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Benedetto poker - 1


di bird2012
15.10.2013    |    102.916    |    7 9.8
"“Non ti chiedi perché?” Appena entrati nell’auto le chiesi..."
BENEDETTO POKER

Cap.1


Era un sabato, una di quelle tante serate che mi apprestavo a trascorrere da solo: da quando circa un anno prima un maledetto incidente stradale mi aveva tolto la mia amata moglie, ormai le sere erano tutte uguali: nel ricordo e nella tristezza.

Non riuscivo a lasciarmi alle spalle il dolore per ricominciare da capo… avevo 50 anni, ma non mi sentivo pronto e, sinceramente, non ne avevo alcuna voglia: mia moglie era meravigliosa, sotto ogni punto di vista, e non avrei certo trovato una degna sostituta.

Stavo per telefonare per farmi portare a casa la solita pizza e mangiarmela assorto nei mie tristi pensieri, quando suonarono alla porta.
Andai ad aprire e mi trovai davanti la mia unica figlia, Carla.

“Tesoro, che sorpresa e che piacere… entra!”

Mi abbracciò e mi baciò sulle guance, poi ci accomodammo in salotto.

“Papà, scusa questa visita improvvisa, ma sono incazzata come una bestia: sempre uguale, anche questo sabato mi ha lasciata sola per andare a giocare a poker con i suoi amici. Quando gli ho detto che non volevo rimanere sola in casa, mi ha detto di venire da te, a farti compagnia! Hai capito, dopo solo cinque anni di matrimonio!”

Mentre parlava mi accorsi di guardarla attentamente: era molto che non ammiravo il corpo di una donna.
Aveva 30 anni ed era il ritratto spiccicato di sua madre: mora, occhi neri che mandavano lampi, un seno perfetto, non avendo ancora avuto figli, un lato B alla brasiliana da perderci la testa… due gambe, e due cosce, da urlo… e uno sguardo affascinante da farti sognare!

Cercai di tornare in me: non stavo guardando il corpo di Carla in maniera fredda e disinteressata… lo stavo ammirando come quello di una avvenente donna… e mi sentii turbato!

“Papà, ti dispiace se passiamo una serata insieme? Dobbiamo distrarci… alla faccia di chi ci trascura! Una pizza e un cinema? Che ne dici? Io e te da soli!”

Sentii un leggero brivido: era la prima volta, dall’incidente, che uscivo di sera per distrarmi.

“Ne sono felice, Carla… io sono sempre solo!”

Mi prese la mano e me la strinse.

“Si, lo so, non riesci a superare, vero? Lo so quanto vi amavate, con che passione… lo sentivo… quando facevate l’amore… ero felice di avere due genitori che si amavano così tanto!”

Mi sentii gelare!

“Carla, vuoi dire che ci spiavi mentre…”

Sorrise.

“Papà, dai… sono passati tanti anni… ero adolescente… e curiosa! Tutti i figli, almeno una volta nella vita, hanno sentito, o guardato, i propri genitori fare l’amore! Molte compagne ne parlavano a scuola: ieri sera ho sentito i mie genitori scopare… lui diceva questo… lei diceva quello! Io invece non ho mai detto niente: ho voluto tenere quei momenti come un mio dolce segreto! Io non vi spiavo… fantasticavo di fare parte del vostro piacere!”

Era diventata seria… mi fissava con uno sguardo intenso… come volesse entrarmi dentro per sapere cosa ne pensassi!
Io deglutivo… avevo la bocca secca… non riuscivo a parlare… sapevo bene come ci comportavamo io e mia moglie quando facevamo sesso. Parlavamo, urlavamo, usavamo il turpiloquio più spinto per godere… e Carla ci sentiva!

“Scusa, cosa intendi di “fare parte del nostro piacere”?

Avevo la mia mano tra le sue… seguitava a stringermela.

“Papà, spero non mi giudicherai una svergognata! Come ho detto sono passati tanti anni. Avrò avuto 17 o 18 anni e avevo imparato a capire dallo sguardo di mamma quando avreste fatto l’amore la sera: era uno sguardo colmo di libidine, di desiderio, di voglia di godere! Quando andavate a letto chiudevate la porta, non vi ho mai visto, ma era uguale: incollavo l’orecchio all’uscio e sentivo tutto.

