tradimenti
Le corna del toro 2

26.01.2025 |
2.552 |
0
"Orlando, che aveva più volte fatto notare a sua moglie le difficoltà che talvolta lei aveva creato al ragazzo con la sua ingerenza affettuosa spesso..."
La madre operò il ‘miracolo’; la volta successiva che andò a trovarla, era accompagnata da una donna bellissima, elegante con una straordinaria pelliccia di gran valore, perché erano in pieno inverno, e con un’aria decisa e quasi autorevole; Angelica riconobbe a stento in quella figura imponente la sorellina che ricordava sognatrice e impacciata; le lacrime le corsero finalmente sul viso e trattenne a stento un urlo di dolore.“Ciao, Nellina, sei proprio tu?”
“Certo che sono io; tu invece sei una copia caricaturale della mia sorellona; faccio fatica a trovare il tuo viso in questi sfregi … “
“E’ il prezzo degli errori e delle colpe; come sta mio marito; è ancora mio marito, immagino …?”
“All’anagrafe, si; in realtà è il mio compagno, aspetto un figlio da lui e siamo sereni, forse anche felici quando certe ombre non ci coprono il cielo … “
“Scusami se insisto, ma capirai che la lingua batte dove il dente duole; è ancora l’amante meraviglioso che era con me?”
“Io vado in paradiso ogni sera perché è ancora più pressante nell’amore; mi ha detto che nei momenti migliori non raggiungevate il ritmo che noi teniamo normalmente … “
“Ti va di raccontarmi come è cominciato?”
“Per me è cominciato prima che tu lo sposassi; lui, ho dovuto travolgerlo, perché una zoccola lo aveva steso e non riusciva a rialzarsi; dopo che gli facesti le corna col bagnino, che schifo quella volta!, non ce la feci a tenerlo all’oscuro e, appena lo vidi, gliene parlai; cadde in depressione ma tu neppure lo guardavi; lo trovai in bagno che armeggiava coi depressivi e gli saltai al collo, gli dissi tutto il mio amore e gli offrii di prendersi la mia verginità.
Mi guardò istupidito e stentai a spiegargli che lo amavo da sempre e che non sopportavo l’idea che stesse male per una moglie ninfomane; si fece accompagnare in camera e ti assicuro che mi fece vivere la più bella giornata che un donna potrebbe mai immaginare; considera che, a diciannove anni, ancora non mi ero lasciata sverginare; forse sei ancora in grado di capire quante emozioni si accompagnavano a quella prima volta.
Non posso giurarlo, ma penso che in quella prima grandissima scopata lui molto spesso non avesse coscienza di stare con me, perché era troppo innamorato di te e soffriva troppo per il tuo abbandono; decisi che mi andava bene così ma ti odiai con tutta me stessa; anche lontana, riuscivi a condizionare la mia vita, le mie emozioni, i miei sentimenti come avevi fatto per tutta una vita; per fortuna, lo amavo perdutamente e ignorai i momenti ‘no’.
Mi preoccupai solo del mio amore, del mio desiderio, della mia voluttà di tenere stretto a me quel corpo che avevo vissuto con passione religiosa, che avevo invidiato quando sentivo che si concedeva a te, con amore; desideravo solo che mi facesse sentire nel corpo la sua possanza; la figa mi bruciava per un’emozione che non avevo mai provato; lo amavo con tutte le fibre del corpo e sentivo, da sopra i vestiti, che non aspettava altro che di prendermi e di donarsi.
Era me, che possedeva, quella sera; forse una parte del cervello era occupata da te; ma il sesso, il cuore, l’amore erano per me e mi abbandonai vogliosa ad un abbraccio lunghissimo; mi carezzò dappertutto; credo che abbia passato più di un’ora a baciarmi ogni centimetro di pelle; a mano a mano che mi spogliava, sentivo che entrava da padrone nel mio corpo; ed ero felice di sentire che si donava tutto, quando lo spogliavo e lo coprivo di baci.
Forse anche tu hai vissuto la stessa esperienza, perché lo amavi, quando vi siete sposati; ma ti assicuro che sono convintissima di aver vissuto, quel pomeriggio, la più lunga, bella, estenuante ora della mia vita, mai vissuta forse da nessuna donna … “
“Posso solo confermarti che l’amore che sa dare il tuo uomo, che non è più mio ormai, non trova paragoni da nessuna parte; te lo dice una puttana che per stupidità ne ha assaggiato tanti, di maschi; nessuna scopata mi ha dato mai più più gli stessi fremiti, nessun amante è stato capace di darmi le stesse emozioni, soprattutto nei preliminari, prima di penetrarmi; quello che ti ha violato, era un amante eccezionale, un uomo pulito e dolce; cosa sia diventato poi, non lo so più.”
