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Autostrada 2


di geniodirazza
23.11.2024    |    2.053    |    0 8.8
"L’occasione l’ho fornita io stesso quasi su un piatto d’argento, quando ho insistito per passare due settimane in un villaggio turistico in Calabria; sin..."
Avverto che ho bisogno di qualche tempo di solitudine per delicate incombenze e mi preparo a visionare le performance di mia moglie per costruirmi il palco di corna che mi ha regalato; la prima cosa che mi colpisce come uno schiaffo in piena faccia è la data che reca il più antico di video; risale a cinque anni prima ed è collocato in Calabria, in un villaggio turistico; ricordo bene quella vacanza ed anche il personaggio con cui mi tradì, un animatore assai prestante.
Viviamo una stagione assai felice della nostra esistenza; da poco ho ottenuto incarichi assai importanti da una ditta internazionale per dei rilievi sul territorio dove deve sorgere un importante complesso edilizio per abitazioni, negozi ed uffici; improvvisamente, il mio nome viene legato ad una realizzazione di risonanza internazionale; vista a posteriori, la vicenda spiega, forse, anche che lo scatto di Maria è stato determinato dalla mia crescita.
Fino a quel momento, socialmente e culturalmente, lei mi è stata superiore e si è sentita quasi una mecenate che protegge il suo ‘pupillo’ dall’alto della sua funzione di professoressa del liceo cittadino; in qualche modo, io sono il suo ‘paggetto’ che usa per decorare la sua bellezza e il suo ruolo; quell’incarico ribalta i ruoli e lei si trova ad essere ‘la moglie di’, quasi una figura di contorno alla mia celebrità e ricchezza.
Per tutti gli anni che abbiamo convissuto, mai mi sono posto il tema della presunta superiorità dell’uno sull’altro, ma ho inteso la nostra come la simbiosi di due persone legate dall’amore; solo adesso capisco che per lei non è stata la stessa cosa; si è adagiata nel ruolo dominante e, all’improvviso, l’esplosione professionale di suo marito la priva della possibilità di esibirsi; la reazione è passata dalla sessualità, l’unico terreno utile per umiliarmi, offendermi, ridurmi al ruolo di ‘cornuto’.
L’occasione l’ho fornita io stesso quasi su un piatto d’argento, quando ho insistito per passare due settimane in un villaggio turistico in Calabria; sin dall’arrivo, il bell’animatore l’ha ‘puntata’ e alla fine è riuscito a portarsela a letto, forse facendo leva sull’adulazione, in cui è un vero professionista; mentre io mi crogiolo al sole per recuperare qualche energia, lui la fa impazzare tra i giochi al villaggio, finché la stringe nel suo bungalow e lei è felice di cornificarmi.
La ripresa è stata effettuata forse con apposite webcam piazzate a bella posta dal seduttore in punti strategici per documentare le sue performance con le belle donne del villaggio; comincia con loro che entrano abbracciati e baciandosi; lui impiega un niente a sfilarle il pareo che copre un due pezzi ridottissimo su un corpo statuario come quello che Maria a quel tempo esibisce e che non è peggiorato negli anni; anzi forse è migliorato.
La mia quasi ex moglie è infatti abbastanza alta, oltre il metro e settanta, ed ha due gambe che sembrano colonne di un tempio greco, perfette per fattezza e bellezza, su esse poggia un sedere ampio ma disegnato straordinario per armonia, pienezza ed eleganza nel movimento; il seno ricco ma non eccessivo, forse una quarta misura, si fa ammirare agevolmente dagli scolli ampi e generosi e vi brillano due capezzoli da succhiare, autentiche fragole di bosco.
Il viso dolce, contornato da una chioma sempre perfettamente in ordine, corvina con effetti sapienti, voluti dalla sua estetista, è regolare, da quadro del quattrocento, con una bocca soave e da baciare, occhi grandi e luminosi, nasino all’insù, insomma un’autentica bellezza che, all’epoca, conta poco più di trent’anni; forma, oggettivamente, una coppia meravigliosa con l’animatore, autentico ‘bronzo’ classico per addominali scolpiti, muscolatura forte ed evidente, bellezza ‘saracina’.
Nel video, i due si dirigono rapidamente al letto e lui si lancia nella sua esperta e comprovata manipolazione della femmina da concupire; fa sedere Maria sul letto e si colloca di fronte a lei; il sesso arriva a sfiorarle il viso; è automatico, per lei, abbassare di colpo il pantaloncino e fare emergere il palo rigido che lo costituisce; non hanno molto tempo a disposizione, perché io, marito cornuto, aspetto disteso al sole ignaro delle corna che mi spuntano.
