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L'AMICO DI GIOVANNA


di maktero
30.01.2023    |    2.012    |    0 8.0
"Ci chiese se era vero che mangiavamo la merda dei cani, che bevevamo il loro piscio e che in generale ingoiavamo la merda ed il piscio degli umani..."
Ero stata alla posta a pagare le bollette e rientravo a casa; aperta la porta vidi Luisa che stava facendo un pompino ad uno dei cani.
Mi eccitati andai a spogliarmi velocemente e mi unii a Luisa.
Soddisfaccemmo con la bocca e con il culo i cani che si placarono.
Anche io e Luisa ci placammo masturbandoci; poi ricordai a Luisa che nel pomeriggio sarebbe arrivata Giovanna con il suo amico.
Ripresici dall'estasi ci dedicammo alle attività di casa, archiviammo le bollette, facemmo delle pulizie, organizzammo un frugale pranzo.
Ci facemmo una doccia, curammo la nostra depilazione, ci lavammo i denti e ci clisterizzammo profondamente per presentarci pulite al cazzo che ci avrebbe dominate.
Eravamo tutte piene di frenesia in attesa di questo uccellone che stava arrivando.
Giovanna non ci aveva detto molto su di lui e i suoi interessi, su cosa gli piaceva!
Si sarebbe accontentato di scoparci; ci avrebbe torturate; avremmo dovuto ingerire i suoi rifiuti organici; aveva altre fantasie!
Questi argomenti alimentarono i nostri discorsi cinguettosi mentre ci preparavamo al pomeriggio.
Alle quattro, ora dell'appuntamento eravamo pronte; ed esattamente in quell'ora squillò il campanello; aprimmo, inquiete e nervose.
Lasciammo la porta aperta e ci inginocchiammo nude al centro del salotto, dopo qualche minuto si presentò Giovanna con un borsone in mano, subito dietro di lei apparve un giovane sui trent'anni.
Piuttosto piacevole ma non una eccellenza.
Giovanna chiuse la porta, posò il borsone e fece le presentazioni, ci indicò il maschio come Marco e indicò noi semplicemente come le troie.
Questa umiliante presentazione ci fece piacere, io e Luisa ci scambiammo uno sguardo di intensa complicità.
Giovanna assunse il compito di padrona di casa; invitò Marco a sedersi sul divano; lei si tolse i sandali e la maglietta rimanendo a seno nudo e si accomodò accanto a Marco.
A quel punto Marco parlò; ci chiese di alzarci e di mostrare il nostro corpo; ci ordinò di alzare le braccia e di appoggiarle sulla nuca e di ruotare lentamente per farci vedere.
Noi ubbiddimmò immediatamente muovendoci sensualmente, io cominciavo ad eccittarmi per quella esposizione, come di una vacca al mercato.
Il mio cazzo divenne eretto e Marco fece un apprezzamento volgare per quella manifestazione di entusiasmo.
Apprezzai quel commento, chiedendomi però se Marco era una persona grossolana oppure se la sua era una espressione volutamente brutale per rimarcare crudelmente il mio stato di depravata.
Marco ci chiese di fermarci, nude davanti a lui.
Poi ci disse che Giovanna gli aveva raccontato molto di noi, di quanto fossimo depravate e che lui era molto attratto dalle nostre attività insolite.
Ci fece delle domande, il cui evidente scopo era quello di umiliarci mentalmente; ma a me, e penso anche per Luisa, ci fece da ulteriore stimolo.
Ci chiese se davvero ci facevamo inculare e se spompinassimo i nostri cani, noi rispondemmo di sì.
Lui ci chiese quanto ci piacesse ad essere così schifose, noi rispondemmo che la cosa ci eccitava moltissimo.
Ci chiese se era vero che mangiavamo la merda dei cani, che bevevamo il loro piscio e che in generale ingoiavamo la merda ed il piscio degli umani.
Noi rispondemmo che ci piaceva moltissimo, perchè amavamo degradarci, e perchè poi ci dava veramente piacere ingoiare tutte quelle cose.
