tradimenti
Figli 2
di geniodirazza
16.01.2025 |
211 |
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"Ho sbagliato anche quella volta..."
L’atmosfera era decisamente pesante e i contrasti più gravi di quel che appariva; fortunatamente intervenne una nuova figura a rompere gli equilibri, Gianna, la sorella di Elisa, che ogni tanto, dal paesello, ‘calava’ in città per impegni burocratici, per fare shopping o solo per il gusto di riempire i troppi giorni che suo marito, in giro per affari, lasciava vuoti; di solito si fermava a dormire a casa nostra, sul divano - letto in salotto.“Ciao, ragazzi, eccomi qua … “
“Ciao, pazza; che ci fai in città?”
“Sono venuta a passare qualche giorno con la mia sorellona e col mio amato cognatino … “
“Capiti male; sto appena dicendo a mio marito che me ne vado dalla casa nostra, anzi sua, perché l’ha pagata lui; adesso affitto un monolocale in centro … “
“Non so perché lasci tuo marito e non mi interessa; se hai un nuovo appartamento, vengo a stare con te … “
“Innanzitutto, non ancora ho definito il contratto, perché vuole un deposito di tre mensilità e non ho tanti soldi; poi si tratta di un monolocale con un lettino da una piazza e mezza, dove non so se potremmo stare in due per tante notti.”
“Scusa, Elisa; tu che pretendi di essere tanto attenta e diligente, non ti sei neanche premunita, prima di lasciare la casa di tuo marito, di informarti se c’erano delle spese e se potevi affrontarle? Mi sa che sei brava in tutto, se hai a fianco qualcuno che ti consiglia; da sola, non riesci neanche a valutare che hai sempre speso dal conto suo, per la casa, perché il tuo stipendio serviva solo a mantenerti bella.”
“Che dici? Io non ho mai sciupato niente!”
“Davvero? E il tuo guardaroba?”
“Alberto, sono stata una sprecona?”
“Per favore, se devi lasciarmi, vattene; ma adesso; stai mettendo in fila errori a volontà, compreso un tradimento che dura da molti mesi … “
“Non ti ho tradito; anzi, non volevo tradirti; volevo punirti; volevo farti capire che non mi andava di essere trattata come la segretaria di serie B; volevo che mi amassi totalmente e violentemente … “
“Sorellina, come al solito, hai fatto un capriccio e non sai cosa volevi, come quando ti incapricciasti a prenderti Alberto perché non sopportavi che amasse me, la sorellina piccola e farfallona .. “
“NO. Non hai capito niente; io amavo Alberto; ero vergine quando l’ho conosciuto e tu ne avevi già fatte tante; il mio amore non è in discussione neanche oggi; ma lui non mi tratta più come faceva una volta, sottolinea tutti i miei errori, mi mette in ridicolo … “
“Elisa, che stai dicendo? Alberto ti elogia continuamente; tutti sappiamo che è premurosamente attento a quello che fai; se sei considerata la migliore tra noi impiegate, è perché lui ti sostiene passo passo … “
“Ecco, lui è; io sono solo uno strumento nelle sue mani; non voglio più che sia così e me ne vado … “
“Dove vai?”
“Sto cercando di affittare un monolocale in centro … “
“Lo sai quanto costano?”
“Io ho il mio stipendio …”
“E’ sufficiente?”
“Se Alberto mi aiuta … “
“Stai dando i numeri? Ti separi da tuo marito ma ti aspetti che lui ti aiuti a tradirlo con il primo che capita?”
“Ma se io non lo tradisco … “
“Io non ti credo e se lui ti da anche solo un centesimo, gli sputo in faccia!”
“E’ lui il padre di tuo figlio?”
“Che te ne frega? Il figlio è mio; se accetta, è anche di mio marito; il padre biologico è un problema solo mio!”