Si lancia nella fellazione più eccitante che abbia mai praticato; lei, quasi restia a prenderlo troppo in gola per paura di soffocare, fa scivolare dentro la mazza e assaggia con le labbra il pelo pubico, dimostrando a gemiti e gesti grande piacere nella manovra; copulano un poco in gola, lui spingendo e lei succhiando; poi la fa sdraiare supina, le sfila il mini slip e si fionda a leccarle la vulva con grande maestria; dopo pochi minuti sento che urla due grossi orgasmi consecutivi.
Lo prega di metterlo in vagina, perché ne sente il bisogno, la dolce mogliettina che di solito subisce gli assalti come una santa martire; lui l’accontenta e, salitole addosso, le infila di colpo una sberla di oltre venti centimetri a cui lei risponde con un orgasmo stellare; la monta per qualche tempo e, conscio sempre della pressione del tempo, la fa urlare di goduria più volte e infine le scarica nel ventre una lunga eiaculazione; si ripuliscono alla meglio e escono.
Non guardo i video successivi, ma è chiaro che era stata una lunga vacanza, per Maria, e che molte volte incontra l’occasionale amante esercitando con lui tutto lo scibile del sesso; lo spettacolo mi provoca brividi di ribrezzo e di rabbia soprattutto perché nello stesso periodo mi prende per i fondelli con proclamazioni di timidezza, di grande amore e di eccezionale riserbo di fronte ad altri maschi.
A quel suo primo amante non concede il lato B, perché all’epoca lo nega anche a me; ma in uno dei video successivi, con un altro sconosciuto molto ben fornito, si vede nettamente che, dopo aver copulato due volte in vagina, cede volentieri alle pressioni di lui perché si faccia penetrare analmente; sono nella nostra camera e la vedo che va fuori, in bagno presumibilmente, e torna subito dopo con in mano un tubetto contenente un lubrificante vaginale che talvolta usa.
Gli chiede se può andare; lui prende il tubo e le garantisce che non proverà quasi niente, anche se la sua nerchia va ben oltre la mia dotazione di venti centimetri; guardo allibito lei che si dispone a pecorina ai piedi del letto, lui che le lecca con passione ano e vagina; guardo la penetrazione vulvare, forse per preparare quella anale, e le lunghe manovre per lubrificare il condotto rettale, l’ano e la mazza; seguo ribollendo la penetrazione progressiva della sberla nell’intestino.
La monta a lungo, nell’ano dilatato; lei progressivamente ci prende sempre più gusto e gode infinitamente, specie quando le scarica nel ventre uno tsunami di sperma; capisco che hanno goduto insieme dalle urla che si levano al cielo; non mi fa schifo il fatto in se, ma la faccia di bronzo di lei che, qualche giorno dopo, facendo finta di concedere a me quella verginità, fa mille moine prima di farsi penetrare in una caverna già esplorata.
Il coito anale è accompagnato dalla solita dedica al ‘povero cornuto impotente’ che si prende le corna e crede di avere la moglie migliore del mondo; giuro a me stesso che, se ne avrò la possibilità, le farò pagare cara ogni offesa arrecatami coi suoi amanti occasionali; fermo la visione perché ormai sono al limite dell’esplosione; ripongo il lettore e la memoria esterna, apro l’ufficio e vado a trovare Loredana; la bacio lì stesso, contro ogni prudenza, e la carezzo a lungo, quasi grato per l’affetto.
Sono disorientato davanti alla piega che hanno preso gli eventi; istintivamente, sarei portato a sbattere in faccia alla troia, che mia moglie si è rivelata, tutto il mio schifo; la presenza di Loredana, mio angelo custode, mi aiuta a fermare la rabbia e a razionalizzare; mi impegna soprattutto con i progetti di vita comune e riesco a passare giorni di amoroso entusiasmo, occupandomi del lavoro e della sistemazione della mia vita, momentaneamente racchiusa nel miniappartamento di Lory.
Quando Giancarlo, l’amico comune di professione avvocato, mi telefona per avvertirmi che mia moglie si è rivolta a lui per essere rappresentata nella causa che mi vuole intentare per abbandono del tetto coniugale, gli accenno ai tradimenti e gli suggerisco di ricordare a Maria l’animatore del villaggio in Calabria, le offese che possono essere documentate e le maldestre umiliazioni che mi ha inflitto.
