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I miei gemelli - 8


di bird2012
24.02.2013    |    33.340    |    3 9.9
"L’uccello di Marco era ancora splendidamente eretto dentro la mia vagina..."
I MIEI GEMELLI

Cap. 8



Mi alzai, mi misi in mezzo a loro e li abbracciai.

“Tesori miei, devo confessarvi che nonostante le molteplici porcate che ho fatto nella mia vita, è la prima volta che faccio sesso con due maschietti insieme e la cosa mi sta facendo impazzire… due stupendi e giovani membri tutti per me, senza doverli dividere con altre donne.

Ormai sapete perfettamente che sono ben aperta davanti e dietro, ma due insieme non li ho mai presi… amori miei… voi sareste i primi… mio figlio e mio nipote insieme dentro di me! Che ne dite di iniziare le danze? Ragazzi, sono tutta vostra… fatemela ricordare questa serata tra le vostre braccia!

Marco, amore di mamma, tuo cugino sta sbavando sopra il mio culetto: per dovere di ospitalità ti dispiace se questa sera lo dedico solo a lui? Tu hai tanto tempo per gustartelo. In questo primo round tu fa il battitore libero… hai ampia libertà d’azione!”

Presi l’uccello di Walter in mano.

“Vieni, nipotino… il mio culetto aspetta la tua visita.”

Si alzarono per farmi posto: mi misi sul divano supina, con il bacino bello fuori dal bordo, alzai le cosce e le divaricai al massimo… il mio buchino era più che pronto per essere penetrato!

Sapendo quanto la cosa possa essere eccitante, cominciai a contrarre ritmicamente il buchino: Walter non stava nella pelle… stava per esaudire il suo desiderio di farmi il culo!
Guardava le contrazioni del buchino con gli occhi di fuori, aveva impugnato la sua stupenda verga e se la stava menando per renderla bella dura… la voleva preparare bene per impalarmi a dovere.

Marco si avvicinò al mio viso, mi dette un bacio e posando le labbra a contatto del mio orecchio mi sussurrò lievemente, per non farsi sentire.

“Mamma, ti piacerebbe vedermi giocare con Walter?”

Uhmm!! Cazzo santo, che goduria… mio figlio incularsi il cugino mentre lui inculava me! Non stavo nella pelle!

“Tesoro di mamma… sei un angelo! Dai, fammi vedere come lo sfondi!”

Lo abbracciai e gli infilai la lingua in bocca, il mio porcellino allungò la mano e cominciò ad accarezzarmi la fica.
Cominciai a mugolare, ma era solo l’inizio del piacere!
Sentii la cappella di Walter appuntarsi sullo sfintere, ma mi piace vedere quando me lo infilano.
Mi rivolsi a Marco.

“Amore, alzati, voglio vedere mentre Walter mi penetra e voglio vedere il suo viso. Così supina è la posizione che preferisco: mi permette di vedere tutto e anche di abbracciare e baciare il maschietto che mi delizia!”

Marco si alzò dal mio corpo lasciandomi la visione libera.
Sollevai la testa e fissai lo sguardo tra le cosce: vidi l’uccello di mio nipote splendidamente appuntato sul mio buchino.
Guardai il suo viso: anche il suo sguardo era rivolto al mio culetto.

“Zia, faccio piano… così non ti faccio male…”

“Tesoro, apprezzo la tua delicatezza, ma sono abituata a prenderlo dietro! Vai tranquillo… lo sai che mi piace… dammelo tutto… e fammi un bel servizietto!”

Riportai lo sguardo tra le cosce: Walter cominciò a spingere… un affondo lento, ma deciso. Sentii la rosellina aprirsi come un fiore per accogliere amorevolmente l’uccello del mio nipotino.
La visione di una verga che mi penetra il culetto mi ha sempre mandato fuori di testa: è una immagine altamente eccitante vedere quel paletto di carne immergersi lentamente dentro il culo fino a riempirlo tutto.

Quando lo vidi e lo sentii tutto dentro spostai di nuovo lo sguardo verso il viso di Walter per osservare la sua espressione: aveva gli occhi chiusi per godersi pienamente la avvenuta penetrazione.

Con la verga profondamente piantata nel mio intestino, cominciai a muovere lentamente il bacino per gustarmela ancora meglio.
Per accentuare maggiormente il mio piacere portai la mia mano sopra la fica e cominciai ad alternare deliziosi titillamenti del grilletto a profonde introduzioni delle dita nella vagina.