Voi parlavate, descrivevate dettagliatamente tutto ciò che facevate… è stupendo e altamente eccitante parlare mentre si fa sesso… a me sembrava di vedervi… le posizioni, i vostri incitamenti… specie mamma era una meraviglia… esprimeva apertamente e spudoratamente tutte le sue sensazioni e godimenti! Ovviamente pensavate io dormissi… io, invece, stavo godendo insieme a voi… perché non potevo fare a meno di….. mi hai capito, vero?”

Avevo perfettamente capito… come avevo capito che dopo quasi un anno sentivo il mio uccello svegliarsi dal letargo: il pensiero che mia figlia avesse sentito la madre urlarmi di sfondarle il culo o di riempirle la bocca di sborra… mi fece indurire il cazzo!

“Carla, vuoi dire che ti toccavi?”

“Si, papà… dall’inizio alla fine… e godevo insieme a voi… specialmente insieme a mamma… avrei voluto urlare insieme a lei il mio piacere!”

Ero rimasto senza parole… mia figlia a 17 anni si masturbava sentendoci fare l’amore e godeva insieme a noi.
Questo dialogo con mia figlia aveva risvegliato in me dolci ricordi.
Avevo il cazzo duro… cercai di cambiare discorso!

“Sei venuta in auto?”

“No, in taxi… non mi andava di guidare e poi c’è sempre il problema del parcheggio.”

“Nessun problema, dopo ti riaccompagno io. Ora mi vado a preparare… tu organizza la serata… la pizzeria… il cinema.”

“Si, c’è un film che è appena uscito e dicono sia molto bello: è un film d’amore con molte scene di sesso… diciamo che è un film per adulti… e noi non ci scandalizziamo, vero papà?”

“No, non ci scandalizziamo!”

Quando entrammo nella pizzeria vidi molti maschietti posare lo sguardo sul corpo di Carla… era veramente una strafica!

“Tesoro, ti sei accorta che stai destando l’interesse di molti maschietti? Hanno tutti gli occhi su di te!”

Mi guardò fissa.

“Anche i tuoi occhi?”

Non me lo aspettavo… cercai di sorridere per sdrammatizzare…

“Carla, veramente i miei occhi sono su di te da quando sei venuta a casa!”

“Allora l’unico che non si accorge di me è mio marito: peggio per lui… chi è causa del suo mal…”

Cominciammo a mangiare… in silenzio… ci guardavamo senza parlare.
Fu lei a rompere il silenzio.

“Eri sincero quando hai detto che mi stai guardando da quando sono venuta a casa? O lo hai detto solo per farmi piacere?”

“No, è vero… sei una donna meravigliosa… come tua madre! Spero non ti dispiaccia se spesso ti paragono a lei!”

“No, papà, anzi… è un motivo di orgoglio essere paragonata a mamma! Era stupenda… sotto tutti i punti di vista… mi capisci, vero?”

“Si… ti capisco! Vorrei anche confessarti sinceramente che se non fossi tuo padre ti farei una corte spietata!” e le sorrisi, sperando di farla passare come una battuta… ma non per lei!

“Perché… i padri non possono fare la corte alle figlie? A noi femminucce piace molto essere corteggiate, adulate, ammirate… e desiderate!”

Ormai con Carla ogni frase era densa di allusioni e carica di sensualità.

Terminato di mangiare ci avviammo verso la macchina per andare al cinema.
Mi prese sottobraccio… stretta a me… sentivo il suo seno contro il mio braccio… stavo riapprezzando il piacere di avere una donna stretta a me… anche se mia figlia!

“Papà, questa sera sarai il mio cavaliere… il mio dolce maritino si dedicasse pure al suo poker… noi abbiamo altri interessi… vero papà?”

Quando entrò in macchina la gonna, già abbondantemente sopra le ginocchia, le salì ancora di più sulle gambe lasciando metà delle cosce completamente scoperte: le ammirai per qualche attimo, poi tolsi lo sguardo… mi sentivo in forte imbarazzo nel guardare le cosce di mia figlia, ma il mio sguardo sembrava incurante ad ogni mio comando… più cercavo di distoglierlo dalle cosce scoperte di Carla, più lui ci ricadeva sopra… mi sentivo ribollire il sangue!
Carla percepì il mio disagio.

“Papà, non è mica peccato guardarmi le gambe… magari mio marito me le guardasse come me le guardi tu! Comunque, se la cosa ti imbarazza, me le copro!”

