tradimenti
Le sorprese dell’eredità
di geniodirazza
27.11.2024 |
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“Cesare, il nostro Bruno ha occhi liberi per vedere bene e animo sgombro per valutare accuse, colpe reali e stupidi errori; Ele, se hai altri progetti, ..."
La prima copula l’aveva decisa Eleonora e l’avevano consumata negli stessi locali del tribunale dove lui svolgeva l’attività di avvocato; lo scopo era mortificare suo marito che, ai suoi occhi, cresceva troppo e la surclassava; quando aveva messo la mano nei pantaloni di Livio, in un’aula vuota e chiusa da dentro, era rimasta impressionata dalla dimensione del fallo dell’amico di Cesare, che non aveva una brutta dotazione, e soprattutto amava forse troppo i preliminari delicati.Livio, con una mazza forse della stessa lunghezza ma di uno spessore decisamente maggiore, non aveva perso tempo ed Eleonora si era trovata piegata in ginocchio a tentare di farsi entrare in gola un mostro mai visto, nelle brevi esperienze fanciullesche e nei dieci anni di matrimonio; aveva goduto molto a forzare la gola e a farsi spruzzare direttamente una lava di sperma; non avevano deciso subito di dare un seguito alla vicenda; ma avevano copulato più volte, in quelle aule.
Cesare aveva reagito ritirandosi di colpo quando, una sera, aveva tentato di possederla in vagina e si era accorto di una slabbratura sorprendente; poiché conosceva i retroscena, si era girato dall’altra parte e aveva dato il via ad una separazione di fatto che sarebbe durata trent’anni; il rancore di lei si acuì per il gesto di rifiuto e lo rinnegò, scegliendo la copula settimanale con l’amante contro l’atteggiamento di un marito debole e forse destinato ad essere cornuto.
Sapeva benissimo che Livio non si risparmiava e che aveva copulato con tutte le segretarie del tribunale e tutte le impiegate disponibili ad un fallo così nerboruto e capace di stimolare le voglie represse più porche; aveva anche avuto notizia che aveva tentato di violentare la nipotina dell’amica Maria, una ragazza di vent’anni molto bella e affascinante; pare che Cesare fosse intervenuto anche brutalmente; ma tutto era stato soffocato per evitare lo scandalo.
La realtà era che Eleonora ormai dipendeva da quel fallo e non avrebbe rinunciato mai al sesso violento; Livio non aspettava altro che chiudere la porta della camera d’albergo dove si installavano; le sue mani volavano sul corpo di lei a palpare, stringere, strizzare seni, sedere e vulva; la montava quasi immediatamente infilandole di prepotenza la mazza fino alla radice e picchiando con colpi durissimi di cui lei avrebbe conservato i segni almeno per una settimana.
I lividi che riportava da ogni incontro avrebbero insospettito chiunque; ma Eleonora si era ormai abituata a tenere lontano il marito, se mai l’avesse cercata, almeno finché i lividi non fossero scoloriti; ben presto, non ebbe bisogno di preoccuparsi, perché erano diventati due estranei sotto lo stesso tetto, anzi nemmeno quello perché Cesare passava moltissime notti fuori casa, per lavoro o chissà per che altro; l’unico punto era evitare lo scandalo.
Eleonora e Livio erano convinti di tradire il coniuge di lei e datore di lavoro di lui perché settimanalmente si inventavano un impegno professionale per una seduta di sesso sfrenato in una località elegante, mai la stessa; non si rendevano conto che, quotidianamente, il coniuge presunto cornuto viveva un’altra vita.
Cesare ormai non stava più in casa; quando non era in un cantiere o in ufficio, si recava dalla sua amata e passava con lei ore meravigliose; teneva sua moglie ormai alla stregua di un mobile poco usato; non avrebbe saputo neppure dire come fosse fatta sotto i vestiti, tanto poco la vedeva e la frequentava; gli anni trascorsi in questa totale sinecura avrebbero dovuto logorare qualunque rapporto; ma la tigna di Eleonora cresceva a dismisura e si rinfocolava ogni volta che si rendeva conto di aver perso ogni contatto col marito; attribuiva la colpa al lavoro, per lui più importante, e forse ad un’amante segreta di cui non si curava.
