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La mia seconda giornata al "Sado Hotel"


di maktero
04.09.2023    |    479    |    3 9.2
"Riprendendosi dall'eccitazione e ritornando alla realtà Serena, mi disse che forse avremmo avuto un pò di tempo per noi più tardi..."
Serena mi svegliò, accarezzandomi dolcemente il culo; uscii dai miei sogni con quel sottile tocco sulle mie chiappe.
Evidentemente quella troia doveva essere attratta dal mio culo, mi piaceva essere oggetto di quelle attenzioni e volevo parlarne con la ragazza.
Ma ancora intontita dal sonno non riuscii a pronunciarmi ed a malapena cominciai a comprendere le parole di Serena che mi diceva che dovevo occuparmi del bagno dei padroni mentre lei si sarebbe occupata della loro colazione.
Ci misi un pò a comprendere i comandamenti, ma mi uscendo gradualmente dai vapori del sonno compresi appieno ciò che mi era stato detto.
Mi avviai come un automa verso il bagno dei padroni e con stracci e spugne lo resi lucido e pulito pronto per i loro bisogni.
Raggiunsi Serena in cucina dove stava preparando la colazione per i padroni da servire a letto.
Le dissi che anch'io avevo fame; lei mi rispose che anche lei era affamata e che stava mangiucchiando qua e là quello che era in cucina.
La imitai e raccolsi qualcosa da mangiare qua e là; Serena mi osservava con attenzione e poi mi disse che dovevo pulire il corridoio; spazzare e passare lo straccio.
Poi avrei dovuto pulire la "Sala Giochi" anche lì scopa e straccio e da fare prima che i padroni cominciasserò ad utilizzarla per lavorare gli schiavi.
Poi avrei dovuto fare servizio nelle stanze degli ospiti per ripulire il vomito che senz'altro avevano prodotto durante la nottata.
Poi la puttana mi avvisò che oggi era il giorno di fine pena per una delle ospiti, e che quindi avrei dovuto pulire il bugliolo posto sotto al suo letto di contenzione.
Ero frastornata da tutti questi impegni; con la testa confusa cominciai a pulire la "Sala Giochi".
Puzzava di sofferenza e sudore, mi diedi da fare con scopa e stracci per pulire la polvere e le macchie di urina e sangue lasciate dagli utenti.
Passai al corridoio e pulii a fondo anche quello; sentii il bisogno di andare al bagno e mi recai al cesso a scaricarmi.
Il locale destinato a noi dipendenti non aveva porta, era piccolo e dotato di un bagno alla turca, era sporco e puzzolente, senz'altro non veniva lavato da chissà quando.
Mi accosciai sul cesso coperto da pezzi di merda secchi e freschi e cagai e pisciai, cercai la carta igienica ma mi accorsi che non c'era mi pulii con con le dita e poi con le mani sporche di merda provai a pigiare il bottone dello sciacquone, che era lurido di pezzi di merda pregressi.
Lo sciacquone emise un debole flusso di acqua che ripulii appena la mia merda che avevo fatto.
Mi lavai le mani nel lavandino, con la sola acqua visto che non c'era sapone e siccome non c'erano asciugamani o salviette per asciugarmi le mani rimasi con quelle umide.
Uscendo dal cesso vidi Serena che mi invitò a seguirla; mi avvicinai a lei e mi disse che durante la liberazione di una schiava dovevamo essere presenti.
Entrammo nella stanza dove c'erano già i padroni che cominciavano a togliere i legacci dalla troia.
Lei piangeva, mentre la liberavano, le altre stronze legate ai letti guardavano con interesse; evidentemente riflettevano sulla loro liberazione e come si sarebbero comportate loro.
La stronza venne messa a sedere sul letto, dopo tre giorni di immobilità su quel letto era rigida ed ogni movimento le procurava dolore.
Venne fatta sollevare in piedi e con difficoltà cominciò a percorre pochi passi; gemendo, le altre schiave guardavano quella scena con sguardi brillanti evidentemente eccitate.
Anch'io cominciavo ad eccittarmi ed appoggiai il mio cazzo semiduro sulla bocca della schiava sdraiata davanti a me.
Quella sembrava contenta di prendere in bocca un cazzo e cominciò a leccarmelo avidamente.
Io cominciai a strizzarle i capezzoli, Serena dietro di me che aveva visto la situazione cominciò a toccami il culo; era evidente che aveva aveva una vera passione per il mio culo.
Mentre la troia liberata cominciava a riprendere i suoi movimenti anche i padroni si accorsero della mia attività, fecero una inaspettata espressione entusiastica e mi invitarono ad accontentare la troia sdraiata.
Poi rivolgendosi verso la masochista appena liberata la invitarono ad uscire; lei si allontanò dalla stanza con i due padroni al seguito.
Mentre la vacca sul letto continuava a spompinarmi chiesi a Serena dove andavano, lei mi rispose che era una prassi che dopo la liberazione di una schiava, il padrone l'avrebbe portata in "Sala Giochi" per divertirsi.
Intanto il mio cazzo si stava facendo sempre più duro sotto le succhiate della troia e il tocco di Serena sulle mie chiappe mi faceva eccitare sempre di più.
