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Il salto di qualità - 1


di bird2012
30.12.2016    |    85.116    |    19 4.9
"“Ogni volta che ti guardo mi incazzo come una belva!” Aprii gli occhi: mio figlio Marco era di fronte a me che mi fissava sorridente..."
IL SALTO DI QUALITA’

Cap. 1



Stavo sdraiata ad occhi chiusi a godermi le carezze dei raggi del sole sopra il mio corpo.
Finalmente erano arrivate le ferie: un mese intero, tutto per noi, io e mio figlio Marco!
Avevo affittato un villino con tanto di piscina per tutto i mese di agosto: ringraziando Dio non avevamo problemi economici!
Mio marito mi elargiva un congruo assegno mensile dopo la separazione, ed io ero un funzionario agli apici della carriera nella mia società.
Marco era studente universitario e aveva scelto, al momento della separazione con mio marito, di vivere con me: mio marito si era trasferito all’estero e Marco non volle lasciarmi sola… e, ovviamente, la cosa mi riempì di gioia!

Il calore del sole mi stava procurando un certo senso di eccitazione: era più di un mese che non mi facevo una bella scopata e la mia micetta e il mio culetto soffrivano maledettamente questa mancanza di attenzioni nei loro confronti!

Dopo la separazione non mi ero mai fatta mancare il cazzo, né tantomeno qualche gustoso giochetto lesbico con due mie intime amiche, anche loro ovviamente felicemente divorziate, che, tra l’altro, facevano parte del consiglio di amministrazione della società dove lavoravo.

Questo ci permetteva di vederci molto spesso e in periodi di magra con penuria di cazzi validi, risolvevamo il nostro problema con splendide lesbicate a tre!
Iniziavamo a baciarci e accarezzarci tutte e tre abbracciate, poi due seguitavano a limonare mentre la terza leccava le loro fiche, passando da una all’altra, poi ci davamo il cambio, altre due si baciavano e un’altra leccava le fiche, e così via!

Poi passavamo ai strap-on che sostituivano in maniera egregia l’uccello maschile, anzi, considerato che lo strap-on non sborra, ci deliziavamo reciprocamente con chiavate e inculate stratosferiche, senza limiti di tempo o di sborrata!
Per me il sesso è vita: è il mio stesso corpo che mi chiede di avere un orgasmo, di essere penetrata in entrambi i miei deliziosi canali e di gustare la sborra calda.

Sinceramente di cazzi pronti a soddisfarmi ne avevo quanti ne volevo: quando avevo voglia di essere chiavata bastava una telefonata!
Però mi mancava qualcosa: mi stavo rendendo conto che ormai era sempre tutto scontato!
La cena in un ristorante di classe, poi a casa: in camera da letto ci spogliavamo, poi sul letto, una succhiata al cazzo, una leccata alla fica e poi… cosce aperte e cazzo in fica a scopare!

Ovviamente godevo, sborravo… ma mi mancava quel qualcosa in più… non so… un bel salto di qualità!
Sorrisi nel pensare che ormai le mie erano sborrate monotone, scopate monotone, inculate monotone!

Come sempre in quei momenti, quando ero così eccitata, mi piaceva ricordare non il mio primo amore, ma il mio primo cazzo, quello che aveva iniziato la mia vita da inveterata porca!!

Fu il padre della mia amichetta del cuore di scuola: all’epoca avevo appena compiuto 18 anni, sempre con la micia bagnata a seguito di tutti i discorsi sul sesso che facevamo tra compagne!
Nella intimità della mia stanza mi sparavo splendidi ditalini sognando le peggio porcate e mi sgrillettavo quotidianamente… avevo sempre voglia di godere!
Le mie esperienze sessuali però erano limitate: non avevo mai trovato qualche maschio degno di tale nome e quindi avevo fatto solo un po’ di seghe a qualche mio spasimante.

Il cazzo mi piaceva molto: quando lo vedevo sborrare andavo fuori di testa, ma tutto finiva lì, mai nessuno mi aveva chiesto di più.
Per fortuna mi divertivo con la mia amica del cuore con reciproci ditalini e leccate di fica: sapevamo che oltre che con i maschietti si poteva godere anche tra femminucce e quando studiavamo insieme approfittavamo spesso per baciarci e godere con le mani e con la lingua una tra le braccia dell’altra!

Il papà della mia amica era più libero dei miei genitori per cui era sempre lui che mi accompagnava e mi riprendeva a scuola insieme alla figlia, abitando le nostre famiglie nello stesso palazzo.
Lui e sua figlia vivevano soli, la moglie era deceduta anni prima.

