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In attesa di Camille al "Sado Hotel"


di maktero
11.09.2023    |    365    |    2 9.3
"Come mi piaceva quell'attenzione di Serena; in quel momento di intimità mi sentivo in vena di confidenze e le dissi che sarebbe arrivata Camille con i suoi cani..."
Mi hanno fornita di un telefono cellulare con cui chiamare Camille.
Sono inginocchiata, ovviamente nuda, in mezzo al salotto dei padroni.
Pigio i tasti per fare il numero di Camille; l'apparecchio squilla diverse volte, poi finalmente mi risponde la voce gentile della ragazza padrona dei cani.
Le dico sono Giulia e che ho bisogno di lei e dei suoi cani.
Lei con voce dolce e perversa mi dice, hai bisogno del cazzo dei miei cani, troiona zoofila?
Io mi emoziono a sentire quelle parole, e trattenendo il respiro per controllare la mia eccitazione, le dico che non aspetto altro da un pò di tempo non ho relazioni zoofile, e che effettivamente mi sto eccitando al pensiero del cazzo dei suoi cani.
Sei veramente una porca, mi rispose lei, dimmi quando vuoi e ti porto tutti i cani per sfondarti quel culo da troia schifosa.
Mentre cominciai a toccarmi per la prospettiva che mi veniva esposta, le risposi che la avevo chiamata per una situazione più complessa.
Le spiegai che ero stata venduta come schiava in una struttura di trattamento di masochisti e masochiste.
E che una delle ospiti voleva provare il sesso con i cani.
E siccome io avevo esperienze nel genere mi era stato richiesto di chiamarla per vedere se poteva fornire le bestie per iniziare la schiava a questa pratica.
Camille, rimase a lungo in silenzio, poi mi disse, ti stai toccando schifosa sento il movimento al telefono e il tuo sfiatare.
Risposi di si che mi ero eccitata pensando a lei ed ai suoi cani.
Sei veramente una schifosa, mi rispose ridacchiando; continua a masturbarti stronza, mi disse,
E passami qualcuno li vicino a te che comanda.
Io passai il telefono al simpaticone che comincio a chiacchierare con Camille.
I due si intesero immediatamente, parlando piacevolmente e ridacchiando.
Io intanto continuavo a masturbarmi leccando i piedi del simpaticone.
Parlarono a lungo mentre io godevo a leccarli i piedi, poi lui concluse la comunicazione e accorgendosi che gli stavo leccando i piedi mi disse continua ed arriva.
Non ci misi molto per quanto ero eccitata, a parte la situazione contingente in cui stavo leccando i bellissimi piedi del padrone, pensavo al fatto che Camille sarebbe arrivata con le sue bestie che avrei dovuto accontentare.
Con questi pensieri sborrai abbondantemente; il simpaticone mi disse pulisci la sporcizia che hai fatto, poi torna ad occuparti delle tue mansioni.
Più tardi arriverà la tua amica zoofila.
Io ripulii tutto con attenzione e lena; ero infervorata dall'idea di rivedere Camille e le sue bestie.
Finito il lavoro in salotto raggiunsi Serena in cucina dove stava preparando la cena per i padroni; quella per gli ospiti era già pronta stava in secchio.
Serena mi disse prendi il secchio e vai a nutrire quelle merde.
Io presi il contenitore ed un mestolo e cominciai il mio servizio, prima nella Stanza 1; raccolsi con il mestolo il contenuto schifoso del secchio e cominciai a nutrire a la prima schiava.
Poi passai alla seconda e cos'ì via.
Una delle schiave cominciò a vomitare, imitata dalle altre.
Era la prassi lo schifo che gli facevamo ingoiare era disgustoso di per se e la sofferenza che quelle troie provavano contribuivano a rigettare il cibo che gli offrivamo.
Quando passai alla Stanza 2, incontrai la pervertita che aveva richiesto il trattamento eccezionale.
Cominciai ad ingozzarla mentre lei sembrava godere sia per il dolore della sua posizione, sia per essere essere ingozzata da quello schifo con cui la stavo nutrendo.
Contrariamente alle altre ingoiò la schifezza senza vomitare.