“Uhm! Bravo nipotino… sei proprio un porcellino! Me lo hai infilato tutto! Ci sei riuscito a farmi il culo! Marco, amore di mamma, non dici niente a tuo cugino che si sta inculando tua madre? Non credi sia giusto vendicare il mio onore e rendere pan per focaccia?”

Walter mi guardò con aria interrogativa, mentre aveva iniziato a pomparmi il culetto. Uhm!!! Che delizia!
Forse non aveva ben capito.

“Ma che significa?”

Marco gli si avvicinò, gli strizzò entrambi i capezzoli e lo baciò languidamente in bocca.

“Mamma vuole che te lo metta nel culo!”

Sentii il suo uccello gonfiarsi nel mio buchino: il mio nipotino gradiva molto queste attenzioni di suo cugino… il solo pensiero di farsi impalare lo faceva eccitare oltre ogni dire.

Vedere i miei due cuccioli abbracciarsi, baciarsi appassionatamente e scambiarsi lascive slinguate mi stava mandando in estasi: mi aveva sempre fortemente eccitato vedere due maschietti fare sesso, ma se poi i maschietti erano mio figlio e mio nipote l’eccitazione raggiungeva livelli inimmaginabili.
Non potei fare a meno di esternare tutto il mio piacere e la mia ammirazione.

“Dio santo, siete due splendidi maialini! Il movimento delle vostre lingue nelle vostre bocche mi fa impazzire! Vi state slinguando come due puttane… siete meravigliosi! Seguitate… fatemi vedere quanto siete porcellini!”

Marco si staccò dal bacio.

“Dai, Walter, facciamo vedere alla mia splendida e dolce mammina quanto siamo affiatati: falla godere dietro, come piace a lei… pompala bene nel culetto… che al tuo ci penso io!”

Salì in piedi sul divano per portare l’uccello all’altezza della bocca del cugino.

“Dai, cuginetto, fai vedere a tua zia che altre alla sua fica e al suo culetto ti piace spompinare anche il mio uccello! Dai… succhiamelo! Preparamelo bene… che dopo te lo metto dietro!”

Walter accolse subito l’invito: mentre seguitava a darmi poderosi colpi nel culo da mandarmi in estasi, imboccò il cazzo e cominciò a pomparlo con passione
Vidi subito che il mio nipotino era particolarmente abile nell’arte del pompino: succhiava il cazzo del cugino come nemmeno una puttana di professione avrebbe potuto fare.
Slinguava tutta l’asta, succhiava le palle, ciucciava voracemente la cappella per poi ingoiarlo completamente fino a farselo arrivare in gola.

Walter era il classico esempio del vero bisex: sentivo dentro di me quanto godesse nel pompare il culo di sua zia, ma nel contempo vedevo la passione che metteva nello spompinare suo cugino… e questa sua bisessualità mi intrigava da impazzire!
Dopo un po’ Marco gli bloccò la testa con le mani e cominciò a scoparlo in bocca: Walter serrò le labbra intorno all’uccello e accolse con gemiti di godimento le pompate del cugino dentro la sua bocca.

Vidi il cazzo di Marco particolarmente duro e grosso: Walter, con il suo lavoretto di bocca, lo aveva ben preparato per farselo mettere nel culetto.
Mi venne voglia.

“Marco… mi fai dare qualche boccata?”

Mi sorrise, lo tolse dalla bocca del cugino e lo avvicinò alla mia: aprii le labbra, introdusse la sua splendida verga e cominciò a fottermi in bocca… mentre Walter seguitava imperterrito a martellarmi dietro.

Seguitai per un po’ a godermi i due uccellini, uno in bocca e uno nel sederino… ma avevo una gran voglia di vedere Walter prenderlo dietro.

Guardai Marco.

“Amore, pensa a Walter… fammi vedere come te lo fai!”

Il mio tesoro ubbidì subito ai miei desideri.
Andò dietro il cugino e cominciò a baciargli il collo e a leccarlo lungo tutta la schiena. Poi lo vidi inginocchiarsi e mettere il viso contro le natiche del cugino: certamente gli stava leccando il buchino per prepararlo bene.
Walter mi fissava, mentre seguitava a lavorarmi il culetto: il suo volto era una maschera di libidine.

Vidi Marco alzarsi in piedi, riempirsi più volte la mano di saliva per poi portarla tra le natiche di Walter: glielo stava bagnando bene il buchino.
Il momento tanto atteso stava per arrivare, stavo per assistere e partecipare ad un rapporto altamente eccitante ed osceno: una splendida inculata a catena figlio-cugino-madre.