Qualche problema invece le dava sua madre, morbosamente attaccata a una sua sorella nata con la sindrome di Asperger che la rendeva socialmente improponibile; per un percorso difficile da districare, le due scomparvero per quasi un anno, ufficialmente in viaggio di piacere ai Tropici; tornarono con un neonato bellissimo che sua madre si attribuì come fratellino nato venti anni dopo la primogenita; l’affetto quasi morboso di Cesare per il neonato turbò Eleonora solo per un attimo.
Scivolarono lenti e forse troppo rapidi, per i protagonisti, più di venti anni; Cesare moltiplicò il suo impegno a favore di Nicoletta, la sorella malata di sua moglie, e di Bruno, il figlio senile della madre di lei; Eleonora aveva proposto di ricorrere a qualche agenzia per l’assistenza ai malati non autonomi, ma Cesare era stato irremovibile e si era trasferito nell’ala del palazzo dove da sempre Nicoletta aveva vissuto coi genitori e dove adesso viveva col fratellino nato quasi venti anni dopo di lei.
La cosa quasi imbarazzante era che con sua cognata aveva stabilito una sorta di intensa solidarietà che li rendeva coppia formidabile persino sul lavoro e, a mano a mano che gli anni passavano, lei diventava sempre più centrale e importante nella delicata attività di lui che gestiva immensi capitali in un gioco di equilibri assai difficili e scabrosi e che ormai Nicoletta manovrava come pezzi degli scacchi, un gioco in cui era formidabile.
La rabbia di Eleonora era contro tutta la sua famiglia; alla madre non perdonava di non avere abortito quando si era accorta delle difficoltà che avrebbe avuto, venendo al mondo, sua sorella; un aborto terapeutico, più che lecito a quel punto, avrebbe risparmiato a tutti le sofferenze che sarebbero derivate dal dovere badare a una bambina, prima, ad una ragazza poi, ed infine a una donna soggetta a improvvisi scatti per cui perdeva il controllo delle sue funzioni ed aveva bisogno di lunghi gesti di affetto.
Dopo essere stata a lunga gelosa di suo padre e di sua madre che a quella sorella ‘sfortunata’ avevano dedicato tutta la vita, lui fino alla morte, lei per tutto il tempo che visse, la cosa peggiore fu che poi venne travolto nella funzione anche suo marito che ben presto diventò il soggetto preferito da Nicoletta per placarsi quando la prendeva in braccio e se la coccolava, su un letto o su un divano, come se fosse un suo amante sessualmente eccitato.
Non arrivò mai a formulare coscientemente l’idea che potesse esserci, tra la sua sorellina socialmente improponibile e il suo tonicissimo marito, qualcosa di più o di diverso dall’affetto tra due cognati che si volevano bene a prescindere; ma qualche pizzicore di gelosia le veniva ogni tanto, quando li vedeva rotolarsi sul letto come amanti in calore ed avvertiva nei gemiti di Nicoletta un piacere decisamente fisico; le garanzie del medico la rassicuravano sulla natura di quelle effusioni.
Comunque, il rancore a suo marito si caricò ancora di più, quando avvertì che lui aveva per sua sorella un sentimento più profondo dell’affetto di un cognato; quando sua madre tornò dal viaggio ai tropici con il fratellino di venti anni più giovane, ebbe il vago sospetto che fosse stata invece sua madre l’obiettivo amoroso di suo marito, anche per l’eccessivo entusiasmo che Cesare mostrava per quel bambino; sospettò persino che, essendo lei sterile, suo marito avesse fatto il figlio con sua madre.
Ma la passione immutata per Nicoletta, ancora più forte coll’accentuarsi della comunicazione tra loro due anche in ordine al lavoro, e il distacco di sempre tra suocera e genero la rasserenarono e l’unico suo problema rimase assicurarsi di essere sempre l’unica erede legittima di suo marito per impossessarsi, se non di tutto, di almeno metà del patrimonio di lui, decisamente arrivato a livelli assai ragguardevoli; il quesito non poteva porsi senza scandalo ma non smetteva di pensarci.