Lo avviso che la causa è delicata, che non solo avrei distrutto mia moglie, ma che, se mi prendeva il gusto feroce del sangue, avrei fatto male a chiunque l’avesse difesa dopo avere scoperto che le corna me le aveva fatte sin dall’inizio del matrimonio, dimostrando di essere sleale, infedele, ignobile e volgare; non solo avrei risposto privandola anche del minimo sostegno di cui si era largamente avvalsa mentre mi trattava da zerbino, ma avrei fatto tutto per distruggerla.
Mi obietta quasi timidamente che lei gli ha parlato di un solo tradimento di cui mi aveva informato una sua cugina invidiosa e desiderosa di diventare la mia amante foraggiata e sostenuta dal mio successo; gli dico di avvertirla che un uccellino mi ha messo a disposizione tutti i video delle sue bravate a cominciare da quella prima trasgressione in Calabria attraverso tutte le schifose intemperanze di cui si è macchiata compresa le verginità regalata ad altri e fatta risultare mio privilegio.
Non gli interessano, naturalmente, le copule che in tribunale contano poco, né le verginità di cui una femmina dispone come le pare; di fatto, io mi sono allontanato da casa e l’ho abbandonata; gli obietto che ho passato fuori solo qualche notte e posso documentare tutte quelle che lei ha trascorso in alberghi di lusso coi suoi amanti; comunque, ho uno studio legale a mia completa disposizione e si rivolga a quello.
Mia moglie forse è lì vicino, perché di colpo il tono si abbassa e diventa quello dell’amico dolente perché due persone innamoratissime si scontrano all’improvviso; gli suggerisco di chiedere alla signora se ha amato me o il Giovanni a cui proclama amore eterno contro il cornuto impotente; un attimo di silenzio mi suggerisce che le ha parlato; mi chiede se possiamo incontrarci per chiarire; ‘in tribunale’ rispondo; se vuole evitare il tribunale, l’unica via è la separazione consensuale.
“Gigi, io non considero morto il nostro matrimonio; devi parlare con me e dobbiamo ricucire … “
Finalmente Maria si è rivelata.
“Cosa vuoi ricucire? Dieci anni di matrimonio, di cui cinque passati ad amare altri uomini?”
“Non ho amato nessuno; ho fatto sesso, ma non ho amato nessuno.”
“Bene, io non ti riconosco più come compagna della mia vita; ho un’altra, a fianco a me, che mi ama da quando avresti dovuto farlo tu e che ora occupa nella mia vita il ruolo che le compete … “
“Eri da Loredana, l’altra sera?”
“Ce l’hai una telecamera per dimostrarlo? Io ho la registrazione di quello che mi ha mostrato Ortensia; i nostri sistemi antintrusione hanno registrato tutto quello che è stato proiettato nel mio ufficio; tu hai un documento di quello che dici?”
“No; io so che lei è la donna giusta per te; lei è stata diplomatica, ma già avevo intuito che ti stava dando lei l’amore che io non ho saputo darti; ti prego, rifletti un momento e non gettare con l’acqua sporca anche il bambino … “
“Quale bambino? Quello che ti sei rifiutata di fare fino a non poterlo avere più e che lei mi darà prima che divorziamo?”
“Oh, mio dio, anche il figlio; perché mi massacri?”
“Tu cosa hai fatto?”
“Ho fatto solo sesso, brutale, vergognoso, ignobile, tutto quello che vuoi ma solo sesso … “
“Già, fino a propormi immacolato un ano che ti eri fatta sfondare da una grossa mazza … “
“Dio, anche quel video hai visionato?”
“Per una volta, sii saggia; devi andare per la tua strada, con i falli che vuoi; con me hai chiuso; se ti opponi e resisti ti giuro su quanto ho di più caro che spenderò ogni mia energia, anche la più piccola, per vederti distrutta; lo sai che non vengo meno alle promesse; e questo è un giuramento.”
“Va bene; allora preparati a farmi male, se ci riesci; perché io te ne farò, stai attento …. !”
L’ultima sfida mi inferocisce; parlo al mio avvocato e gli chiedo cosa posso fare per fare davvero male alla mia ex; uno dei ragazzi dello staff suggerisce che pubblicare un video del tradimento può testimoniare che mi ha umiliato e danneggiato; il titolare fa osservare che si può risalire al responsabile della pubblicazione e accusarlo di violazione della privacy; il giovane, più smaliziato nel campo, mi chiede se lei ha un portatile personale e se ho i dati per l’accesso.