Alzai al massimo le cosce ed alzai il bacino per facilitare la penetrazione di Walter.
Marco avvicinò il ventre contro il culo del cugino che interruppe il movimento del bacino e si piegò in avanti per offrire il culo a Marco e facilitargli l’introduzione.
Walter guidò il cugino.

“Si… ecco… ci sei… ci sei… è entrato! Dai… dai spingi che sta entrando! Siiiii!!! Sììììì!!!”

Sentii il suo uccello gonfiarsi in maniera esagerata: il piacere di sentirsi penetrare dietro si ripercuoteva sull’uccello… con mio enorme godimento.
Lo dissi chiaramente… incitando i miei porcellini.

“Dai, Marco… sbattilo forte… ogni colpo del tuo uccello nel suo culetto si trasmette dentro di me… mi sembra di avervi entrambi dentro al culo! E’ fantastico… che dolce sensazione! Tesoro di mamma, fallo urlare, ti prego… voglio sentire i suoi lamenti mentre lo sfondi!”

Marco cominciò a dare tremendi colpi nel culetto del cugino: lo aveva afferrato per le spalle, vicino al collo, e lo pompava con vigore.
Walter, da parte sua, teneva dentro il mio culetto lo stesso ritmo del cugino… profondi e violenti colpi che mi stavano spaccando.
Ad occhi chiusi si stava godendo alla grande il suo ruolo preferito: prenderlo e darlo contemporaneamente… sentire il doppio piacere di essere inculato e di inculare.
Cominciò a mugolare e a lamentarsi.

“Dai, Marco… spingi forte… fammelo sentire! Inculami forte, mentre io lavoro il culo di tua madre. Dio quanto è porca… il suo stupendo buco di culo me lo sta strizzando…!”

Anche io urlai il mio piacere.

“Walter, lo stai prendendo in culo come una puttana… ma sei stupendo nella tua perversione! Ragazzi, controllatevi… non venite… vi voglio tutti e due dentro di me! Marco, specialmente tu… lo sai che devi venirmi dentro!”

Eravamo tutti e tre al colmo dell’eccitazione… decidemmo di cambiare per terminare in bellezza.
Piano piano ci staccammo dal triplice accoppiamento, ma prima di prendere la nuova posizione abbracciai entrambi i miei adorabili maschietti.

“Amori miei, come vi ho detto è la prima volta che accolgo due maschi nel mio corpo e siete voi ad avere questo onore: mio figlio e mio nipote! Non sto nella pelle pensando che tra qualche minuto mi prenderete insieme: sentirò il mio corpo stretto in mezzo a voi e i vostri amati e poderosi uccelli penetrarmi davanti e dietro e farmi provare il massimo del piacere!”

Mi rivolsi a Walter.

“Walter, tesoro, ti chiedo solo una cosa, e sono certa capirai. Come ti ho promesso questa sera il mio culetto è tuo… seguita a godertelo e riempimelo con il tuo piacere, ma dopo che sei venuto voglio seguitare solo con Marco! Rammenti la tua proposta? Ho accettato di scoparmi mio figlio… e adesso voglio farlo con tutta me stessa! Non mi hai detto tu quanto poteva essere meraviglioso godere tra le braccia di mio figlio? Allora voglio dare una conferma alle tue parole: voglio farti vedere quanto possa essere meraviglioso per una madre godere tra le braccia di suo figlio! Si… me lo voglio godere come una donna gode con suo uomo!”

Poi mi rivolsi a Marco.

“Marco, tesoro di mamma, sdraiati… che ti vengo sopra!”

Fu questione di un attimo… non volevamo più tergiversare… i nostri corpi reclamavano il giusto piacere.
Marco si sdraiò supino, io gli salii sopra a cavallo e mi impalai profondamente: sentii l’uccello colpirmi l’utero.
Bene… il primo cazzo era entrato… quello più desiderato e amato… quello di mio figlio!
Adesso toccava al secondo: il mio nipotino era già pronto con la verga in mano!
Mi piegai tutta in avanti, abbracciai Marco e cominciai a chiavarmi lentamente… me lo volevo godere.

“Amore di mamma… quando mi sei dentro non ragiono più! Da quella notte d’amore che abbiamo trascorso insieme, mentre papà e Vichi godevano per conto loro, è la prima volta che stiamo insieme! Ma a noi due ci pensiamo dopo e adesso godiamoci questa doppia: avevi sempre desiderato farmi fare una doppia penetrazione con te e Walter e sono felice di averti accontentato e voglio confessarti, senza ipocrisie, che non vedevo l’ora!”

Mi rivolsi a Walter.

“Walter… ti sto aspettando!”