La bomba le esplose tra i piedi quando ormai pareva che tutto si fosse assestato e si aspettasse solo che Cesare morisse per lasciare il suo impero alla moglie, legittima erede; cominciò quasi come un gioco, quando l’avvocato Giovanni, legale della principale azienda di suo marito e vecchio amico di Cesare, convocò tutti i familiari nello studio per comunicazioni importanti; c’era nell’aria l’idea che si sarebbe parlato di diritti ereditari ma Eleonora non vedeva alternative a se stessa.
“Senti, Giovanni, io non capisco proprio il senso di questa convocazione; ho un sacco di cose da fare e non vedo cosa possa cambiare un incontro per stabilire i termini di diritti ereditari chiaramente definiti dal matrimonio senza figli tra me e Cesare; per le piccole definizioni provvederà il tribunale quando il titolare verrà meno; ora parleremmo solo di aria fritta.”
“Signora, dal suo linguaggio è evidente che bisogna fare chiarezza su alcune cose che lei evidentemente ignora; questo non è il salotto di casa sua dove lei sceglie gli invitati e decide i pasticcini da offrire; in questo studio legale si operano scelte che hanno valore di legge; qui non esistono ruoli di parentela o di legami sociali; tutti sono cittadini con pieni diritti e devono comportarsi con assoluto e totale rispetto.
So bene, ed ho i documenti per comprovarlo, che lei non è in grado di rispettare nessuno, dai parenti agli amici; proprio per questo temo che il suo ruolo nella definizione dei diritti ereditari sarà molto inferiore a quello che lei si aspetta; suo marito, come lei insiste a definire il titolare dell’azienda per la quale lavoro e che è al centro di questa definizione, il dottor Rossi voglio dire, mi ha chiesto di preparare, tra le altre cose, anche una richiesta di divorzio consensuale a cui so già che lei si opporrà.
La posso anche prevenire che sono pronti molti dossier che documentano, con video foto e registrazioni vocali, i suoi ventennali rapporti adulterini con un collaboratore ed amico del suo ex coniuge; questo da solo varrebbe facilmente a fare annientare un matrimonio che esiste solo nelle sue rivendicazioni di diritti che non le competono più; le ho anticipato che è prevista la sua opposizione a questa richiesta e posso garantirle che sono determinato a spellarla viva e a farla condannare per tutti i reati possibili.
Devo anche precisarle, visto che ha per prima mosso le acque, che lei non sa niente di suo marito, dei suoi legami, degli impegni e dei meriti; si prepari a grosse sorprese che lasceranno lei e il suo amante allibiti quando capirete che del patrimonio di suo marito a lei non spetta assolutamente niente!”
“Avvocato, ma che diamine dice? Io sono la moglie da venti anni e lui non ha altri parenti che possano ereditare il patrimonio che ho contribuito a costruire, almeno agli inizi, prima di ribellarmi all’arroganza di mio marito e cornificarlo; è vero che sono stata e sono una moglie adultera; ma lei sa perfettamente che le copule fuori del matrimonio non possono valere per concedere il divorzio; quindi non vedo proprio quali rischi corra il mio diritto all’eredità ... “
“Cesare, mi dispiace ma a questo punto qualcuno deve anche dire la verità a una povera donna all’oscuro di tutto e che non si rende conto dell’abisso nel quale è precipitata ... “
“Senti, figlia presuntuosa e incosciente, non sei l’unica erede di Cesare; tua sorella Nicoletta ha molti più motivi di te, per chiedere che ad essere nominato erede unico di quel patrimonio sia il figlio naturale e legittimo che ha avuto da tuo marito; imbecille, ti ricordi il viaggio ai Tropici che durò un anno? Tornammo con Bruno appena nato; raccontammo che era un mio figlio senile, ma solo per evitare lo scandalo intorno ai cognati che avevano deciso di fare un figlio e al bambino che cresceva.