Gli dico che il tablet è certamente intestato a lei e che da qualche parte mi ha fatto segnare i dati di accesso, per un’occasione in cui doveva lasciarlo in revisione; mi dimostra che con un poco di malizia può lanciare i video e farli risultare partiti dal tablet di lei; la mia immagine di cornuto ne esce dichiarata, ma lei si espone al rischio di avermi umiliato su larga scala e rischia anche professionalmente; autorizzo l’operazione e in due minuti in rete ci sono due video, uno di lei e uno della cugina.
I video diventano immediatamente virali e in poche ore tutta la città è informata che due professoresse del liceo sono state riprese a copulare, una addirittura fuori del matrimonio; lo scandalo è inevitabile e sono additato immediatamente come cornuto; Loredana mi rimprovera la bassezza di avere esposto in piazza le corna solo per offendere mia moglie; le faccio osservare che è stata lei a promettermi di farmi male; la rassicuro anche sulle responsabilità della pubblicazione.
Due giorni dopo la questione esplode; lei e sua cugina sono state segnalate e punite col trasferimento d’ufficio in sede disagiata, in Calabria per ironia della sorte; nel mio ufficio si presentano due ufficiali della Polizia Postale, perché mia moglie mi ha denunciato di violazione della privacy per diffusione di materiale offensivo custodito nei loro computer; la mossa era prevista e il mio legale fa presente che il computer in cui sono custoditi i video è quello della denunciante e protetto da password.
Invita quindi gli inquirenti a verificare la provenienza della pubblicazione; bastano pochi minuti ai poliziotti per accertare che sono stati lanciati proprio dal tablet di Maria e che io sono estraneo alla faccenda; vanno via scusandosi; mossa successiva altrettanto prevista, è la richiesta di Giancarlo di incontrarmi nello studio del mio legale, che mi suggerisce di accettare per non manifestare rancore; accetto che ci sia anche la mia ormai ex moglie; Maria mi chiede da chi ho avuto i video.
“Non ha detto nessuno che li ho avuti; ti ho detto che qualcuno me li ha fatti vedere, forse per umiliarmi come hai fatto per cinque anni; evidentemente non è solo a te che da fastidio il mio successo … “
“Ortensia giura che non te li ha mostrati; ed è l’unica ad averli … “
“Avvocati, annotate che la mia ex moglie, che giura di amarmi, da fiducia a sua cugina e si rifiuta di credere alla mia parola, proprio come una moglie innamorata fa normalmente … “
“Maria, ti avevo pregato di rimanere zitta e di parlare solo se eri certa di quel che dicevi … “
“Ma solo loro possono essere stati e Ortensia è mia fedelissima amica … “
“ … che non ha esitato a venirmi a proporre in diretta la tua copula con l’ultimo amante e a chiamarvi in video per distruggere il matrimonio, come tu hai detto, ed è registrato nel servizio antintrusione dell’ufficio … “
“Perché lo avrei fatto?”
“Avvocato, la signora le ha per caso dichiarato il motivo per cui mi ha riempito di corna per anni?”
“Per umiliarti, per farti abbassare la cresta … “
“Avvocato, io parlo sempre a lei ma pare che la sua assistita preferisca rispondere personalmente. Ricordate l’ultima frase pronunciata dalla sua assistita? ‘io te ne farò, di male; stai attento’; se ricordate questa frase, va da se che pur di offendermi avrebbe anche potuto rischiare il posto; lo avrebbe fatto per umiliarmi; io credo che l’ipotesi sia la più praticabile; ‘muoia Sansone con tutti i Filistei’; nella speranza di farmi del male è rimasta sotto le rovine del tempio … “
“Caro collega, se la frase è stata pronunciata, l’ipotesi regge; forse è stata proprio la tua assistita, per danneggiare il marito, a farsi del male … “
“Cosa proponi?”
“Separazione consensuale, fine delle ostilità, ognuno per se e Dio per tutti.”
“Collega, sai bene che nessun giudice sentenzia una separazione e il successivo divorzio senza concedere un compenso per dieci anni di vita in comune … “
“Di cui cinque con corna documentate, con offese sanguinose e con dichiarazioni di disamore per un marito che era solo un bancomat per fare una vita più agiata; ricordati che ci sono le ricevute degli hotel di lusso, mentre la signora doveva essere in viaggio di studio con scolaresche; quella è una frode, visto che riceveva amanti, in quegli hotel.”
