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Un sabato di pazzie


di bird2012
24.05.2015    |    120.868    |    16 9.5
"Me lo stavo godendo alla grande il cazzo di mio figlio: anche lui si stava gustando la mia fica e i suoi gemiti, il suo ansimare, i suoi fremiti ne erano la..."
Un sabato di pazzie!


Chissà quante madri hanno sorpreso i propri figli a masturbarsi.
E’ successo anche a me… un sabato.
Mio marito era uscito presto per lavoro e sarebbe tornato nel tardo pomeriggio… e mio figlio Marco era a letto aspettando che gli avessi portato il caffè.

Era un rito che si ripeteva ogni mattina: come ogni amorevole mamma che stravede per il proprio figlio maschio, felice di fargli cosa gradita, preparavo due caldi caffè, entravo nella sua stanza, gli davo il buon giorno, posavo i caffè sul comodino, gli davo un bacetto, mi sedevo sul letto accanto a lui e ci bevevamo insieme i due caffè, parlando della giornata che ci aspettava… lui dei suoi impegni all’Università ed io del mio ufficio.

Anche quel sabato aprii la porta della sua stanza, ma quando entrai rimasi impietrita, con il vassoio in mano: immobile, cercando di realizzare se avessi delle allucinazioni.
Dopo qualche attimo compresi perfettamente che ero pienamente vigile e la scena che era davanti ai miei occhi era più che reale: mio figlio, completamente nudo, con le spalle appoggiate alla spalliera del letto, con le gambe completamente divaricate, teneva in pugno il suo cazzo e se lo stava segando lentamente.
Ero rimasta ammutolita… fu Marco a parlare.

“Mamma, ti prego… ti imploro… non te ne andare… guardami, ti prego! Ti desidero da impazzire, mi sei entrata nel sangue, ma so che non posso averti perché sei mia madre! Ho sempre sognato che tu mi guardassi mentre mi do piacere, mentre me lo tocco, lo accarezzo, lo faccio godere mentre penso a te, al tuo corpo… mentre ti immagino nelle pose più erotiche… più oscene! Ti prego, mamma, ti prego… se mi è negato il piacere di possederti, almeno guardami… guardalo… guardalo come ti desidera!!! Ti prego… ti imploro… non te ne andare! Non trattarmi male, è più forte di me, non riesco a resistere a questo desiderio!”

Sollevava il bacino verso di me per farmi ammirare il suo cazzo… ma io era da quando ero entrata nella stanza che non riuscivo a togliere gli occhi dalla sua mano che impugnava quel ben di Dio: mio marito aveva un bell’uccello, abbastanza grosso e mi faceva godere molto, ma quello che avevo davanti era di un altro livello!
Si, mio figlio Marco, splendido 20enne, aveva un cazzo super: mi sentii subito orgogliosa di aver messo al mondo un maschietto così dotato… avrebbe certamente fatto la gioia di molte femminucce!

Posai il vassoio sul comodino e seguitai a fissare la sua mano che muoveva lentamente la pelle dell’uccello su e giù… su e giù… con la cappella rosso fuoco gonfia e pronta ad esplodere il suo nettare.

Da quando ero entrata non avevo proferito parola… non sapevo cosa dire, ma soprattutto non sapevo cosa fare, come comportarmi.
Cosa avrebbero fatto altre madri in quella situazione? Sarebbero uscite dalla stanza lasciando il figlio a menarsi l’uccello? Lo avrebbero aggredito con mali parole? O sarebbero rimaste a godersi lo spettacolo fino alla spruzzata finale?

A me il cazzo piaceva, ed anche molto! Pur amando molto mio marito quando mi capitava qualche buona occasione, di cui valutavo valesse la pena, non disdegnavo affatto di aprire le cosce per gustarmi una appagante chiavata: ero sempre stata dell’idea che ogni tanto cambiare cazzo era un toccasana sia per la fica che per la mente.
Dopo che mi ero fatta fottere da un altro cazzo, dopo aver fatto godere un altro maschio mi sentivo una donna completamente appagata… mi sentivo più bella, più desiderata, più femmina!
Ovviamente la stessa cosa era per mio marito, ma ero certa che se trovava qualche fica disponibile non si faceva certo scrupoli a farle assaggiare il suo cazzo… quindi!
L’importante è che ci amavamo molto… il resto era solo piacere sessuale!