“Tu ne sei sempre stata innamorata … “
“Proprio per questo ho sempre rispettato la sua devozione a te, il suo senso del rispetto; avrebbe avuto mille motivi per tradirti, per accettare non solo il mio amore ma anche quello che tante gli offrono continuamente … “
“Qualcun’altra ne è innamorata?”
“Sei cieca e imbecille; stai buttando all’aria un castello meraviglioso; peggio per te, se finisci male, dopo il divorzio … “
“Alberto, non hai niente da dire?”
“Vuoi essere libera e indipendente da me? Fai pure; io rivendico la mia libertà e i miei diritti. Va’ dove ti pare; ma non sperare che io aiuti una mia nemica; e tu sei mia nemica, adesso.”
“Quindi, se voglio affittare il monolocale, non posso usare la tua carta di credito?”
La risata è generale, anche se molto triste.
“Sorellina, perché non provi a chiederli a mamma quei soldi che ti servono?”
“Lo sai che mamma stravede per Alberto; se le chiedo i soldi per lasciarlo, piuttosto mi uccide … “
“Ed ha ragione; stai facendo uno dei tuoi tanti capricci e speri che, come sempre, qualcuno te lo faccia esaudire; ma adesso o cresci o vai a battere su un marciapiede; stavolta non hai gli strumenti per prenderti il ragazzo che mi piace perché sei bella e vergine; adesso stiamo parlando di tenersi o di buttare un uomo straordinario, col quale stanotte io dormirò e farò l’amore, se tu non vai a dormire nel suo letto.”
“Che diamine stai dicendo? Tu andresti a letto con mio marito, che già ha messo incinta la mia migliore amica e forse mi ha tradito anche con altre colleghe? E tradiresti tuo marito che ti ha messo su un altare e di adora come una santa, ignorando il tuo passato di libertinaggio?”
“Visto che lo vuoi, ti aggiungo qualche chicca; adesso io chiedo formalmente ad Alberto se è disposto a farmi fare l’amore che mi ha negato più di dieci anni fa; sai bene che mio marito ha un pisello così piccolo che lo sperma non arriva all’utero e non riesce a fecondarmi; se Alberto mi fa fare l’amore, anche io come Nunzia mi lascio fecondare da un uomo che stimo al sopra di tutti; e tu non potrai fare niente per impedirmi di raccogliere un amore che hai buttato nella spazzatura e per dimostrarti che non si tratta di un coccio di bottiglia ma di un diamante vero. Alberto, mi ospiti nel tuo letto, al posto di mia sorella?”
“Gianna, tu sai perfettamente che in questi anni si è creata una vera famiglia con te, coi tuoi e con tua sorella; il fatto che lei se ne vada non tocca i miei sentimenti per voi; la mia casa resta sempre la tua casa, quando ne hai bisogno; qui ci sono le chiavi di tua sorella; prendile e fai conto che sia casa tua; Elisa, se vuole andarsene, se ne va.
Se si rende conto che ha fatto un capriccio, ma che ha giocato col fuoco e si sta per bruciare, può anche tornare; ma non sarà più mia moglie, soprattutto a letto; se tu vuoi trasformare l’amore che da sempre c’è tra noi anche in passione fisica, mi sei sempre piaciuta; non ti rifiuterei mai; se vuoi rimanere incinta, il problema lo risolvi tu; non ti chiederò di usare preservativi e ti amerò come fossi, contemporaneamente, Gianna ed Elisa, due donne che amo da sempre. Ti è tutto chiaro?”
“Ho capito soltanto che posso prendere le chiavi di casa tua, che ti posso aspettare come fossi Gennaro, mio marito, e che preparo la cena per due … o per tre .. se mia sorella rinsavisce. Quando tornerai a casa, ti aspetterò per avere da te tanto amore; se me lo darai, sarò felice; se sceglierai di darlo a mia sorella, mi accontenterò di quello che vorrai darmi; per me l’unica cosa veramente importante è che posso ancora fare affidamento su un uomo che amo da fratello, da amico ed anche da amante.”