“Queste cose deve dimostrarle in tribunale, davanti a un giudice; caro ingegnere, le ci vorranno alcuni anni con le obiezioni che porremo, per liberarsi di un matrimonio che le risulta scomodo e che vorrebbe liquidare con un calcio.”
“Non abbiamo nessuna urgenza di concludere; abbiamo presentato istanza di legalizzazione di una separazione di fatto che esiste già; il mio amico ingegnere andrà a vivere con la sua nuova compagna e la sua rappresentata andrà a farsi almeno un annetto di destinazione coatta in una località dove forse le fedifraghe non sono viste di buon occhio; sa, internet, e specialmente i siti pruriginosi, arriva dappertutto; sarà preceduta dalla fama delle sue ‘bravate’.
Se Maria vuole la guerra, dovrà difendersi su diversi fronti; e quello dell’ex marito non è il più duro, forse; io, da amico e non da avvocato, posso solo suggerire di ridurre i danni; le colpe sono lampanti; le speranze di conciliazione non esistono, vista la tigna di lei a cui lui sta rispondendo con altrettanto orgoglio; prima di presentare esposti per opporvi alla richiesta di separazione legale, fate bene i vostri conti, perché potrebbero risultare salati.”
Lo scontro si conclude lì, senza vincitori né vinti ma con due contendenti più nemici ed agguerriti che mai; come sempre avviene, il grande amore che ci aveva uniti in gioventù si è trasformato in rancore distruttivo, in odio profondo e non perdiamo occasioni per punzecchiarci, anche in pubblico, pur di gettare fango sull’altro; Maria risulta pericolosamente feroce e cerca di seminare in tutti gli ambienti zizzania contro di me definendomi omosessuale, impotente, cuckold ed altre amenità.
Io sono tenuto a freno da Loredana che cerca di coinvolgermi quanto più le è possibile nell’allestimento del nostro appartamento che è stato acquistato e che viene ammobiliato con estremo buongusto; ormai è il nostro ‘nido d’amore’ dove viviamo giorni intensi e ricchi di fascinosi accoppiamenti; ci scopriamo molto caldi a letto e non lesiniamo niente per dare sfogo ai desideri più segreti; paradossalmente il rincorrersi delle voci malevoli messe in giro da Maria diventa uno stimolo sessuale.
Come ci eravamo ripromessi, la prima cosa che facciamo, quando per la prima volta dormiamo nella camera del nuovo appartamento, è stabilire che in quell’occasione proverò quella che non è una verginità anale in senso letterale, ma un modo per avvicinarci ancora di più, perché ci prepariamo a farlo come se davvero fossimo entrambi alla prima esperienza; durante i preliminari, che, come amiamo, sono lunghi e laboriosi, mi chino a leccare da dietro lei che sta carponi sul letto.
Passo la lingua a larghe leccate su tutto il sesso, dal clitoride all’osso sacro, e affondo con gusto nella vagina e nell’ano; non è solo un’impressione, la mia; quel buco non viene violato da molto tempo e non ha subito assalti di grande significato; per una situazione assai più deteriorata, avevo accettato il giuramento di Maria che me lo spacciava per vergine; solo dopo cinque anni ho scoperto che non solo era stato sfondato ma che era diventato un traforo per tir.
Forse anche sulla spinta di questo ricordo, mi dedico a quell’ano con tutta la dolcezza che si può riservare ad un oggetto amato, prezioso e delicato; lecco e titillo con appassionata cura e lo sento vibrare sulla lingua come un fiore che apre e chiude la corolla; desidero averlo io, adesso, penetrarlo dolcemente e sentire quelle vibrazioni sull’asta; ma non ho nessuna intenzione di lasciarla a guardare il lenzuolo mentre ci offriamo un altro gesto d’amore.
Gliene parlo e mi propone, per agilità di penetrazione, di violarla da dietro; sa che è più doloroso uscire che entrare, ma mi propone lei stessa che, dopo avere ‘aperto la strada’ alla penetrazione io la possegga vis a vis per seguire insieme le fasi dell’amore; ha già provveduto a dotarsi di un gel lubrificante decantato come ‘miracoloso’ e me lo porge perché prepari il retto a ricevere la mia mazza; ungo interamente il canale rettale e l’ano, passo abbondantemente il gel sulla mazza e accosto il sesso.