Ma ora la situazione era diversa: quel maschio con un super cazzo era mio figlio!
Mentre seguitavo a fissare ammaliata la mano di Marco che accarezzava con libidine il suo uccello, iniziò nel mio cervello l’eterna guerra tra il bene e il male.

Come sempre i miei due emisferi cerebrali cominciarono a fare a pugni: l’emisfero sinistro, razionale, logico, mi richiamava alla morale, ai miei doveri di madre.
La sua voce dentro di me esprimeva tutto il suo disappunto:

“Olga, che cazzo vuoi fare? E’ tuo figlio, compiresti un incesto! Non ti mancano certamente gli uccelli se vuoi farti chiavare: adesso perché stai adocchiando quello di tuo figlio? Non hai limite alla perversione!!!”

Ma l’emisfero destro ribatteva punto su punto.

“Dai, cosa aspetti! Ma non vedi che splendido cazzo ha tuo figlio… non vorrai mica perderti questa gotta occasione di godertelo! Con i suoi vent’anni è capace di venire tre volte senza perdere l’erezione! Ti delizierebbe la fica in maniera sontuosa! Pensa a quanti orgasmi con quel cazzone nel tuo ventre! Non vorrai mica farti condizionare dall’incesto: chissà quante mammine si gustano beatamente l’uccello dei figli senza problemi, nell’intimità delle mura domestiche! E poi è stato lui a mostrarsi spudoratamente ai tuoi occhi con il cazzo in mano… lui ti desidera… dai, fallo felice! Non si dice che le mamme farebbero qualunque cosa per i propri figli? Dai… scopatelo… farai felice lui… ed anche te! Dai, apri le cosce come sei solita fare quando ti piace un maschio… e tuo figlio è un super maschio!”

L’emisfero destro sembrava aver preso il sopravvento: non si poteva rinunciare a un cazzo del genere!
In un attimo pensai sarebbe stato meraviglioso farmi fottere da mio figlio, appagare il suo incestuoso desiderio di possedere sua madre.
Non riuscivo a togliere gli occhi dal suo cazzo… e la fica cominciava a dare segni di insofferenza.
Sentii le parole di Marco… le sue frasi mi fecero rabbrividire.

“Dio mamma come sei bella quando mi guardi così! Vedo come lo stai fissando: ti piace? Ti prego, mamma… dimmelo! Ti piace vedermi mentre me lo accarezzo? Ti eccita vedere tuo figlio con il cazzo in mano che ti dedica il suo piacere? Ti prego, dammi la mano… voglio sentire il tuo contatto mentre godo!”

In quel momento mi sarebbe piaciuto guardarmi allo specchio per vedere la mia espressione… l’espressione di una madre che ammira il cazzo del figlio e che ci fa sopra cattivi pensieri.
Cominciai a pensare che sarebbe stato meraviglioso godermi quel cazzo.
Presi le due tazzine di caffè e gli porsi la sua.

“Prima beviamo il caffè altrimenti si raffredda!” gli sussurrai mentre lo fissavo con evidente desiderio.

Era una situazione irreale: bevevamo lentamente i nostri caffè… mentre lui seguitava a segarsi l’uccello… ed io avevo ripreso ad ammirare il suo gioiello.
Terminato di bere mi diede la tazzina e allungò la mano verso di me: non avevo più la forza di rifiutare il suo dolce invito… ma forse non aspettavo altro!
Gli diedi la mia mano… le nostre dita si intrecciarono spontaneamente… in una stretta dolce e sensuale!

Il contatto della sua mano che stringeva la mia, mentre con l’altra si segava l’uccello, mi stava mandando fuori di testa!
Sentii la vagina contrarsi spasmodicamente… era il segnale della mia imminente resa incondizionata!
Sentii ancora la voce di mio figlio.

“Mamma… guardalo… sta per godere… gode per te… per la donna dei suoi sogni!”

Lo vidi allargare le gambe e sollevare il bacino verso di me: guardai il suo viso, i nostri sguardi si incrociarono… la sua espressione di intenso godimento preannunciava la prossima venuta!
Il mio tesoro stava godendo… pensando a me… sua madre!

Sentii stringermi forte la mano!
Dio, no… stava per venire! Quel meraviglioso cazzo stava per schizzare!
No… no… non doveva sprecare quel ben di Dio con una sega… mio figlio meritava di più… il mio tesoro meritava ben altre attenzioni… quelle attenzioni che solo l’infinito amore della sua mamma può dargli!!
Gli tolsi velocemente la mano dal cazzo!