Sentivo il respiro affannato di mio nipote dietro alle mie spalle.

“Dio santo, zia… impalata sopra tuo figlio sei stupenda… dovreste vedervi… ti stai scopando sopra il suo uccello completamente immerso nella tua fica! Fermati un attimo che te lo infilo!”

Fermai il movimento del bacino e alzai il culetto per facilitare la penetrazione… sentii la cappella di Walter a contatto della rosellina.
Lo incitai.

“Dai nipotino… ficcamelo… dammelo tutto!”

Marco mi abbracciò forte e si unì al mio incitamento.

“Dai… Walter, inculala! Voglio sentire il suo corpo vibrare mentre la infili!”

Dopo l’inculata precedente il mio buchino era più che pronto… dilatato e lubrificato al meglio.
Sentii l’uccello di Walter aprirmi le chiappe, poi la cappella appuntata sul mio buchino reso ancora più stretto dalla presenza tra le mie gambe dell’uccello di mio figlio che mi riempiva la figa… la mia rosellina fremeva ed era impaziente di essere penetrata.

Sentii l’uccello di Walter entrarmi lentamente nel culo, mentre mi scopavo il mio amato figlio… lo sentii strusciare contro quello di Marco nella fica!
Con un paio di colpi ben assestati riuscì a mettermi dentro tutto il suo palo.
Sentii il suo uccellone vibrare duro tutto dentro al mio culetto mentre lunghi brividi di piacere mi scuotevano… li avevo tutti e due nel corpo!
La realtà aveva superato alla grande l’immaginazione: un godimento mai provato!

“Marco, amore… me lo ha infilato tutto! Amori miei… vi ho tutti e due nel corpo! Che meraviglia! Avanti… scopatemi davanti e dietro!”

“Si, mamma, lo sento pure io… te lo ha messo tutto! Madonna mia… ho sempre sognato questo momento… farti godere davanti e dietro! Baciami… baciami! Walter dai… facciamola godere!”

Incollammo le nostre bocche in un bacio dai mille significati… mentre i miei due angeli mi portarono in paradiso.

Marco incominciò a pomparmi dal basso con colpi che mi devastavano. A ogni spinta dentro il mio ventre mi sentivo spinta verso l’alto, contro la verga di Walter che mi martellava il culo.
I due adorabili maiali mi pompavano in perfetto sincronismo: prima si alternavano, uno entrava e uno usciva, poi me li spingevano insieme nella passera e nel culetto… impazzivo dal piacere… mi inarcavo e muovevo in maniera scomposta il bacino per andare incontro alle loro meravigliose verghe.

I due maschi mi chiavavano a turno, ognuno dedicandosi con passione al buchetto di sua pertinenza, infilandomi i loro uccelli duri e grossi nel corpo, facendomi sussultare di piacere ogni volta che un cazzo affondava nella figa o nel culo.

Sentire i miei due maschietti, mio figlio e mio nipote, che facevano scorrere i loro sessi dentro di me, mi faceva straripare di goduria. Madonna santa, che dolce sensazione sentirmi piena in entrambi i buchini! Un formicolio mi partiva dalla spina dorsale e si andava a localizzare nella figa e nel culo.
Il mio enorme godimento, però, non era dato dal singolo piacere che provavo nel sentirmi scopata davanti e di dietro: era la contemporanea presenza dei due uccelli dentro di me e la loro azione congiunta che mi mandava fuori di testa.

Stavo palpitando: cominciai a contrarre con forza i muscoli pelvici, in modo da contrarre contemporaneamente la vagina, intorno all’uccello di Marco, e lo sfintere, intorno al cazzo di Walter.
Mio figlio aveva la bocca occupata e non poteva parlare: le nostre lingue continuavano ad attorcigliarsi in modo porco e perverso.
Walter, invece, poteva dare libero sfogo al suo piacere.

“Che puttana… Dio… che dolce puttana! Mi stai strizzando l’uccello con il tuo buchetto… Uhmmm!!! Sento che tra poco me ne vengo… si… ti vengo nel culo!”

L’idea che mio nipote mi venisse nel culo, come aveva sempre sognato quando si masturbava, mi faceva eccitare ancora di più.
I due continuavano imperterriti a farsi i mie buchi aperti, con mio sommo piacere, ed io seguitavo a godermi i loro cazzi: sculettavo come una troia, spingendo una volta verso il cazzo che mi inculava, un’altra verso quello che mi scopava.

Mi stavo godendo quelle due superbe verghe, come avevo fatto mille volte nei miei sogni perversi. I due maiali mi stavano sfondando davanti e dietro senza un attimo di tregua.
Stavo godendo come non mai e lo urlai senza pudore ai miei due dolci amanti.