Ormai non avevo più il controllo neanche delle mie parole… uscirono spontanee dalle mie labbra…

“No… non coprirle… hai ragione… non è peccato guardare le cose belle… e le tue gambe sono meravigliose!”

Ci riportai il mio sguardo sopra, ma non lo tolsi subito… me le gustai per qualche secondo… inguainate in eccitanti calze fumé… leggermente divaricate!
Poi guardai Carla… mi stava fissando con uno sguardo che mi fece sentire i brividi… lessi nei suoi occhi il piacere di essere ammirata… e desiderata!

“Davvero ti piacciono le mie cosce?”

Dio santo… non le aveva più chiamate gambe, ma “cosce”!
Il termine “cosce” è più erotico… mi fece subito venire in mente la fica… racchiusa tra le cosce!
Stavo perdendo il controllo…
Cercai di scusarmi.

“Si… scusa… ma le tue cosce mi piacciono molto! Ti prego, prendilo come un complimento… non vorrei pensassi che io sia un depravato per fare certi apprezzamenti verso mia figlia!”

“Papà, se ti senti un depravato perché mi hai confessato che ti piacciono le mie cosce, allora anche io sono una depravata… perché mi fa estremamente piacere sentirtelo dire! Non puoi immaginare neanche lontanamente quanto possano lusingarmi i tuoi complimenti! In mancanza di quelli di mio marito, se permetti, mi godo quelli di mio padre!”

Che dire? Misi in moto e partii.
Parcheggiai non lontano dal cinema… non so perché lo dissi, ma ancora una volta mi venne spontaneo.

“Aspetta, non scendere… non hai detto che questa sera sono il tuo cavaliere? Allora vengo ad aprirti la portiera.”

Andai dalla sua parte e aprii la portiera dell’auto.

“Prego, adesso puoi scendere!”

Nello scendere allargò le gambe di quel tanto per permettermi di vedere le sue minuscole mutandine nere… e rimase immobile… a gambe larghe: ero impietrito… incollai lo sguardo sopra quella meravigliosa visione… non riuscivo a togliere gli occhi!
Le parole di Carla mi riportarono alla realtà.

“Papà, scusa, mi aiuti a scendere?

Mi stese un braccio, le presi la mano e l’aiutai a scendere.
Appena in piedi mi abbracciò e avvicinò la sua bocca al mio orecchio… poche frasi sussurrate che mi fecero scoppiare la testa.

“Papà, sei un birichino! Ho la netta sensazione che a te non piaccia solo guardarmi le cosce… ma ti piace scrutare anche altri ambienti limitrofi! Si, sei proprio un insospettabile birichino!” e, sorridendo, si rimise sottobraccio… stretta a me!

Entrammo nel cinema e mi accinsi a fare i biglietti.

“Papà, scusa, se è possibile andiamo in galleria, la platea è sempre più movimentata e io voglio concentrarmi nella visione del film.”

L’accontentai… due interi… in galleria.
Appena entrammo ci rendemmo conto che per i posti c’era solo l’imbarazzo della scelta: eravamo solo noi.
Andai dietro a Carla, che si sedette verso le ultime file.

“Qui, papà, saremo più comodi e ci possiamo gustare il film in santa pace!”

Prendemmo posto, lei seduta alla mia destra.
Iniziò il film e dopo solo circa un quarto d’ora cominciarono le prime scene erotiche: il film era girato molto bene e le scene scabrose non erano volgari o pornografiche, ma i corpi nudi dei due interpreti avvinghiati nelle varie evoluzioni sessuali, lasciavano ampio spazio alla immaginazione.
Il viso di lui posato sul ventre di lei… lei in ginocchio davanti a lui che, dritto in piedi, le teneva la testa ferma contro il suo pube… lei a pecora e lui addosso a lei!

Dovetti ammettere che le scene, benché ben fatte, erano molto eccitanti: il mio uccellino faceva le bizze, ma dovevo controllarmi: la vicinanza di Carla mi impediva di dare libero sfogo al mio piacere! Fossi stato solo mi sarei masturbato, come facevo talvolta, anche se molto raramente, per placare i miei ormoni.
Dopo un po’ Carla avvicinò il suo viso al mio e mi sussurrò.