Avevo notato che mi guardava con interesse, molto interesse!
Data la mia età, indossavo spesso minigonne e quando sedevo in macchina accanto a lui vedevo che i suoi occhi si fermavano spesso a guardarmi le gambe.
I suoi sguardi si facevano sempre più insistenti e spesso, quando cambiava le marce, “involontariamente” strusciava il dorso della mano lungo le mie cosce.
Inutile dire che quando salivo in macchina facevo in modo che la minigonna salisse il più possibile sopra le mie gambe… ben oltre il limite consentito!
La notte nel mio letto mi sparavo ditalini da urlo pensando ai suoi sguardi colmi di desiderio.

Una mattina che non riusciva a togliermi gli occhi da dosso lo fissai apertamente… e gli sorrisi!
Per un attimo rimase imbarazzato per essere stato colto, come si dice, con le dita nella marmellata, ma, da uomo vissuto, capì che il mio era uno sguardo di ampia disponibilità!
Il porcone non solo ricambiò il mio sorriso, ma mi fece l’occhiolino… che io ricambiai.

La continua presenza della figlia ci impediva di parlare, ma per fortuna nella vita esiste anche l’influenza!
Una mattina si presentò da solo per accompagnarmi a scuola: la mia amica era a letto con la febbre.
Il cuore cominciò a battermi forte: sapevo che poteva essere l’occasione propizia e mi aspettavo una sua iniziativa che non tardò ad arrivare!

Quando venne a riprendermi per portarmi a casa al primo cambio di marcia rimase con la sua mano contro la mia gamba: io non mi spostai di pezzo… e gli posai la mia mano sopra la sua coscia.
Lo sentii trasalire!
Arrivati a casa scese con l’auto direttamente in garage, dentro il suo box: richiuse la porta automatica e rimanemmo dentro la macchina lontano da occhi indiscreti.
Mi guardò serio.

“Sei una che parla?” mi chiese.

Capii immediatamente dove volesse andare a parare: gli strinsi la coscia e mi comportai da spudorata.

“Se hai voglia di giocare con me, ma temi io possa raccontarlo in giro, puoi stare tranquillo: non sono mica stupida… non ho nessuna intenzione di rovinarmi il giocattolo… e poi ho una gran voglia di divertirmi con un adulto, di uno che abbia esperienza, che sappia come far divertire una 18enne a cui tira sempre la passerina!”

Mi guardò con gli occhi di fuori.

“Se parli così me lo fai addrizzare!” mi disse quasi sussurrando!

“Non hai capito che è proprio quello che voglio!” risposi fissandolo negli occhi… spostando la mia mano dalla coscia a sopra il cazzo!

Dio come era grosso e duro: altro che i cazzetti dei miei coetanei.
Forse attendeva la mia prima mossa: mi circondò la testa con un braccio, mi attirò a lui e mi baciò in bocca… con la lingua che scivolò impertinente tra le mie labbra!
L’eccitazione mi arrivò al cervello: mi stava baciando un uomo adulto, con la lingua che cercava vogliosamente la mia!

Gli strinsi il cazzo e ricambiai il suo bacio: mentre cominciavamo a limonare senza ritegno sentii la sua mano intrufolarsi tra le mie cosce per raggiungere la mia fichetta!
Allargai immediatamente le gambe come una porca e spinsi il ventre contro la sua mano: appena le sue dita entrarono a contatto del mio perizoma emisi un lungo gemito di piacere!

“Oh! Sì… dai… sapessi da quanto aspettavo questo momento! Dai… accarezzami la fica… falla sbrodolare! Dai, che tra le tue braccia mi sento una gran porca!”

Mi spostò le mutandine e cominciò a giocare con le labbra e il grilletto!
Ero fuori di testa.

“Dai, porco, fammi godere! Mi ecciti da morire! Potresti essere mio padre e la cosa mi fa impazzire! Madonna santa, un maschio adulto che gioca con la mia fica!” cominciai a sussurrargli.

Si scostò dall’abbraccio e mi fissò.

“Mia figlia mi ha confidato che ve la leccate… e che sei molto brava sia di lingua che di mano… la fai godere molto! Mi ha detto che la tua fica ha un sapore dolcissimo e che quando vieni le riempi la bocca con il tuo miele!”

Rimasi inebetita e lui capì il mio imbarazzo.

“Io e Giulia ci confidiamo tutto: abbiamo un rapporto molto particolare da quando siamo rimasti soli… tra noi due c’è molta intimità!”

Ripensai per un attimo che quando la mia amica parlava del padre le brillavano gli occhi: come diceva il politico? “A pensar male… ma qualche volte ci si prende!”