Ora Bruno conosce la verità, non se ne fa un problema; sa bene chi è suo padre, chi è sua madre, chi sua nonna e chi la zia puttana alla quale non rimprovera niente, a meno che la stronza non si lasci scappare qualche offesa a sua sorella; se arrivi a questo punto di nefandezza, giuro che ti faccio tanto male che non basterà la chirurgia plastica per ricostruire i lineamenti ... “
“Quindi, mamma, mi hai già giudicato e condannato anche tu? Non prendi nemmeno per un momento in considerazione l’umiliazione che ogni giorno devo subire da mio marito che non risparmia commenti aspri sulla mia pochezza culturale?”
“Ele, sei un povera vittima di te stessa; da sempre ti costruisci i difetti e dichiari che gli altri ne hanno parlato; sai di non poter essere dominante, specie con tuo marito o con tua sorella, e dichiari che ti hanno offeso; su questa menzogna hai costruito la tua infelicità e la distruzione del tuo matrimonio; adesso speri addirittura di uscirne vincente e ti stanno dimostrando tutti che hai perso sin da quando sei diventata un troia infedele ...
Io c’ero, quando i primi sfilacciamenti ti portarono ad odiare tuo marito; sperai che, dirottando l’interesse di lui verso Nicoletta, avresti trovato un equilibrio; mi rivolsi a Cesare perché volevo e voglio a mia figlia un bene dell’anima; lui si rivelò immediatamente il compagno più opportuno per farle superare le crisi a cui andava incontro; per caso ricordi le carezze lunghe ore che doveva praticarle lui per farla rasserenare? Col tempo, ebbi la sensazione che lei accentuasse le crisi per essere amata.
Poi i loro approcci si fecero sempre più intimi, lui scoprì la delicatezza, la sensibilità, la cultura, la bellezza interiore di questa donna che tutti consideravano improponibile; sono stata io a forzare la mano a tutti e due perché facessero l’amore; lui sostituiva una moglie indegna con una cognata vergine in tutto, che diventò presto la sua compagna; lei imparò la dolcezza del sesso e quella ancora più intensa di essere ‘la donna di ... ‘
Quando Nicoletta rimase incinta, l’amai ancora di più, se possibile, ed organizzai le cose in modo che lo scandalo, se ci fosse stato, colpisse solo me; mia figlia ha trovato un uomo che l’adora come avrebbe sempre desiderato; suo figlio è orgoglioso di una madre che tutti guardano come un mostro e lui con gli occhi dell’uomo innamorato e adorante; sa che sarà l’eternazione di suo padre, che ne seguirà le orme e lo supererà in bravura.
Cara Eleonora, queste sono le cose successe che tu non hai saputo vedere; credevi di avere fatto la tua fortuna perché avevi sposato chi ti manteneva e speravi che l’eredità continuasse a mantenere te e il tuo ignobile caprone; hai perso e devi fare i conti con la realtà; tuo marito ha un’altra famiglia; tu devi cercarti un equilibrio e un posto nel mondo rimediando a tanti errori stupidi, a cominciare dalla mancanza di qualsiasi impegno nel lavoro che fa di te non una donna libera ma una libertina viziosa!”
“Giancarlo, ti prego non chiedermi di rivolgermi all’avvocato per la mediazione di una lite legale; ho bisogno di un amico adesso e, se ci penso con serenità, ho distrutto l’unica amicizia vera che avevo. Cosa posso fare per uscire dalla rete di ragno in cui mi sono appesa da sola? Esistono delle possibilità per ricucire gli strappi, almeno quelli maggiori, e sperare in un recupero, lento e doloroso ma sereno, degli affetti familiari e umani?”
“Ele, dolce amica mia, nonostante tutto, solo alla morte non c’è rimedio; non è ancora morto nessuno; tutto è possibile!”