“Forza ragazzi… benedetti da Dio… mi state facendo morire! Sbattetemi forte che sto per godere! Walter, nipotino adorato, sfondami il culetto come hai sempre sognato… dai tesoro, sborriamo insieme… tu nel mio culo e io sopra l’uccello di mio figlio! Marco, figlio mio, seguita a scoparmi che sto per godere, ma ti prego… ti prego… non venire che dopo ti voglio tutto per me!”

Tutti e tre ansimavamo godendoci quella meravigliosa ed appagante doppia penetrazione.
Lo sentivo: quelle due splendide pompate mi avevano portato al capolinea.
Pochi secondi e un lungo e devastante orgasmo mi partì, non sapevo più se dal culo o dalla figa, facendomi urlare di piacere mentre i due uccelli seguitavano ad affondare dentro di me.

Ma non fui solo io a sborrare… Walter mi seguì a ruota: sentii i suoi caldi schizzi inondarmi l’intestino, mentre mi piantava tutto l’uccello duro in culo, facendomi mugolare di piacere.
Appena sentii che stava venendo, cominciai a sculettare con vigore come una puttana contro il suo cazzo, mentre mi godevo gli schizzi che mi colpivano.

“Daiii!!! Walter, dai… riempimi…. Svuotati tutto dentro di me! Fino all’ultima goccia… dammela tutta nel culo!”

Mi abbandonai sopra il corpo di Marco, mentre Walter dava gli ultimi affondi per svuotarsi completamente dentro il mio intestino.
L’uccello di Marco era ancora splendidamente eretto dentro la mia vagina.
Il mio amore aveva resistito, non era venuto ed era pronto a seguitare a darmi tutto il suo amore.

Quando Walter si tolse, sentii colare tutta la sua sborra che usciva dal buchino… anche Marco la sentì.

“Mamma, sento la sborra di Walter colarmi sul cazzo e sulle palle…”

“Si, lo so… è gustosa… dai, seguitiamo a scopare… infilami il tuo uccello ricoperto del suo sperma!”

Io sopra, lui sotto: i nostri sessi si cercavano… e si trovavano a meraviglia!
Io abbassavo il bacino verso il suo uccello e lui alzava il ventre contro la mia fica.
Risultato: una magistrale pompata alla mia passera… con l’uccello di Marco viscido dello sperma del cugino.

Dopo un po’ volli cambiare… era il momento più atteso.

“Marco, amore, vieni… ti voglio in una posizione diversa!”

Mi misi seduta sul bordo del tavolo, allargai le cosce… e gli stesi le braccia!

“Vieni… ti voglio dentro così!”

Si avvicinò tra le mie cosce… in piedi… il suo uccello, meravigliosamente dritto, era alla stessa altezza della mia fica!
Avvicinò il bacino al mio ventre… sentii la cappella sfiorarmi la vagina.
Gli misi il braccio sinistro intorno al collo, per sorreggermi e abbracciarlo, mentre con la mano destra impugnai il suo membro… era viscido dei miei umori vaginali.
Che delizia sentirmelo in mano: spesso si trascura il piacere di stringere il cazzo, gustarlo al tatto, sentire il calore che emana, la sua durezza, la morbidezza della pelle che scorre su e giù mentre lo seghi.
Lo fissai intensamente… con uno sguardo inequivocabile… e lui capì!

“Mamma, i tuoi occhi brillano… ma non credo sia libidine.”

“No, tesoro mio adorato… non è libidine… ma ho paura a pronunciare il suo nome! Allargami le gambe… tienimi le cosce sollevate e aperte… voglio giocare con il tuo cazzo mentre guardo i tuoi occhi, voglio leggerci dentro per scrutare i tuoi pensieri, le tue sensazioni, i tuoi sentimenti mentre godi nella fica di tua madre! Tesoro mio, amore mio… voglio capire… capire!”

Strinsi forte il suo uccello e cominciai a far scorrere la cappella lungo tutto lo spacco della fica, completamente aperta dall’eccitazione.
Mi spennellavo la fica… su e giù… dalla vagina al grilletto… dal grilletto alla vagina!
La cappella era bollente, quasi scottava tra le labbra della mia passera.
Gli occhi di Marco mandavano lampi di desiderio.

“Angelo mio, ti piace? Lo senti, il tuo uccello sta baciandola mia fica! Ma i tuoi occhi mi chiedono di più… vuoi mettermelo dentro? Dentro la mia fica ti piace di più? Ma già me lo hai infilato nella fica, mentre tuo cugino mi faceva il culetto! Non ti basta? La vuoi ancora? Perché non ti basta?”

