incesto
I miei gemelli - 7
di bird2012
16.02.2013 |
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"Comunque quando verrà Marco tu non dire nulla e non prendere iniziative: condurrò io il gioco e tu comportati di conseguenza..."
I MIEI GEMELLICap. 7
La stupenda scopata ci aveva spossato: giacevamo abbracciati sul divano, ancora nudi, a smaltire le dolci fatiche.
La sua mano giocava ancora con la mia fica, ancora gocciolante della sua sborra.
“Zia, amore mio, sei stata fantastica, adesso capisco cosa significa fare sesso! Senza togliere nulla alle mie amiche, di cui alcune per la verità sono molto valide, non ti cambierei con nessuna di loro: tu stai su un altro pianeta!”
Per una donna che ama il sesso questi complimenti sono il massimo!
“Ad essere sincera non pensavo che alla mia età potessi destare interesse per un giovane come te!”
“Zia, tu sottovaluti la tua carica erotica, sprizzi sensualità da tutti i pori! Sapessi quanti nostri amici ti sbavano dietro avrebbero un immenso piacere di conoscerti intimamente! Posso dirti che riscuoti molta ammirazione anche in campo femminile: se sapessero che sei bisex penso ti salterebbero addosso!”
Decisi di gettare benzina sul fuoco e iniziare un linguaggio più libero e intimo.
“Vuoi dire che i maschietti mi si scoperebbero e le femminucce mi leccherebbero la fica?”
“Brava, hai capito benissimo! Ce ne è uno che più degli altri farebbe pazzie per te… uno a cui non penseresti mai!”
Ci siamo, il mio nipotino iniziava a perorare la causa del cugino: molto bene, era quello che desidero! Come si dice: due uccelli sono meglio di uno!
“Come è successo anche per te: non avrei mai pensato di eccitare i sensi di mio nipote.”
“Per ovvi motivi di riservatezza non posso parlare, ma lo conosci molto, molto bene!”
Certo che lo conoscevo il mio adorato figliolo, lo conoscevo molto bene… e molto intimamente!
Dopo essermi scopata mio nipote era arrivato il momento di coinvolgere mio figlio: era il momento opportuno.
“Che fai, hai i segreti con me? Dai, dimmi il suo nome… mi intriga di sapere chi mi si vorrebbe fare!”
“Zia, ti prego, tradirei la fiducia di un amico!”
Feci l’imbronciata.
“Ho capito, non hai fiducia in me! Allora scordati la mia fica! Vado a preparare la cena.”
Mi staccai dall’abbraccio e feci per alzarmi per rivestirmi e andare in cucina, ma lui mi fermò.
“No, ti prego, rimani ancora un po’ vicino a me!”
Feci la risoluta.
“No, tu non hai fiducia in me!”
“Ma no, non è vero, temo solo di rovinare tutto dicendoti il suo nome.”
“Ma se ti ho detto che mi piace molto sentirmi desiderata: dai, porcellino, che ci guadagni anche tu… mi eccita sapere chi mi vuole dare il suo uccello… dimmi il suo nome e non te ne pentirai!”
Mi abbracciò, tacque per un po’ e poi mi fece la migliore delle proposte.
“Senti, zia, mi hai detto che ti eccita sapere il suo nome ed allora voglio farti godere ancora di più! Te lo dico solo ad un patto: che poi te lo scopi! Sono certo che se accetti manterrai fede alla parola data, ma ricordati che se accetti dovrai scopartelo chiunque lui sia, anche se fosse il Papa… ovviamente è un esempio!”
Il figlio di puttana l’aveva pensata bene, ora non avevo scelta.
“Mi chiedi una scopata a scatola chiusa: e se non mi piace? Io amo il sesso, ma solo con persone di mio gradimento!”
“Tranquilla, altrimenti non te lo avrei proposto: giovane, bello, simpatico e scommetto sulle sue qualità amatorie… vai tranquilla!”
Era fatta, ma volevo ancora giocare.
“Io ho una sola parola: se accetto andrò a letto con il mio spasimante! Ma attenzione perché tu rischi molto: se è una persona con cui non gradirei avere rapporti intimi la mia fica te la puoi scordare!”
