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Cerca in famiglia - 1


di bird2012
07.01.2012    |    132.220    |    11 9.7
"La mia fantasia cominciò a galoppare… la situazione mi attizzava… cominciavo a sentire un certo umido tra le cosce..."
Cari amici, vi ringrazio per gli attestati di simpatia, per cui, dietro sollecitazione da parte di molti di voi, torno di nuovo a scrivere racconti con questo nuovo nick. Il precedente era “bird” presso cui potrete ritrovare tutti i precedenti racconti (Figlia, moglie, madre modello – Una rivale in casa – ecc.). Attendo i vostri graditi commenti.



CERCA IN FAMIGLIA

CAP. 1

Stavo a cavallo di Mario, il mio amato marito… mi ero impalata sul suo superbo cazzo per concludere degnamente con una appagante sborrata due ore di sesso sfrenato fatto di reciproche leccate, succhiate, baci, linguate e inculate…
Si, anche reciproche inculate perché al mio amore piace anche farselo mettere nel culetto, cosa che io, da brava e porca mogliettina, ho sempre cercato di adempiere nel migliore dei modi, coadiuvata dal nostro fedele amico, compagno di tanti giochi perversi: un super cazzo di gomma vibrante di colore nero, tanto per fantasticare la presenza di qualche amico di colore pronto a rompere il culo, si fa per dire poiché lo abbiamo già rotto entrambi, sia a me che a mio marito.
Ma il nostro amico di gomma, se riusciva a placare un pochino il nostro desiderio fisico, non placava assolutamente il nostro primario desiderio mentale: quello di avere a disposizione un altro cazzo vero, di carne dura, pronto a soddisfare tutti i nostri bisogni erotici, pronto a riempire di sborra la mia fica, le nostre bocche, i nostri culetti.
Adesso il nostro amico doveva soddisfare me: mi piaceva da pazzi raggiungere l’ultimo orgasmo con una doppia penetrazione.
Spinsi il ventre contro il pube di Mario per farmi entrare completamente il cazzo nella fica, mi sdraia sul suo corpo e roteando il bacino contro il suo paletto di carne cominciai a slinguarlo come una cagna.

“Dai, amore, sento che sto per sborrare… di al tuo amico che mi inculi…”

In questi momenti io e mio marito fantasticavamo la presenza di un altro uomo: rendeva tutto molto più eccitante…
Mi allargai al massimo le natiche con entrambe le mani per aprire completamente la mia rosellina… Mario ci appuntò sopra il cazzo di gomma e spinse leggermente per far entrare la punta… poi si fermò… il mio culetto era particolarmente allenato e pronto a riceverlo tutto… già solo l’introduzione della cappella, unita al cazzo che mi stantuffava la fica, mi stava portando all’orgasmo… Mario lo capì sentendo vibrare il mio corpo.

“Amore, il mio amico è pronto…”

“Dai.. digli di penetrarmi il culo… sto impazzendo… fammi inculare…”

Mario cominciò a spingere lentamente… sentii lo sfintere aprirsi…

“Amore, di chi ti piacerebbe che fosse il cazzo che ti sta inculando?

Ero fuori di testa… era quasi entrata metà del cazzo e cominciavo ad ansimare… era sempre così… la doppia penetrazione mi mandava in estasi… sentirmi piena nella fica e nel culo…

“Non lo so… non mi interessa… fosse anche il cazzo di mio padre… lo voglio nel culooooooooo…”

“Ah… si… brava… il cazzo di tuo padre nel culo…”

Con questa frase me lo spinse tutto dentro… ero immobile, impalata da quei due super cazzi… ero spossata dal godimento… Mario cominciò a muoverlo lentamente e azionò la vibrazione… nel contempo mi stantuffava in fregna…
La vibrazione dal culo si ripercuoteva alle pareti vaginali e da queste al cazzo… sentivo vibrarmi tutto… dal culo al ventre alla fica… impalata e vibrata…
Esplosi in un orgasmo liberatorio… il pensiero poi che fosse il cazzo di mio padre ad incularmi mi mandò fuori di testa.