“Non è cambiato in niente, anche se sono riuscita a convincerlo che deve fare in conti con la realtà ed è meglio soffrire da ricchi che da poveracci; io so, e lo sa bene anche lui, che quello che conta siamo io e lui; ogni sera, quando torna dal lavoro, è come se un amante diverso venisse a scoparmi; lui sa che troverà l’amante di sempre ma che proverà emozioni non abituali né monotone; ogni nostra serata è di scoperta del sesso anche se facciamo le stesse cose.
Non so se riesco a spiegarmi, ma so per certo che lo amo ogni volta in maniera nuova e sento il suo amore come un regalo nuovo; lo aspetto sempre vestita, non in negligee o seminuda; mi piace che il mio amante, anche se è il mio uomo, anche se fino al mattino, prima che uscisse, mi rotolavo nel calore del suo corpo e mi cibavo del suo cazzo, venga a spogliarmi con la delicatezza che sa usare con l’oggetto prezioso che lui considera il mio corpo.
Adoro rendermi conto che non mi strappa i vestiti di dosso, anche se godo quando lo fa; preferisco vederlo sfogliare gli indumenti come i petali di un fiore; mi piace vedere i seni che gli esplodono in faccia e lui se ne bea, mentre mi spinge contro la figa un cazzo duro come cemento; vado in estasi quando mi succhia i capezzoli adorante; inondo i perizoma dei miei orgasmi e mi piace prendere in mano la mazza, da sopra pantalone e boxer, per sentirla viva in mio potere.”
“Dopo cinque anni, ancora sei così sensibile ai suoi tocchi?”
“Tu mi hai chiesto come ho cominciato; in realtà io comincerò da capo anche stasera, quando ritornerà a casa e lo aspetterò vogliosa come sempre di sentire finalmente il suo cazzo; abbiamo scopato poche ore fa, subito dopo pranzo, mentre ancora mi preparavo a venire da te; eppure, sto colando parlandone con te; forse è la situazione particolare, ma per noi sono tutte situazioni da vivere, con amore, con lussuria, con entusiasmo.
In qualche modo, mi sento debitrice nei tuoi confronti; esserti fatta fottere come una baldracca mentre ero al mare per farti compagnia, mi ha autorizzato a ricambiarti le corna con tuo marito; la tua ninfomania ha fatto sì che per cinque anni ho preso il tuo posto nel letto e nel cuore del mio uomo; poi ci ho messo il mio e mi sono costruita la nuova realtà; ma non sono te; il cazzo del mio compagno mi basta e avanza; adoro vederlo passare sul corpo, con le mani, con la lingua, col ventre.
Tu sai bene quali meraviglie sa realizzare quando si dedica al mio piacere con tutto se stesso; sono ore, addirittura, che gode a sentirmi eccitata, a cercare i punti del corpo dove appoggiare un dito, un bacio, il cazzo, solo per farmi avere i migliori orgasmi che posso raggiungere; non sai invece quanta gioia ho scoperto a prenderlo in bocca, l’emozione che ora provo a sentire la mazza che mi titilla tutti i tessuti della bocca, perché lui li carezza tutti col cazzo, mentre lo spompino.
Pensa che, quando me lo mette in figa, alla missionaria, alla pecorina, a cucchiaio, da sopra, comunque insomma, mi fa vedere sul serio nuvole rosa e angioletti in volo; sento musiche angeliche accarezzare il sogno e vedo fuochi multicolori esplodermi nel cervello, prima che negli occhi; non so cosa hai trovato di meglio fra i tuoi stalloni o caproni; Orlando mi da esaltanti momenti di piacere celestiale; dopo cinque anni è come la prima volta.
Ho sentito che vai raccontando che è minidotato, impotente o addirittura frocio; non so se tuo marito lo sia; il mio compagno mi delizia con un cazzo notevole, per lunghezza e per spessore; ma soprattutto mi fa godere fino allo sfinimento, prima di scoparmi e scaricarmi in figa o nel culo una sborrata che sembra interminabile; ed ogni volta che sborra, io esplodo con lui ad ogni spruzzo che mi spara nel ventre; se è un ipodotato non voglio immaginare quelli che ti sei scopata tu.”
