tradimenti

Al mare 1


di geniodirazza
14.12.2024    |    4.498    |    4 9.5
"All’inizio le cose andarono lisce ed io lo incitavo a spingere dentro, a rompermi il sedere, a possedermi come una troia..."
Da una decina di anni ormai avevamo l’abitudine di passare due settimane di agosto nello stesso paesino di mare che ci aveva affascinato per la quiete dell’ambiente familiare, per la pulizia della spiaggia di sassolini e, soprattutto, per il tratto di litorale più appartato che era diventato dominio dei naturisti.
Per anni, quindi, ci eravamo recati in quel posto, con l’intento di prendere l’abbronzatura integrale e, sotto sotto, per riempirci gli occhi di belle vulve e di falli extralarge.
Non avevamo mai tentato approcci; addirittura, non ci avevamo mai pensato, dopo avere constatato che la mia normale dotazione poco aveva da competere con certi giovanottoni che giravano per la battigia esibendo batacchi decisamente ammirevoli; ma, soprattutto, mi sorse il dubbio che Concetta avrebbe potuto formulare pensieri diversi da quelli che le attribuivo.
In concreto, non si era mai fatto cenno a situazioni alternative, anche se, a parole, eravamo decisamente aperti e disponibili entrambi; però, mi ‘navigava sul fondo’ dei pensieri la convinzione che Concetta fosse alquanto più puritana di quello che dichiarava.
Quell’estate mi venne il ‘prurito’ di sperimentare l’effettiva situazione e, appena arrivati al mare, virai decisamente verso la spiaggia dei naturisti che costeggiava un parco alberato da cui era divisa solo da una strada di passaggio e da una siepe di canne che chiudeva la visuale.
Già nell’attraversare la spiaggia, le forme di Concetta non passarono inosservate.
Il suo didietro alto, tondeggiante e sporgente come una brasiliana, che finiva leggermente a punta e dava il senso preciso dell’orgoglio con cui si ergeva nonostante gli anni; le tette abbondanti che si tenevano su da sole e con grande dignità, decorate da aureole larghe e intense su cui s’innestavano due capezzoli superbi che dicevano senza vergogna ‘succhiami, succhiami’ e una vulva piena e morbida che premeva contro il minislip quasi a spingerlo via, quando non era apertamente esposta con le piccole labbra sporgenti quasi dalle grandi e il clitoride in piena evidenza; insomma tutto il suo corpo era un invito a possederla, a stuprarla, a farla godere.
Lei, naturalmente, passava tra gli sguardi quasi altera, apparentemente ignorandoli del tutto; non ho mai saputo né capito se davvero non se ne curasse; quando arrivammo alla spiaggia per naturisti, stese a terra il telo che aveva portato apposta, con estrema disinvoltura sganciò il reggiseno ed esibì all’aria il seno in tutta la sua floridezza; poi si sfilò il microscopico tanga e si abbassò sulla borsa per riporli; naturalmente, nel farlo espose alla piena vista i buchi della vulva e dell’ano che mostrarono tutta la loro consuetudine alle penetrazioni per il colore intenso, quasi nero, che li denotava.
Per qualche tempo ce ne stemmo sdraiati in silenzio, lei a leggere un libro ed io a giocare col computer; poi una terza presenza si affacciò nell’angolo che avevamo scelto; un giovane dall’apparente età di 25/30 anni che stese il suo telo proprio di fronte a quello di Concetta, si girò di spalle rispetto a noi e si sfilò il costume, mettendo in luce un sedere sodo e teso, poco peloso e bianco di pelle; tra le cosce s’intuiva un fallo di dimensioni notevoli con due testicoli grinzosi, grossi e gonfi.
Quando si girò, la visione trovò conferma diretta con una mazza barzotta di almeno una quindicina di centimetri che prometteva molto di più, quando fosse diventata dura.
Si stese supino, tirò indietro i piedi e sollevò le ginocchia, sicché il pene si trovò a puntare direttamente verso Concetta.
Non riuscivo a capire se lei non avesse notato la manovra del ragazzo o se, semplicemente, se ne disinteressasse totalmente; io, però, non riuscivo a staccare gli occhi da quel ben di dio e, istintivamente, presi ad accarezzarmi le natiche infilando di tanto in tanto un dito nell’ano.