“Cesare, bada che mamma non può permettersi il lusso di sbattere sotto i ponti o di mandare su un marciapiede a battere la sua figlia maggiore; se intendi punire in qualche modo tua moglie, ricordati che a mia sorella non ti consentirò di fare il benché minimo male; quelli che tu etichetti reati per noi sono errori stupidi di una ragazza sventata; noi non abbiamo nessun problema a perdonare, per quanto gravi siano i peccati; l’unica cosa che ti concediamo è che tu non cancelli e che lei paghi comunque uno scotto ... “
“Nico, non ti è chiaro che, se avessi voluto scatenare una reazione, quando fui informato dei comportamenti di mia moglie, o una vendetta, adesso che tutto è chiarito, non avrei avuto bisogno di nessuna autorizzazione? Sarebbe bastato rivolgersi a certi amici. Non mi son dedicato a te perché vostra madre mi ha spinto né per amore della allora mia moglie; sai bene che ci siamo trovati su un picco di amore immenso, fatto di coincidenze, di unità di intenti, di capacità di andare oltre i canoni comuni.
Ho la compagna più aderente e somigliante che potrei desiderare; abbiamo un figlio che ci deve per forza essere invidiato da tutti, perché é praticamente la perfezione dei desideri di due genitori; siamo abbastanza agiati per non avere pura della vecchiaia; cosa vuoi che mi turbi il parassitismo opportunistico e l’odio di una poveraccia che neppure si è accorta che nella sua camera da ragazza l’ex marito e sua sorella creavano una realtà alternativa al suo matrimonio fallito?”
“Aspetta, Cesare; stai dicendo che, se risolviamo senza contrasti questo errore del matrimonio sbagliato, tu non farai niente per farmi pagare caro l’errore commesso? E’ chiaro che hai raggiunto un potere che non pensavi e di cui io ancora non sono ben cosciente; forse l’hai fatto anche con l’aiuto di mia sorella che ti è assai più compagna di quanto sia mai stata io; adesso mi rimane pentirmi e sperare che con l’aiuto di mia madre io possa recuperare un minimo di dignità; cosa puoi e vuoi fare per aiutarmi?”
“Mi stai chiedendo di occuparmi attivamente di te come se ci volessimo bene da cognati o da amici? Ti rendi conto che, dopo avere sbandierato che ero il tuo schiavo impotente e frocio, dopo avere minacciato davanti al mondo che ti saresti presa la metà dei miei beni per sciuparteli a tuo gusto, adesso vieni addirittura a chiedermi di procurarti fonti di reddito e modi di vita che ti facciano recuperare la dignità che hai sperperato? Posso e devo credere a questa nuova Eleonora?”
“Cesare, credo che il rapporto suocera - genero tra me e te non sia mai stato né difficile né ambiguo; ti ho accolto come figlio quando hai deciso di sposare quella farfallona di Eleonora; ti sono stata vicina quando ti ha deluso ed ha sbagliato in tutti i modi; ti ho spinto e sollecitato a capire meglio Nicoletta e a valutarla al di là delle apparenze e dei limiti che parevano insormontabili. Siamo stati consonanti e siamo riusciti a produrre una famiglia strana, se vuoi, con due sorelle mogli dello stesso marito.
Il prodotto più belo è un giovane meraviglioso, tuo figlio e mio nipote, che amiamo al di sopra di ogni cosa. Oggi questa donna che ti ha seguito con passione per anni e che da sempre si prende cura di te quanto può è costretta ad intercedere per sua figlia, quella pazzerella e svampita; perdonala, aiutala ad uscire dai lacci, falla crescere e diventare libera, per quanto ci puoi riuscire; io me la riprendo in casa al posto di Nicoletta, e l’aiuterò a rifarsi una credibilità morale ...”