“E’ un film veramente fatto bene… non trovi? Specialmente le scene di sesso sembrano veramente reali! Fanno venire cattivi pensieri!”

“Si, hai ragione… le scene di sesso sono veramente coinvolgenti!”

Riprendemmo la visione, ma…
Sentii improvvisamente la sua mano sinistra posarsi sopra la mia… e rimase ferma…
Rimasi immobile: guardavo le scene del film, ma la mia attenzione era rivolta alla sua mano… che cominciò impercettibilmente ad accarezzare il dorso della mia!
Non avevo il coraggio di guardarla apertamente…né avevo la minima intenzione di allontanare la mia mano… era troppo piacevole sentire la sua carezza.

Seguitavo a guardare il film, come ipnotizzato… sentivo la sua mano accarezzarmi dolcemente… le unghie conficcarsi nella carne… sentivo il cuore scoppiarmi nel petto… non sapevo cosa fare… come comportarmi.
Fu lei, la mia adorabile figlia 30enne, a prendere l’iniziativa e a togliermi da qualunque imbarazzo: quando capì che non avrei tolto la mano, che non avrei mai respinto le sue avances e avrei accettato le sue carezze, me la strinse forte e la portò sotto la sua gonna… sopra la sua coscia sinistra… quasi all’attaccatura… vicino alla fica… sentivo il contatto delle sue mutandine!

Rimasi interdetto: altro che carezze sulla mano… mia figlia desiderava carezza molto più intime!
Il contatto con le sue cosce calde mi procurarono una eccitazione incontrollata.
I suoi metodi di seduzione mi tolsero ogni capacità di intendere e di volere…
Cominciai ad accarezzare la sua coscia… era bollente… l’accarezzavo e la stringevo! Sentivo Carla fremere… allungò la sua mano sinistra e la posò sulla mia coscia… anche lei cominciò ad accarezzarmi libidinosamente!
Ci stavamo accarezzando reciprocamente le cosce: chi avrebbe fatto il primo passo?

La sentii allargare le cosce e spingere il suo bacino contro la mia mano: Dio mio… credevo di impazzire… Carla si stava concedendo spudoratamente alle carezze di suo padre!
Non avevo più la forza di resistere… mia figlia mi stava offrendo il piacere su un piatto d’argento… come rifiutare? Anche se era la fica di mia figlia il prolungato periodo di astinenza mi fece superare qualsiasi remora.
Posai la mia mano aperta sopra la sua fica, sopra le mutandine, e gliela strinsi con passione: era fradicia da non credere… e attraverso la stoffa sentii un grilletto duro da paura…il mio tesoro era eccitata come non mai!
Si allungò sulla poltrona, venendomi incontro con il suo ventre, mentre emise un lungo sussurro.

“Dio… papà… si… si… !”

La sua fica umida, il suo duro bottoncino sotto le mie dita, le sue parole di godimento, acuirono ancora di più la mia erezione: sentivo il cazzo scoppiarmi nei pantaloni!
Senza contare che la sua mano sinistra, mentre mi accarezzava la gamba, piano piano era salita sempre più in su… fino ad arrivare alla fine della coscia… a contatto con l’uccello!
Senza rendermene conto anche io allargai le gambe… seguitò ad accarezzarmi l’attaccatura della coscia… e il mio uccello seguitava ad erigersi sempre di più.

Questa volta Carla aveva atteso la mia prima mossa… ma appena sentì la mia mano sopra la sua fica ricambiò subito il piacere: sentii la sua mano togliersi dalla coscia e posarsi sopra il mio pacco.
La mia verga sussultò… e lei la strinse.
Emisi un gemito sommesso, per timore di essere sentito, ma colmo di piacere.

Cominciai a massaggiarle la fica a mano aperta, sopra le mutandine zuppe dei suoi umori: così scosciata avevo campo libero per poterla massaggiare senza impedimenti.… e potevo spingere con facilità la mano contro il grilletto per farla godere sempre di più!
Ansimava dal piacere… sentii la sua mano destra posarsi sopra la mia e spingerla contro la fica… sentii le sue unghie conficcarsi nel dorso della mia mano… il mio massaggio la stava facendo godere!

La guardai: aveva allargato le cosce a dismisura, per facilitare il mio massaggio… si era allungata sulla poltrona… la testa reclinata all’indietro… i suoi occhi chiusi!
Mia figlia stava godendo sotto le mie mani!
Dalle sue labbra uscivano tenui sussurri… mentre seguitava a stringermi il cazzo convulsamente.