“Vengoooooo… Mario, amore,…… sto venendo… Dio santo… che gustoooo… mio padre mi inculaaaaaaaaaa… e tu mi chiaviiiiiiiiiiiiii… baciami… che godoooooooo…”

“Amore… vengo anch’io… ti sborro in fregnaaaaaaaaaaaa…”

Incollammo le nostre bocche in un bacio appassionato, mentre i nostri corpi emanavano le ultime contrazioni dell’avvenuto godimento.
Rimasi ancora alcuni minuti abbracciata a mio marito con il cazzo di gomma piantato nel culo.
Poi Mario lentamente lo tolse e mi strinse forte a se.

“Amore, abbiamo fatto entrambi una stupenda sborrata, siamo esausti per il piacere provato, ma, come sempre, sento che non siamo pienamente appagati… il nostro amico ci fa godere molto, ma ci manca sempre qualcosa per essere veramente soddisfatti…”

Riprendemmo i nostri soliti discorsi dopo il godimento nella speranza di poter, prima o poi, risolvere il problema che ci assillava da tanto tempo: la presenza di una terza persona che condividesse con noi i nostri piaceri.

“Lo sappiamo bene, amore, cosa ci manca: un uomo con un altro cazzo che ci inculi, un’altra bocca che ci lecchi, altre mani che ci accarezzino… è stato sempre il nostro grande desiderio… desiderio che i nostri giustificati timori ci impediscono di realizzare.
E’ questo, Flora, che mi tormenta il cervello… i nostri timori… tra le nostre amicizie non intravediamo uomini particolarmente libidinosi e goderecci… conosciamo molti uomini simpatici e prestanti, ma chi avrebbe il coraggio di dire loro se vogliono scopare con noi.
Ci sarebbe Internet, ma come fidarsi delle malattie… il sesso protetto non è per noi amanti delle sborrate in bocca… il preservativo è la morte dell’erotismo e anche nel caso di una persona sana al cento per cento, come fidarsi che non sia un ricattatore… noi due affermati professionisti… le nostre famiglie… ci rovinerebbero.
Ci vorrebbe un uomo libertino, amante delle perversioni come noi, al di sopra di ogni sospetto per moralità, serietà, salute… come trovarlo?”

Quando pensavo a questo fantomatico porcone da unire ai nostri giochi sentivo bagnarmi la passera…
“Nell’attesa seguitiamo ad invitare il nostro amico di gomma, nella speranza di poterlo presto sostituire con un bel cazzo di carne viva…”

Rimasi qualche attimo in silenzio… mi era improvvisamente venuto in mente la grande eccitazione che avevo provato nel pensare che il cazzo che mi penetrava il culo fosse quello di mio padre… in un attimo intravidi la possibile soluzione ai nostri desideri…

“Mario, spero non ti dispiaccia, ma devo confessarti che ho provato un piacere meraviglioso nel pensare che fosse mio padre ad incularmi…”

“Sincerità per sincerità… anche a me ha eccitato molto l’idea che tuo padre ti stesse inculando, mentre io ti scopavo… non te lo ho detto perché temevo tu pensassi che io sia un depravato…”

“Amore, non mi deludere… perché, non siamo due depravati?” E ridemmo insieme alla mia battuta…

Durante i giorni seguenti mi arrovellavo il cervello per risolvere questo problema che ci stava tanto a cuore, ma inutilmente.
Il pensiero di quanto avevo goduto immaginando fosse mio padre ad incularmi mi turbava fortemente.
Da quella dolce sensazione provata ero ormai certa che non avrei avuto titubanza a farmi fare il culo, e anche la fica, da mio padre… era stato troppo bello immaginare il cazzo di mio padre che mi impalava il culo… ma un conto era il desiderio, un conto era fantasticare le peggio incestuose porcate… e un conto era la realtà… chi avrebbe avuto, e come trovare, il coraggio di sedurlo…
Per cui cancellavo dalla mente questo desiderio irrealizzabile e rimanevamo con questa voglia insoddisfatta.
Venne il sabato e, come sempre, venne mio suocero a trascorrere il fine settimana da noi.
Da quando era rimasto vedovo, un paio d’anni fa, era diventata ormai una consuetudine e devo dire sinceramente che la sua presenza in casa era particolarmente piacevole.
Mio suocero, Sandro, è un bell’uomo di 55 anni, molto giovanile, simpatico, mai invadente nei rapporti tra me e mio marito, certamente una persona con cui si sta veramente bene insieme.
Era ormai una abitudine che il sabato mattina, mentre mio marito era fuori casa per lavoro, mio suocero mi aiutasse a sbrigare i normali doveri casalinghi di una donna.
Quel sabato, dopo avermi accompagnato a fare la spesa, mi venne l’idea di lucidare gli argenti che avevo in salotto.