“Nellina, amore mio, lo sai perfettamente che ho mentito sapendo di mentire; lo sai che mi sono inventata cazzate perché per tigna non volevo ammettere che non valevano niente, decine di amanti, di fronte ad una scopata bella, intensa, piena d’amore, sapiente e delicata come quelle che realizzava con me mio marito; anzi, ogni volta che valutavo quello che perdevo e quello che avevo, per tigna gli attribuivo tutte le colpe della rottura e lo odiavo ancora di più; posso dire solo che sono pentita e mi dispiace.”
“Ma le lancette del tempo non si riportano indietro; ora quel cazzo è mio, lo vivo come una protesi perennemente presente dentro il mio corpo, anche quando è lontano da me; non vedo l’ora di mettergli le mani addosso per sentire la sua pelle, il sangue che palpita nelle vene, la mazza che mi dice quanto mi ama diventando più dura di un palo di cemento e più grande di qualunque immaginazione, anche di quella di una ninfomane rancorosa che vuole ad ogni costo mortificarlo.”
“Senti, mamma ti ha certamente spiegato perché volevo parlarti; possiamo arrivare ad un chiarimento?”
“Va bene; passata l’emozione per avere ritrovato mia sorella, adesso la tua Nellina cede il posto all’inflessibile ‘signora Antonella’, arbitra di tante situazioni; in queste vesti non sono mai tenera e non lo sarò neppure con te, perché l’affetto in questi casi si dimostra con la lealtà e la chiarezza; non devo ribadirti che ti voglio bene dal profondo dell’anima e che anche tuo marito, che ti massacrerebbe volentieri per il male che gli hai fatto, non dimentica i sei o sette anni di amore vissuti insieme.
Quegli anni non si possono chiudere nella scatola di ricordi con le fotografie; resta sempre, nel fondo del cuore, un angolo in cui quei fatti, quelle emozioni restano vivi per sempre; per questo, non avremo esitazioni a sostenere l’impegno per ridarti la bellezza e l’agilità di prima delle batoste; ci sono però dei particolari che la ‘signora Antonella’ non può ignorare; i medici dell’ospedale dicono che coi giusti interventi si possono riparare i danni e, con opportune ginnastiche, rieducare il corpo.
Esistono poche strutture, in questa attività, e la migliore è a Bologna dove puoi trovare ospitalità in un ricovero per degenti che è simile ad un albergo a tre stelle; per una che ha bazzicato motel e aree ambigue, è il massimo … ti prego, non te la prendere e lascia che sfoghi un poco del livore che mi resta; dovrai restare ospite per circa un anno, minimo per dieci mesi; poi potrai tornare ad affascinare tutti i maschietti che ti attizzeranno … “
“Fermati un momento, per favore; sfoga il livore, se vuoi; è giusto; ma sappi che da sei mesi l’unico pensiero che non mi ha sfiorato è il sesso; solo adesso, di fronte al tuo racconto appassionato delle scopate col tuo uomo, ho avuto dei piccoli orgasmi, perché quelle emozioni le ho avute anche io, anche se, non lo devi dire tu, le ho coperte di merda e dimenticate sotto maschi arroganti; se tornerò a camminare, sarò felice; se mi ricostruiranno il viso, mi farà piacere; per innamorarmi di nuovo, ho molti dubbi di farcela ancora e, se dovesse succedere, non farò gli errori che mi hanno distrutta e ridotta ad elemosinare … “
“I medici mi hanno assicurato che anche per riparare i danni alla figa e al culo la chirurgia plastica può intervenire, perché hai una muscolatura assai tonica e il tuo corpo già ha recuperato molto, in questi mesi; ti auguro di tornare ad innamorarti e anche di trovare un uomo che non ti faccia rimpiangere molto il ‘mio’ uomo, adesso; ma tutto deve avvenire lontano da qui e fuori dalla nostra vista.
Questa è l’unica condizione che devo proporti, per fare tutto il mio dovere per la tua salute; dovrai firmare la domanda di separazione consensuale, senza pretese su eventuali patrimoni miei o del tuo ex marito; è pregiudiziale a qualunque intervento che tu accetti la separazione e il divorzio senza nulla a pretendere; inoltre, dopo la degenza a Bologna, dovrai sceglierti una destinazione per scomparire definitivamente dalla nostra vita.