“Oddio mio… sto godendo… mi sta facendo un ditalino… cazzo… papà mi sta masturbando la fica… devo fermarlo prima che mi faccia venire!

Per un po’ seguitammo a massaggiarci reciprocamente i sessi.
All’improvviso strinse le gambe e mi imprigionò la mano, per impedirmi di muoverla… non voleva ancora venire!

Adesso era lei che voleva accarezzarmi e scelse una posizione più comoda: tolse la mia mano dalla sua fica, si girò verso di me, sostituì la mano sinistra sopra l’uccello con la destra e adagiò la sua testa sopra la mia spalla!
Riprese ad accarezzarmi e a stringermi l’uccello ritmicamente: ad ogni stretta rispondevo con un fremito… fremito che lei percepì perfettamente.
Avvicinò nuovamente le sue labbra al mio orecchio, morse libidinosamente il mio lobo e mi sussurrò con una voce sensuale.

“Papà, ti prego… non dire niente… non dire niente! Ti prego… non posso farne a meno! Da quando ho visto il tuo sguardo tra le mie cosce mi sono sentita bagnare come non mai! Lo sai che stavi quasi per farmi venire? Me la stavi massaggiando in maniera deliziosa… stavo per sborrarti in mano! Adesso tocca a me!”

Sullo schermo veniva proiettata una scena altamente eccitante: si vedeva la testa dell’attrice alzarsi e abbassarsi sul ventre dell’uomo… si vedeva solo la testa e il suo movimento… ma era di una eccitazione unica.
Carla si avvicinò di nuovo al mio orecchio… questa volta me lo leccò facendomi venire i brividi.

“Papà, guarda il film… non ti distrarre… lei glielo ha preso in bocca… lo sta succhiando! Sarebbe strepitoso poter vedere se gli viene in bocca!”

Sentii la sua mano aprirmi la cintura dei pantaloni, sbottonarli e abbassare lentamente la zip… cominciai ad ansimare… ormai mi aspettavo l’irreparabile.
Lei recepì perfettamente la mia eccitazione.

“Papà, tranquillo… guarda il film… ci penso io a te!”

Sentii la sua mano insinuarsi nei mie boxer, afferrarlo e tirarlo fuori… non potei fare a meno di gemere sommessamente il mio piacere.

“Carla… Carla… Dio santo… mi fai morire!!!”

Anche lei, mentre me lo stringeva, sussurrò la sua ammirazione.

“Dio santo, come è duro… te l’ho fatto addrizzare da paura! Ti faccio arrapare… cazzo quanto mi eccita fare arrapare mio padre!”

Impugnò saldamente il mio membro e cominciò a scappellarlo con estrema lentezza!
Mi mise il braccio sinistro intorno alle spalle per stringermi a lei, avvicinò il suo viso al mio… pose la sua guancia a contatto della mia… entrambi i nostri visi erano rivolti verso lo schermo!
Poi cominciò a segarmi… lentamente… lo stringeva, lo accarezzava e mi segava… su e giù… su e giù

“Ti piace il nostro film? Non lo trovi più eccitante di quello proiettato sullo schermo? Senti la protagonista come sega il suo uomo!”

L’eccitazione mi aveva tolto la parola… riuscii appena a sussurrare.

“E’ stupendo… il film più eccitante della mia vita! La protagonista maneggia l’uccello in maniera fantastica… si sente che lo ama… e sa perfettamente come trattarlo!”

“Sono contenta che lo trovi eccitante! Ma sono certa che troverai il finale ancora più coinvolgente… la protagonista deve dare ancora il meglio di se!”

Seguitò a giocare con il mio cazzo ancora qualche minuto… io pensavo d’impazzire!
All’improvviso tolse la mano dall’uccello e la portò sotto la gonna: nella penombra la vidi muovere il bacino in maniera scomposta, alzare leggermente il sedere dalla poltrona, piegarsi in avanti e allungare le mani verso i piedi!
Quando si rialzò la sua mano stringeva le sue mutandine: sentii scoppiarmi la testa… Carla si era tolta il suo indumento intimo… quello che mi aveva fatto volutamente ammirare mentre scendeva dalla macchina… mi strinse nuovamente a lei e avvicinò le mutandine al mio naso, proprio la parte di stoffa a contatto della sua fica.