“Sandro, vieni, fammi compagnia mentre pulisco questi argenti, siedi pure sul divano e scusa le spalle…”

Ero in piedi davanti a un mobile basso situato a contatto del muro e in quel modo volgevo le spalle a mio suocero.
Poggiai tutti gli argenti sul mobile, ivi compreso uno specchio con una cornice argentata, e, mentre parlavamo del più e del meno, iniziai l’opera di lucidatura.
Ad un tratto mi cadde l’occhio sullo specchio e vidi riflessa l’immagine di mio suocero… mentre parlava aveva lo sguardo fisso sul mio culo e con la mano destra si massaggiava il cazzo sopra i pantaloni.
Vedere il movimento della sua mano sopra l’uccello mi procurò una leggera fitta al basso ventre.
Hai capito il mio suocero porcellino… non me lo sarei mai immaginato, anche se, riflettendoci bene, aveva tutta la mia comprensione.
Indossavo un vestitino leggero di maglina, che ero solita portare per casa, che mi fasciava completamente il corpo mettendo in risalto il mio prominente culo… evidentemente la visione del mio fondo schiena lo aveva eccitato e di ciò, dovevo ammetterlo, ne ero lusingata… mi fa un enorme piacere sapere che faccio addrizzare il cazzo a un uomo.
Seguitai a lucidare l’argento facendo finta di niente, ma avevo l’occhio incollato allo specchio… Sandro, leggermente allungato sul divano con le gambe abbastanza divaricate, seguitava beatamente ad accarezzarsi il cazzo mentre mi fissava.
La mia fantasia cominciò a galoppare… la situazione mi attizzava… cominciavo a sentire un certo umido tra le cosce.
Lo sguardo di mio suocero sul mio culo era inequivocabile… mi desiderava e chissà cosa avrebbe dato per potermi fare il culo… chiusi gli occhi e nella mia mente apparve una oscena immagine… io in ginocchio a pecora con il culo in alto… mio marito che mi tiene le natiche allargate… mentre mio suocero appunta il cazzo sulla rosellina aperta e palpitante e mi incula profondamente davanti agli occhi eccitati di suo figlio.
Sentii un brivido lungo la schiena… ecco la soluzione dei nostri problemi… mio suocero era la persona giusta per appagare tutti i nostri desideri e il pensiero di scopare con il padre e il figlio mi arrapava da impazzire… ma mio marito sarebbe stato d’accordo?
Ormai ero sicura che potevo sedurre mio suocero quando volevo, ma volevo l’assenso di mio marito, dovevo assolutamente sentirlo per sapere come dovevo comportarmi.
Senza voltarmi e tenendo d’occhio lo specchio esclamai:

“Scusami un attimo, Sandro, torno subito, devo andare in bagno…”

Lo vidi spostare subito la mano dal cazzo e posarla sulla coscia.
Senza farmene accorgere presi il cellulare e andai nella stanza da bagno che era abbastanza lontano dal salotto, per cui potevo parlare senza timore di essere sentita da mio suocero. Chiamai Mario.

“Pronto, amore, sono io…”

“Oh, ciao amore, che sorpresa, dimmi…”

“Puoi parlare? Sei solo?”

“Si, sono solo in ufficio, perché, cosa è successo?”

“Amore, sono eccitatissima… forse abbiamo trovato il secondo cazzo che tanto desideriamo…”

“Oddio… che dici… chi è…”

“Sei seduto” Non lo immaginerai mai… è tuo padre…”

“Mio padre? Stai scherzando…”

“Affatto, amore… non me ne ero mai accorta prima… ho notato che di nascosto mi guarda e si accarezza il cazzo… ho capito chiaramente che mi si scoperebbe…”

“Ti ha fatto qualche proposta oscena?”