Adesso come ti metti? Mica tutte le donne sono disposte a fare l’amore con il proprio figlio, per quanto attraente possa essere.
Ma Walter era sicuro di se… era certo che avrei allargato con gioia e mie cosce davanti a mio figlio!
“O.K.! Rischio! Accetti la mia proposta?”
Mi misi a cavallo delle sue gambe, con la fica posata sopra il suo ventre, mi adagiai su di lui e lo abbracciai, guancia a guancia, con la bocca vicino al suo orecchio.
Sussurrai con voce sensuale.
“Accetto la tua proposta! Dai, porco… dimmi chi è… e me lo scopo… e se mi piace ti faccio partecipare!”
Fremevo nell’attesa di sentire il nome di mio figlio.
Walter mi strinse… temeva di parlare.
“Zia… sei pronta?”
“Si… dai… parla!”
“E’ Marco… tuo figlio!”
Cominciai a recitare spudoratamente.
“Spero tu stia scherzando! Marco mi desidera? Ne sei certo? Ed io dovrei scopare con mio figlio?”
“Me lo ha confessato lui stesso giorni fa. Ti ha visto per caso fare l’amore con tuo marito ed è rimasto piacevolmente impressionato della tua abilità amatoria! Da quella sera sogna di stare al posto di suo padre!”
Walter ignorava che Marco già lo aveva preso il posto di mio marito con il suo amorevole consenso e con nostro reciproco piacere.
Avvicinai ancor più la bocca al suo orecchio.
“Walter, sei un diavolo! Scoparmi mio figlio! Ti rendi conto cosa vuoi farmi fare? Ma terrò fede alla mia parola: aprirò le cosce e lo ospiterò nella mia fica! Dio mio, ho paura! Walter, ho paura… temo possa piacermi… farlo con lui!”
“Ma non devi temere, anzi! Pensa a quanto possa essere meraviglioso godere tra le braccia di tuo figlio!”
“Si, forse hai ragione!”
Non era più il caso di perdere tempo: mi alzai, presi il cellulare e telefonai a Marco.
Ero in piedi, davanti a Walter, ad una certa distanza per non fargli sentire la voce del cugino.
Aprii le gambe e cominciai a passarmi le dita tra lo spacco: Walter, fissandomi libidinosamente, cominciò a segarsi.
Marco rispose.
“Ciao, Marco, amore, sono mamma. Oggi mi è venuto a trovare Walter, per chiedermi un consiglio e ora è qui con me.”
Marco mi chiese subito.
“Uhmm! Mamma, dimmi, avete scopato?”
“Si, certo! Gli ho dato tutti i consigli che mi ha chiesto e siamo rimasti entrambi piacevolmente soddisfatti per aver risolto i suoi problemi! Quando è venuto era molto teso e temeva di avermi disturbato: invece l’ho messo completamente a suo agio e gli ho dimostrato tutta la mia disponibilità! Ora dovresti vederlo, completamente rilassato sul divano!”
“Ti credo: Dopo aver assaggiato la tua fica chiunque sarebbe rilassato e felice. Dio santo, mi stai facendo già eccitare! Dimmi, ti è venuto dentro?”
“Ma certo, tesoro! Ti ho già detto che sono stata completamente disponibile alle sue richieste: non potevo certo deluderlo e poi lo sai che piace anche a me aiutare i miei familiari!”
Marco seguitava a chiedere.
“Mamma, dimmi, gli hai dato il culo? So che ti piace molto!”
“No, aspetto che vieni tu… certe pietanze è più bello gustarle insieme! Abbiamo deciso di mangiare qualcosa e ci farebbe piacere se fossi dei nostri, sempre se non hai altri impegni.”
Sentivo Marco al settimo cielo.
“Cazzo, vengo di corsa! Mamma, dimmi, scopiamo in tre?”
“Non lo so, vediamo, conosco i tuoi gusti. Cerco di preparare una bella cenetta e vedo se ci scappa qualche sorpresina. Vieni, ti aspettiamo.”
La fica aveva ripreso a gocciare, ne avevo le dita piene: avevo percepito dalla voce di mio figlio la grande voglia di farmi godere con lui e mio nipote e la cosa non mi lasciava affatto indifferente.