Lui si espresse con delle offese pesanti nei nostri confronti; noi eravamo sempre lì davanti a lui, nude con le nostre mani dietro alla nuca che subivamo i suoi insulti.
Marco cominciò a spogliarsi, si tolse le scarpe, la magliettina e i pantaloni mettendo in evidenza una grossa erezione.
Cominciò a baciare Giovanna accanto a lui, lei ricambiò, gli prese il cazzo in mano e cominciò a masturbarlo.
Dopo qualche istante Marco chiese a Giovanna se c'era un posto in cui stare più comodi.
Lei gli indicò la camera da letto, lui si alzò dicendo a Giovanna di andare lì ed ordinando a noi di rimanere lì immobili come eravamo.
I due si allontanarono in camera da letto, lasciarono la porta aperta e noi cominciammo a sentire i rumori di una coppia che amoreggia.
Dopo un pò i rumori terminarono.
Passò qualche altro minuto e poi la voce di Marco ci ordinò di entrare, ci muovemmo mantenendo le mani sulla nuca, entrammo in camera da letto e marco ci ordinò di sdraiarci.
Poi disse a Giovanna di scaricarsi sulla nostra bocca, lei si mise prima sopra di me e fece colare sulla mia bocca il contenuto della sua figa, lo sperma di Mario insieme ai suoi fluidi.
Si arrestò solo per spostarsi sulla bocca di Luisa per colare su di lei quanto rimaneva nel suo utero; vidi che vi aggiunse un lungo fiotto di piscio che io guardai con invidia per non averlo ricevuto anch'iò.
Davanti a quello spettacolo Marco era chiaramente eccitato e disse a Giovanna di ocuparsi del suo cazzo, lei rispose subito al suo richiamo, saltò sul letto e cominciò a laorare il cazzo di Marco, prima con le mani e poi con la bocca.
Marco mugulando ci disse che voleva farci vedere chiavare dai cani.
Allontanò bruscamente Giovanna dal suo cazzo, si alzò dal letto e si dirresse in salotto dicendoci di seguirci.
Lui si accomodò sul divano, e disse a Giovanna di fare altrettanto, lei si accoccolò accanto a lui.
Noi ubbidendo alle sue richieste invitammo cani ad allontarsi dalle loro cucce; cominciammo a stimolarli masturbando i loro cazzi con le mani e con la bocca.
Poi quando i loro uccelli rossi erano diventati enormi per l'eccitazione ci mettemmo in posizione a quattro zampe per farci inculare.
Le bestie cominciarono a pomparci il culo sotto gli occhi sorpresi ed eccitati di Marco, che forse fino a poco prima era incredulo delle nostre capacità.
Mentre i cani ci inculavano, Giovanna masturbava delicatamente, dolcemente il cazzo di Marco e gli leccava i cappezzoli.
Io ero contenta di mostrare quello spettacolo bestiale, penso che lo stesso valesse per Luisa; che sentivo gemere profondamente per il godimento.
Quando le bestie ebbero ottenuto il loro piacer ci lasciarono.
Arrivato il momento di calma; Marco ci disse che mai avrebbe infilato il suo cazzo nelle nostre bocche o nei nostri culi dove entravano gli uccelli dei cani.
Io mi sentii deluso perchè avrei proprio voluto gustare il suo cazzo; penso che lo stesso valesse per Luisa.
Poi lui si alzò dal divano ci disse di sdraiarci e ci pisciò addosso; accolsi il suo piscio caldo sul mio corpo con estremo piacere.
Mentre ci pisciava addosso disse che da lui avremmo avuto solo quello, piscio e merda, perchè noi non meritavamo niente di più.
Quelle parole mi riempivano di piacere, mi facevano sentire veramente una schifezza ed era proprio quello che volevo.
Poi si fece fare un pompino da Giovanna, una volta arrivatò si rivestì e se ne andò senza dire una parola.










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