tradimenti
L’eredità e i suoi vincoli 3

14.08.2024 |
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"Resto basito; ma finalmente alcune cose prendono posto nel mosaico composito delle nostre vite; le chiedo se se la sente di raccontarmi tutto, alla luce del..."
Anna prepara il viaggio in Italia come un vero trasloco, portando via le cose indispensabili e quelle a cui è più legata affettivamente; l’auto è abbastanza capace per contenere tutto e decidiamo di viaggiare a piccole tappe, come fossimo turisti o sposini in viaggio di nozze; andiamo direttamente al ‘nido d’amore’ di cui lei prende ufficialmente possesso; quasi per rispettare l’atmosfera da luna di miele, la prima cosa che facciamo è fare l’amore sui nudi materassi.Telefono a Cosimo e facciamo appuntamento nel suo studio; gli presento Anna e lo ragguaglio sulle novità, a cominciare dal figlio in arrivo, dalla scelta di farlo nascere a Milano e dall’acquisto dell’appartamento per farne il nostro nido d’amore; mi riferisce sull’incidente capitato a Maria, senza dire nulla sui retroscena che io immagino facilmente; parla delle accuse rivoltemi e delle controaccuse che mi consentiranno di liberarmi dei legacci del matrimonio senza colpo ferire.
Mi fissa l’appuntamento per il giorno della convocazione dal giudice e mi raccomanda di tenermi fuori dalla mischia, evitando qualunque incontro con mia moglie per non dare adito a nuove accuse, se avessi perso la calma; lo rassicuro che me ne starò buono al massimo nell’ufficio ed eviterò qualunque occasione di incontro; ci lasciamo con la certezza che tutto andrà come nei miei desideri e mi impegno a riprendere i contatti con la mia società con cui da un anno quasi ho pochi rapporti.
Con Anna è giunto un momento decisivo di verità; le chiedo se, ottenendo il divorzio da mia moglie e libero di risposarmi, accetterebbe di diventare anche ufficialmente mia moglie e madre di mio figlio; la risposta mi lascia di stucco; lei non potrà mai sposarmi perché è già sposata da almeno dieci anni; suo marito è in prigione dove sconta una condanna per avere provocato la morte di un ragazzo, accusa che è oggetto di revisione; ha sposato suo marito per amore e non intende chiedere il divorzio.
Resto basito; ma finalmente alcune cose prendono posto nel mosaico composito delle nostre vite; le chiedo se se la sente di raccontarmi tutto, alla luce del fatto che un figlio ormai ci unisce e che la sua maternità non potrà più essere, tra qualche tempo, nascosta per l’avanzato stato di gravidanza; ci sediamo al tavolo del miniappartamento, davanti ad un caffè e mi racconta di un grande amore nato quando era poco più di una ragazzina, in una cittadina del profondo sud.
Mi rivela che l’uomo che aveva sposato giovanissima era un patito di automobili; frequentava patiti della stessa specie e spesso assisteva a corse clandestine che si svolgevano in periferia; suo marito, un mese dopo il matrimonio, era stato coinvolto in una delle corse frequenti nel territorio; l’inesperienza di un giovane pilota provocò un morto; per l’imperizia del suo avvocato, fu condannato a venti anni di prigione; dopo dieci anni, sembra possibile una revisione che riduce le responsabilità e la pena.
Anna era stata convinta dai suoi ad allontanarsi e a trasferirsi da parenti in Germania; fino a quando aveva incontrato me, aveva rifiutato categoricamente di crearsi un’altra realtà; sostanzialmente, era rimasta fedele al ‘suo’ Salvo e sperava ardentemente che potessero ancora avere tempo per una nuova stagione di un amore durato solo un mese; la sua storia è in sostanza parallela alla mia, con la differenza che Maria è una ninfomane e Salvo un carcerato.
Mi ha avvertito che può andare via con un altro uomo proprio perché, rivisto il processo, suo marito può essere libero e lei vuole tornare col suo lui; l’incontro con me l’ha sì sconvolta e decisa a percorrere la nuova strada con me e con nostro figlio; ma recenti notizie danno per probabile la messa in libertà di Salvo; in questo caso, andrebbe via e mi affiderebbe il figlio, sperando che gli dia una madre degna.
Sono sconvolto dalla rivelazione; ma, in fondo, posso solo ammirare questa donna che ha avuto solo sfortuna; costruire con me una famiglia significa distruggere un uomo di cui è rimasta innamorata; la rassicuro che niente è cambiato tra di noi; tutto quello che abbiamo deciso è ancora validissimo e possiamo aspettare con calma gli sviluppi; se Salvo tornasse libero, lei avrebbe il diritto e il dovere di essere la moglie che è stata per anni, prima di incontrarmi.
L’amore che ci ha sconvolto, in realtà non è altro che un momento meraviglioso nella vita di noi due, se durasse per sempre, ne sarei felice; se invece la sua felicità è altrove, allora vale la pena di tenere nascosta la sua maternità, per non scatenare gelosie; io posso cercare una madre per mio figlio che non chieda troppi perché e tentare di costruire la famiglia con una donna che meriti.
L’incontro con Maria, in Tribunale, è dolorosissimo, per me; è rimasta bella come la conoscevo, ma la sua arroganza non si è piegata per niente e continua ad essere aggressiva; nel corso del dibattito, però, vengono fuori tutte le sue malefatte, cinicamente e con cattiveria messe nella luce peggiore dallo spietato attacco di Cosimo; io stesso soffro a vederla piegarsi sotto il peso delle nefandezze che le vengono sbattute in faccia senza pietà.
Il momento doloroso è quando il mio avvocato avanza l’ipotesi che in quel bosco si svolgano lotte per il possesso del territorio fra bande di protettori della prostituzione e che mia moglie e il suo amante ci siano capitati per caso, vittime forse innocenti di un equivoco; questo però non alleggerisce la colpevolezza per avere tenuto un comportamento incivile e frequentato un posto di dubbia fama dove quel rischio era prevedibile.
La mazzata peggiore arriva quando fa riferimento alle accuse lanciate contro di me, riportate nei verbali di polizia; sono autentiche calunnie e chiede che siano giudicate come tali, con l’aggravante dell’iterazione verbale delle stesse e dei comportamenti successivi; l’avvocato che la difende sembra boccheggiare e Maria ormai è affranta sotto la coscienza di essere in pericolo ancora più grave di quello affrontato nel bosco; la condanna significherebbe licenziamento.
Il giudice è più disponibile nei confronti di lei, di quanto ci fosse da aspettarsi; chiede ai due avvocati se sono in grado di proporre una piattaforma praticabile per la soluzione concordata di una lite fra coniugi che sembra quasi paradossale; chiedo a Cosimo di lasciare parlare me e propongo che Maria accetti di firmare la domanda di divorzio consensuale senza pretese, in cambio del ritiro della denuncia; il giudice convoca gli avvocati nel suo studio.
Mentre stiamo fermi ad aspettare, mia moglie con una strana giravolta mi chiede se deve lasciare anche la casa; Anna le si avvicina, si presenta e mi dice in faccia che è un’imbecillità lasciarla in mezzo alla strada; anche se la nostra convivenza pacifica si è ridotta a poche settimane, lei ha accettato di sposarmi per una reciproca convenienza; lasciarle la proprietà della casa dovrebbe essere quasi naturale per uno come me che ‘di case si preoccupa anche troppo’; capisco il riferimento e condivido.
Quando gli avvocati e il giudice rientrano per ufficializzare l’accordo, dico a Cosimo di aggiungere il passaggio di proprietà della casa a favore di mia moglie; mi guarda sorpreso, capisce e parla col giudice; la separazione è legalmente pronunciata e dobbiamo attendere il periodo previsto dalla legge per ottenere il divorzio; uscendo dall’aula, vedo che le due parlottano e alla fine si abbracciano, facendo cenno alla pancia di Anna; mia moglie si asciuga una lacrima mentre va via.
…
Non sono andate affatto come speravo, le cose in Tribunale; come tutti mi avevano avvertito e come io sola non volevo accettare, Carlo è riuscito ad uscire indenne dalle accuse; eppure, sono certa che è stato lui ad allestire la trappola in cui sono caduta come un allocco; o qualcuno lo ha fatto per lui, forse l’avvocato amico suo ma anche di tanti malviventi che spesso ha protetto; sta di fatto che sono uscita dallo scontro come colpevole e non come vittima.
Cosimo ha dimostrato scientificamente che, se non mi sono tecnicamente prostituita, ho comunque tenuto atteggiamenti simili e che sono stata vittima piuttosto di uno scontro tra bande che si contendono a colpi di blitz il controllo sulla prostituzione nel bosco; conclusione, io sono risultata colpevole di calunnia, di uso illecito della casa di lui, addirittura di frode per avere pagato le mie spese personali con i suoi conti.
Ciliegina sulla torta, lui ha fatto il ‘gesto nobile’ di offrirmi il divorzio alle sue condizioni in cambio del ritiro di ogni accusa; non potevo che accettare, visto che in discussione c’era non tanto la ‘lezione’ che mi sono presa ben duramente nella serata al bosco e i cui segni bene o male spariranno presto, come tutte le copule di tanti anni di trasgressione; ma anche e soprattutto l’uso di una bella casa, dove qualche periodo di felicità l’ho visto, ed il lavoro che mi consente la libertà.
Mi restano gli incubi notturni al ricordo delle scene di quella notte maledetta in cui mi sono vista morta con quattro mazze che mi hanno sventrato da tutte le parti e la minaccia di una pistola che da un momento all’altro poteva sparare; anche il possesso della casa in cui vivo e che Carlo mi ha regalato finisce per pesarmi; non mi sono sentita mai così umiliata, forse più di lui in tutte le occasioni in cui credevo di fargli le corna e mi scavavo la fossa.
Per colmo d’ironia, l’avvocato mi ha rivelato che a chiedergli di assegnarmi la casa è stata la sua nuova fiamma, una bellissima ragazza di origini italiane che vive a Monaco e con la quale lui da almeno sei mesi ha una relazione importante; Anna gli darà anche un figlio, coronamento di quel progetto di cui sono stata gran parte, avendogli garantito il certificato di matrimonio che era pregiudiziale all’eredità.
Proprio lei è la chiave di volta; assolutamente sconosciuta nella vicenda, ha fatto la sua comparsa comportandosi da grande protagonista, vera e non supposta o autoproclamatasi come per anni ho fatto io; è diventata quasi mia amica, in quelle poche battute che ci siamo scambiate alla fine della seduta in tribunale; aspetta un figlio da Carlo ma mi ha detto che non può sposarlo, anche se dovesse divorziare da me.
Mi è quasi sembrato che mi suggerisse di recuperare il mio ruolo di moglie; a questo punto, non mi dispiacerebbe; troppe cose sono cambiate, in questo mese; e di tutte devo tenere conto, per sopravvivere; la prima è che dovrò non solo abbassare la cresta ma inginocchiarmi davanti a mio marito perché in questo momento mi possono aiutare solo lui, i suoi soldi e forse l’affetto di quella donna che sembra riuscire a scompigliare le carte.
Decido di affrontarlo direttamente; so che va quasi regolarmente in ufficio e mi presento con molta faccia tosta a chiedere udienza direttamente all’ingegnere, anzi al mio ex marito; a sorpresa, mi accoglie con molto garbo e quasi con affetto; gli dico subito che molte cose sono successe e che non deve meravigliarsi se all’improvviso si trova davanti una donna totalmente diversa, che deve fare richieste apparentemente surreali.
“Innanzitutto, come stai? Ha lasciato strascichi pesanti l’aggressione che hai subito?”
“Non so se odiarti o amarti, perché sei l’unica persona che mi ha chiesto di quell’episodio del quale continuo ad attribuire la colpa non solo e soprattutto a me ma anche, in parte, a te; è proprio vero che sei fatto così, cinismo e grande cuore … “
“Chi dice un cosa del genere’”
“La tua compagna, il tuo amore, credo che si chiami Anna.”
“Errore; il mio amore sei e resti tu; Anna è la madre di mio figlio, ma presto andrà via se non succede qualcosa che neppure io voglio … “
“Hai deciso di farmi ancora più male; non capisco niente, ma non approfondisco … Sai che adesso non avrò vita facile sul posto di lavoro … “
“Si; se è di cambiare posto di lavoro che vuoi parlarmi, niente di più facile; stiamo elaborando un progetto verso il centro sud d’Italia; se vuoi fuggire dalle malelingue, si sta poco a farti assegnare un incarico anche superiore nella nuova azienda; guadagneresti meglio; vivresti una vita meno costosa e più serena, a condizione che abbandoni certi costumi; e cambieresti totalmente ambiente.”
“Questa era la prima cosa che volevo chiederti, con tutta l’umiltà del mondo ed anche per quel pizzico d’amore che mi dici che non è morto in te.”
“Ce n’è ancora abbastanza per non dimenticarti. Posso fare altro?”
“Nessuno ha mai fatto tanto per me; nessuno lo farebbe oggi, nella tua posizione. Ma, se sei veramente generoso come dice Anna, allora trovo anche la forza per chiederti l’impossibile.”
“Dimmi … “
“Da quella sera soffro di incubi, non riesco a dormire; la tua Anna è convinta che il sesso brutale mi ha precluso la serenità e mi ossessiona; secondo lei, il tuo modo di fare l’amore, che io conosco, può essere l’antidoto … “
“State dando i numeri, tu e lei? Ricordi per caso che il giudice ha sancito la separazione legale? Da quel momento, un incontro amoroso tra me e te determina che tutta la pratica va rivista … “
“Carlo, non sei bravo a barare; sei troppo onesto e leale, per farlo. La separazione è sentenziata e non si torna indietro se non su richiesta altrettanto consensuale; è la decorrenza dei termini per il divorzio che si ritarda, e solo dei pochi giorni necessari a incontrarci, forse per la prima volta, come due persone innamorate; c’è ancora una casa che abbiamo vissuto come nostra; tu ci manchi da mesi; io posso continuare a viverci perché tu sei stato generoso. Accetteresti di venire in quella casa, a cenare con tua moglie, prima che diventi ex per legge?”
“La premessa mi fa intendere che l‘invito è per la cena e per il dopocena … “
“Cosa ti spaventa di più? La fogna di cui hai parlato? I tunnel a cui hai accennato? L’incapacità mia di provare un sano sentimento, soprattutto nei tuoi confronti? O hai semplicemente paura di te, di tradire i tuoi principi e di provare qualcosa per una stupida presuntuosa che si è svenduta per anni perché non aveva saputo cogliere la bellezza dei tuoi dolci preliminari?
Io soffro di incubi; Anna suggerisce di fare finalmente l’amore come dio comanda con l’unico uomo che lo meriti, quell’amore, e che sia in grado di darmene anche solo in via provvisoria; te la senti o credi che sia surreale il mio discorso? Ti garantisco che nessuno saprà di questo incontro e i termini per il divorzio non saranno spostati; appena risolverai il mio caso lavorativo, mi trasferirò alla nuova sede e tutto resterà tra me e te.”
“Non me la sento di nascondere questa cosa così impegnativa ad Anna; devo prima parlarne con lei.”
“Vuoi che gliene parliamo insieme?”
“La faccio venire giù al bar.”
L’incontro è quasi surreale; la più allegra è proprio lei, la madre di suo figlio; non so quale altra definizione darle; ha l’aria di seguire una sua ipotesi e che la nostra decisione vada proprio nella direzione che vuole; forse davvero, se deve rinunciare a sposare Carlo, si è prefissa di indurci ad essere una coppia e mi vorrebbe madre del loro figlio; comincio a sperare di avere anch’io un figlio da mio marito, quando avrò imparato ad amarlo.
Non ha niente in contrario, come era prevedibile, visto il personaggio; anzi, ironizza dolcemente con Carlo che le chiede il permesso anche per l’invito a cena con una signora; capisco in quel momento che la sua forza sono la calma, la serenità e la fiducia che le consentono addirittura di prenderlo in giro mentre le mie arroganze scatenano la guerra; le sorrido complice; mi abbraccia e mi sussurra ‘non te lo fare scappare; è un buon partito’; la bacio su una guancia; concordiamo per il sabato.
…
Nell’arco di meno di due anni, due donne mi hanno sconvolto l’esistenza; tutto è partito da uno strano testamento che mi obbligava, per accedere ad una ricchissima eredità, a sposarmi entro un mese dalla lettura e ad avere un figlio, da chiamare col nome del mio antenato, entro cinque anni; il certificato di matrimonio me lo ha garantito la superficialità di Maria, pronta alla concessione nella speranza di fare la vita libertina che faceva prima.
La nostra luna di miele è durata poco, in fondo; poi sono partito per i miei viaggi; ci siamo scontrati violentemente ed alla fine ha dovuto accettare la separazione giuridica e la previsione di divorzio; forse, inconsciamente però, qualcosa si è acceso tra di noi di cui non abbiamo chiara coscienza ma che decisamente ha i connotati dell’amore che si trasforma in odio e scatena la rissa fino alle conseguenze più estreme.