“Papà, annusale forte… senti il mio odore! Desidero tu lo senta! E’ l’odore della mia fica eccitata! Adesso il nostro film sarà ancora più bello ed eccitante!”

Le odorai in maniera profonda … più che potevo… il forte odore della sua fica mi dava alla testa… era un potente afrodisiaco… il cazzo sembrava scoppiarmi… e lei se ne accorse.
Sussurrava a voce bassa, appena percettibile… con un tono così sensuale che mi faceva impazzire.

“Ero certa ti sarebbe piaciuto il mio odore! Lo sento da come ha risposto il tuo cazzo!”

Mi strofinò la pattina delle mutandine per tutto il viso, poi le tolse, ci avvolse il cazzo e riprese a segarlo: sentivo l’umido della pattina a contatto del mio uccello.
Avvicinò di nuovo le labbra al mio orecchio.

“Dicono sia entusiasmante segarsi con le mutandine della donna… se poi la donna è tua figlia è ancora meglio!”

Seguitò a segarmi con le mutandine, sempre con il suo viso a contatto con il mio.

“Papà, ogni minuto che passa questo film è sempre più bello ed eccitante! E la protagonista è sempre più porca!”

Alzò un attimo il viso e si guardò intorno.

“Papà, siamo proprio soli… nel buio della galleria!”

Non me lo sarei aspettato… ma forse lo desideravo!
Si piegò in avanti, portò il viso verso il mio grembo e sentii le sue labbra imboccarmi il cazzo.
Sentii un brivido lungo la schiena, ma mi venne spontaneo spingere il ventre contro le sue labbra: lei non fece altro che aprire la bocca per farlo penetrare tutto! Sentii le labbra a contatto con il mio ventre: la mia adorabile porca se lo era preso tutto in bocca, fino alle palle!
La penombra della sala nascondeva i particolari di questo sublime piacere: vedevo solo la sua testa alzarsi e abbassarsi sul mio cazzo, sentivo la sua lingua leccarmi l’asta e le palle, le sue labbra succhiarmi la cappella, i suoi denti morderla delicatamente per farla indurire sempre di più!
Non potevo urlare il piacere che stavo provando nel sentire le sue labbra succhiarmi l’anima… mi limitai ad accarezzarle la testa e a sussurrare il suo nome… sperando ne comprendesse l’intimo significato.

“Carla… Carla… Carla!!!”

Lei comprese benissimo… aumentò le sue succhiate, le sue leccate, i suoi baci sulla mia verga… e i suoi sommessi gemiti mi dimostravano il suo piacere nel pomparmi l’uccello!
Era completamente piegata in avanti, tutta intenta a godersi il mio membro: allungai la mano, gliela posai sul culetto e cominciai ad accarezzarlo.
Appena sentì la mia mano accarezzarla sopra la gonna, sollevò il culo: il significato dei gesti, talvolta, è molto più eloquente di qualunque parola!
Piano piano le sollevai la gonna fin sopra i reni… sotto le mani sentii le sue natiche completamente scoperte.

Ci insinuai la mia mano in mezzo, alla ricerca della sua rosellina… appena la trovai ci posai le dita sopra per massaggiarla e vellicarla… e la sentii subito contrarsi e dilatarsi ritmicamente al mio perverso tocco.
Più le massaggiavo il buchino, umido e pulsante, più la sentivo gemere.
Osai di più… le appuntai il dito… lei spinse indietro il culetto… glielo infilai tutto dentro!
Emise un lungo grugnito, mentre mi mordeva delicatamente l’asta… i suoi denti non mi procuravano dolore, ma una irrefrenabile eccitazione!
Per un po’ lavorammo in dolce sintonia: lei mi spompinava… io le muovevo libidinosamente il dito nel culetto… dentro e fuori… dentro e fuori!
Nel buio della sala si sentivano solo i nostri sommessi gemiti, il nostro ansimare!

Dopo un po’ le sfilai il dito e allungai la mano tra le sue cosce: adesso ero alla ricerca del suo scrigno… e lo trovai… umido, gonfio, bollente… questa volta senza l’ostacolo delle mutandine… aperto e disponibile a ogni oscena e incestuosa carezza!
La dolce porcellina alzò di più il culetto per facilitare il mio ingresso… due dita la penetrarono profondamente… sentivo la vagina serrarmi le dita come in una morsa.