“Fermati! Non voglio che tu venga così!”

Ormai avevo entrambe le sue mani strette alle mie.
Mi misi seduta sul letto accanto a lui… sentii la sua coscia a contatto della mia.
Cominciammo a fissarci per un tempo interminabile… i nostri sguardi parlavano per noi… del nostro amore… e del nostro reciproco desiderio l’uno per l’altra!
Volevo farlo calmare un po’, altrimenti sarebbe venuto troppo presto… mentre io me lo volevo godere più che potevo.
Dopo tanto silenzio, fui io a iniziare a parlare.

“Devo dire che mi hai fatto proprio una bella sorpresa questa mattina: tutto potevo aspettarmi meno che vederti con il tuo gioiello in mano a menarlo senza ritegno per farti ammirare da me! E’ risaputo che spesso i figli maschi hanno desideri nascosti verso le proprie mamme… tu invece il tuo desiderio non lo hai nascosto minimamente, anzi… me lo hai ampiamente dimostrato… più chiaro di così!”

Gli sorrisi, mentre volgevo lo sguardo verso il suo uccello, che seguitava a svettare imperioso dal suo ventre… in dolce attesa!

“Ti è dispiaciuto vedermi?” mi chiese quasi sussurrando.

Avrei potuto mentire dicendo che si era comportato in maniera indecente, che mi aveva mancato di rispetto ed altre cazzate del genere: invece dissi sinceramente, come era mia abitudine, ciò che pensavo.

“No, tesoro, non mi è dispiaciuto vederti, come non mi dispiace sapere che mi desideri, anzi! Mi piace molto sapere che un uomo mi desidera… mi eccita da impazzire sapere che un uomo mi vuole chiavare… se poi il maschio che mi vuole è mio figlio allora… vado fuori di testa!”

Sempre stringendogli entrambe le mani avvicinai il mio viso al suo cazzo e diedi un dolce bacio alla sua cappella: Marco saltò come un grillo… non si aspettava di certo una simile effusione da parte di sua madre!
Poi mi avvicinai al suo viso e posai delicatamente le mie labbra sopra le sue… fu un bacio senza lingua… ma di una sensualità e libidine sconvolgente.
Poi lo fissai.

“Davvero mi vuoi?” gli sussurrai, mentre le nostre labbra si sfioravano

Lo sentii fremere.

“Dio mio, mamma! Si… si… ti voglio! Voglio possederti… voglio sentirti mia!”

Gli passai la lingua lungo tutte le labbra… altro fremito di piacere.

“Sei un figlio di puttana! Mi hai fatto bagnare come una porca… anche io ho voglia di sentirti dentro di me… il mio ventre è impaziente di riceverti… ma se parli con qualcuno di quello che facciamo ti ammazzo!”

Mi girai verso il suo ventre e mi avventai su quel possente uccello come un’invasata: avevo fatto godere tanti uccelli in vita mia, ma per mio figlio volevo dare il meglio di me stessa.
Mi dedicai al suo cazzo come meglio non potevo… ci misi tutta la mia abilità, riconosciuta da tutti i miei molteplici amanti, nel far godere un uomo.

Mentre mi apprestavo a deliziare il suo uccello, sentii la sua mano salirmi lungo le cosce: allargai subito le gambe per permettere il suo libero accesso verso la mia fica.
Mi ero appena alzata dal letto, indossavo una leggera vestaglietta da casa e ancora non mi ero vestita del tutto… appena sentì che ero senza mutandine, con la fica già fradicia e pronta per essere penetrata, emise un lungo gemito di piacere

“Mamma, Dio santo… sei senza mutandine… come ti ho sempre sognato! Con la fica nuda e bagnata!”

Il mio dolce porcellino non perse tempo: mi infilò subito due dita nella vagina e prese a muoverle dentro in senso rotatorio… mi sentivo sfregare le pareti vaginali in maniera deliziosa.
Ma la mia fica era eccitata al massimo e desiderava di più, molto di più.

“Marco, tesoro, mi piace sentirmi la fica bella piena: infilaci tutte e quattro le dita… dai, riempimi per bene!”

Il mio giovane amante non mi fece aspettare: sentii le quattro dita penetrarmi completamente… rimase fuori solo il pollice!
Sentii la vagina completamente riempita, proprio come piaceva a me.