In pratica, dopo che ci saremo salutate stasera, io dovrò incontrarti molto raramente e solo per motivi seri; lo stesso vale per Orlando; in cambio, io mi impegno a muovere tutte le mie conoscenze perché, dopo la convalescenza, tu abbia un posto di lavoro che ti consenta di vivere onestamente; se troverai un uomo che ti accompagni alla vecchiaia, buon per te; se vorrai continuare a fare la vita libertina, sarà un problema solo tuo; te la senti di accettare?”
“Sposerai Orlando, quando saremo divorziati?”
“Non lo so; di certo, siamo già coppia di fatto e lo saremo più liberamente dopo la separazione; se ne sentiremo l’esigenza, per nostro figlio soprattutto, ci sposeremo anche; ma ci ameremo fino alla fine dei nostri giorni, su questo ci puoi giurare!”
“Va bene; sparirò dalle vostre vite e non vi porterò gli sconvolgimenti che ho provocato finora! Te la senti di abbracciarmi prima di scomparire nelle nebbie del ricordo?”
”Stupida, il ricordo non avrà mai nebbie; la sorellona che amavo rimane intatta in me; al massimo, cercherò di cancellare la stupida che è andata fuori delle righe in questi anni; ma comunque, sarai sempre la mia carissima Angelica, coi pregi e coi difetti. Ciao, buona fortuna. Mamma, con te spero che ci vedremo spesso; suggerisci a papà di perdonare alla figlia prediletta; lo sapeva che è un poco pazzerellona; dimenticasse il male ultimo, perché avrà poche occasioni di rivederla, in futuro.”
“Se qualche domenica vi viene voglia di mangiare la pasta al forno della suocera, sai che ci farete solo felici; avrai modo anche di parlare un poco con tuo padre che ha bisogno di sentire che non ti sei staccata da lui da quando sei ricca, potente e riverita.”
“Mamma, non lo dovete nemmeno pensare; sai quanto vi vuole bene Orlando; per lui l’affetto non cambia, se sta con Angelica o con Antonella; deve essere papà a dirgli chiaro se condivide la scelta di lasciarmi sostituire mia sorella nel suo cuore.”
“Ho capito; stiamo alimentando stupidi equivoci e non ci rendiamo conto dei danni che gli equivoci hanno prodotto in famiglia; fammi sapere quale domenica tu e Orlando sarete a pranzo da noi; ama il tuo compagno e rimani fedele a te stessa e a lui!”
La successione degli eventi divenne quasi frenetica, da quel momento; grazie all’interessamento di potenti amici del ‘boss’ fu prenotato per Angelica un posto nelle sede per malati a Bologna; dopo gli angosciati saluti con la madre, un’ambulanza la trasportò comodamente alla nuova destinazione, dove si ambientò rapidamente; prima di partire, firmò tutte le carte per separazione e divorzio che l’avvocato le fece avere; soffrì un poco perché Orlando non volle passare a salutarla.
Ma non le fu difficile rendersi conto che per lui era un capitolo della vita che si chiudeva, definitivamente e male; pregò sua madre di salutarlo per lei e nascose per l’ultima volta le lacrime mentre l’auto la allontanava dalla sua vita precedente; anche suo marito, ormai quasi ex, dovette ricacciare a lungo le lacrime; finché non ressero, né lui né la sorella, e si abbracciarono con passione; fu lei a cominciare a spogliarlo, quasi per dedicare al capitolo di vita chiuso un’ultima appassionata scopata.
Si amarono in nome e con dedica ad Angelica, praticamente; anche se aspettavano già un figlio, quel momento segnava davvero l’inizio della loro storia d’amore e di una convivenza che speravano migliore dell’esperienza trascorsa; Nellina, come la chiamava anche lui, si abbarbicava al suo uomo quasi a chiedergli di fondersi in una cosa sola; Dino, come lei amava chiamare Orlando, sembrava stringesse la moglie e le perdonasse errori e colpe; caddero insieme sul letto.
Lei era combattuta tra una rabbia segreta perché leggeva in quel trasporto una sorta di funerale alla giovinezza che lui celebrava per la moglie sparita; e la passione smodata per la rinascita, perché stava vivendo quel momento come una sorta di iniziazione alla vita di coppia dichiarata apertamente e vissuta alla luce del sole, in nome dell’amore e del figlio che aspettava; questo le impediva quasi di godersi appieno le manovre di lui per spogliarla e averla, come sempre, nuda nella statuaria bellezza.