Tolse la bocca dall’uccello… la testa sempre rivolta verso il mio cazzo: anche se l’avesse rivolta verso di me, il buio avrebbe mascherato le nostre espressioni, i nostri sguardi… la nostra profonda eccitazione.
Sussurrò solo poche parole… ma che mi fecero scoppiare il cuore.

“Ti aspettavo… si… ti aspettavo… da sempre!” e imboccò di nuovo il mio membro per seguitare a goderselo senza pudore né vergogna!
Presi a chiavarla con le dita… una fica fradicia e bollente da urlo.
Lei mi stava demolendo il cazzo… tra leccate, succhiare, morsi, pompate… mentre sculettava oscenamente contro le mie dita.
Cominciò a stringermi e colpirmi le gambe dal godimento che stavano procurandole le mie dita nella fica…

All’improvviso si fermò, tolse la bocca, mi tolse la mano e si alzò in piedi: la vidi guardarsi intorno.
Poi avvicinò il suo viso al mio: chissà cosa avrei pagato per vedere l’espressione dei suoi occhi!
Posò la sua guancia contro la mia… era bollente… e poi sussurrò parole di fuoco!

“Papà… siamo soli… nella sala non c’è nessuno, stanno tutti in platea: è un segno del destino… e al destino non si può sfuggire! E poi il buio è un fido alleato e complice! Dai, papà… allungati di più sulla poltrona… che ti vengo sopra! Si, papà… si… ti voglio dentro! Hai un cazzo meraviglioso… e voglio gustarmelo dentro la fica! Dai… mi eccita… come una coppia clandestina che si incontra nel cinema per chiavare… dai, papà… chiaviamo… chiaviamo! Fammi sborrare l’anima!”

Mi allungai… mentre la vidi sollevarsi la gonna fino alla vita: mi salì a cavallo… con il braccio sinistro mi cinse il collo per abbracciarmi a lei… con la destra impugnò l’uccello e se lo appuntò sulla vagina… poi si lasciò calare per farselo penetrare tutto nel ventre, mentre anche il braccio destro si unì all’altro… unì il suo viso al mio e mi strinse forte!

“Papà… papà… Signore mio, mi sei dentro! Uhmmm! Madonna santa, come ce l’hai grosso… me l’hai riempita! Si… si… mi piace… il tuo cazzo mi piace! Cazzo santo… come mi sento porca a cavallo della tua verga! Dio, ti ringrazio! Dai, papà… vai tranquillo… ti voglio tutto… si, tutto… mi hai capito… fa tutto dentro… che sono protetta!”

Cominciò a cavalcarmi… lentamente… per godersi ogni centimetro del mio cazzo.
Saliva e scendeva sulla verga in maniera stupefacente: quando scendeva allargava tutta la fica per impalarsi completamente, quando saliva contraeva i muscoli pelvici per stringere le pareti vaginali intorno all’uccello per dedicargli una libidinosa carezza!
Entusiasmante!

Mentre mi cavalcava mi stringeva forte il collo per tenermi abbracciata a se… io, con le mano avvinghiate alle sue natiche, coadiuvavo il delizioso movimento del suo bacino… su e giù… su e giù!
Ognuno di noi due cominciò ad esprimere il suo godimento come meglio preferiva!

Anche io mi lasciai andare, memore di quando scopavo con mia moglie!
Sussurravo piano, nel timore di essere sentito, anche se sapevo di essere soli, ma le mie frasi rendevano perfettamente l’idea di quanto stessi godendo!

“Carla, sei una porca, come tua madre! Mi stai chiavando il cazzo in maniera sublime! Sono felice tu sia protetta: non ho mai usato il preservativo, in vita mia! Tua madre mi diceva sempre che il preservativo era la tomba del sesso: se li voleva gustare gli schizzi dello sperma… in bocca, nella fica, nel culo… diceva che era meraviglioso sentirsi riempire dalla crema densa e calda… e tu sei come lei… vuoi che ti sborri nella fica!

E lei rispondeva per le rime.

“Si, questa sera mi sento porca come non mai… si… ti chiavo come faceva mamma! Uhmmm! Che cazzone hai… adesso capisco perché mamma urlasse tanto quando la fottevi!”