Posizionai la cappella all’ingresso della vagina… e rimasi ferma.
Cinsi il suo collo anche con l’altro braccio… con l’uccello puntato contro la mia fica… pronto a chiavarmi.

“Mamma, pensavo avessi capito che tu non mi basti mai! Da quel giorno non riesco più a toglierti dalla testa… ormai mi basta solo uno sguardo per desiderare di abbracciarti e amarti…”

“Amore adorato… certo che ho capito, ma mi sento struggere nel sentirmelo dire dalle tue labbra… sentire che mi vuoi amare! E allora amami… amore mio! Ne ho parlato con papà e lui è d’accordo… se anche tu e Vichi accetterete la mia idea il futuro sarà meraviglioso! Quando saremo soli ti dirò i particolari! Ma ora entrami dentro… ti sto aspettando!”

Con le braccia lo attirai verso di me… lo sentii entrare, ma non era solo il suo uccello a penetrare nel mio corpo… sentii entrarmi dentro la sua anima!

“Mi sei dentro… spingilo e fammelo sentire! Mi basta la tua sola presenza nella mia fica per farmi impazzire! Poi fa ciò che desideri: scopami… fottimi fino a farmi urlare… oppure se vuoi rimani fermo, ma ti prego… ti voglio dentro il mio corpo! Amore… amore… amore! Abbracciami forte!”

Mi abbracciò stretta e me lo spinse completamente dentro: sentii la cappella baciare la bocca dell’utero.
Circondai la sua vita con le mie gambe e lo attirai ancor più verso di me… non volevo farlo fuggire.
Non ragionavo più… ero fuori di testa… la situazione mi era sfuggita di mano!

“Si… si… lo voglio… chiavami fino a farmi morire!”

E il suo amato e desiderato uccello cominciò a deliziare la mia fica e la mia anima!
Cominciò a pomparmi la passera con vigore… ogni suo movimento mi procurava piacere… ad ogni colpo che affondava nel mio ventre rispondevo con un gemito soffuso pregandolo di fare ancora più forte.

“Ancora amore… sbattimi forte… sfondami… sfondami!”

Girai la testa e vidi Walter in piedi, a un paio di metri da noi, con l’uccello in mano che si stava segando: mi ero quasi dimenticata di lui.
Stava guardando il compiersi di un rapporto incestuoso tra madre e figlio, per molti immorale e perverso, ma per noi meraviglioso e colmo di sentimento.
Il suo uccello aveva ripreso alla grande la sua stupenda erezione… non potevo certo lasciare il mio nipotino a farsi una sega come un adolescente.

“Walter, tesoro di zia, mi eccita vederti giocare con il tuo meraviglioso uccello mentre ci guardi scopare, ma non venire… io con te ancora non ho finito!”

Sentivo Marco gemere e ansimare sempre di più… il mio angelo era vicino all’orgasmo.
Avevo la passera completamente piena del suo membro, il suo possente dentro e fuori mi stava estasiando e mi mandava nel mondo dell’estasi.
Lo sento irrigidirsi.

“Mamma, non riesco più a trattenermi… sto per venire!”

Il pensiero di sentire nuovamente il suo sperma nella vagina mi fece rabbrividire.

“Si, amore… si! Vienimi dentro, ma ti prego una cosa: quando vieni rimani fermo con l’uccello nella fica… voglio sentire le sue contrazioni mentre eiacula, i sui schizzi contro l’utero e il calore del tuo sperma che mi inonda la vagina! Anche io sto per sbrodolarti sull’uccello: sbattimi forte, tesoro, che sto per venire!”

Marco moltiplicò le spinte… i colpi della cappella contro l’utero mi portarono in paradiso.

Arrivò un orgasmo devastante, intenso e prolungato
Comincia a mugolare di piacere: ansimi e brividi si alternano a mugolii di godimento.
Urlai liberamente tutto il mio amore per lui.

“Marcoooo… amore miooo… ti amoooo! Dammelo tutto… che sto venendo! Dio come godo... tra le tue braccia… e con il tuo cazzo in corpo! Ti amo… ti amo… ti amooooooooooo!”

Mi ero liberata… amavo mio figlio… e lo avevo urlato!
Ma sentivo che lui non era da meno… la donna capisce quando l’uomo che la scopa la ama… ma lo volevo sentire dalle sue labbra!
E anche lui urlò il suo amore… e sentii scoppiarmi il cuore!