Cominciò lei a spogliarlo e in un attimo ebbe il torace di lui, solido e rassicurante, davanti agli occhi che non si stancavano di ammirarlo, alle mani che percorrevano ogni centimetro della pelle, alla bocca che si attaccò a ventosa ai capezzoli e sembrava estrarre l’anima insieme alla libidine che lo faceva gemere in continuazione ed urlare ogni volta che i denti aguzzi catturavano il capezzolo e lo tormentavano alla ricerca del piacere.
Le carezzò il viso e lo ricoprì di baci, disegnando il profilo dalla fronte alla bocca che catturò tra le labbra per infilare la lingua ed esplorarla tutta, in ogni angolo; lei rispose succhiando quella lingua come fosse un piccolo cazzo e si abbandonò al languore che le derivava, scuotendole il ventre che sembrava sciogliersi in umori di orgasmo; quando lui le sussurrò, labbra contro labbra, ‘Nellina, ti amo, è te che amo al di sopra di ogni cosa’, non riuscì a frenare una lacrima di gioia.
Si strinse a lui con passione quasi feroce, fino a desiderare di entrare nel corpo dell’amato con tutta se stessa; spinse il pube contro l’asta ritta e dura da dolere, la prese con una mano e se la portò alla figa, sollevando la falda del vestito e spostando soltanto il laccetto del perizoma che sosteneva un triangolino di stoffa a copertura della fessura; ‘prendimi, riempimi, fammi sentire nel corpo il tuo amore’ non era una richiesta, ma una preghiera di devozione.
Lui spinse il corpo su di lei e la penetrò con dolcezza, quasi temesse che la consistenza del cazzo potesse turbare gli equilibri della maternità; lei rispose avvinghiando le gambe ai lombi e spingendo a penetrarsi fino in fondo, fino a sentire la fusione che aveva immaginato; ‘ti offendi se dico che ti sento davvero tutta mia, che mi sento tuo in ogni fibra del corpo?’; ‘mi offendo solo se tu fai lo stesso quando ti dico che mi sento davvero tua per sempre e che ti vorrei per sempre mio’.
Fu una scopata dolce, tenerissima, in cui riassumevano tutte le voglie, tutte le speranze, tutte le dichiarazioni di appartenenza e di possesso che, oggettivamente, avrebbero fatto rizzare tutti i peli alle femministe agguerrite, ma che per loro, nel momento in cui si illuminava una condizione di persistente ambiguità, significava soprattutto che finalmente il loro rapporto prendeva la consistenza di coppia di fatto con un bambino in arrivo.
Calpestando ogni norma di buonsenso, Dino dichiarò che intendeva vivere quella notte, a partire da quel momento, come una luna di miele anomala, l’incontro nel talamo tra due persone che si amavano follemente e che finalmente a quell’amore davano corpo e sostanza; il fatto che già da anni fossero abituati ad accoppiarsi, e molto spesso in quel letto coniugale, perdeva valore semantico, di fronte all’emozione di essere finalmente liberi di se stessi e dell’amore dell’altro e per l’altro.
Nellina concordò; cominciò, così, per loro una serata, prolungata fino all’alba successiva, di grande passione e di scopate di ogni tipo; lei volle farsi possedere nel culo da tutte le posizioni possibili e immaginabili; lo fece sedere a cavalcioni e lo scopò alla spagnola, tra le tette abbondanti e carnose, succhiando il cazzo quando arrivava a tiro; si stese su di lui a 69 e, mentre succhiava il cazzo a lungo e con infinito gusto, si perdeva nelle spatolate della lingua di lui su tutto il sesso, dall’inguine al coccige.
Salutarono, in tal modo, la partenza di Angelica e la sua sparizione; promisero, prima a se stessi e poi al partner, che sarebbe stato l’avvio di una convivenza che volevano limpida ed armoniosa in tutti i modi possibili, fino alla vecchiaia; si svegliarono il giorno seguente, col sole già alto, rinfrancati, innamorati e decisi a vivere entrambi la novità come segnale di un nuovo corso; nel fondo del cuore prima che dicendolo all’altro, augurarono alla sorella, ed ex moglie, di incontrare la fortuna meritata.