Oramai con il cazzo allo spasimo sborrai nella bocca della troia e mentre riempivo la sua bocca di sborra mi guardò con occhi sfavillanti, come se le avessi fatto chissà quale regalo.
Mi scossi il cazzo facendo gocciolare le ultime gocce di sperma nella bocca della troia.
E poi con indifferenza mi allontanai da lei mentre Serena continuava a toccarmi il culo.
Era arrivato il momento di chiederle qual'era la sua attrazione verso il mio culo.
Fui esplicita e le chiesi "ti piace il mio culo".
Lei mi rispose altrettanto francamente mi piace il tuo culo, sono affascinata dalle tue chiappe, dal tuo buco, da quando sei arrivata non penso ad altro, sono una feticista dei culi maschili ed il tuo è splendido ed io impazzisco solo a vederlo.
Lei mi disse che avrebbe voluto sempre accarezzarlo, leccarlo e magari penetrarmi era eccitata dal mio culo.
Mi sentii gratificata da tale attenzione e le dissi che poteva fare quello che voleva con il mio culo.
Lei spalancò gli occhi per la risposta; si sciolse in parole di eloquio per la mia disponibilità.
Io quasi mi commossi.
Riprendendosi dall'eccitazione e ritornando alla realtà Serena, mi disse che forse avremmo avuto un pò di tempo per noi più tardi.
Ma che ora dovevamo pulire la postazione della troia che era sta congedata, dovevamo pulire il letto dalla tracce di vomito e svotare il bugliolo dalla sua merda e piscio accumulata nei vari giorni di prigionia.
Poi dovevamo preparare il pranzo per i padroni e la sbobba per gli schiavi residenti.
Io ero un pò delusa quando avremmo avuto un pò di tempo per noi?
Lo dissi a Serena e le mi rispose troveremo un pò di tempo per il nostro divertimento.
Mi misi al lavoro, pulii con la spugna il letto liberato; portai via il bugliolo pieno di piscio e di merda e lo scaricai nel nostro cesso lurido.
Finii di svotarlo con le mie mani nude arricchendo di merda secca e fresca la turca; provai a tirare lo sciacquone che emise solo un rivolo di acqua.
Il nostro cesso si arrichì di ulteriore sporcizia.
Ero eccitata, tutto quello schifo mi piaceva, andai a cercare Serena.
La trovai in cucina dove stava preparando il pranzo per i padroni, mi presentai a lei con il mio cazzo eretto.
Lei vide la mia eccitazione ma con sguardo rassegnato mi disse che era impegnata a cucinare e che non poteva accontentarmi al momento.
Mi suggerrii di farmi soddisfare da qualcuno degli ospiti.
Io rimasi un poco delusa, avrei voluto avere un rapporto anale con Serena.
Sentivo il mio buco del culo caldo e volevo essere penetrata.
Andai nelle stanze degli ospiti l'unico maschio era la frocia Mirian, a quanto pare era appena passata dalla "Sala Giochi", e riportata al suo letto.
Si lamentava e si agitava per le torture subite nella "Sala Giochi", aveva il cazzo imprigionato da una gabbietta.
Non era utile al mio desiderio; volevo un cazzo in culo, accidenti! Volevo sentire dentro un organo maschile.
Corsi in "Sala Giochi", sapevo che il simpaticone e sua moglie stavano maltrattando qualcuna.
Le urla che provenivano da quella stanza senza porta erano inequivocabili.
Arrivai lì mentre i due stavano frustando una schiava sue erano le urla che avevo sentito.
Mi buttai a terra e come una merda disperata dissi che avevo voglia di cazzo.
Il simpaticone e la moglie rimasero sorpresi, guardandomi con occhi stupefatti.
La moglie fù la prima a parlare dicendo "la troietta ha voglia di cazzo; è nuova accontentala amore".
Il simpaticone guardo l a moglie con uno sguardo accondiscendente, e rispose che aveva ragione, bisognava dare un pò di contento alla nuova venuta.
Mentre la moglie continuava a frustare la troia il simpaticone mi spinse verso un lato della stanza dove c'era un divano.
Mi infilò il suo cazzo semieretto in bocca ed io mi sentii felice di prendere quel pezzo di carne in bocca.
Cominciai a succhiarlo con devozione e cura facendolo divenire veramente duro.
Lui si sfilò dalla mia bocca mi ribaltò con violenza mettendomi prona sul divano e poi cominciò ad incularmi.
Sentii quel pezzo di carne entrarmi dentro come un regalo; mi penetrò a fondo, mi liberai in un lungo respiro di contentezza; finalmente sentivo un bel cazzo nel culo.
Il simpaticone cominciò a pomparmi mentre sentivo le parole di incitamento della moglie che diceva "incula quella troia, sbattila, sfondala".
Lui di certo non si faceva incoraggiare, mi sbatteva con il suo durissimo cazzo nel culo come una troia.
Ero felice quel cazzo che mi sfondava il culo era la mia felicità, poi mi arrivò dentro innonddandomi della sborra di maschio.
Mi masturbai dopo quell'evento così piacevole; la moglie raccolse il mio sperma e lo spase sulle piaghe della schiava che stava frustando.



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