Lo guardai con un sorrisetto.

“Non mi dire che te la fai!” gli chiesi. Poi gli strinsi il cazzo e aggiunsi: “Dio santo! Sii sincero, glielo dai? Te la scopi?”

Rimase a guardarmi a lungo in silenzio… poi trovò il coraggio!

“Sì!” sussurrò e prima che potessi ribattere aggiunse.

“Giulia non ha la febbre! Ci sta aspettando a letto: ha detto di dirti che sarebbe felice di giocare tutti e tre insieme!”

Mi ribolliva il sangue nelle vene!
Il porco capì la mia eccitazione e ne approfittò.
Mi baciò di nuovo, mentre sentii un suo dito entrarmi nella fica… poi avvicinò le labbra al mio orecchio.

“Giulia mi ha detto che non hai mai preso il cazzo in bocca: se lo tiro fuori mi succhi un po’ la cappella? Voglio farti provare quanto sia piacevole succhiare un bel cazzo duro con tanta voglia di sborrare!
Quando vai a casa, metti una scusa che la tua amica sta male e che questa sera, dopo cena, le vai a fare compagnia: io e Giulia ti aspettiamo a letto… nudi!”

Ero fuori di me dall’eccitazione.

“Si, tiralo fuori, fammelo vedere che te lo succhio!”

In un attimo si slacciò i pantaloni e se li abbassò insieme agli slip: nel guardare il suo cazzone di maschio adulto, già completamente duro, mi sentii venir meno.

“Dio santo che bel cazzo! Come è grosso! Madonna quanto mi piace! Dammelo!”

“Sei proprio una gran puttanella! Sono contento ti piaccia: piace molto anche a mia figlia! Lo sai che la tua amica il cazzo del suo papà se lo prende sia davanti che dietro? Abbiamo iniziato solo con rapporti orali: pensavo volesse rimanere vergine per l’uomo della sua vita, invece è stata lei a chiedermi di sverginarle entrambi i buchetti!
Mi disse che solo dandomi la fica e il culo poteva sentirsi completamente la mia donna! Adesso dai, tesoro, prendilo in bocca: sentirai quanto è bello succhiare un bel cazzo!”

Mi inchinai, imboccai la cappella e cominciai a succhiarla: era la prima volta, non ero esperta, ma la passione, la libidine e l’eccitazione mi aiutarono.
Aveva ragione Franco: appena sentii quella carne dura e calda tra le labbra mi sembrò di svenire dall’eccitazione!
Sentii la fica bagnarsi come non mai!
Franco cominciò a gemere.

“Uhmmm! Ha ragione mia figlia: sei una gran puttanella! Ti stai bagnando come una porca: si vede che sei inesperta, ma hai una gran voglia di cazzo! Tranquilla, tesoro, ti insegnerò io come svuotare con gusto i coglioni dei tuoi amanti, come l’ho insegnato a mia figlia: il mio tesoro fa dei pompini degni delle migliori troie! Ingoia tutta la mia sborra, non ne spreca una goccia!”

Intanto mi sgrillettava di brutto e mi accarezzava la testa!

“Brava porcellina… dai succhia il cazzo! Dai, che comincio a darti i primi insegnamenti! Mentre lo succhi accarezzami i coglioni e con la stessa mano allunga il dito medio fino a titillarmi il buchetto del culo: a noi maschietti piace molto farci accarezzare il buchino mentre ce lo succhiano! Oh! Cazzo… sì… sì… così! Brava… brava! Succhiami… e accarezzami le palle e il buchetto! Uhmmm! Impari presto a fare la porca! Dio mio, Claudia: lo sai che se seguiti mi fai sborrare? Sarebbe il primo cazzo che fai godere con le tue labbra, ma forse ancora non sei pronta a farti venire in bocca!”

Ero fuori di me, non capivo più un cazzo: ormai era arrivato il momento di gustare lo sperma del maschio!
Lo guardai fisso negli occhi con l’espressione più porca possibile!

“Voglio che mi sborri tra le labbra! Voglio sentire i tuoi schizzi colpirmi il palato e riempirmi la bocca! La voglio gustare con la lingua… e poi ingoiarla tutta… come fa tua figlia! Dai porco, insegnami come svuotare nel migliore dei modi i tuoi coglioni dentro la mia bocca!”

Imboccai nuovamente il cazzo, promettendo a me stessa che non avrei tolto la bocca finché non avessi bevuto l’ultima goccia di sperma!
Il porco mise una mano sopra la mia testa e la spinse dolcemente contro il cazzo: allargai la bocca più che potevo per permettere alla cappella di arrivarmi più a fondo possibile!
Poi ripresi a pompare come una forsennata: non vedevo l’ora di farlo scoppiare nella mia bocca!

“Dio mio, sei molto più puttana di quanto mi abbia detto mia figlia! Siete due splendide troie: sarà un piacere scoparvi tutte e due! Dai, succhia il cazzo… dai puttana che sto per venire! Appuntami un dito nel culo: quando sto per venire infilamelo dentro… vedrai che bella sborrata ti farò in bocca! Dai, pompa… sì… sì… dai, porcellina, che stai per fare il primo pompino con l’ingoiooo! Eccomii… ficcami il dito in culooo… sìììì… cazzo… cazzo… ti vengo in boccaaaaa!!!”

Serrai le labbra intorno alla cappella, per non perdermi niente, e gli spinsi con forza il dito nel culo!
Non so quanti schizzi di sborra gli uscirono dalla cappella, so solo che mi inondarono la bocca!
Mi piacque subito il sapore di quella crema calda e vischiosa: prima la pasteggiai nella bocca, poi cominciai ad ingoiarla velocemente… non volevo far uscire niente.
Franco era in estasi ed io ne ero orgogliosa: avevo fatto godere un uomo adulto, ben abituato a farsi succhiare l’uccello!
Feci uscire il cazzo dalla bocca solo dopo averlo strizzato e pulito per bene.
Guardai Franco e gli sorrisi.

“Beh! Che ne pensi? Sono portata per succhiare il cazzo?”

“Penso che tu sia portata per fare la troia!” mi rispose ricambiando il mio sorriso, poi aggiunse.

“Giulia mi ha detto che non lo hai neanche mai preso nel culetto!
Se vieni questa sera te lo faccio assaggiare: a 18 anni, dopo aver assaggiato la sborra, ormai è ora di farti fare il culo!
Se vuoi mentre tu e mia figlia vi fate un bel 69 io ti inculo: sentirai che meraviglia sentirti il cazzo nel culo mentre ti leccano la fica! Dai, tesoro, ti aspettiamo… godiamo tutti e tre insieme!
Ma adesso allarga le cosce che ti lecco la fica!”

”No! Voglio rimanere eccitata fino a questa sera… sarà più bello godere con voi!”

Quella sera entrai a casa della mia amica da appena maggiorenne illibata e ne uscii completamente troia!
Mentre io e Franco eravamo abbracciati nudi sul letto a limonare come due maialini, Giulia, sdraiata tra le nostre cosce, passava con la sua bocca famelica dalla mia fica al cazzo del padre.
Franco mi chiese fin dove si sarebbe dovuto fermare: la mia risposta fu di una sincerità disarmante!

“Non voglio che ti fermi! Oggi voglio provare tutto: la sborrata in bocca già l’ho provata, voglio che mi sverginami la fica e il culo! Non devi sentirti in colpa: sono io che te lo chiedo! Sono maggiorenne e ho una gran voglia di cazzo: dammelo e come hai detto tu ci divertiremo tutti e tre!”

Ci fece mettere in posizione di 69: io sotto, con le cosce completamente spalancate, Giulia sopra mi teneva le gambe piegate sotto le sue ascelle e con le mani mi allargava completamente la fica mentre mi leccava il grillo come sapeva fare lei.
Sentii Franco rivolgersi a lei.

“Giulia, tesoro, leccala forte, falla sborrare: quando starà per venire le infilerò il cazzo nella fica… il piacere dell’orgasmo attenuerà il dolore della rottura dell’imene!
Poi seguiteremo insieme: tu a leccarla e io a chiavarla, fino a farla godere ancora!”

“Papà, ricordati che non è protetta!”

“Grazie, amore, di avermelo rammentato, ma già ci avevo pensato! Comincerò dalla fica, per poi terminare nel culetto!”

Cominciai ad incitare la mia amica.

“Giulia, dai, leccami la fica! Hai sentito tuo padre: aspetta che io goda per chiavarmi! Svelta porca, fammi venire… voglio il cazzo di tuo padreeee!!! Cosìììì… cosììì… Franco… ci sono quasiii!!!”

Mentre la figlia seguitava a leccarmi per farmi godere, lui cominciò a strofinarmi la cappella lungo tutta la fessura della fica: credevo di impazzire!
Poi si fermò e appuntò l’uccello all’ingresso della vagina.

“Giulia, tesoro, io sono pronto! Falla sborrare che glielo infilo dentro! Tra cinque minuti avrà una meravigliosa fica pronta a prendersi tutti i cazzi che vuole!”

Il pensiero che da quel momento potevo farmi chiavare da tutti i cazzi che volevo mi procurò l’orgasmo.

“Eccomiiiiii!!!! Ficca dentro che sto venendoooo!!!!”

Mentre sborravo l’anima sentii il suo cazzo entrarmi nel ventre e squarciarmi la fica!
Come aveva previsto, il forte godimento dell’orgasmo mascherò completamente il dolore dello sverginamento!
Sentii il suo ventre contro il mio: me lo aveva infilato tutto dentro!
Urlai il mio piacere.

“Sììììì… chiavami… chiavami! Fammi sborrare con il cazzo nella fica… come le troieee!!!”

Il maiale non si fece certo pregare: lui con il cazzo e la figlia con la lingua mi fecero raggiungere orgasmi a cascata!

Dopo la fica toccò al culo!
Lui e Giulia me lo prepararono in maniera divina: me lo lavorarono con lunghe leccate, che mi mandarono in visibilio, e poi con graduali penetrazioni con le dita… prima uno… poi due… poi tre!

Quando fui pronta assumemmo la stessa posizione di prima: un 69 io sotto, completamente scosciata in modo da offrire la fica alla lingua assatanata di Giulia e il buchetto del culo al cazzo del padre.
Mi misero un cuscino sotto i reni, per tenere il culo bello sollevato e favorire così la penetrazione!

Fu il momento più bello della mia vita sessuale, un momento che non dimenticherò finché campo: imparai immediatamente a conoscere me stessa!
Ignoravo le potenzialità del mio adorato buchino, l’enorme sensibilità delle mie pareti anali: appena Franco cominciò a spingere la sua verga e sentii il mio buchetto del culo dilatarsi dolcemente per accoglierla completamente, dallo sfintere partì una scossa elettrica che si trasmise alla fica e da li, alla velocità della luce, percorse tutto il corpo fino ad arrivare al cervello!
Realizzai immediatamente che era in arrivo l’orgasmo!
Lo urlai più che potevo.

“Francoooo, inculami forte che sto per venire! Affonda il cazzo che sto per sborrareee!!! Daiiii, porcoooo…. Sfondami il culo che sborrooo!!!”

Franco era incredulo.

“Oh, cazzo, che meraviglia! Sei una che sborra con il culo! Dio santo che troia ho trovato! Sborra, porca, che ti sfondo il culo!!!”

Bastarono quattro o cinque potenti affondi nel culo per farmi sborrare l’anima!
Le terminazioni nervose delle mie pareti anali, super sensibili e stimolate dal cazzo di Franco, trasmisero al cervello il giusto segnale che si tramutò in un orgasmo devastante.
La ciliegina sulla torta fu l’interminabile sborrata che mi riversò in culo Franco, che poi lasciò a sua figlia il dolce compito di ripulirmi per bene il buco del culo dalla sborra che colava copiosa.

Più tardi Franco mi confermò che ero una delle poche fortunate che riuscivo ad avere un orgasmo esclusivamente anale, senza l’aiuto di stimolazioni vaginali o clitoridee: riuscivo a sborrare anche solo con il culo!
A mia volta gli confermai che, almeno per il mio gusto, benché mi fosse molto piaciuto farmi chiavare e godere con il cazzo nella fica, con l’uccello nel culo mi sentivo veramente in paradiso e godevo come non mai!

Da quel momento iniziò una meravigliosa storia di sesso a tre: padre, figlia e amica… cioè io!
Fu lui che mi insegnò come spompinare e far godere il cazzo e come trovare gusto nel farmi venire in bocca… la mia arte nel pompino la devo a lui.
Come pure come prenderlo nel culo: mi insegnò tutti i movimenti per trovare il massimo piacere nella penetrazione anale!
Da allora l’inculata e i pompini con tanto di sborrata in bocca sono i miei cavalli di battaglia!

Ero distesa languidamente sotto il sole, le gambe leggermente divaricate, e mi ero eccitata come una porca nel ricordare quel periodo meraviglioso della mia vita, in quanto era stato l’inizio della mia vita sessuale, quando una voce mi destò dai miei ricordi erotici.

“Ogni volta che ti guardo mi incazzo come una belva!”

Aprii gli occhi: mio figlio Marco era di fronte a me che mi fissava sorridente.

“Buon giorno, tesoro! Perché sei arrabbiato?” gli chiesi.

“Mi chiedo come sia possibile che una strafica come te debba essere mia madre! E’ proprio il supplizio di Tantalo!” e cominciò a ridere.

Risi anche io alla sua battuta.

“Tesoro, anche io potrei dire la stessa cosa di te: perché mai un gran fico come te, bello, atletico, solare, che farà certamente strage di femminucce, e con cui dovrebbe essere molto piacevole giocare, deve essere mio figlio? Guarda che anche io so apprezzare un bel maschio, anche se è mio figlio!” ribattei.

Mi fissò un po’ più serio.

“Allora devo ritenere che il destino sia stato malvagio con noi!”

Prese un lettino, lo avvicinò a quello mio e si sdraiò di fianco, con il viso rivolto verso di me.
Anche io mi girai verso di lui… e cominciammo a fissarci… occhi negli occhi!
Sentii il suo sguardo entrarmi dentro il corpo… lo sentii vagare fino ad arrivarmi tra le cosce!
La mia micia ebbe una piacevole contrazione: cazzo santo, mi stavo sciogliendo sotto lo sguardo di mio figlio, uno sguardo che conoscevo benissimo e di cui sapevo perfettamente il significato… lo sguardo di chi ti si vorrebbe scopare!
Ma quello che mi diede un brivido da farmi ribollire il sangue furono le sue parole, quasi sussurrate, mentre i suoi occhi seguitavano a lanciare lampi di libidine.

“Comunque sappi che per me non sarebbe un problema che tu sia mia madre: per una femmina come te sarebbe meraviglioso abolire tutti i vincoli di parentela!”

Oh, cazzo! Me lo aveva fatto capire apertamente: mi piaci, ti desidero e voglio scoparti e non mi importa tu sia mia madre!
Cercai di nascondere la mia eccitazione, ma mi sembrava di sentirmelo addosso mentre mi penetrava con l’ardore dei suoi 23 anni, per farmi gustare quel dardo infuocato che io stessa avevo generato!

“Marco, tesoro mio, ti rendi conto cosa mi hai detto?” gli chiesi con un filo di voce.

“Certo, me ne rendo conto perfettamente! Spero anche tu possa dirmi che non sarebbe un problema per te che io sia tuo figlio!”

Mi prese una mano e me la strinse.

“Mamma, ci pensi: poter unire amore e sesso tra madre e figlio!
Cosa può esserci di più meraviglioso nella vita?”

Gli strinsi anche io la mano: stavo fremendo!
Incrociammo le dita: le nostre due mani che si stringevano avevano un significato che nessuna parola avrebbe potuto esprimere!
In un attimo misi sul piatto della bilancia da una parte l’incesto, la morale, il peccato… e dall’altra i suoi abbracci, le sue labbra, i suoi baci, le sue carezze… la sua verga!
Lo guardavo, in silenzio.
Si avvicinò con le sue labbra al mio orecchio e mi sussurrò.

“Io, intanto, comincio a farti la corte, come farebbe qualunque maschio con una bella donna… poi deciderai tu se accettarla o meno.
Intanto, per farti capire che faccio le cose serie, ti bacio la schiena… così cominciamo a conoscerci!”

Si alzò e mi venne dietro: distesa languida sopra il lettino, chiusi gli occhi… aspettando.
Non avevo la forza di parlare: il mio silenzio era più eloquente di mille parole!
Stavo accettando la corte di mio figlio!
Appena sentii le sue labbra sopra la mia schiena fui sommersa da dolci brividi di piacere!

“Marco, fai il bravo! Mi stai facendo venire i brividi!” gli dissi, tacendo volutamente fossero brividi di piacere… ma il maialino capì perfettamente!

“Mamma, con questo caldo devo ritenere i tuoi non siano brividi di freddo: sono felice le mie labbra ti procurino piacere! Ma vorrei dartene di più… molto di più! Vorrei darti quel piacere che ogni donna si aspetta dal suo uomo!”

Ai baci unì le carezze: baci sul collo e sensuali carezze sulla schiena!
La mia eccitazione era arrivata ai massimi livelli e la mia fica mandava messaggi inconfondibili: pulsava e sbavava… voleva il cazzo!
Mi sembrava di sentire la voce della mia fica che mi incitava: “Ma che aspetti! Dammi il cazzo di tuo figlio! Dai, non fare la stronza: ho voglia di chiavare! Non credi possa essere ancora più eccitante farmi pompare da tuo figlio? E dai, cazzo: ma non hai capito che è lui il tuo salto di qualità, quello che può cambiarti la vita?”

Ero fuori di testa.
In un attimo ripensai a Franco e a sua figlia Giulia: era stato meraviglioso vederli abbracciati a donarsi amore, passione, libidine e piacere!
Quando facevano sesso i loro occhi brillavano e mi accorsi della differenza tra quando Franco scopava me e di quando scopava sua figlia: con me era solo sesso, piacere carnale, con lei era sesso e amore… il massimo della vita!

Ogni volta che Giulia cavalcava suo padre, con il cazzo piantato nella fica, mi guardava e non riusciva a trattenere la sua felicità.

“Claudia, è meraviglioso! Non puoi capire cosa io provi quando mi scopo papà! Il suo cazzo mi manda in paradiso: mi fa sentire la sua donna… e lo sarò per tutta la vita!
Lui lo sa che lo vorrò anche dopo sposata: mi sposerò solo se troverò un uomo che accetti la presenza di mio padre nella nostra vita coniugale… e per presenza intendo che me lo scoperò come fosse il mio secondo marito! Claudia, ho dei progetti meravigliosi per il mio futuro: avrò due maschi solo per me, mio marito e mio padre, e mi scoperò entrambi, anche insieme, dormiremo nello stesso letto… e se mio marito sarà d’accordo sarò ben felice di farmi mettere incinta da mio padre!”

Ripensando a queste parole mi vennero i brividi!
Forse aveva ragione la mia fica: se Franco si scopava la figlia ed erano felici perché io non potevo scoparmi mio figlio… ed essere felice tra le sue braccia?

Intanto Marco, mentre mi baciava e accarezzava, aveva appoggiato il suo cazzo contro la mia coscia: Dio santo, era meravigliosamente duro!
Mio figlio si era eccitato: avevo fatto eccitare mio figlio!
La mia fica cominciò ad urlare!
Girai la testa verso di lui e lo guardai.

“Marco, hai poggiato disattentamente il tuo membro sopra la mia coscia!”

Mi fissò con uno sguardo che non dimenticherò per tutta la vita.

“Mamma, non è stato disattentamente, ma volutamente! Voglio fartelo sentire, voglio tu sappia l’influsso che hai su di lui ogni volta che ti sono vicino! Non posso farci niente: il porcellino si sveglia prepotentemente… se ti guardo… se ti accarezzo!”

Il mio tesoro cominciò a muovere lentamente il bacino in modo da strofinate la sua erezione sopra la mia coscia: stavo impazzendo, la fica sbrodolava come una troia!
Avvicinò le labbra al mio orecchio, me lo baciò facendomi rabbrividire, poi mi sussurrò languidamente.

“Mamma, dolce amore mio, ti prego, dimmi che ti piace sentirlo! Dimmi che ti eccita sentire sopra la tua coscia tutto il mio desiderio… fammi felice!”

Avrei voluto urlare: mi aveva chiamato “dolce amore mio”!
La mia fica seguitava a darmi consigli molto interessati.

“Ma non hai capito che ti vuole chiavare? Sto sbavando come una vacca: vuoi allargare queste cazzo di cosce e farmelo entrare dentro?”

Lentamente mi girai supina… e aprii leggermente le gambe: ero certa mi avrebbe guardato la fica e volevo che anche il mio tesoro si accorgesse che la sua dolce mammina aveva il costume completamente fradicio dall’eccitazione.
Infatti…

“Mamma! Oddio mio… sei tutta bagnata!”

Avevo previsto la sua sorpresa: ciò che non avevo previsto fu sentire la sua mano aperta accarezzarmi dolcemente la fica… sopra le mutandine!
Una scarica elettrica attraversò tutto il mio corpo!
Il piacere di sentire la mano di mio figlio mi impedì di urlare: rimasi immobile, mentre lui seguitava a muovere la mano sopra tutta la fica.

“Sì… sì… cazzo! Ce l’hai tutta bagnata… il perizoma è completamente zuppo del tuo piacere! Mamma, sei fantastica: è un piacere indescrivibile accarezzare la tua intimità mentre è così eccitata!”

Stavo cercando di resistere… ma la vedevo dura!

“Marco, Dio santo, ma cosa stai facendo! Sei impazzito! Stai perdendo ogni ritegno: ti rendi conto che stai accarezzando tua madre tra le gambe… sopra la fica! Ti prego, fermati… prima che sia troppo tardi!”

Ma le mie erano solo parole: seguitavo spudoratamente a tenere le cosce aperte, che allargavo sempre di più per godermi completamente la sensuale carezza di Marco che mi stava portando al più incestuoso degli orgasmi!
Posai la mia mano sopra la sua come volessi fermare la sua carezza, ma mi accorsi di accompagnare il movimento di su e giù lungo tutta la mia fica!
Madonna santa! Ero io che guidavo la sua mano sopra la mia fica!

“Marco, fermati! Tesoro, tu non puoi farmi questo! Tu lo sai cosa può succedere, vero?
Ormai sei un uomo, tu lo sai che se seguiti ad accarezzarmi la fica io potrei venirmene! Hai capitoo!! Se non ti fermi con questa mano mi fai sborrareee! Fermati, tesoro, ti pregooo! Fermati… cazzooo! Che mi fai sborrareee!!!”

Gli dicevo di fermarsi, ma non era più lui che muoveva la sua mano: gliela avevo afferrata e me la strofinavo spingendola con forza contro la mia fica! Dio santo, che troia che ero: mi stavo masturbando con la mano di mio figlio!
Ansimavo dal piacere e spalancai completamente le cosce, facendo cadere le gambe ai lati del lettino, spinsi il ventre contro le nostre mani e accelerai il ritmo della carezza incestuosa: avevo la fica in fiamme che si bagnava sempre di più… era in arrivo la sborrata più entusiasmante della mia vita!

“Marco, amore di mamma, perché non ti fermi, vuoi farmi venire? Dio mio, sei un porco senza alcun ritegno: vuoi farmi godere, vero? Sei un maiale, tesoro, stai facendo sborrare la fica di tua madre! Ma ti rendi conto cosa stai facendo? Mi stai facendo godere… e quando un figlio fa godere sua madre è il punto di non ritorno… niente può essere più come primaaaaaaaa!!! Amore miooooooo… sto per venireeeee!!! Anima mia… gioia mia… sto per sborrareeeeee… sto per sborrareeeee!!!”

Ma ero eccitata come non mai e non mi bastava più la sua mano sopra le mutandine: volevo me l’avesse accarezzata a pelle!
Afferrai la sua mano, gliela infilai dentro il costume e gliela spinsi contro la fica: appena sentii il contatto con le sue dita cominciai a mugolare.

“Dai, accarezzami la fica, dai, angelo mio, che voglio sborrarti in mano: voglio farti sentire come schizza la mia fica quando se ne viene! Uhmmm! Dio santo… che meraviglia sentire la tua mano che me l’accarezza… mi fa sentire una gran porca!!”

La mia mano seguitava a guidare la sua sopra la mia fica… ma volevo ancora di più! Con le mie dita spinsi le sue tra le labbra della fica!
Il porcellino capì subito il messaggio: con mio immenso piacere, sentii due dita entrarmi nella vagina e iniziare un dolce movimento rotatorio per poi proseguire con un fantastico dentro e fuori da mandarmi fuori di testa.

"Ohhh! Sì... cazzo... sì!! Dai, maiale, gioca con la fica di mamma!!! Senti come è bagnata… uhmmm! Come scivolano bene le tue dita! Oh, cazzo… cazzooo… stai chiavandomi con le ditaaa!!!”

Le sue dita dentro la mia fica mi fecero perdere ogni controllo… mi lasciai completamente andare!

"Porco... maiale... svelto, amore, svelto che sto per sborrareee! Abbracciami... stringimi forte... e baciamiiii!!! Sì... baciami mentre mi fai sborrare!!!"

Appena sentii la sua lingua scivolare tra le mie labbra esplosi in un orgasmo celestiale, che mi fece contorcere sul lettino!
In quel momento di intenso godimento non riuscii a capire se avevo provato più piacere nel sentire le dita nella fica o la sua lingua in bocca!
So solo che baciare mio figlio in bocca con la lingua è stato uno dei massimi piaceri abbia mai provato nella vita!

Seguitai a strofinarmi la sua mano sopra la fica spalancata e fradicia di umori: volevo godermi fino in fondo la mia venuta, la prima insieme a mio figlio… ma ero certa non sarebbe stata l’ultima!
Gemevo e ansimavo come una porca: mi ero fatta masturbare da mio figlio, ma non avevo alcun senso di colpa!
Era stato meraviglioso e poi, come madre che lo avevo messo al mondo, avevo tutto il diritto di godermelo!
Mi alzai dal lettino, lo guardai… e gli diedi un sensuale bacetto sulle labbra!

“Tesoro di mamma, forse è meglio se andiamo a farci una doccia rinfrescante!”

Poi lo guardai ancora e gli sorrisi.

“Ma guarda che bel maialone che ho messo al mondo! E a me i maialoni mi fanno impazzire!”

Entrai in casa e mi avviai verso il bagno: Marco mi seguiva in silenzio, ma mi sembrava di sentire il suo respiro e il suo sguardo dietro di me!
Mentre camminavo cominciai a ondeggiare i fianchi: stavo sculettando come una porca… lo volevo eccitare ancora di più di quanto non lo fosse!
Il cuore mi batteva come poche volte in vita mia: già sapevo come sarebbe andata a finire, anche se mentivo a me stessa dicendomi, dentro di me, che saremmo andati solo a fare una doccia!


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