------
Scivolarono via quasi in leggerezza, in quel clima di armoniosa lealtà e sincerità di sentimenti, quasi diciannove anni della loro vita; incrociarono per un rapido saluto Angelica, alla lettura della sentenza di separazione ed a quella del divorzio, ai funerali del padre di lei e a quelli della madre; scelsero di non informarsi oltre; finirono per sposarsi, dopo il divorzio, con una cerimonia intima con pochissimi invitati; nacque Fernando e compì con successo gli studi medi e quelli liceali.
Quando si trattò di scegliere la facoltà universitaria, con un gesto quasi a sorpresa, indicò la sua preferenza per il DAMS di Bologna; la stessa facoltà era presente in molte altre università; ma la formazione nell’istituto bolognese era considerata unanimemente il top di quel genere e nessuno osò avanzare dubbi, anche se si trattava di andare in un’altra città non proprio vicinissima.
Nellina aveva il fondato sospetto che Fernando avesse fatto quella scelta per liberarsi dall’affetto oppressivo, da chioccia, col quale senza volerlo lo teneva legato; fu lei stessa a incaricare un’agenzia immobiliare dell’acquisto di un piccolo appartamento ristrutturato nel cuore antico della città; per frenare il suo desiderio di controllare, non andò neanche a vedere l’oggetto acquistato e si affidò al figlio, ormai maggiorenne, per la verifica in loco della congruità dell’acquisto.
Orlando, che aveva più volte fatto notare a sua moglie le difficoltà che talvolta lei aveva creato al ragazzo con la sua ingerenza affettuosa spesso eccessiva, si congratulò per la decisione e le augurò di stabilire col figlio un rapporto positivo di cameratismo, che era l’obiettivo del loro ‘ragazzo’, nel momento che si preparava a sganciarsi dai legacci della famiglia per affrontare la sua vita dalla quale non li voleva esclusi ma presenti come amichevole riferimento.
Superato l’impaccio iniziale, la vita scorreva serena; Nellina, pressata comunque da un innato desiderio di sapere cosa facesse quel suo figlio troppo liberalmente lasciato a se stesso dal padre che spesso considerava lassista, imparò presto a seguirlo attentamente sui profili che lui costruiva sui social che frequentava; in qualche modo, quindi, si teneva informata sui movimenti, almeno quelli che contavano e che lui raccontava agli amici.
Nacque tra loro due il gioco di commentare le novità del giorno quando, dopo cena, si concedevano momenti di relax con un bicchierino o una tisana; va da sé che Orlando era più felice delle ‘avventure’ in parte segrete di suo figlio, a cui riconosceva una grande maturità, mentre Nellina era più attenta alle frequentazioni ed ai pettegolezzi, che arricchiva coi commenti sulle immagini che Fernando postava volentieri.
Fu lei, quindi, a ‘scoprire’ il grande amore del suo ‘bambino’ per una bella ragazza appena sedicenne che lo faceva già penare come avevano fatto tutti alla sua età; dimenticando quello che aveva significato per lei conoscere Orlando, vederlo innamorarsi di sua sorella fino a sposarla, trattarla da ‘ragazzina’ e soffrire pene d’inferno per i comportamenti di Angelica, protestava continuamente ad ogni gemito letterario di Fernando per Beatrice.
Orlando non perdeva occasione per celiare con lei e farle il verso quando protestava, ricordandole i gesti e le frasi di lei per un amore impossibile a quel tempo; nel clima di serenità e di lealtà che avevano realizzato, ogni scherzo valeva solo per la grande serata d’amore e di sesso che ne derivava; la ‘mazzata’ peggiore la prese lei quando il marito la avvertì che, prima o poi, ‘quei due l‘avrebbero fatto’; la sorpresa fu inspiegabile e dolorosa, ma solo per qualche minuto.
Una sera, Nellina attirò vivacemente l’attenzione del marito su una foto postata dal figlio; era una semplice istantanea di famiglia in cui la ragazza amata da Fernando era ripresa con ai lati il padre e la madre; con atteggiamento quasi persecutorio, lei sollecitava l’attenzione del marito sulle figure ai lati della ragazza; scaricò l’immagine per poterla ingrandire al massimo possibile col programma apposito e più volte gli chiese se non avesse la sua stessa sensazione.