“Uhmmmm! Bravo tesoro di mamma! Adesso fottimi bene, mentre io penso al tuo delizioso uccello!”

Il taglio della sua mano cominciò a stantuffare dentro di me furiosamente ed io non riuscivo più a trattenere i miei gemiti di godimento!
Rendendosi conto di quanto io stessi godendo, il mio dolce porcellino non accennava a rallentare il movimento della sua mano nel mio ventre e ad ogni affondo delle sue dita sentivo la mia passera dilatarsi sempre di più: con quelle quattro dita che mi stavano aprendo oscenamente la fica mi sentivo profondamente porca.

Quando godevo mi eccitava da impazzire il turpiloquio: ormai nella situazione in cui mi trovavo, con quattro dita di mio figlio nella fregna e il suo cazzo in bocca, che senso aveva comportarsi da mammina casta e pura?

“Si… si… così cazzo… così… dai Marco… aprimi bene la fica… che dopo mamma ti ci fa mettere dentro questo delizioso cazzo… e ti faccio venire anche dentro! Si… Marco… dai, da bravo… fammi godere… che dopo ti faccio sborrare nella fica!”

Queste parole non fecero altro che spronare il mio bambino a fare sempre meglio: seguitò a fottermi senza alcun ritegno… Dio santo quanto mi piaceva sentirmi la fica così dilatata!

Da parte mia iniziai con un lavoro di bocca e di lingua che Marco se lo sarebbe ricordato per tutta la vita.
Leccai, succhiai, baciai e mordicchiai ogni centimetro del cazzo, dalla base dell’asta, a contatto dei coglioni, fino alla cappella.
Imboccavo la cappella, la imprigionavo con le labbra mentre le giravo intorno velocemente la lingua… per poi ingoiare completamente il cazzo, fino a toccare il suo pube con le labbra.

Marco gemeva e ansimava come un maiale… godeva come mai in vita sua e i suoi complimenti e incitamenti mi spingevano a farlo godere sempre di più… sempre di più.
Dopo un bel po’ scesi con la bocca e arrivai ai coglioni: li imboccai subito e presi a succhiarli con forza, come se avessi voluto staccarli dal ventre.
Marco era fuori di testa dal piacere… ma stavo solo agli inizi.

Spinsi ancora di più la testa sotto i coglioni e allungai la lingua più che potevo finché non arrivai a stuzzicargli il buchino.
Quando sentì la punta della mia lingua arcuò il bacino per permettermi di arrivare più facilmente al suo sfintere.
Mentre con una mano avevo preso a segargli il cazzo, con l’altra gli allargai la rosellina e presi a leccarla con gusto: mi piaceva da morire leccare il buchetto del culo del maschio, sentirlo vibrare sotto i colpi della mia lingua.
Marco cominciò a gemere come mai.

“Si… si… Dio mio… è stupendo! Mai nessuna mi ha leccato il culo… è meraviglioso… dai, ti prego… mamma, seguita… mi piace… mi piace!”

Sapevo quanto piacesse ai maschietti farsi leccare il buchino e sapere che per mio figlio era la prima volta ci misi tutta me stessa per dargli il massimo del piacere.
Prima glielo leccai con la lingua a spatola, poi glielo titillai con la punta, poi ci incollai le labbra a ventosa e glielo succhiai con vigore… e poi gli spinsi con forza la lingua dentro e lo inculai più che potevo.
Marco urlava il suo godimento..

“Si… inculami… inculami… sto godendo… sto godendo!!!”

Il cazzo era duro da scoppiare… era ora di infilarmelo nella fica e goderne più che potevo… non potevo più aspettare.
Mi sembrava di sentire le urla disperate della mia passera impazzita dalla voglia di essere chiavata.
Mi sfilai la sua mano dalla vagina, mi alzai e mi spogliai completamente nuda, gli montai a cavallo, afferrai il suo cazzo, lo appuntai all’ingresso della vagina e mi lasciai cadere con il bacino per impalarmi completamente.
Mentre sentivo quel dolce palo di carne penetrarmi in corpo emisi un lunghissimo gemito di piacere.

“Uhmmmmm!!! Dio santo… che cazzo… che cazzo… che cazzo che ti ho fatto, amore di mamma! Mi ha riempito la fica! Adesso mamma si gode il cazzo del suo adorato bambino!”

Con le braccia distese posai le mani sopra il suo torace per darmi un punto d’appoggio e cominciai a cavalcarlo come un’amazzone: alzavo e abbassavo il bacino sopra il suo ventre.
Marco era fuori di testa.

“Mamma… mamma… Dio mio… ti sto scopando!”

“No, tesoro… adesso sono io che sto scopando te! All’inizio, quando scopo con i miei amanti, voglio essere io a condurre la danza: conosco bene le esigenze della mia fica, come vuole essere chiavata, con i giusti ritmi, con gli affondi al momento opportuno, mi piace saper amministrare l’orgasmo per raggiungere il massimo del piacere, per cui all’inizio voglio gestire io la scopata per godermela proprio come piace a me e alla mia fica!

Dopo che sono venuta mi concedo completamente al mio maschio: a quel punto sarà lui che mi chiava come piace a lui, con la sua tecnica, i suoi desideri e le sue perversioni.
Ecco, adesso ti scopo io, mi ti godo come piace a me… e dopo sarò tua… come piace a te!”

Seguitai a cavalcarlo con tutte le possibili varianti: chiavata lenta, veloce, rotazione del bacino per gustare lo sfregamento del cazzo contro le pareti, affondi bestiali per sentire la punta del cazzo colpire la bocca dell’utero con conseguente scossa elettrica lungo la schiena.
Me lo stavo godendo alla grande il cazzo di mio figlio: anche lui si stava gustando la mia fica e i suoi gemiti, il suo ansimare, i suoi fremiti ne erano la prova concreta.
Ma mentre provava piacere non parlava: godeva in silenzio!

Invece a me mancavano le frasi oscene che accompagnavano le mie scopate e con cui ero abituata a raggiungere il massimo dell’eccitazione.
Quando mi facevo fottere dai miei occasionali amanti mi eccitava da morire sentirmi chiamare troia, puttana, zoccola.
Invece da Marco niente: forse temeva di mancarmi di rispetto, ma gli tolsi ogni timore.

“Tesoro, guarda che non mi offendo se dici che sono la tua puttana… anzi… quando il maschio che mi sto chiavando mi dice che sono la sua troia dò il meglio di me!”

Vidi i suoi occhi brillare… capii subito che non aspettava altro che dare libero sfogo alla sua porcaggine!

“Mamma, davvero posso dirti…”

Lo interruppi.

“Quello che vuoi, tesoro… quello che ti senti… tutto ciò che desideri… anche le cose più porche…!”

Beh! Non mi aspettavo certo quella reazione… ma la cosa non mi dispiacque affatto… mi procurò una sferzata di libidine.

“Uhm! Mamma, sapessi quanto ho desiderato dirti che sei la mia dolce puttana! Ogni volta che mi sono segato pensando a te, al momento della sborrata sussurravo: “dai, porca, sei la mia zoccola… dai, bevi la sborra di tuo figlio!” E adesso posso finalmente dirtelo!
Dai… dai… cavalca sul mio cazzo! Ti piace il cazzo di tuo figlio, vero? Te l’ha riempita bene la tua fica, vero? Ti faccio godere più io dei tuoi amanti, vero? Dimmelo, puttana… dimmelo… è più depravato scoparti tuo figlio, vero? Ti faccio sborrare, vero? Il mio cazzone ti fa sborrare, vero? Dimmelo… puttana mia… amore mio… dimmelo che ti faccio venire!!!”

Le sue parole mi portarono sul punto del non ritorno: sentii l’orgasmo montarmi improvviso… sentii il ventre esplodere!
Mi gettai sopra il suo corpo, mentre spingevo la fica contro il suo ventre per sentirmi tutto il cazzo dentro… gli misi le braccia intorno al collo e lo avvinghiai stretto a me, guancia a guancia, con la mia bocca vicino al suo orecchio per trasmettergli il piacere del mio orgasmo.
Seguitai a chiavarmi sopra il suo cazzo per completare in maniera deliziosa il mio orgasmo.

“Marco, tesoro adorato di mamma… sto venendo… sto sborrando sopra il tuo cazzo! Dio santo, senti come sta sbrodolando la mia fica! Uhmmm! Hai ragione tesoro: è meraviglioso chiavarsi il proprio figlio, molto più che scoparsi gli altri uomini! Ti ho scopato e ho sborrato con gusto: adesso tocca a te… chiavami come più ti piace… sbattimi senza ritegno… togliti ogni sfizio nella fica di tua madre!”

Così dicendo lo strinsi forte a me e mentre gli ficcavo la lingua in bocca per gustarmi la perversione del bacio incestuoso mi girai di 180 gradi e mi trovai con il mio corpo sotto al suo: sentire il peso del suo corpo nudo sopra il mio mi mandò il sangue in testa.
Mi staccai un attimo dal bacio.

“Dai, tesoro… fottimi… chiavami… sfondami la fica come hai sempre sognato!” e incollammo nuovamente le nostre bocche nel più depravato dei baci.

Mentre ci succhiavamo e leccavamo reciprocamente le lingue con osceni risucchi da far accapponare la pelle, il mio angelo cominciò a fottermi con una foga impensabile.
Sentivo il suo cazzo entrare e uscire dalla mia vagina ad un velocità incredibile… era un vera e propria furia della natura… era un dolce toro da monta!
Stavo godendo come una pazza e i miei gemiti e i miei incitamenti ne erano una chiara testimonianza.
Ci mettemmo nuovamente guancia a guancia e ci sussurrammo frasi che ci mandarono nel parossismo del piacere.

“Uhmmm! Mamma, non puoi capire cosa io possa provare nel sentirmi dentro di te! Il calore della tua fica mi fa impazzire! Mamma, ti prego, dimmi sinceramente se ti piace come ti chiavo! La tua fica apprezza il mio cazzo? ”

“Si… si… angelo mio, la mia fica apprezza moltissimo il tuo cazzone… uhmmm! Si… lo apprezza così tanto che tra poco se ne viene di nuovo! Dai tesoro, sbattimi per bene come una puttana e fammi venire un’altra volta… si… così… dai… fammi sborrare una seconda volta con il tuo cazzo nella fica! Dai Marco… dai… che sto godendo… mi stai facendo godere!”

Marco, capendo che stava per farmi sborrare una seconda volta, iniziò ad aumentare il ritmo della chiavata.
Gli affondi divennero sempre più veloci e devastanti, l’impeto dei suoi vent’anni stava appagando in maniera sublime le esigenze della mia fica depravata.
Non riuscivo a trattenere il mio piacere, cominciai ad ansimare con lamenti convulsi, ero fuori di me dal godimento che provavo nel farmi chiavare da mio figlio!

Il suo delizioso cazzo, grosso e duro da paura, usciva ed entrava dalla mia figa con una frequenza incredibile, senza darmi un attimo di tregua.
Ormai ero fuori controllo, avevo perso ogni pudore: lo incitavo a sfondarmi la fica… ansimavo e mi agitavo come non mi era mai successo prima quando mi facevo fottere dai miei amanti!
Il cazzo di mio figlio mi stava sconvolgendo la vita!

Le sue profonde pompate nel mio ventre mi stavano portando nuovamente all’orgasmo… una seconda meravigliosa venuta… ma questa volta volevo una sborrata simultanea!

“Marco, angelo mio, sto per godere ancora… ma voglio venire insieme a te! Sarà meraviglioso venire insieme… si… voglio che mi vieni dentro… voglio sentire gli schizzi della tua calda sborra colpirmi l’utero mentre me ne vengo! Io quasi ci sono… ma posso resistere… tu a che punto stai? Quanto ti manca per venire? Tranquillo, tesoro, prenditi tutto il tempo che vuoi… mi stai fottendo da Dio… io ti aspetto… si, mamma tua ti aspetta per godere insieme! Goditi la mia fica, angelo mio… e avvertimi quando stai per venire… che mi lascio andare… e sborriamo insieme! Si, Marco mio… sborriamo insieme… insieme… mamma e figlio… uniti nel nostro amore perverso e depravato…!”

“Si… mamma aspettami che quasi ci sono! Ancora qualche colpo…ecco… Dio mio… ecco… mamma, amore mio… sto per schizzarti dentroooo!!!!”

Ero in preda al delirio estremo: gli afferrai le chiappe del culo, affondai le mie unghie nella carne e attirai con forza il suo ventre contro il mio!
Sentii il suo cazzo riempirmi completamente la fica e lo sentii gonfiarsi in maniera spasmodica dentro le pareti vaginali!
Eccolo… eccolo… il suo sperma stava per spruzzare dentro di me!
Urlai… senza riuscire a contenere tutte le oscenità che tanto mi eccitavano.

“Marcooo… Marco… spingi il cazzo che sto venendooo!!! Daiiii!!! Pisciami nella fica tutto il tuo sperma… pisciamelo tutto dentro! Dai amore… piscia la tua sborra… tutta… tutta!”

Ebbi un secondo orgasmo che mi fece contorcere sul letto come una serpe!
Li sentii tutti i suoi schizzi… uno per uno, colpirmi l’utero e allagarmi la vagina!
I suoi schizzi non colpirono solo l’utero, ma mi arrivarono al cervello.
Non era certo la prima volta che mi facevo venire dentro dai miei amanti, ma quella era certamente la più sublime delle sborrate che avevo ricevuto nella fica!
Mamme… provare per credere!
Non so se lo sperma del proprio figlio ha un potere magico, so solo che sentirmi allagare il ventre dalla sua sborra mi mandò fuori di testa… non riuscivo più a controllare le mie emozioni… urlavo senza più alcun ritegno il mio godimento!

Mi godetti fino in fondo la mia venuta, gemendo e ansimando tutta la mia goduria, totalmente priva di senso di colpa ed anzi vogliosa di provare ancora quella sensazione celestiale.
Lo volevo ancora… volevo ancora mio figlio dentro di me!
Seguitai a rimanere avvinghiata al suo corpo, con la sua verga ancora dentro… non la volevo più far uscire fuori dal mio corpo.

“Marco, figlio mio… fottimi ancora… ho bisogno di sentirti ancora dentro di me! Voglio sentire il tuo cazzo darmi piacere! Ti supplico, non toglierlo… chiavami ancora… mi stai facendo sentire una deliziosa cagna ingorda di cazzo!”

Nonostante la sublime sborrata nella mia fica, i suoi vent’anni gli mantenevano ancora l’uccello completamente duro… Dio santo, che meraviglia!
Seguitò a fottermi… e a baciarmi… ed accarezzarmi… il mio dolce figlio mi aveva mandato in estasi!
Io, da parte mia, non rimanevo passiva, ma mi dimenavo come una consumata puttana sopra il suo cazzo!

“Marco, gioia mia… come mi fai godere! Dai, cazzo, dai… ancora… sbattimi ancora… mi hai voluto… e allora godimi… godimi… godimi!!!”

Seguitò a chiavarmi ancora… e ancora!
Mi godetti quel suo adorabile cazzone ancora per un bel po’… poi capii che era venuto il momento di ritornare savi: avevo dato la fica a mio figlio, me ne ero venuta due volte e lui aveva goduto dentro il ventre di sua madre… cosa volevamo di più?
Fui io a sfilarmi dal suo cazzo… la fica bruciava.
Lo baciai con passione, con tutta la lingua in bocca, poi lo guardai come una donna guarda il maschio con cui ha goduto.

“Marco, tesoro mio, sei stato bravo, mi hai fatto venire due volte! Bravo tesoro! Avrò uno splendido ricordo di questa folle mattinata!!!”

Mi alzai e mi diressi verso la porta per uscire dalla stanza, con la sborra che mi colava dalla fica lungo le cosce.
Sentii la sua voce dietro di me.

“Mamma, ti prego, non andare via… rimani ancora con me… ti prego!”

Cercai di non sentirlo… seguitai a camminare, ma lui si alzò dal letto e velocemente si mise tra me e la porta, impedendomi di uscire.

“Ti prego… rimani… papà non c’è… siamo soli… rimani ancora con me!”

Abbassai gli occhi e guardai il suo ventre: vidi il suo cazzo di nuovo meravigliosamente eretto.
Sentii un brivido.

“Marco, tesoro, davvero mi vuoi ancora?”

Mi abbracciò forte, sentii il suo corpo nudo contro il mio… e il suo cazzo spingere imperioso contro i mio ventre!

“Si, mamma… ancora… e ancora… e ancora!”

Perché no?
Lo presi per mano… e lo condussi nuovamente verso il letto.

“Hai ragione! Visto che abbiamo fatto una pazzia beh! facciamola per bene: sono certa che abbiamo entrambi ancora tanti inconfessabili desideri da esaudire… cosa di più appagante e perverso che esaudirli tra madre e figlio! E allora completiamo l’opera nel migliore dei modi: tanto sarà la prima e ultima volta che godiamo insieme! Rammenti cosa disse Rossella O’Hara in “Via col vento”? “Domani è un altro giorno!”



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