“No, amore… si comporta correttamente… certamente è un suo desiderio segreto… sono sempre sua nuora… dovrei essere io a invogliarlo… sono certa che lui da gentiluomo qual’è non importunerebbe mai sessualmente sua nuora… è per questo che ti ho chiamato… sai che non faccio nulla senza la tua approvazione… decidiamo sempre insieme… che devo fare? Provo a sedurlo? Ma ammesso che io non mi sbagli, tu saresti disposto a scoparmi insieme a tuo padre? Non ti sentiresti in imbarazzo?”

“Amore… il solo pensiero che sia mio padre a metterti il cazzo nel culo mi fa già sborrare… sarebbe certamente più eccitante… no, sono certo… non mi darebbe affatto fastidio… anzi…”

“Oh, amore… era questo che desideravo sentirti dire… ho la fica in fiamme… OK, cerco di sedurlo per capire le sue intenzioni… spero che questo pomeriggio, quando torni, possa darti una buona notizia… tu comunque tieni il cazzo pronto… non si sa mai…”

“Flora, tesoro, pensa che bello se mio padre fosse disposto a fare un triangolo insieme a suo figlio… sarebbe stupendo… già lo immagino… padre e figlio che ti sborrano insieme in bocca… come abbiamo sempre sognato… solo a pensarci mi vengono i brividi…”

“Dovresti sentire la mia passera… è un lago e il grilletto è duro come un piccolo cazzo… ma adesso fammi andare… sta in salotto… me lo devo lavorare con calma… non posso rischiare di sbagliare… ti amo amore… a questa sera…”

“Anche io ti amo tanto… a questa sera…”

Tornai in salotto e ripresi la posizione precedente… spalle a mio suocero fissando lo specchio… lo vidi rimettere la mano sulla patta dei pantaloni e iniziare nuovamente un delicato massaggio sul suo cazzo…. Sempre con lo sguardo fisso sul mio culo…
Vedevo la patta dei pantaloni bella gonfia: facevo veramente un bell’effetto a mio suocero! Decisi di affrontare la situazione senza ipocrisie. Con la coda dell’occhio fissavo lo specchio per vedere le sue reazioni alle mie parole.

“Ti piace il mio culetto, vero? Sono certa che come al solito mentre mi guardi ti stai toccando… ma fa attenzione altrimenti bagni tutti i pantaloni…”

Vidi mio suocero togliere istintivamente la mano dal cazzo, rimase un attimo sorpreso e iniziò a farfugliare qualche frase…

“Ma… Flora… che dici…”

A quel punto bluffai, sperando di indovinare.

“Non mentire… credi non mi sia accorta che quando non ti vede nessuno cerchi di scrutare le mie intimità, diciamo la passera e il culetto tanto per essere chiari, e ti accarezzi l’uccello? O non è vero? O sono solo mie allucinazioni?”

Speravo tanto in una risposta positiva… guardai lo specchio… ero sempre voltata di spalle… sentendo che nella mia voce non c’era rimprovero o risentimento, vidi che si rilassò e rimise la mano sopra la patta… la mia micina cominciava ad inumidirsi…

“Beh! Credo sia puerile mettere scuse… non siamo bambini che mentiscono se colti a rubare la marmellata… hai ragione, quello che hai detto è vero… ti chiedo scusa se ti ho offeso e mancato di rispetto… spero potrai perdonarmi… mi sono comportato in maniera indegna… fare pensieri osceni sulla moglie di mio figlio… mia nuora… spero fortemente che questa debolezza non rovini il magnifico rapporto che c’è tra voi e me… scusami ancora… non succederà più…”

Forse la buona volontà c’era da parte sua, ma si sa che la carne è debole: per tutto il tempo aveva seguitato a fissarmi il culo e ad accarezzarsi il cazzo… ed era proprio ciò che volevo, per cui gettai benzina sul fuoco…

“Ma che dici, Sandro… non sono affatto offesa, anzi, mi sento lusingata di fare un certo effetto agli uomini… lo sai che a noi donne piace… e poi ti comprendo bene… tutto questo tempo senza passera…”

“No, Flora, non è questo… ringraziando Dio la fica non mi manca… conosco molte amiche disponibili… mi rendo conto che non dovrei dirlo della moglie di mio figlio, ma sei tu che mi ecciti… tu come donna… a questo punto ritengo sia inutile fingere… mi sei sempre piaciuta… mio figlio è stato veramente fortunato… vuoi che ti dica una cosa? Quando ti vedo mi ecciti anche se avessi scopato mezz’ora prima…”

A queste parole la mia micina si bagnava sempre di più.

