The balbusting party; il divertimento delle sadicone

Io ed A pervasi da un certo sentimento finimmo per fare l'amore.
Io la penetrai dolcemente assecondando le sue sensazioni e montandola seguendo le sue sensazioni; mi piaceva manovrare il cazzo nella sua figa provocandole sensazioni piacevoli che le provocavano convulsioni corporee che cercavo di contenere abbracciondola amorevolmente.
Lei, muta, riusciva ad emettere dei rari gemiti sordi, ma la sua faccia ed i movimenti del suo corpo e la sua figa che diveniva sempre più dolce ed umida mi facevano capire che la stavo accontentando.
Sotto i colpi delicati e sapienti del mio cazzo si agitò sempre di più pervasa dal piacere.
Io ero perplessa, mi sovvenne il pensiero di perchè ero capace di far godere così tanto una donna?
Ma in quel momento i molti quesiti che affollavano improvvisamente la mia mente su questo tema, lasciarono il campo all'impegno pratico di far godere quella ragazza, che in fin dei conti amavo ed a cui volevo dimostrare il mio amore.
Ebbe diversi orgasmi, gemendo anzi ululando con la sua bocca muta.
Ero contenta di averla sodisfatta, a questo punto toccava a me e non ci volle molto; pochi colpi nella sua delicata figa e sborrai come un maiale innondandola di sperma.
Ci sdraiammo sul letto uno accanto all'altra come due amanti.
Dopo una mezz'ora la porta della camera si spalancò era Luisa che mi disse bruscamente e distrattamente che le "ospiti" erano arrivate e che volevano divertirsi.
Dopo quella prima frase, obbligatoria; Luisa ammorbidi il suo sguardo e guardandoci capì cosa avevamo fatto.
Sorrise sarcasticamente, dicendo vi siete divertiti?
Il suo sorriso mentre si esprimeva così aveva una espressione piacevole; era senz'altro contenta di ciò che aveva capito.
E sadicamente , crudelmente aveva concepito un pensiero terribile per me ed A.
Infatti freddamente, si espresse rivolta ad A , che tra poco, le mie palle ed il mio cazzo sarebbero stati così massacrati, che forse non sarei più stata capace di accontentarla.
Evidentemente stava esagerando, anche se mi aspettavo dei trattamenti estremamante crudeli per i miei coglioni, di certo non mi avrebbero castrata.
A sembrava preoccupata; Luisa le sorrise come per rassicurarla.
Poi Luisa mi impose di avviarmi verso il salotto.
Mi avviai a quattro zampe e quando entrai in salotto venni accolta da un tripudio di urla e strepidii.
Le ragazze avevano già bevuto molto ed esplosero vedendomi, ma soprattutto osservando i mie coglioni destinati ad essere massacrati per il loro piacere.
Luisa mi ordino di buttarmi a schiena in giù; non feci in tempo ad ubbidire che mi arrivò un violento calcio nei coglioni che mi fece contorcere per il dolore, senti la voce di Luisa che chiese alle ragazze di regolarsi.
Ma il suo invito non fu sentito, mi venne urlato di allargare le gambe e di esporre le mie palle.
Cominciarono a colpirmi, non sò chi, i colpi arrivavano continuamente, il dolore mi faceva contorcere e rinchiudere istintivamente le gambe.
Mani spietate mi allargavano gli arti con forza per esporre quella che era diventata una materia di sofferenza desinata al piacere di quelle lesbiche sadiche.
Avevo gli occhi pieni di lacrime per il dolore: quelle stronze sadiche non erano mai contente e continuavano a colpirmi incessantemente.
Erano veramente brave; mi stavo eccitando per il dolore; le troie se ne accorsero e cominciarono a stringere la mia asta del cazzo dura piegandola in maniera dolorosa.
Mentre soffrivo notai lo sguardo di A; non seppi interpretarlo.
Provava pietà per me o cosa altro?