“Elisa, sono la tua più cara amica, nonostante la tempesta che hai scatenato. Pensaci. Hai commesso una marea di errori perché non hai ragionato; adesso pretenderesti addirittura l’aiuto economico dell’uomo che hai respinto; se Alberto ti propone di restare a casa tua, da separati in casa e soggetta alle sue regole, io ti consiglio di accettare; se trovi chi ti mantenga alle stesse condizioni, vattene; ma se speri di farcela da sola, credimi, non hai la struttura necessaria e sufficiente.”
“Stai dicendo che dovrei andare a stare in casa di Alberto, convivere con le sue donne e stare a guardare mentre fanno l’amore nel mio letto?”
“Cara, tu dove eri quando io mi facevo ingravidare da tuo marito nel tuo letto?”
“Ho sbagliato molto; ma questo prezzo è troppo alto; voi vi siete perdonati, avete deciso di dimenticare; Egidio ha anche accettato l’idea che il figlio sia tuo e di Alberto; perché invece mio marito non vuole perdonare, dimenticare e ricominciare ad amarmi come vorrei?”
“Forse semplicemente perché Egidio torna da me alle mie condizioni; accetta tutto quello che decido; mi ama come voglio io, non come pretende lui. Lui non ha la tua arroganza; tu stai opponendo alla supremazia di Alberto, quella che vedi solo tu, la tua presunzione di supremazia che non ha nessun supporto e nella quale credi solo tu. O abbassi la cresta o finisci sotto i ponti, perché neppure l’affitto del monolocale hai definito.”
“Posso tornare a casa con te, stasera?”
“Da separati in casa e alle mie condizioni, sì; ma se sgarri, sono io a sbatterti fuori … Gianna, avviati e prepara per tre.“
Era ben dura, per Elisa, stare in casa da ospite quasi sopportata; ma assai peggio era trovarsi a cena con donne semisconosciute ed ascoltare le loro urla di piacere quando il ‘suo’ uomo le faceva vibrare dagli alluci ai capelli, con la sua immensa abilità ad essere dolcemente aggressivo, a strappare il piacere dalle fibre più segrete del corpo.
Ogni volta ripensava che si era ribellata proprio a quella tenerezza; qualche volta le capitò di scambiare poche battute con qualcuna, che conosceva un poco meglio, al tavolo di cucina, davanti al caffè fumante; vederle disfatte, discinte eppure bellissime, con un’aura intorno quasi paradisiaca, la portò a chiedersi se lei si svegliava così la mattina, dopo una notte di amore infinito, perché Alberto non faceva sesso, metteva amore anche in incontri di una sola notte.
Indagando sulla loro vita privata seppe che quasi tutte avevano un marito, un fidanzato, un compagno o un partner che non si lesinava, ma tutti o quasi tenevano assai poco in conto il piacere delle mogli; copulavano per scaricare tensioni, per esprimere un potere, per esser ‘maschi’; per questo, esse affrontavano anche rischi grossi per passare una notte con Alberto che era l’esatto opposto; l’idea di offenderla lasciandola nell’altra stanza ad ascoltare i loro gemiti era cancellata dalle sue stesse dichiarazioni di libertà.
L’amante più assidua di suo marito era diventata sua sorella che ormai si inventava la qualunque per venire quanto più spesso le era possibile in città, soprattutto a farsi ospitare nel letto da suo cognato che le regalava notti d’amore che non avrebbe neanche potuto sognare con suo marito; l’unica che non accennò mai più a farsi viva col padre di suo figlio fu proprio Nunzia, che aveva raggiunto un’autentica pace con Egidio e viveva una stagione di serenità.
Elisa vedeva messa a prova tutta la sua capacità di pazientare e di riflettere su se stessa e sugli errori commessi; si rendeva conto che, moralmente, era stato gravissimo trascinare l’amico in bagno e farsi penetrare a pecorina, solo perché non era riuscita a cogliere fino in fondò il valore della solidarietà con suo marito; il peso lo vedeva adesso perché, perso il riferimento anche lavorativo del suo uomo, la qualità del suo rendimento ne era risultata decisamente danneggiata.