Io e mia figlia stavamo chiavando come due appassionati amanti… nel buio del cinema… stavo impazzendo dal godimento, ma mi mancava qualcosa… il giusto completamento al nostro incestuoso atto sessuale!

“Carla… ti prego… la tua bocca!”

“Dio santo, papà… desideravo me la chiedessi!”

In un attimo sentii la sua bocca sopra la mia e la lingua saettarmi veloce tra le labbra: avevamo raggiunto il top… il mio membro nella sua fica e le nostre labbra a scambiarsi baci osceni ed incestuosi.

Ansimavamo, gemevamo, chiavavamo e limonavamo… mi mordeva le labbra mentre contraeva i muscoli del pube per mungermi il cazzo con le pareti della vagina.
Vibravamo e tremavamo una nelle braccia dell’altro… l’eccitazione era alle stelle… i nostri orgasmi non si stavano facendo attendere!

“Papà, ti prego… avvertimi prima quando stai per godermi dentro: sto vivendo un momento da sogno… e voglio essere pronta a gustarmi ogni attimo… prima, durante e dopo! ”

Quando sentii che stavo per scoppiare l’avvertii.

“Carla, tesoro… angelo mio… ci sono… sto per venirti dentro!”

“Papà, ti stavo aspettando… per godere insieme a te! Dai… dai… che sto sborrando insieme a te… inondami… inondami… siiiiiiii….. vengo anche iooo!!”

Venimmo insieme: la inondai come desiderava e ogni schizzo nel suo ventre era accompagnato da un suo morso alle mie labbra e a suoi gemiti di piacere.

“Papà, sento ogni schizzo! Eccone un altro… eccone un altro… ancora un altro!!! Dio, quanta ne avevi in corpo… mi hai riempito… neanche mio marito mi ha mai riempito così! E’ una meraviglia sentirti venire… e adesso è tutta dentro il mio corpo! Dio santo, papà, dimmi: da quanto tempo non scopavi, quanto tempo era che non schizzavi dentro una fica?”

Le sussurrai nell’orecchio.

“L’ultima con tua madre… davanti e dietro, come piaceva a lei! Poi basta… nessun’altra!”

Mi strinse con una passione incontrollata, mentre mi mordeva il labbro a sangue e seguitava a contrarre la vagina per mungermi l’uccello e svuotarlo delle ultime gocce di sperma.

“Papà, ma è stupendo… meraviglioso… come sono felice! Solo io… dopo mamma solo io… solo io! Gesù mio… dopo mamma solo io mi sono goduta e ho fatto godere il tuo cazzo! Papà, ci pensi: il tuo godimento è rimasto in famiglia… prima mamma e poi io!”

Quando sentì che avevo terminato di eiaculare, si sollevò facendo uscire l’uccello e mise la sua mano tra le gambe… davanti alla vagina!
Quando sentì il palmo colmo dello sperma che stava colando dalla fica lo portò alla bocca… e leccò e ingoiò tutto!
Si avvicinò di nuovo al mio orecchio.

“Non avrai mica pensato che mi sarei persa l’occasione per assaggiare il tuo sperma! Ma adesso penso al tuo adorabile uccello: te lo pulisco tutto per bene!”

Lo prese di nuovo in bocca e cominciò a leccarlo, succhiarlo, pomparlo, fino a togliere ogni residuo dello sperma che lo ricopriva: quando terminò la sentii schioccare le labbra… Carla aveva proprio gradito!

Dopo si mise seduta e si abbandonò sulla poltrona… mi prese la mano e me la strinse.
Era spossata, ma ebbe la forza di sussurrare.

“Papà, il nostro film è stato di una bellezza inimmaginabile!!! Ma adesso, ti prego… andiamo a casa… qui il nostro film è terminato… almeno per ora!”

Appena fuori dal cinema, alla luce dei lampioni, guardai il suo viso.

“Carla, hai un viso stupendo… disteso… sensuale… oserei dire deliziosamente appagato!”

Prese la mia mano, mi sorrise e strofinò il suo dorso sulla sua guancia… mi fissò con uno sguardo che mi fece rabbrividire.

“Non ti chiedi perché?”

Appena entrati nell’auto le chiesi.

“Vuoi che ti accompagni a casa?”

“No, andiamo a casa tua… voglio terminare la serata come si deve! Abbiamo ancora tante cose da dirci!”

Sentii una morsa allo stomaco.


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