Era veramente schifosa!
Mi disse vi state dando da fare per farmi chiavare dai cani?
Le risposi, ovviamente di sì, e che presto sarebbe divenuta una schiava dei cani.
Lei cominciò ad contorcersi per l'eccitazione .
Non volevo masturbarla, era già molto eccitata per conto suo e volevo vedere se riusciva a godere senza nessun'altro stimolo.
La sua figa sembrava già piena di liquido biancastro che colava sul suo letto.
Faceva veramente schifo; era veramente una depravata.
Passai a nutrire la schiava nel letto accanto, che vomitò la sbobba ignobile.
La porca accanto mi disse infoiata farmi ingoiare il suo vomito; fammelo mangiare ti prego.
Non fui sorpresa più di tanto da quell'uscita della maiala, l'avevo già considerata come una schifosa eccezionale.
Raccolsi il vomito con le mani e lo versai in bocca alla schifosa che mi guardava con occhi di apprezzamento; il suo volto dimostrava una vera gratitudine per il mio servizio.
Mi ero eccitata e cominciai a masturbarmi finchè non scaricai la mia sborra in quella fogna di bocca; la lasciai così a finire di ingoiare tutto il putridume che le era stato riversato in bocca.
Raggiunsi Serena in cucina dove lei mi disse atona, prendi il vassoio li sul tavolo mentre io prendo la zuppiera.
Ci avviammo verso la sala da pranzo dei padroni, Serena con la zuppiera ed io con il vassoio dei secondi.
Servimmo i padroni, che cominciarono a godere della loro cena.
Ci ritirammo in cucina per preparare il dessert.
Intanto noi affamati spiluccavamo qua e la i resti della preparazione delle portate.
Servimmo il dessert ai signori e portammo via i piatti con i loro avanzi su cui ci avventammo affamate come eravamo.
Preparammo loro il caffè ed i pasticcini con cui finirono la cena.
Noi finimmo di sparecchiare e di mangiare ogni avanzo.
I nostri stomaci erano parzialmente soddisfatti, e Serena sempre attratta dal mio culo cominciò a toccarmelo mentre lavavamo i piatti.
Come mi piaceva quell'attenzione di Serena; in quel momento di intimità mi sentivo in vena di confidenze e le dissi che sarebbe arrivata Camille con i suoi cani.
Lei mi chiese questa troia di Camille; esprimendosi con un tono di gelosia, che mi fece molto piacere.
Insomma questa troia di Camille ti farà inculare dai suoi cani,; aveva un tono arrabbiato.
Le risposi che mi aspettavo di essere inculata dai cani e di spompinarli.
Ma Camille era stata chiamata per accontentare la nuova ospite.
Serena, irritata mi infilò un dito nel culo con violenza, colsi una irritazione nel suo modo di fare e le chiesi cosa ti turba, cosa non ti piace.
Lei tolse la mano dal mio culo ed abbassò lo sguardo, dicendo non lo so, sono confusa.
Da quando ieri mi hai parlato di questa storia con i cani non comprendo più me stessa.
Io le risposi cosa non ti torna; i padroni hanno fatto una richiesta, ed io mi sono sentita obbligata a soddisfarla.
Non so mi disse lei vederti chiavare dai cani mi fa effetto.
Le dissi che ero abituata a fare sesso con i cani da molto tempo e che non c'era niente di cui turbarsi; anzi, le dissi che speravo che a lei sarebbe piaciuto.
Serena timidamente, rispose, sì questo è il volere dei padroni così dev'essere.
Comprendendo i suoi dubbi, la baciai in bocca, per farle sentire la mia sicurezza.
Lei accolse la mia lingua con piacere, agguantai la sua figa che stava inumidendosi, ma in quel momento si affacciò la padrona che ci disse di raggiungerla in salotto.
Vedendo il nostro momento intimo, la padrona ci lasciò fare ma ci disse di sbrigarci.
Masturbai Serena, la feci venire; io per quanto arrapata evitai di arrivare.
Ci presentammo in ginocchio nel salotto, in attesa di saper cosa i padroni avrebbero voluto dirci.








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