Orlando confessò di non notare niente di particolare; poi si rese conto che se avesse continuato ad ignorare le ‘fisime’ di sua moglie rischiava una lite inutile; con una lente di ingrandimento osservò meglio i volti dei due e l’anomalia di cui parlava Nellina saltò anche ai suoi occhi.
“Stai cercando di dirmi che la mamma di Beatrice somiglia terribilmente a tua sorella come potrebbe essere oggi, più vecchia di vent’anni?”
“Non dico che somiglia terribilmente, dico che questa è Angelica; d’altronde il nome nella didascalia è proprio il suo!”
“Va bene; anche se fosse, cosa vorresti fare?”
“Amore mio, sei uscito di senno? Nostro figlio è innamorato di una sua cuginetta e noi non dovremmo neanche fare chiarezza con lui, se non con loro tutti, ragazza e genitori?”
“Nellina, tesoro, non è più il tempo in cui si presentava ai genitori il fidanzato; se proponi una cosa del genere a nostro figlio, ti ripudia seduta stante; almeno da questo punto di vista dovresti conoscerlo e condividerlo … “
“Aspetta, amore; io ritrovo per caso mia sorella che non vedo da anni; per un caso ancora più fortunato è madre di una ragazza di cui il nostro ‘bambino’ è innamorato; credi davvero che mio compito sarebbe tacere e ignorare?”
“Non ho detto questo; ho detto che non puoi chiedere a tuo figlio di presentarti come suocera alla ragazza che ama; se accetti un suggerimento, potresti chiedere a tuo figlio di passare insieme qualche giorno a Bologna, quanto meno per verificare dove e come vive, a due anni ormai dal trasferimento; poi, se hai la giusta diplomazia, puoi chiedere della ragazza e di sua madre.”
“Ti sei mai chiesto perché ti amo tanto? Perché sei anche il mio faro guida e mi dai i suggerimenti giusti al momento opportuno; se Fernando viene per il fine settimana, gli propongo di tornare a Bologna insieme; mi invento qualche impegno di lavoro e mi organizzo per passare con lui la settimana; se non viene questo fine settimana, mi invento comunque un lavoro in area bolognese e lunedì lo vado a trovare.”
“Perfetto; basta che non interferisca troppo nella sua vita e non gli crei impedimenti; mi raccomando; adesso andiamo a fare l'amore o dobbiamo cantare inni di dolore perché nostro figlio scopa già e se la fa con belle ragazze?”
“Sei un porco; io mi preoccupo per mia sorella e per mio figlio e tu non pensi che alla figa, come se te la lesinassi … “
“Non ho detto che me la lesini; ho detto che la vorrei adesso; se non hai voglia, dimmelo e cerco l’alternativa … “
“Che cerchi tu? Mi sa che cerchi rogne; ti strappo le palline e le uso per fare due orecchini, se ti azzardi a pensarlo soltanto; il tuo cazzo è solo mio e ce ne vogliono di anni prima che sia in disarmo o che mi stanchi io … “
“Sai che orrore di eleganza, due testicoli per orecchini; io finirei al coro di voci bianche, ma tu saresti condannata per il pessimo gusto degli accessori … “
Mentre si beccavano amorosamente erano finiti in camera; sapevano che sarebbe stata un serata lunga e interessante; lui aveva cinquantacinque anni; lei meno di quarantacinque; davvero avevano ancora amore da darsi ad iosa; lei comunque era rimasta colpita dalla coincidenza e fibrillava per la voglia di parlare con Fernando e fare chiarezza soprattutto con sua sorella; dopo tanti anni, il desiderio di ritrovare l’affetto familiare era decisamente assai più importante di rancori antichi, ormai dimenticati.
Come temeva, Fernando telefonò per avvertire che non sarebbe andato a casa per il fine settimana, avendo promesso alla ragazza di portarla a teatro il sabato sera; la madre, per parte sua, comunicò che il lunedì successivo sarebbe partita per Bologna dove aveva fissato importanti e inderogabili appuntamenti; avrebbe pernottato in albergo ma potevano avere molte occasioni per incontrarsi.
Lui le rispose quasi offeso che ospitava talvolta persone di passaggio; riteneva assurdo e volgare che, con un appartamento di proprietà, sua madre preferisse andare in albergo piuttosto che stare con suo figlio tutto il tempo che desiderava; fingendosi contrita per la gaffe, lo avvertì che avrebbe avuto un piacere infinito a viverlo per qualche giorno nella quotidianità; non fece cenno alla ragazza ma fu lui a dirle che avrebbe avuto piacere a farle conoscere la ragazza a cui era fortemente interessato.