“Beh, questo allora mi lusinga ancora di più… quindi ho ben capito che ti piacerebbe darmi, come si dice, “una bella ripassata”… se poi ci mettiamo che sono la moglie di tuo figlio, la cosa è ancora più eccitante… dovrebbe essere il massimo scoparsi la nuora, vero?”

Ero sempre i piedi, a gambe divaricate, con la schiena rivolta verso di lui… tutto il colloquio si stava svolgendo senza guardarci in faccia… guardai lo specchio… Sandro aveva gli occhi chiusi e seguitava a toccarsi… le mie parole lo stavano facendo impazzire…

“Si, è vero… scusa la mia sincerità Flora… ma credo sia veramente intrigante scoparsi la nuora… oh… Dio… ma che dico…”

“Sincerità per sincerità… Sandro… penso sia altamente eccitante e trasgressivo anche scoparsi il suocero…”

Questa fu la goccia… spalancò gli occhi… io non mi girai… seguitavo a scrutarlo dallo specchio.

“Oddio, Flora… cosa vuoi dire… vorresti…”

“Piano, suocero, non correre… devo dirti molte cose, ma prima devi togliermi una curiosità… se sei bravo hai solo da guadagnare…”

“Certo, Flora, qualunque cosa, dimmi cosa vuoi sapere…”

“No… non voglio sapere… voglio vedere… tiralo fuori…”

“Ma…”

“Hai capito, suocero… tira fuori il cazzo… fammi vedere l’effetto che ti ho fatto… sono curiosa… forse vuoi che contraccambi… giusto… tiralo fuori che ti faccio vedere il culetto…”

Così dicendo, sempre di spalle, mi sollevai lentamente la gonna fino alla vita, scoprendo completamente il culo… indossavo il tanga, per cui si intravedeva il filo tra le natiche… mi piegai leggermente in avanti per mettere il culo ancora più in mostra.

“Dio… Flora… sei stupenda… guarda in che stato mi hai messo…”

Si aprì la patta ed il cazzo svettò fuori in tutta la sua erezione…

“Guardalo…”

Girai la testa verso di lui… la mia speranza era stata esaudita: era proprio un gran bel cazzo… un bel paletto di carne non solo con una lunghezza di molto superiore alla media, ma principalmente di una grossezza impressionante… ad occhio la mia mano avrebbe potuto avvolgerne solo un po’ più della metà… sarebbe stata un’impresa prenderlo in bocca… e il pensiero di prenderlo nella fica dava veramente l’idea di sentirsi piena… cercai di non pensare al mio buchetto del culo… la fica cominciò a grondare…

“Flora… ti piace?”

“Si… molto… ora capisco perché non ti manca la fica a disposizione… con quel cazzo le donne faranno a gara per farsi chiavare… e a te piace il mio culo?…”

“Mi fa impazzire…”

“Vuoi vedere di più?”

“Siiii… ti prego…”

“Va bene… ma fammi vedere come te lo masturbi…”

“Si… si… faccio quello che vuoi… ma fammi vedere…”

Cominciò a muovere la mano lungo il cazzo… io scostai il filo dal culo e con entrambe le mani mi allargai le natiche e gli mostrai il mio buchino completamente aperto…

“Oh, no… sei oscena… così mi piaci… sei stupenda…”

“Seguita a masturbarti, ma non sborrare… ti voglio vedere ancora mentre ti fai… e tu vuoi vedere qualche altra cosa?”

“Si… ti prego… mi stai torturando…”

“E cosa vuoi vedere?”