Mi avvicinai a Walter e gli misi le dita intrise di umori sotto il naso.
“Porco, senti la mia fica come è ridotta al pensiero di farsi scopare da mio figlio!”
Annusò a pieni polmoni.
“Madonna santa… è di nuovo pronta!”
Prese le dita e le portò alla bocca per succhiarle completamente.
Volevo comportarmi da troia.
“Walter, ho un dubbio: non so se scoparmi mio figlio questa sera davanti a te, oppure dargli la mia fica quando siamo soli, nella più completa intimità. Tu cosa mi consigli?”
“Zia, mi fai una domanda retorica: magari potessi vedervi scopare… madre e figlio!”
Lo interruppi con un sorriso
“E magari partecipare attivamente…”
Sorrise anche lui.
“Beh! Al vostro buon cuore, visto che sono stato l’artefice del vostro incontro intimo. E poi, prima, mi hai detto che se ti fosse piaciuto mi avresti fatto partecipare e io sono certo sarà molto piacevole per entrambi! Comunque Marco per me è come un fratello e non vorrei pensasse che voglio intromettermi tra di voi. Lui è tuo figlio per cui ritengo giusto abbia sempre la precedenza! Prima scherzavo: non pretendo niente, se mi vorrete tra di voi dovrà essere solo se ne avete piacere!”
L’abbracciai e lo baciai.
“Walter, sei veramente un ragazzo d’oro: non solo hai uno stupendo cazzo, che peraltro sai usare in maniera magistrale, ma hai anche un profondo rispetto per me e tuo cugino, e questo lo apprezzo molto! Meriti certamente un bel premio.
Sinceramente non so come evolverà la serata… vedremo.
Comunque quando verrà Marco tu non dire nulla e non prendere iniziative: condurrò io il gioco e tu comportati di conseguenza.
Adesso rivestiamoci, che tra poco arriva.”
La fica era un ruscello che grondava umori.
Sapevo bene che me li sarei scopati tutti e due e che tra le loro braccia mi sarei fatta fare di tutto, ma questo gioco erotico mi intrigava da impazzire!
Ero eccitata… e mentre mi rivestivo già pensavo a cosa avremmo fatto tutti e tre insieme!
Dopo una decina di minuti suonò il campanello: era Marco.
“Aspetta, vado ad aprire.” dissi a Walter, volevo accogliere mio figlio da sola.
Appena entrò ci abbracciammo forte, con la passione di due innamorati… il cuore mi batteva forte!
Senza nulla togliere a Walter, anzi, ma mio figlio era il massimo: tra le sue braccia mi sentivo sciogliere!
I nostri corpi stretti sembravano voler entrare uno dentro l’altro.
Le sue mani percorsero subito la mia schiena, fino ad arrivare al culetto, che strinse con desiderio.
“Mamma, amore, non sto nella pelle! Ti voglio!”
“Anche io, amore… dovresti sentire come sto sbrodolando! Abbi pazienza! Andiamo da Walter, tu fa finta di niente, ma chiedigli: sentiamo cosa dice.”
Appena si videro si abbracciarono per salutarsi.
“Ragazzi, rimanete pure comodi qui in salotto mentre io vado in cucina a preparare. Vi lascio soli, ma mi raccomando: fate i bravi! Ho l’impressione che quando state insieme ne combinate delle belle!”
Uscii dalla stanza, chiusi la porta, ma rimasi ad origliare.
“Walter, dimmi, come è andata?”
“Una meraviglia Marco, un piacere indescrivibile! Non ho mai goduto tanto in vita mia. Tu lo sai quante fiche ci scopiamo, anche veramente belle e porcelline come Vichi, ma tua madre le supera tutte, è imbattibile!”
“Uhm! Cazzo! Dai, dimmi qualche particolare, sono eccitato come un mandrillo: ha una bella fica? Lo succhia bene?”
Il mio amato gemellino fingeva di non conoscermi intimamente: questo gioco seguitava ad attizzarmi!
Walter rispose prontamente.
“Dovresti vederla la fica di tua madre, è splendida, sempre aperta e bagnata, pronta a deliziare il membro del suo uomo! Una vagina che sembra abbracciarlo con amore mentre la penetra e durante l’orgasmo si contrae spasmodicamente per strizzarlo mentre le schizza dentro!