In sette mesi, dalla prima copula con Egidio attraverso i quattro mesi della ‘storia’ con lui e, successivamente, i tre mesi in cui si era ridotta ad una difficile ‘separazione in casa’ dove la dominatrice era diventata Gianna, aveva visto il suo impegno affievolirsi, la sua incapacità progettuale affermarsi e la sua qualità maggiore, l’esecutività, diventare poca cosa; era stata persino avvertita dai sindacati che si minacciavano a suo carico decisioni di utilizzo per mansioni inferiori.
Nunzia, invece, si era rivelata la sostituta perfetta; se sul piano personale avevamo chiuso i rapporti, pur restando molto amici, su quello del lavoro lei aveva fatto pesare sempre più la sua capacità di cogliere al volo, di anticipare, di progettare; eravamo diventati una coppia solidissima, forse migliore di quella che avevo costituito con mia moglie, della quale comunque ricordavo con nostalgia le serate passate a lavorare insieme, prima di fare l’amore.
Nell’ultimo mese, il lavoro si era moltiplicato per un progetto che l’azienda aveva ipotizzato e di cui mi avevano incaricato di assumere il coordinamento scegliendomi la squadra; per quest’impegno, io e Nunzia molto spesso tardavamo anche alcune ore oltre l’orario per mettere a punto l’iniziativa; più volte Elisa mi chiese il perché dei ritardi, ma mi limitai a parlare in genere di un nuovo lavoro; tacque perché forse aveva maturato almeno il buonsenso di tacere; ma mi sarebbe piaciuto parlarle e confidarmi.
Eravamo ancora seduti al tavolo, direi solito, della mensa quando arrivò inattesa Gianna con un viso che sembrava illuminato da tutti gli astri più belli; si sedette gongolando e si piegò a baciarmi su una guancia; poi annunciò.
“Sono incinta, finalmente!”
Anche se tutti si attendevano la notizia, le felicitazioni e i baci furono sinceri, anche quelli di Elisa che, provocatoriamente, baciò anche me; per la prima volta dopo mesi, le ricambiai il bacio sulle guance; Gianna ci tenne a precisare che padre di suo figlio sarebbe stato a tutti gli effetti Gennaro, suo marito, che già stravedeva per l’annuncio; lo ‘zio Alberto’ sarebbe stato un ottimo ‘compare’, cum patre, per il nipote; sperava che si riappacificasse con sua sorella per dimenticare lei come amante.
Elisa la guardò con aria imbarazzata; Nunzia concordò che fosse vicino il momento dei chiarimenti; poi mi avvertì che il pancione cominciava a ingombrare, per cui entro qualche settimana avrebbe dovuto chiedere di andare in maternità; questo metteva in discussione l’organigramma del progetto; guardò con intenzione dalla parte di Elisa; non me la sentivo di coinvolgerla in un progetto così impegnativo; presi un attimo da parte l’amica e glielo dissi; mi rimproverò il rigore eccessivo.
“Alberto, visto che lo state sviluppando in ufficio, non puoi dirmi di che progetto si tratta?”
“Non te ne ho parlato perché non mi sembri abbastanza in forma per un lavoro così impegnativo … “
“Non vuoi neanche mettermi alla prova?”
“Elisa, dovremmo fare molte prove, se volessimo davvero tornare ad essere una coppia nella vita e nel lavoro; non riesco a pensare di lavorare con te se non so per certo che sei mia moglie, in tutte le declinazioni del termine; non dimenticare che la presunta tirannia è nata quando mi dedicavo agli esami all’Università più che alle coccole al mio amore. Ricordi? Ho lasciato tutto che mi mancavano sei esami e la tesi … “
“Immagino che questo adesso pesi anche su questo progetto … “
“Beh, se fossi laureato, concludendo felicemente questo progetto, potrei chiedere il passaggio al ruolo dirigenti … e i vantaggi sarebbero di carriera, di prestigio e di retribuzione … “
“Perché non provi a riprendere?”