“La fica… Flora fammi vedere la fica…”

Mi girai lentamente e sempre tenendomi con la mano sinistra il vestito sulla vita, mi sfilai con la destra il tanga e appoggiai la gamba destra su una sedia allargando le cosce.
Sandro fissava la mia fica come inebetito e cominciò ad aumentare la manipolazione del cazzo.
Passai il dito medio lungo la fessura della fica, poi me lo infilai nella vagina per raccogliere un po’ del mio miele e infine, molto lentamente e fissando negli occhi mio suocero, mi infilai il dito unto dei miei umori completamente in bocca e presi a succhiarlo. Il viso di Sandro era rosso dall’eccitazione… e il suo respiro si era fatto pesante…

“Mi piace sentire il sapore della mia fica… lo faccio spesso… senza presunzione devo riconoscere che ho proprio un buon sapore…”

“Oh, Flora… ho sempre ammirato il tuo magnifico e desiderabile corpo, ma non ti avrei mai immaginato così porca… proprio come piace a me la donna… mi piaci e ti desidero ancora di più… quanto invidio mio figlio…”

La sua mano aumentava sempre di più il ritmo della masturbazione…

“Rallenta il ritmo della tua sega… non voglio che sborri… ti voglio sentire eccitato per tutto il giorno… poi chissà…”

Ricominciai a passarmi il dito in mezzo alla fica… era tutto un laghetto… questa situazione eccitava moltissimo anche me… il grilletto si era indurito al massimo, ma evitavo di stuzzicarlo… anche io non volevo venire… volevo sentirmi eccitata al massimo…

“Adesso Sandro mi starai a sentire, cercando di comprendere bene ciò che ti dirò… poi parlerai tu…”

Mi misi seduta sulla poltrona di fronte a lui, allargai completamente le cosce per permettergli di godere pienamente della visione della mia fica e mentre presi a passare le dita lungo spacco tra le sue labbra iniziai il discorso che già avevo in mente.

“Chiariamo subito una cosa, per sgombrare il campo da interpretazioni sbagliate e giudizi negativi nei confronti miei e di mio marito… togliti dalla testa che tuo figlio abbia sposato una troia che lo tradisce vergognosamente e che lui sia un povero cornuto…
Diciamo, invece, che tuo figlio ha sposato una troia a cui piace molto il cazzo e di questo lui non solo ne è pienamente consapevole, ma ne è enormemente entusiasta.
Io e tuo figlio ci amiamo moltissimo e non ci tradiremmo per tutto l’oro del mondo… e, tanto per essere chiari, per tradimento intendiamo fare le cose di nascosto e, quindi, tradire la fiducia dell’altro.
Fare un bel po’ di porcate alla presenza del proprio coniuge con la sua piena approvazione e partecipazione non lo riteniamo affatto un tradimento.
A me e tuo figlio piacerebbe molto provare esperienze a tre, con un altro uomo, il classico triangolo con me, come si dice, al centro dell’attenzione… è un mio grande desiderio poter giocare con due cazzi insieme e il mio amatissimo marito sponsorizza alla grande questa mia voglia.
Ti premetto anche che siamo entrambi bisex per cui quando godiamo non poniamo limiti… a questo punto la domanda sorge spontanea… mi scoperesti insieme a mio marito o ti sentiresti a disagio considerato che è tuo figlio?”

Per tutto il tempo entrambi avevamo seguitato a toccarci i nostri sessi… vedevo il suo cazzo sempre più gonfio e sentivo la mia fregna sempre più ricoperta di dolce miele…
Sandro mi fissava con una espressione colma di libidine e, lo capivo dai suoi gesti, di ammirazione.

“Dio mio… quanto invidio mio figlio… avere una donna come te accanto… che mostra a suo suocero la fica completamente spalancata… senza vergogna… ma con grande piacere di farsi ammirare… ti desidero da sempre… sapessi quante volte ti ho dedicato stupende sborrate sognando di incularti… e adesso che mi offri questa occasione dovrei rifiutare? Sono pronto a qualunque cosa pur di fare l’amore con te… qualunque cosa…”

“Hai detto qualunque cosa… ricordalo… e la cosa, devo riconoscere, mi lusinga… comunque vorrei capissi bene ciò che ti ho detto… io l’amore lo faccio solo con mio marito che è il mio grande amore… con te scoperei… spero ti sia chiara l’enorme differenza tra le due cose…”

“Si, hai ragione… adesso ho capito perfettamente…”

Tacque per qualche attimo fissandomi la fica che seguitavo ad accarezzare languidamente, poi riprese.

“Penso che dovresti chiederlo anche a Mario se accetta di farti scopare da suo padre…”

“Certo che glielo chiederò… dobbiamo essere tutti e tre pienamente consenzienti e desiderosi… ovviamente quando Mario tornerà tu farai finta di niente… al resto penserò io…”

Guardai ancora il suo stupendo cazzo, mi ficcai due dita nella fica e poi le portai ancora alla bocca succhiandole nuovamente.

“Adesso mettilo dentro… lascialo stare altrimenti te ne vieni… non preferisci sia io a farti sborrare? Dai… abbi fiducia…”

Feci per coprirmi ed alzarmi dalla poltrona, ma lui con voce implorante:
“Flora… ti prego… fammela vedere ancora un attimo…”

Gli sorrisi e con una espressione da gran troia allargai più che potevo le cosce e con entrambe le mani aprii le labbra della fica per mostrargliela completamente aperta…

“E’ sufficiente così?”

Stava per scoppiare… lo avevo veramente portato ad uno stato di eccitazione incontrollabile… bene…

“Dio Santo… Flora mi stai facendo impazzire…”

Mi alzai e mi coprii…

“E questo è niente… caro il mio suocero porcellone che si vuole scopare la nuora…”

Mi avvicinai a lui… era rimasto con il cazzo dritto in mano… mi chinai e fissandolo negli occhi posai le mie labbra sulla cappella e ci schioccai sopra un leggero bacio…
Lo sentii rabbrividire… mentre si mordeva il labbro inferiore dal piacere provato, allargò le cosce e con la mano spinse il cazzo verso la mia bocca…

“Dai… ti prego… succhiamelo… succhiamelo… ti prego…”

Seguitai a fissarlo con l’aria da porca…

“Certo che te lo succhio… ti faccio anche sborrare in bocca… se mio marito è d’accordo…”

Uscii dalla stanza lasciandolo con il cazzo in mano a meditare sulla mia troiaggine…
Il pomeriggio, mentre mio suocero era uscito a fare delle spese e forse anche a fantasticare sui possibili sviluppi della situazione, misi al corrente mio marito, nei minimi particolari, di cosa fosse avvenuto la mattina.
Dire che fosse raggiante è dir poco… il suo viso era illuminato da una intensa libidine…

“Amore mio, come sono felice… mi sento come un bambino a cui hanno acquistato il suo giocattolo preferito sempre desiderato… ma dimmi… ha un bel cazzo?”

“Si, amore… è molto ben dotato… ha veramente un gran bel cazzo e ho l’impressione che lo sappia anche usare molto bene… ma quello che più mi arrapa è la passione che ha nei miei confronti, cosa di cui io non mi sono mai accorta e che lui ha saputo nascondere benissimo… avresti dovuto vedere con che sguardo fissava il mio culo mentre si toccava il cazzo… sguardo colmo di desiderio e di libidine… uno sguardo che mi ha fatto bagnare la fica…”

“Dio mio, amore… non sto nella pelle… dai… chiamalo… scopiamo…”

“No calma amore… non mi piace fare le cose affrettate… godiamoci questi momenti di attesa, facciamo salire la libidine e l’eccitazione… credo che questa sera avremo un ottimo dopo cena… comunque tu fa finta di niente, per ora non fargli capire che sai tutto e che sei d’accordo… teniamolo nell’incertezza… è più stimolante…”

Quando mio suocero tornò a casa, approfittò di un attimo di assenza di mio marito per chiedermi:

“Allora? Come è andata? Ci sta?”

Si vedeva che aveva una voglia pazza, ma volevo tenerlo sulle spine…

“Ancora non lo so… non è facile… abbi pazienza… non pormi fretta…”

“Hai ragione, ma comprendimi… sapere che a te andrebbe e magari lui non è d’accordo mi fa impazzire…”

“Calmo… calmo… lasciami lavorare…”

Gli misi una mano sulla patta dei pantaloni, gli strinsi leggermente il cazzo e sorridendo gli strizzai l’occhio ripetendo:

“Lasciami lavorare…”


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