Non incontro difficoltà a penetrarla; mi ferma una sola volta quando la cappella forza lo sfintere e poi, con una leggera spinta indietro dei lombi, si penetra fino ai testicoli; mi ferma trattenendomi per le natiche e sento che attiva i muscoli per adattare il condotto all’ingombro nuovo, per lei; allungo le mani a prendere il seno e le titillo i capezzoli; il ventre vibra e titilla il sesso; mi spinge lentamente fuori, si rovescia sul letto e si offre scosciata; appoggia la cappella e rientro senza problemi in lei.
Ci guardiamo negli occhi che si comunicano amore; le prendo i seni e titillo i capezzoli; mi attira per un attimo e mi bacia sussurrandomi a fior di labbra ‘ti amo’; comincio a cavalcarla dolcemente; accentua lei stessa il movimento perché vuole sentirsi presa e possedere al tempo stesso la mia virilità; sento di essere in paradiso, con un angelo tutto mio; l’orgasmo arriva quasi a tradimento, per tutti e due, e le scarico nel corpo tutto il desiderio, tutta la voglia, tutto lo stupido amore di un ragazzino.
Ci rilassiamo e ci sdraiamo; sappiamo che la notte sarà lunga e tutta di sesso e di amore; come sempre, la mia efficiente segreteria non perde di vista la realtà, anche in un orgasmo da morirci; visto che ci andiamo adattando l’uno all’altra, la casa dovrà essere il segno della nostra armonia; ma vuole un figlio; il gap generazionale, coi miei 40 e i suoi 35 anni, è già forte; se aspetta ancora, perde la possibilità di una maternità sicura e controllata.
“Alla fine del ciclo, non prenderò più la pillola; dovrai aiutarmi a trovare altre soluzioni; hai visto che l’ingresso posteriore ti aspetta con amore, sempre; non sarei mai stanca di ingoiare te e il tuo seme; per un mese dovremo concludere così, perché non è prudente una maternità subito dopo avere assunto per anni la pillola; passato l’altro ciclo, potremo ‘avviare i lavori’ perché io in estate possa essere incinta di te; ma il figlio sarà sempre soprattutto mio.
Non voglio mettere in dubbio la tua paternità; sarai sempre suo padre e il mio compagno; se però un giorno dovessi perdere il tuo amore, mio figlio verrà con me e sarà il mio amore infinito, il sostegno per la vecchiaia, il mio compagno inossidabile. Ti è tutto chiaro, amore?”
“Se ti innamorerai di uno più bello e più giovane di me, arriverò a farti ammazzare per tenermi nostro figlio; io non ti lascio nemmeno se mi uccidono; ti tormenterei nei sogni; stiamo decidendo di vivere insieme e di dare vita a una famiglia, spazio a un’altra persona che sarà mia e tua, rappresenterà l’altro per ciascuno di noi. Non accennare mai più a rotture o separazioni; una mi basta; se mi trovassi nella situazione che mi fa vivere Maria, stai certa che non andresti in tribunale, ma al cimitero.”
Le professoresse lussuriose ed esposte al pubblico giudizio sono state trasferite d’ufficio e destinate in Calabria con sedi punitive diverse, ma non lontane; debbono raggiungerle dal settembre successivo, ad inizio di anno scolastico; vivono con una certa difficoltà il periodo di tempo che intercorre tra l’esplosione del caso e la fine dell’anno scolastico, esposte alla condanna esplicita delle colleghe che le vorrebbero subito espulse e alle proposte ambigue con cui i colleghi si fanno avanti.
Neanche nelle classi possono andare sicure, perché gli studenti, abituali frequentatori di certi siti e al corrente quindi di quanto hanno fatto, non lesinano battute, richieste oscene, commenti aspri ed insomma rendono la loro vita impossibile; il dirigente è costretto ad assegnarle a funzioni marginarli e ad invitarle a sfruttare tutte le possibilità che hanno di stare il più lontane possibile dall’Istituto; una sorta di ‘dagli all’appestato’ le emargina e rende loro la vita difficile.
Con una decisione che ai più sembrerebbe almeno azzardata, ma che per la loro tigna si propone come il gesto di forza più eroico possibile, scelgono di andare a fare vacanza in Calabria, in un villaggio equidistante dalle destinazioni, forse per familiarizzare con l’ambiente di gozzoviglie prossime venture; intanto l’avvocato presenta gli esposti per opporsi alla richiesta di separazione legale e cerca di allungare i tempi per ottenere benefici.
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