“Amore, mi fai felice se fai questo; ci vediamo lunedì ad ora di pranzo; scegli un locale; ci andremo in tre.”
Gongolava, alla fine della telefonata; non solo si sarebbe goduta suo figlio per un’intera settimana; non solo lui si era offerto di invitare anche la probabile nipote, che non sapeva di esserlo; ma sarebbe certamente riuscita a incontrare sua sorella; questo, in quel momento della vita, era quasi esistenziale per lei, che desiderava ardentemente pacificarsi col passato e ritrovare quel minimo di affetti familiari che era stato il vuoto più duro da sopportare in quegli anni.
Il lunedì mattina partì abbastanza presto e in poche ore era a casa di suo figlio; non si sorprese affatto, quando scoprì che con lui c’era Beatrice; si fermò incantata a guardarla quando si trovò di fronte ad una ragazza di rara bellezza, degna erede di sua madre, di cui recava tratti quasi inconfondibili e, perché no, di sua zia davanti alla quale si fermò a sua volta quasi confusa quando vide la giovane donna, madre di un ragazzo di cui era innamorata, bella come poche donne aveva conosciuto.
Abbracciò e baciò con calore Fernando; stese la mano delicatamente alla ragazza.
“Diamine, sei proprio bellissima; complimenti, ragazzo, hai delle amiche strepitose!”
“Credo che il vanto maggiore debba essere avere una madre giovane e bella come lei; si stenta a credere che possiate essere madre e figlio … “
“Bea, ti chiamano Bea gli amici, immagino, ti crea problemi darmi del tu? Non vorrei che fosse la distanza che poni tu ad invecchiarmi … “
“No, affatto; non osavo essere io a farlo. Tu come ti chiami?”
“Io sono Antonella, ma per gli amici Nella; mio marito, mio figlio e mia sorella mi chiamano Nellina … “
“Guarda caso, mia madre dice che sua sorella, come te, si chiama Antonella ma lei l’ha sempre chiamata Nellina … “
“Scusa, ma tua madre come si chiama?”
“Angelica, come il personaggio della Gerusalemme Liberata … “
“Hai capito quanti casi, Fernando? La mia sorellona, perché ha qualche anno più di me, si chiama appunto Angelica; ma non la vedo da prima che tu nascessi; non l’hai mai conosciuta.”
“Adesso le coincidenze cominciano a diventare problematiche; mia madre non vede sua sorella da quasi vent’anni … “
“Credi che sia il caso di approfondire se le coincidenze non sono poi tanto casuali? Pensi che potrei incontrare tua madre per verificare se è mia sorella?”
“Non credo che abbia un’agenda fitta di appuntamenti; provo a sentirla e, se può, la invito a venire a mangiare qualcosa con noi se per voi non è un problema … “
“Quale problema? La mamma di una ragazza bella come te merita, solo per questo, un invito a pranzo; andiamo in un posto elegante e siete ospiti miei … Fernando, non fare quella faccia; anche se avessi pagato tu, sempre il mio portafogli sarebbe stato; ti risparmio la fatica e offro io per quattro, anziché per due; per mio figlio, per una bellissima ragazza e per una donna così piena di coincidenze, è il minimo che possa fare.”
Beatrice stava telefonando, rintracciò sua madre e le fece appuntamento in un ristorante noto; vi si recarono a piedi, visto che era a pochi passi; entrarono e la videro subito, in piedi al bancone del bar; a Nella tremavano le gambe; Angelica si girò come per un richiamo, la vide, poggiò il bicchiere che aveva in mano e il viso si illuminò di un sorriso più largo delle braccia che si aprirono.
“Nellina, sei veramente tu?!?!?!”
“No, amore mio, è il mio fantasma che ti perseguita!”
Scherzò mentre si abbracciavano in una stretta degna di due pitoni; i ragazzi restarono a guardare storditi finché l’enfasi del ritrovarsi si esaurì; Antonella si girò verso il figlio e con tono enfatico annunciò.
“Fernando, ti presento tua zia, la mia sorellona amatissima! Angelica, lui è nostro figlio Fernando! Bea, ti annuncio formalmente che, da ora, sono per te la zia Nellina!”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Le corna del toro 2:
