi disse " Datti da fare troia", io presi in bocca quel magnifico pezzo di carne semi moscio, tra le mani della donna,e cominciai a succhiarlo fino a fargliero diventare duro.
Sentii i commenti di lei che elogiavano la mia capacità di pompinara.
Nel frattempo si avvicino un altro tizio con il cazzo in mano, ed io guardando negli occhi la coppia precedente, per cercare la loro approvazione, che arrivò in un battito di ciglia cominciai succhiare anche il nuovo cazzo.
Non era molto grande ma lo feci espandere nella mia bocca con sapienti succhiate e leccate; finchè la durezza della sua asta e della sua sua cappella accontentarono la mia bocca.
Ero felice di sentire quella carne soda nella mia bocca; poi quando ritenni di averlo arrapato abbastanza ritornai al cazzo del tizio precedente deliziandolo con la lingua.
Sentivo la sua cappella dura nella mia bocca: quanto mi piaceva, il mio cazzo si stava arrapando e mi toccavo.
Mentre mi alternavo trai due cazzi avvertii due mani ruvide, senz'altro maschili che stavano accarezzando il mio culo.
Senz'altro qualcuno stava provandomi; sentii delle dita passandomi sul culo ed una entrarmi dentro per sondare la mia disponibilità.
Poi sentii un cazzo entrarmi nel culo.
Fu molto violento m io ero così larga da non opporre nessuna resistenza a quella penetrazione.
Lo sconosciuto mi inculò violentemente mentre io continuavo a spompinare i due tizi di prima.
Lo sconosciuto mi arrivo presto nel culo, riempendomi il retto della sua divina sborra, ed io mi affrettai a spompinare gli altri due, perchè volevo gustare al più presto il sapore della loro sborra.
Fui brava e gli feci arrivare uno dopo l'altro, facendomi riempire la bocca del loro speme uno dopo l'altro.
Mi adagia terra, entusiasta, ma stanca, sentendo le voci sguaiate di quegli ubriaconi che avevano continuato a bere e che dopo aver utilizzato me, vedevo che stavano lavorandosi Serena.
Sdraiata per terra cominciai a masturbarmi; qualcuno di quegli stronzi si accorse di me, ed esprimendo qualche frase incomprensibile mi mise il culo davanti alla bocca.
Gli leccai il buco del culo, e le palle che pendevano davanti alla mia faccia, poi dopo aver sentito alcune sue frasi inconsulte, sentii le sue chiappe distendersi, realizzai che era pronto a far uscire il contenuto del suo intestino.
A destinarlo verso la mia bocca.
Seguì i movimenti del suo ano che si apriva e chiudeva per espellere il suo amaro dono verso la mia bocca.
Io aprii il più possibile la mia bocca per accogliere il suo amaro dono.
Che arrivò qualche istante dopo.
Cominciai ad accogliere quel rifiuto come un dono e cercai di assaporalo al meglio.
Il tizio masturbandosi si allontanò probabilmente ubriaco com'era non si rendeva conto nemmeno di cosa aveva fatto.
Finii di ingoiare quella merda, mentre l'ambiente si stava scaldando sempre di più.
Le persone erano sempre più brille ed era diventata una vera orgia in cui tutti scopavano tutti.
Io e Serena eravamo le prede principali e ricevavamo cazzi in tutte le maniere possibili.
Eravamo sottoposte ad ogni oscenità e venivamo riempite di sborra e di piscio e cagate in bocca; i tizi ormai avevano perso ogni controllo.
In un momento di lucidità i nostri padroni ci portarono via, ma non ci portarono verso casa, vogliosi nella loro ebbrezza verso l'alba ci trascinarono coperte di piscio, merda e sperma, verso un parco della cittadina balneare.
Noi eravamo veramente intontite da quanto avevamo subito e no ci rendevamo conto di ciò che ci stava succedendo.
Ci abbandonarono lì ne parco ridacchiando e se ne andarono.
Io e Serena ci ritrovammo, nude coperte di ogni sorta di schifezza abbandonate in un parco pubblico.
Eravamo sfinite, non c'è la facevamo più, e ci addormettammo esauste.
Ci sveglio, il sole ed il brusio attorno a noi.
Quando aprimmo gli occhi vedemmo un mucchio di persone che ci guardavano con sguardo interrogativo.
Qualcuno ci chiese se avevamo bisogno di aiuto, se doveva essere chiamata la polizia.
Ma noi rispondemmo che andava tutto bene, invettammo un sacco di scuse, lasciando perplessi i testimoni.
E poi ci avviammo nude coperte di merda verso la casa dei padroni.
Mentre correvamo io ero eccitata e e toccavo il mio cazzo, avevo scoperto che mi piaceva moltissimo quella situazione.
Anche Serena si toccava, evidentemente anche quella poca si eccitava e godeva dal correre nuda in mezzo al paese.


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