“Nunzia, è facile a dirsi; sarebbe anche possibile, se non fosse per i soldi … “
“Che soldi?”
“Elisa, ricordi quanti anni fa ho interrotto?”
“Cinque, forse sei … “
“No, amore mio, sono otto anni ormai … “
“L’amore mio era casuale o posso cominciare a sperare? Lascia stare la battuta. Dopo quanti anni scade la validità degli esami superati?”
“Ho ancora un paio di anni di garanzia; stamane sono andato all’Università ed ho saputo che tutto sarebbe possibile; in sei mesi potrei recuperare gli esami mancanti e che non sono neppure più un problema, con le esperienze di lavoro; ma devo pagare le tasse per gli anni trascorsi; si parla di quattromila e più euro. Non ho quei soldi e non saprei dove trovarli.”
“Hai detto che hai smesso perché tua moglie reclamava più attenzione?”
“Si; ma non è stata solo colpa sua; se avessi voluto, la mandavo al diavolo e mi laureavo, a costo di divorziare.”
“Non è vero; è stata colpa mia; ho fatto i capricci anche allora; la verità è che temevo che crescessi in carriera e mi riducessi sempre più ad ancella del tuo potere. Ho sbagliato anche quella volta.”
“Ed anche pesantemente, amica cara; il proprio uomo si sostiene, si aiuta, si incoraggia, ci si sacrifica insieme, non lo si deprime per essere più ammirata.”
“Vero, Nunzia; cosa mi suggerisci? Di tornare indietro nel tempo? Di suicidarmi? Mi sono pentita, ma non serve; vorrei rimediare ma non so come … “
“Io lo so; Alberto, ho mamma al telefono; parla con lei; ha la soluzione … “
Prendo il ricevitore.
“Ciao, mamma; non preoccuparti; è stato un temporale estivo; tra poco tutto passa e saremo come prima; non dire così; da quando ho perso mia madre, la mamma sei tu, non solo perché ho sposato tua figlia … va bene … quello lo ha voluto Gianna … non ti turba? Bene … cosa faresti? Ho capito; la congregazione vi offre la cerimonia e puoi anche pagare a rate; va bene, io firmo, come genero, l’impegnativa con la congregazione; tu mi presti i soldi ed io te li restituisco riscattando il debito. Si può fare? Non so come ringraziarti … Si … verremo insieme e ti abbraccerò. Ciao mamma; abbraccia papà.”
Spiego a mia moglie e agli amici perplessi che i suoceri avevano messo da parte i soldi per i funerali; una congregazione garantiva la cerimonia e la conservazione delle ceneri; il pagamento si poteva fare per contanti o a rate con un’impegnativa degli eredi; Elisa ed io potevamo assumere l’impegno a pagare ratealmente fino ad estinzione del debito; la somma messa da parte dai suoceri poteva essere utilizzata per pagarmi l’università, laurearmi e chiedere il passaggio a dirigente.
“Mi dici cosa devo fare?”
“Torni ad essere la mia segretaria?”
“Non hai detto che sono il tuo amore e che il temporale è passato? Io rivoglio il mio posto e Gianna torna da suo marito come ha fatto Nunzia. Sei mesi per laurearti; un anno ancora per il progetto. Ce la facciamo ad avere un figlio nostro, in questo tempo?”
“Non so se, dopo averne messo in cantiere due, ce la faccio per un terzo … “
“Mai sentito parlare di viagra? Te lo sciolgo in tutti i pasti!”
“Con mia moglie lo facevo assai spesso e con tanta passione.”
“Tua moglie è tornata, con qualche brutta cicatrice, ma con lo stesso amore. Gianna, stasera dormi sul divano.”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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