“Cesare, se davvero mi ami e vuoi fare pace con te stesso, stai a sentire mamma ed aiuta quella pazza di mia sorella; può ancora starci vicino ed essere con noi nelle lotte che dobbiamo ancora condurre per te, per noi ma soprattutto per nostro figlio che erediterà il tuo lavoro, i tuoi sacrifici, cercherà di farli crescere ancora; soprattutto per lui abbiamo il dovere, io e te, di cominciare un percorso che si lasci il passato dietro le spalle; ma se continui a guardare agli errori, non saremo mai liberi ... “
“Papà, mamma e nonna hanno ragione; non hai più nessun alibi per mantenere la tua tigna all’altezza di quella di tua moglie; forse dovrei anche chiamarla ‘mamma’ viso che è ancora la tua legittima moglie e può essere madre di un figlio illegittimo, nato fuori dal matrimonio; ma tua moglie sa che tu e Nicoletta siete i miei genitori e lei sarà al massimo la zia capricciosa molto bella e affascinante; cerca la conciliazione e non odiarla come lei ha odiato te fino a qui ... !”
“Addirittura stai pensando di farla venire ad abitare con noi? Vuoi per caso anche impegnarti a cercarle gli amanti di cui ha sempre estremo bisogno?”
“Senti, stronzissimo marito; è vero tutto quello che è stato detto e forse ho più colpe di quante ne ammetto; ma tu non sei un angelo e certamente non hai mai cercato di capire se potevi fare qualcosa per non farmi cadere sempre più in basso; lo so, che non saresti riuscito a convincermi perché sono molto tignosa e stupidamente ottusa, ma tu non cerchi mai le vie delle intese; come in questo momento, i rimproveri e la vendetta ti riescono più facili.
Nico, la casa di papà è grande; da qualche anno è tutta di Cesare che l’ha rilevata e l’ha destinata ad abitazione per noi tutti; non cambia molto se tu vai a dormire col tuo compagno e io mi rassegno alla camera per gli ospiti o alla camera di mamma; adesso mi farebbe anche bene obbligarmi a passare con lei anche le notti perché possa controllare anche le mie pulsioni sessuali.
Potente ingegnere, la sua indegna ex mogie, parassita nullafacente oziosa e sprecona, può sperare che l’uomo che tante volte le ha dichiarato il suo amore le trovi un qualche lavoro per imparare a conquistarsi la vita giorno per giorno, non a colpi di carte di credito di suo marito? Insomma, Cesare, ce la fai ad accordarmi un lavoro, una dignità a un posto nella nostra casa dove possa pentirmi e vergognarmi ogni giorno ma anche tentare di rinascere e di crescere un poco migliore?”
“Papà, una richiesta così accorata non può essere ignorata; è la prima volta che, a venti anni, guardo in faccia certe realtà e capisco finalmente i misteri intorno alla mia via e alla mia famiglia; io credo che tu debba cambiare registro con la tua ex moglie; se lei ha un amore alternativo o se tu proprio non ne vuoi sapere più, allora trovale un posto dove scomparire e levatela dalle scatole; ma se un briciolo di rimorso vi resta, allora cercate i sentieri della pacificazione, per me, per la nonna, ma anche per voi tre.”
“Cesare, il nostro Bruno ha occhi liberi per vedere bene e animo sgombro per valutare accuse, colpe reali e stupidi errori; Ele, se hai altri progetti, chiedi tu stessa dove vuoi andare e a che condizioni; se vuoi restare con noi , ricorda che quel talamo che tu hai disertato con tuo marito per usarlo forse con gli amanti è stato mio per venti anni e che ormai i nostri odori ne sono parte integrante; se vuoi stare con noi, sono anche disposta a condividere con mia sorella, come ho fatto sempre, anche il divano o il letto.
Se proprio il tuo problema diventasse questo, ti cedo anche tuo marito, in qualche occasione, per te sola o in trio con me; ma spero che tu voglia davvero riscrivere dalle origini la tua storia, quella d’amore con Cesare e quella sociale e civile con me, con mamma e con tuo nipote, o figlio illegittimo come preferisci. A me piacerebbe molto tornare a lavorare gomito a gomito con te, in azienda, per farla sempre più grande; in casa per renderla più felice e nell’amore per dare il meglio di noi all’uomo che amiamo ... “
“Cesare, che decidi, ex marito in lite per la separazione o innamorato di una sorella e amante dell’altra?”
“Bruno, se comincio ad arrancare, sai a chi rivolgerti per procurarmi le pastiglie blu? ... ”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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