Anna mi è capitata tra capo e collo, a Monaco; sono stato immediatamente preso nel vortice dell’amore e mi sono lasciato andare; ha reagito allo stesso modo e ora attende da un me un figlio che io desidero e che lei ha voluto, forse, con determinazione; ma mi ha raccontato una vicenda assai particolare che rende assai probabile un prossimo abbandono di me e di nostro figlio.
Il colmo è che, in occasione della seduta in tribunale per la separazione, le due si siano in qualche modo ‘incontrate’ e che abbiamo quasi deciso che, se Anna dovrà andarsene, sarà Maria ad occuparsi di nostro figlio e, per conseguenza, ad essermi vicina più di quanto abbia mai inteso fare; allo stato delle cose, mi sembra surreale, a meno che non ci sia tra loro un fluido strano che non colgo; mia moglie, difficile definirla ex, mi ha invitato a cena; Anna mi ha sollecitato ad accettare.
Vado alla casa che è stata nostra, almeno sulla carta, per questi due anni e non so assolutamente come comportarmi; decido di presentarmi come il classico lumacone che va al primo appuntamento, con fiori e bottiglia di vino; esito davanti alla porta, poi apro con le mie chiavi, perché non mi va di apparire ancora così estraneo alla mia casa; mi aspetto che lei si presenti ‘addobbata’ per la conquista di un maschio, pronta a sfoderare tutto il suo fascino per concupirmi.
La trovo in abito semplice, da brava massaia, con grembiule da cucina, indaffarata con un’insalata; la tavola è apparecchiata per due senza fronzoli, come se aspettasse il ritorno dal lavoro di suo marito; una bottiglia di prosecco e due calici sono l’unico cenno di benvenuto; la vado a baciare su una guancia e le consegno i fiori; recitiamo per tutta la cena la ‘sceneggiata’ della coppia affiatata in stile piccolo borghese; mi sento decisamente a mio agio, nonostante le riserve mentali.
Quando ci sediamo sul divano a prendere il caffè, mi si accosta e la sento tremare, istintivamente, le passo un braccio attorno alle spalle e sento un calore intenso invadermi il corpo e scatenarsi sul sesso che si gonfia; ho ancora tanto desiderio di questo corpo, forse nonostante me stesso; vedo che piange in silenzio; le sollevo il mento e la bacio; mi abbraccia quasi disperata e vedo che continua a lacrimare mentre mi percorre con la lingua tutta la bocca alla ricerca di non so che.
“Scusami, Carlo; non ti impressionare; non so se essere felice perché ritrovo qualcosa che avevo buttato via o se ho paura che affrontare un maschio mi terrorizzerà come nei miei incubi … “
“Perché non ti lasci andare e verifichi passo dopo passo? Non mi pare che il bacio ti abbia terrorizzato!”
“No, mi ha esaltato; non so spiegarti cosa significhi per me baciare con amore; finora non l’avevo mai fatto, tranne forse una volta con te, i primissimi giorni di matrimonio; sento che sta cambiando qualcosa in me ed ho paura, di quello che è stato, di quello che sono stata, di quello che posso scoprire e di quello che forse voglio imparare; non so esserti chiara … “
“Non esserlo; lasciati andare; vieni con me in camera?”
“Si, con tutto il cuore; per la prima volta, con tutto l’amore che sento … “
Davvero ho la sensazione di spogliare una donna assolutamente inesperta, impreparata e spaventata; ogni tocco sulla pelle è un brivido; ogni carezza è una lussuria; la sento sciogliersi come una vergine la prima notte; scopro il seno sodo, bello, florido, da amare tutto; lo lecco, lo succhio senza stancarmi e lei si abbandona a me; la spingo sul letto e mi chino a prendere in bocca i capezzoli, facendole sentire sull’inguine la consistenza de sesso duro e teso.
Mi sono reso conto che chiede di essere amata con dolcezza e a lungo, dopo aver vissuto una vita di copule violente senza amore; mi accorgo anche di essere profondamente coinvolto, segno che preferisco una moglie che ha fatto follie ma che ora è disposta a tornare ad una dolce tenerezza piuttosto che una ex moglie folle di rabbia e totalmente insicura; non so se davvero, come ha suggerito Anna, fare l’amore con dolcezza servirà ad affrettare il suo recupero; ma voglio provarci.
Per più di un’ora mi diffondo nelle carezze più delicate e sensibili, cercando di individuare i punti dove più agisce la sollecitazione a stimolare il suo amore e la sua gioia di fare sesso senza aggressione; scopro che tutto il suo corpo desidera calde carezze e convinte delicatezze; le tolgo il vestito solo dopo che i suoi seni sono bagnati in parte dalla lacrime che prima ha lasciato cadere copiose e in parte per la saliva che poi ho sparso leccandola tutta.
Massaggio e carezzo le vertebre disegnate sulla schiena purissima; palpo le natiche fino a farmi dolere i polpastrelli; la sento sospirare e gemere dolcemente, quasi persa in un languore finora sconosciuto; quando le sfilo lo slip ha un moto quasi di vergogna, del tutto assurdo per lei; mi impossesso di un clitoride già gonfio fino a dolere; geme ed alla fine urla, liberando l’orgasmo che ha trattenuto per più di un’ora; piange a singhiozzi, forse perché sente di scaricare a terra l’incubo.
Sussurra come un mantra un ‘ti amo’ che mi intenerisce; passiamo ancora del tempo a carezzarci su tutto il corpo; sento nel suo tocco un calore, una dolcezza, forse un amore che non ho mai avvertito e che certamente non ha mai provato; vivo il suo corpo, brandello per brandello, con il piacere con cui talvolta ho amato infinitamente donne appena conosciute e possedute intensamente per un’indimenticabile notte.
Quando allunga la mano a raccogliere il sesso duro fino al dolore, è come se qualcosa di molto caldo mi invadesse il ventre; sento di volerla avere tutta per me, ma non oso muovere un muscolo; fa tutto da sola, accosta la cappella all’imbocco della vagina e comincia a risucchiare il fallo nel canale; ho la sensazione che verifichi centimetro per centimetro la penetrazione; è decisamente spanata, dopo l’esperienza vissuta; ma i muscoli vaginali stringono l’asta e la catturano dolcemente.
Quando la punta urta la cervice dell’utero, ha un istintivo moto ed inarca il corpo sollevando il ventre per una ventina di centimetri; l’urlo di piacere arriva in piazza; subito dopo, mi stringe in un abbraccio con mani e piedi, che annulla ogni distanza fra il suo copro e il mio; sento nitidamente tutti gli spigoli, le sporgenze, le morbidezza, le dolcezze di ventre, seno, cosce, inguine contro i miei corrispondenti; sono avvolto da un languore indefinibile; eiaculo senza quasi accorgermene.
“Oh dio, sono venuto nell’utero! Sei protetta?”
“Si; ma avrei preferito non esserlo!”
“Perché?!?!”
“Carlo, trovi strano che mi penta di avere amato te e il tuo sesso solo adesso, dopo due anni di follie squallide? Trovi strano che provi invidia per Anna che ha saputo darti il figlio che volevi ed ha creato con te la famiglia dei tuoi sogni? Sono bastati pochi giorni a farmi vedere l’abisso di orrore in cui sono caduta e, adesso che comincio a guardare le cose senza preclusioni, ho perso il matrimonio e l’amore, tutto insieme; non credi che debba pentirmi degli errori commessi; avessi deciso di darti un figlio … “
“Non sarebbe cambiato niente; tu eri quella che eri e nessuno poteva aiutarti; io mi limito a sperare che davvero tu voglia ricominciare … “
“Su questo puoi giurarci; sono caduta troppo in fondo; adesso è ora di risalire; avrò la forza e la pazienza per farlo … specialmente se avrò un amico che mi dia una mano anche se dovrebbe odiarmi.”
“Adesso questo amico è ancora tuo marito che ti sta amando nel nostro letto; vuoi che ci fermiamo?”
“Strana cosa, l’amore; non ne hai mai abbastanza e non arrivi a conoscerlo mai fino in fondo. Per ora tu non ti muovi da qui e mi dai tutto quello che puoi; poi andrai per la tua strada; ma, finché sei qui con me, voglio sentire il tuo amore, tutto, e godermelo come non ho saputo fare prima … “
Passiamo una notte tormentata di amore e di infelicità, coscienti che all’alba finirà il sogno; di primo mattino, andiamo al mio ufficio ed espleto le pratiche per il suo trasferimento alla sede di Perugia di recente costruzione; per non lasciarci prendere dall’emozione, evitiamo i saluti; scappo quasi via, a casa di Anna, e mi rifugio tra le sue braccia; ha una sensibilità particolare e coglie la mia difficoltà a decidere di lasciare andare la mia ex moglie, forse per sempre.
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