La sua bocca, poi, è un incanto: tra lingua, labbra e profondità di gola ti fa provare il paradiso.
Non posso giudicare il culetto: è una meraviglia, ma non me lo ha dato! Chissà in futuro…”
Sorrisi: tranquillo nipotino, credo proprio che questa sera potrai giudicarlo!
Marco replicò.
“Sei stato fortunato e bravo a scopartela, ma dimmi, gli hai detto niente di me?”
“Certo cuginetto, è stato un piacere ricambiare la pubblicità che mi hai fatto. Ti do una splendida notizia: l’ho convinta a farsi scopare da te! Poi ti racconterò i particolari, ma lei ha accettato… e lei è di parola! Quindi preparati: ci pensi, scoparti tua madre!”
Marco esultò, fingendo sorpresa.
“Wow… Walter, grazie! Pensi avverrà stasera?”
“Questo non lo so, non mi ha detto niente. Direi di attendere le sue mosse per poi comportarci di conseguenza. Sarebbe meraviglioso e molto più eccitante fosse lei a prendere l’iniziativa, anche solo facendoci capire la sua disponibilità: sarebbe la dimostrazione del suo desiderio nei nostri confronti!”
Bravo Walter, sei un angelo… hai capito tutto!
Riprese Marco.
“Si, sono d’accordo, ma potremmo gettare un po’ di benzina sul fuoco: non so… qualche audace complimento… qualche carezza, innocente ma non troppo… qualche doppio senso!”
“O.K., ma con eleganza: tua madre mi ha fatto conoscere il paradiso e non vorrei rovinare tutto. Devo esserle estremamente riconoscente per avermi donato il suo corpo, non era certo un suo dovere! Per me ormai è un bene prezioso che voglio ben conservare!”
Uhmm! Cazzo santo, senti il mio nipotino! Bravo Walter, la tua dichiarazione d’amore mi fa vibrare ancora di più la passera: prevedo una serata interessante… molto interessante!
Ho proprio l’impressione che tra questi due maschietti non avrò difesa: ma chi vuole difendersi?
Andai a preparare la cena.
Dopo qualche minuto mi raggiunsero in cucina e mi vennero vicino, ai miei lati, con i loro corpi a stretto contatto con il mio.
“Possiamo aiutarti? Non ci piace lasciarti da sola a lavorare… vogliamo starti vicino!” disse Marco.
Sentivo i loro corpi strusciarsi contro il mio.
“Ragazzi, mi sembra di sentire che mi state già molto vicino… forse anche troppo! Su, fate i bravi… lo so che l’uomo non è di legno… ma neanche la donna!”
“Mamma, questa sera sei veramente incantevole: di fronte al tuo fascino ci sentiamo indifesi!”
Così dicendo mi passò il dito indice lungo tutta la schiena, dal collo fino all’osso sacro: si fermò all’inizio dello spacco del culetto.
Sentii un brivido lungo il corpo.
“Marco… ma che fai… sei pazzo… fermati!”
“Mamma… non ti piace?”
“E’ proprio perché mi piace… fermati!”
Intervenne Walter.
“Marco ha ragione… vicino a te è impossibile tenere a freno i propri impulsi!”
Lo guardai sorridendo.
“E tu ne sai qualcosa… vero?”
Sorrise anche lui. Marco approfittò.
“Voi due non me la raccontate giusta: cosa mi nascondete?”
“Ragazzi, vi prego, lasciatemi cucinare e fate i bravi! Mettete un po’ di musica e intanto apparecchiate: chissà che con l’atmosfera giusta il dopo cena non sia gradevole… per tutti e tre?”
Quando entrai in camera da pranzo per portare le vivande vidi che avevano organizzato i tre posti sullo stesso lato del tavolo rettangolare: i porcellini volevano stessimo tutti e tre vicini… certamente con me in mezzo a loro!
Infatti!
Marco mi prese e mi fece sedere al posto di mezzo.
“Ragazzi, ma non stiamo troppo stretti tutti e tre nello stesso lato?”
“Mamma, io e Walter abbiamo molto bisogno di calore umano!”