“Mamma… eccomiiiii!!! Senti il mio amore dentro di te! Ti amo… mamma… ti amooo!”

Si fermò, con l’uccello piantato nella mia fica: chiusi gli occhi e mi concentrai per godermi pienamente quel magico momento.
Sentii le contrazioni ritmiche dell’asta contro le pareti vaginali mentre gli schizzi bollenti colpivano la bocca dell’utero… e poi il calore dello sperma inondarmi la fica!

Cominciammo a sommergerci reciprocamente di baci, mentre seguitavamo a confessarci il nostro amore.
Ma noi eravamo esseri completi: amore, sentimento e libidine convivevano splendidamente.
Il mio amore per mio figlio non intaccava assolutamente la libidine che era insita nel mio DNA: lo amavo da morire, ma ciò non toglieva che mi piaceva essere una gran porca.

“Marco, svelto, mettiti in ginocchio davanti alla mia fica… con la bocca aperta e la lingua di fuori! Svelto, prima che mi coli la sborra!”

Scesi dal tavolo, allargai le gambe e mi accosciai con la fica davanti alla sua bocca.
Invitai anche Walter all’osceno, ma delizioso spettacolo.

“Walter, avvicinati, guarda tuo cugino come ingoia la sua stessa sborra!”

Con entrambe le mani allargai le labbra della fica e contrassi i muscoli pelvici.
Dalla vagina cominciò a colare lentamente la sborra sopra la lingua di Marco… e dalla lingua scendeva dentro la sua bocca.
Non finiva mai di colare.

“Uhmm! Marco, quanta ne avevi? Me la hai proprio allagata bene la passera! Non la ingoiare tutta… lo sai che mi piace baciarti con la bocca sborrata!”

Quando vidi che la sborra era fuoriuscita tutta, guardai Walter: sempre con l’uccello in mano ci guardava affascinato.
Il mio essere porca si risvegliò di nuovo.

“Walter, se vuoi assaggiare anche tu non fare complimenti: dove ha bevuto uno, può bene leccare un secondo!”

Vidi un baleno nel suo sguardo… si mise in ginocchio davanti a me.
Mi spostai da Marco e misi la fica sopra la bocca del mio nipotino.

“Lecca, tesoro… leccala tutta… non vorrei macchiare le mutandine!”

Sentii la bocca incollarsi alla mia fica e succhiare e leccare voracemente tutta la sborra residua.
Mentre strofinavo la passera sopra le sue labbra attirai Marco verso di me e lo baciai: aveva tenuto un bel po’ di sborra in bocca per accontentare il mio perverso piacere! Me la versò tra le labbra e io la ingoiai tutta, poi presi a succhiare con ingordigia le sue labbra e la sua lingua per ripulirle completamente.
Mentre Walter terminava la sua opera di pulizia tra le mie cosce, sussurrai a Marco.

“Tesoro, ti piaccio così porca? A me piace molto esserlo, mi sento pienamente realizzata sessualmente, ma voglio essere certa che anche tu desideri che io lo sia!”

Mi baciò nuovamente con libidine.

“Mamma… più sei porca e più amo! Più sei puttana e troia e più mi fai scoppiare il cuore! Non so il perché, so solo che è così! Ma forse ti amo proprio per questo: amore e libidine vanno a braccetto! Può esserci una donna più porca di quella che si fa inculare dal nipote mentre viene scopata dal figlio? Ebbene, quando ci hai accolto tutti e due nel tuo corpo ho sentito vibrare ancora di più il mio cuore d’amore nei tuoi confronti.”

“Era quello che desideravo sentirti dire… così ti voglio, tesoro! Adesso devo terminare con Walter… ho un conto in sospeso… vieni ad aiutarmi… anche a me piace molto vedere quanto sei porco!”

Feci alzare Walter, gli presi il cazzo in mano e cominciai a segarlo.

“Amore di zia, ti avevo detto che con te non avevo finito: prima mi sei venuto nella passera, poi nel culetto… non pensi sia opportuno terminare in bellezza e gratificare anche la mia boccuccia? Ovviamente pensiamo anche a Marco.”

Mi misi in ginocchio davanti a lui e feci segno a Marco di avvicinarsi: avremmo deliziato Walter con uno splendido pompino a due bocche.
Uhmmm! Che goduria… madre e figlio che condividono il piacere di spompinare lo stesso uccello!
Cominciammo a succhiare, leccare, ingoiare la splendida verga del mio nipotino, ma la cosa che mi faceva impazzire erano gli sguardi che ci scambiavamo io e mio figlio mentre spompinavamo.
Io succhiavo la cappelle e lui leccava l’asta… occhi negli occhi!
Succhiavamo insieme la cappella, con le labbra a contatto… occhi negli occhi!
Leccavamo insieme tutta l’asta, dalle palle alla cappella… occhi negli occhi!

Quando sentii Walter ansimare e irrigidirsi capii che si avvicinava il momento magico tanto atteso dall’uomo… e dalla donna: l’uccello che sprizza tutto il suo piacere.
Con la mano sinistra avvicinai la testa di Marco contro la mia, guancia a guancia: le nostre bocche, a pochi centimetri dalla cappella, erano pronte a ricevere il delizioso tributo.

Impugnai l’uccello, me lo portai nella bocca e serrai la cappella tra le labbra.
Dovevo considerare bene i tempi tra uno schizzo e l’altro… per non perdere niente di quella delizia.
Sentii il primo schizzo direttamente in gola… il secondo sul palato… il terzo sulla lingua!
Prima che partisse il quanto tolsi l’uccello dalla mia bocca e lo infilai tra le labbra di Marco, per fargli ingoiare tutto il resto: speravo di aver diviso equamente la sborra di Walter nelle nostre bocche.

Dopo tutte le nostre venute eravamo spossati e ci godevamo il meritato riposo.
Sul divano avevo i miei maschietti ai miei lati abbracciati stretti al mio corpo.

“Amori miei, spero siate stati bene… io sono stata una delizia: prima mio nipote, poi mio figlio e mio nipote insieme, poi mio figlio solo per me e infine ancora mio nipote! Mi avete riempito meravigliosamente tutti i buchini… siete stati proprio bravi!”

Mentre parlavo, vidi negli occhi di Walter un velo di tristezza.

“Walter, tesoro, tu non sei stato bene? Mi sembra di non vederti felice.”

Si accoccolò ancora di più contro il mio corpo.

“Zia, ma che dici, è stato stupendo godere tra le tue braccia! Sei una donna meravigliosa… troppo meravigliosa! Sinceramente sono stato sconvolto, in senso positivo, dal rapporto tra te e Marco: avreste dovuto vedervi, abbracciati, i vostri sessi uniti a darvi reciproco piacere, i vostri sguardi e i vostri corpi emanavano lussuria e amore.

Ho visto la differenza dei due rapporti sessuali: vedi zia, con me hai fatto sesso, meraviglioso e appagante, ma solo sesso. Con Marco, tuo figlio, hai fatto l’amore!
Nel guardarvi ho sentito una stretta allo stomaco: ho visto in voi due ciò che ho sempre sognato potesse avvenire tra me e mia madre!
Si, zia, lo confesso, ho sempre sognato di avere con mia madre lo splendido rapporto che avete tu e Marco: madre e figlio uniti dalla libidine e dalla lussuria, ma anche dal sentimento e dall’amore.”

Mi abbracciò e nascose il suo volto sul mio seno.
Ecco, ora eravamo completi: anche Walter avrebbe voluto farsi la madre, cioè mia sorella!
Decisamente il gene dell’incesto era ben strutturato nel nostro DNA familiare.
Comprendevo perfettamente Walter: il meraviglioso rapporto che avevamo instaurato io e mio figlio, ma anche quello tra mio marito e Vichi, non era facile da trovare.
Avevo capito benissimo che anche tra padre e figlia c’era qualcosa di più, di molto di più, di una scopata o di una inculata: i baci, gli abbracci e le carezze che si scambiavano mentre scopavano erano manifestazioni d’amore!
Sentivo nell’abbraccio di Walter la sua sofferenza e, forse, anche l’invidia verso suo cugino: come avrei potuto aiutarlo?

“Walter, ma hai mai fatto capire a tua madre i tuoi desideri? Potrebbe darsi che anche lei senta qualcosa nei tuoi confronti.”

“Non ho il coraggio! Con le altre ragazze non ho problemi a fare loro proposte indecenti, sono sfrontato e senza timidezza, Marco lo sa, ma con le donne della mia famiglia mi sento bloccato, temo le loro reazioni. Anche nel tuo caso ho avuto bisogno dell’aiuto di tuo figlio, per aver avuto la probabilità che non mi avresti respinto.”

Ero combattuta… da una parte volevo aiutare Walter, dall’altra avrei preferito non intromettermi in situazioni così delicate.
Ma vedevo nei suoi occhi tanta tristezza e tanto desiderio di sua madre.
Certo vedere mia sorella farsi fare il culetto dal figlio sarebbe una meraviglia.

Lascio ai miei affezionati lettori la decisione: aiuto mio nipote a farsi la madre?


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