Si sedettero ai miei lati, Marco a destra e Walter a sinistra: sentii subito le loro cosce a stretto contatto con le mie.
Mi trovavo in mezzo a due ragazzi la cui somma della loro età era inferiore alla mia: me li volevo proprio godere quei due splendidi e giovani uccelli solo per me.
Cominciammo a mangiare.
Avevo preparato una cenetta abbastanza stuzzicante e afrodisiaca, anche se sapevo che non ce ne sarebbe stato bisogno: la voglia di scopare ci si leggeva chiaramente negli occhi.
Tartine con salmone e caviale, gamberoni rossi, ostriche, altri crostacei vari, il tutto annaffiato con un fresco e prelibato vinello bianco.
I miei porcellini cominciarono a riempirmi di complimenti e a farmi capire apertamente i loro desideri e le loro aspettative… desideri e aspettative che, guarda caso, combaciavano perfettamente con le mie.
Ormai strusciavano spudoratamente le loro cosce contro le mie e approfittavano di ogni situazione per toccarmi.
Posi le mie mani sopra le loro cosce: li sentii fremere.
“Ho l’impressione, anzi la certezza, che siete due gran figli di puttana che vi siete messi d’accordo per circuirmi!”
“Mamma, perché dici così?”
“Prima hai cominciato tu, magnificando le doti amatorie di tuo cugino, ben sapendo di quanto io sia molto sensibile a certi argomenti! Comunque devo ringraziarti poiché mi hai dato la possibilità di approfondire la conoscenza di mio nipote e di scoprire in lui molte qualità nascoste e insospettabili!”
Così dicendo strinsi la coscia di Walter per trasmettergli la mia ammirazione e complicità: lui mise la mano sopra la mia e ricambiò la stretta.
Seguitai.
“Come se non bastasse, lui oggi pomeriggio ti ha ricambiato il favore: mi ha riferito chiaramente che i tuoi sentimenti, nei miei confronti, non sono proprio quelli che dovrebbe avere un figlio verso la propria madre!”
Adesso strinsi la coscia di Marco.
Non parlavano, ma sentivo i loro sguardi entrarmi dentro: la passera aveva iniziato a pulsare vogliosa.
“Ragazzi, dite qualcosa… non è forse vero che vi siete messi d’accordo per scoparmi? E’ dall’inizio della cena che approfittate di ogni movimento per strusciarvi contro di me, le vostre cosce contro le mie, le vostre braccia a sfiorare il mio seno.
Pensate non abbia capito dai vostri sguardi che aspettate solo un mio segnale per “scatenare l’inferno”?
E se invece fossi io che aspetto due angioletti che mi carichino sulle loro ali per portarmi in paradiso?”
Agirono in contemporanea, come ad un segnale convenuto: sentii le loro mani andare sotto il vestito, ognuna accarezzarmi la coscia di sua competenza e scivolare lentamente verso il paradiso dei loro desideri più inconfessabili.
Appena le sentii salire lungo le cosce, allargai le gambe: arrivarono quasi insieme, entrambe le mani sopra la mia fica!
Nel rivestirmi non avevo indossato l’intimo: a cosa mi sarebbe servito?
Il primo a gemere fu Walter.
“Oddio, Marco… la senti… è senza mutandine!”
“Altro se la sento! Il nostro tesoro aveva già programmato di andare in paradiso… dai, Walter… non deludiamola!”
Mi ero abbandonata completamente sulla sedia, ad occhi chiusi… sentii le loro labbra posarsi sopra il mio viso e sommergerlo di baci.
Avevo appena iniziato a gustarmi il piacere di sentire due bocche sopra il mio viso, quando ben altro piacere provenne dalla mia fica: un dito mi era penetrato profondamente nella vagina, mentre un altro mi stuzzicava il grilletto!
Si vedeva che i due cugini erano abituati a lavorare in coppia: nessuna interferenza tra le loro azioni.
Avevo le mani ancora sopra le loro cosce: le spostai diligentemente sopra i loro pacchi!
Li sentii entrambi già belli in tiro e pronti ad intraprendere la loro deliziosa attività.
Con le loro dita nella mia fica e con le mie mani sopra le loro verghe non potei fare a meno di esternare tutto il mio piacere.
“Uhmmm! Cazzo santo! Le vostre dita! Mio figlio e mio nipote dentro di me! Dio! Forza ragazzi… basta giocare… gettiamo la maschera! Amori miei… fatemi godere!”
Girai il viso a destra e baciai in bocca Marco, mentre avevo iniziato a ondeggiare il bacino per andare incontro alle loro dita.
Giocammo un po’ con le lingue, poi gli chiesi:
“Tesoro di mamma, tu dove stai? Quale è il tuo dito?”
“Adesso ti sto deliziando il grilletto, ma tra un po’ ci diamo il cambio, Walter sul bottoncino ed io nella fica… e poi altri cambi! Così è più piacevole poiché ogni dito procura un gusto diverso!”
Girai il viso verso Walter e limonai anche con lui.
“Adesso mi sei in fica, ma stai per venire a trovare il grillo!”
“Non lo so… avrei un altro desiderio… sempre se a te non disturba!”
Capii al volo.
“Tesoro di zia… non mi disturba affatto… anzi! Vai tranquillo, questa sera non pongo limiti!”
Incollò di nuovo la sua bocca alla mia, sentii il suo dito sfilarsi dalla vagina e penetrarmi profondamente nel culetto: scesi un po’ con il bacino sulla sedia per favorire il dolce inserimento.
Dio, che goduria… contrassi lo sfintere intorno al dito!
Senza staccare le nostre bocche , emettemmo entrambi un lungo gemito di piacere.
“Hummmmmmmmmmm!!!!!!”
Marco, appena sentì suo cugino abbandonare la fica, prese subito il suo posto, ma aumentò il carico: due dita in fondo alla vagina!
Troppo bello… da impazzire: un dito nel culetto e due nella passera!
Ma ciò che mi faceva uscire di testa è che erano le dita di mio figlio e di mio nipote!!!
Urlai il mio godimento.
“Sii!!! Cazzo… si… davanti e dietro! Culo e fica! Bravi… così… bravi!!!”
Non so quanti minuti trascorremmo in questa dolce situazione.
Loro alternavano le loro dita scambiandosi le postazioni, io giravo il viso a destra e sinistra passando da una bocca all’altra per scambiarci oscene slinguate, mentre massaggiavo, sopra i calzoni, le loro dure e splendide verghe.
Dopo un po’ fu Marco a proporre un po’ di riposo.
“Mamma, vuoi ballare? Ci piacerebbe stringerti tra le nostre braccia al suono della musica.”
Come rifiutare? Amavo molto il ballo: quella serata non mi stava facendo mancare nulla.
Mi alzarono quasi di peso e andammo in salotto.
Il porco di mio figlio conosceva i miei gusti e mise la mia musica preferita: il romantico e sensuale sax di Fausto Papetti mi faceva sbrodolare!
Marco mi stese le braccia.
“Vieni, mamma…”
Lo abbracciai per iniziare a ballare, pensando che dopo si sarebbe dato il cambio con Walter, ma questa volta avevo capito male.
Walter mi venne dietro e mi abbracciò: ero stretta tra i loro giovani corpi.
Mi venne in mente quando Marco e la sua gemellina mi abbracciarono allo stesso modo per farmi impazzire: fu l’inizio del nostro splendido rapporto incestuoso.
Cominciammo a ballare.
Muovevamo i nostri corpi a tempo di musica, ma non facevamo altro che strofinarci uno contro l’altro.
Ormai mi ero lasciata completamente andare.
“Stringetemi… stringetemi forte… mi piace sentire i vostri corpi stretti al mio!”
Ma i miei adorabili maschietti non si limitavano più soltanto all’abbraccio.
Spinsero i loro ventri contro di me: mi sentii puntellare davanti e dietro dalle loro possenti verghe, già completamente in tiro.
Le loro mani sembravano i tentacoli di una piovra: mi abbracciavano, mi accarezzavano, mi palpavano!
Quattro mani vogliose del mio corpo che non mi davano tregua: i seni, il ventre, le cosce, la schiena, i glutei.
Le loro bocche mi sommergevano di baci a cui rispondevo colpo su colpo con sempre maggiore passione.
Sentivo colare lungo le cosce il brodino che fuoriusciva dalla mia sempre più vogliosa fica: la poverina non voleva più attendere… ed era impaziente!
Cominciai da Marco, gli slacciai la cintura e gli aprii i pantaloni che caddero lentamente ai suoi piedi: il membro dritto svettò prepotente dal suo ventre!
Neanche lui aveva indossato l’intimo, per essere già pronto: porcellino come la sua mamma!
Intanto Walter mi aveva sfilato il vestitino facendomi rimanere completamente nuda, ma sempre con il classico e sempre valido abbigliamento da troia: calze fumè autoreggenti e tacchi alti!
Mi girai verso Walter, che non perse tempo a baciarmi in bocca e ad accarezzarmi lascivamente il seno.
Cominciai a slacciare anche la sua cintura e lui mi aiutò veloce nell’operazione spogliandosi completamente.
Ora eravamo tutti e tre nudi: impugnai subito i loro gioielli e cominciai una deliziosa manipolazione.
“Uhmmm!!! Ragazzi miei, avete due splendide verghe, fatemici giocare un pochino!”
Stavano ai miei lati, abbracciati a me, io li baciavo alternando le loro bocche, mentre accarezzavo con gioia i loro due paletti.
Mentre baciavo Walter sentii un ditino penetrarmi prepotentemente nella rosellina: come mio solito lo accolsi con grande piacere!
Guardai Walter.
“Sei tu che mi hai fatto visita?”
“Si…”
“Hai proprio un debole per il mio sederino!”
“Si… mi fa impazzire!”
“Tesoro, pazienta ancora un pochino… poi sarò ben felice di fartelo godere!”
I suoi occhi brillavano… il suo desiderio e la sua felicità erano lampanti.
Li masturbai ancora un po’, poi Marco invitò il cugino a qualche variazione.
“Walter, che ne dici di pensare un po’ anche alla nostra splendida amante?”
Mio nipote accolse subito l’invito: si mise in ginocchio, ovviamente davanti al mio culetto, mentre Marco, sempre in ginocchio, si posizionò davanti alla mia fica.
Mi circondò con le braccia, afferrò le mie natiche e me le allargò: sentii subito la lingua di Walter deliziarmi il buchino.
Nel contempo Walter aveva portato le sue mani davanti al mio ventre e aveva allargato le labbra della mia passera per permettere al cugino di leccarla completamente.
Che stupenda coppia di porcellini: ognuno teneva aperto il buchino che leccava l’altro!
“Uhmm! Cazzo… lavorate proprio bene in coppia! Questo servizietto di doppia leccata è magnifico! Scommetto che lo avete riservato anche per Vichi!”
I maialini non risposero e seguitarono a leccare magistralmente i miei vogliosi buchini… ma, come si dice, chi tace!!!”
Le loro adorabili leccate mi stavano quasi facendo venire, ma volevo godere con le loro verghe nel mio corpo.
“Venite, ragazzi, ora ho voglia dei vostri uccelli! Sedetevi sul divano… vicini!”
Mi misi in ginocchio davanti a loro e cominciai uno splendido lavoro di bocca, mettendo in atto tutte le mie conoscenze e la mia esperienza pluriennale di abile pompinara: avevo avuto sempre una grande passione nel deliziare l’uccello con le mie labbra… sentirmelo ingrossarsi in bocca… succhiarlo e leccarlo tutto avidamente… fino ad esserne gratificata con abbondanti schizzate che mi riempivano la bocca.
Ora gli uccelli da far godere erano due: passavo da uno all’altro e quello che non deliziavo con la bocca lo mantenevo in tiro con piacevoli attività manuali.
Poi me li infilavo tutti e due in bocca: le loro cappelle me la riempivano completamente e io le succhiavo con sempre maggiore avidità.
I miei angioletti cominciarono ad implorarmi…
“Mamma, fermati… che ci fai venire… hai una bocca fantastica… abbi pietà!”
Avevano ragione, mi fermai: ancora non era il momento di farli godere… prima dovevano soddisfare la mia fica… e non solo!
Continua…
Sono molto graditi commenti, proposte e ovviamente critiche per migliorare i racconti. Attendo anche scambi di opinioni sul genere. Vi attendo alla mia e-mail [email protected]
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