Le mie manovre non sfuggirono al ragazzo, che spostò leggermente il corpo fornendomi una vista più diretta sul membro che cominciò a carezzare, badando bene a coprirsi con le gambe sollevate in maniera che solo a me fosse riservata la visione del suo bastone che lentamente prendeva consistenza e raggiungeva la sua dimensione vera, di almeno venti centimetri.
Stemmo così per un bel tempo, aspettando che qualcosa intervenisse a rompere il surrealismo della situazione; io speravo che Concetta uscisse dal suo torpore, non so se naturale o voluto; lei pareva completamente estranea a quello che avveniva intorno e non dava nessun segno riconoscibile di partecipazione alla sensualità che si caricava nell’aria; lui pareva incerto se dedicarsi alla vulva di lei, che comunque gli appariva spalancata davanti agli occhi, o se invece pensare seriamente a imbastire qualcosa con me che ormai gli avevo dimostrato con chiarezza la mia disponibilità.
Finalmente si decise; infilò il pantaloncino e gli zoccoli, raccolse il telo e si avviò al varco nella siepe che portava alla strada e al parco; immediatamente dopo, anch’io mi mossi; infilai il pantaloncino e gli zoccoli, raccolsi il borsello con le mie cose e mi avviai dietro di lui.
Al centro del parco c’era da sempre una costruzione in muratura che tutti sapevano essere i bagni pubblici non molto frequentati, per la verità, e normalmente abbastanza puliti; il ragazzo si diresse immediatamente verso quella costruzione ed io mi misi alle sue calcagna.
Gli accessi erano collocati in una parte dell’edificio protetta da una sporgenza del muro e lui, appena arrivato davanti alla porta, si fermò in attesa; lo raggiunsi, gli passai davanti strusciando anche il sedere sul suo pacco ben evidente ed entrai seguito da lui.
Appena dentro, osservai con cura i diversi bagni e, visto che l’ultimo era il più pulito, entrai lasciando la porta aperta; il ragazzo s’infilò dentro, chiudendo la porta alle spalle.
Non persi tempo e mi avventai immediatamente sul suo pene; per me era la prima volta, ma contavo che limitando il rapporto, facendo leva sulla voglia che mi era montata e soprattutto accettando la cosa come la trasgressione che da anni sognavo, non avrei avuto difficoltà a trattare quel membro con il debito riguardo.
In più, il ragazzo mi dava la sensazione di essere, se non vergine, quanto meno poco abituato; e questo poteva darmi un certo vantaggio.
Accosciandomi sui calcagni, raggiungevo col viso la sua verga; presi il pantaloncino con le due mani sui fianchi e lo abbassai di colpo portando alla luce il bestione che avevo ammirato che mi balzò di colpo davanti al viso, anzi direttamente sulla bocca; mi bastò cacciare fuori la lingua per sentirne già il sapore acre che mi penetrò nel cervello; socchiusi dolcemente le labbra e lasciai entrare per pochi centimetri la cappella; con la lingua cominciai a stuzzicare il buchetto dell’uretra e a lambire la cappella tutta intera, prima facendola entrare quasi tutta in bocca e poi portandola fuori per muovere più agevolmente la lingua intorno.
Cominciai allora la prima fellatio della mia vita; con la destra tenevo il membro alla radice cercando di regolare la penetrazione in bocca; percorrevo con le labbra l’asta per linee esterne accarezzandola in ogni dove, per aprirle poi e farla penetrare in bocca tutta, fino alla gola, fin dove reggevo senza conati di vomito; altre volte giocavo a far entrare e uscire dalle labbra socchiuse la cappella leccandola contemporaneamente e solleticando soprattutto il frenulo, la parte delicata coperta dal prepuzio e il buchetto dell’uretra.
A ogni movimento, sentivo che l’altro sussultava e si contraeva dal piacere mentre mugolii indistinti gli uscivano dalla bocca.
Mentre con grande passione leccavo, succhiavo e mordicchiavo, mi sentii prendere per la nuca e cominciò la sua copula; tenendomi vigorosamente fermo, il ragazzo cominciò l’andirivieni in bocca spingendo la cappella profondamente in gola, obbligandomi a una lunga salivazione che lubrificava efficacemente e qualche volta provocandomi conati di vomito che mi obbligavano a interrompere la manovra.
Quando il suo piacere arrivò allo spasimo, sentii che spingeva con maggiore violenza il sesso nella gola e che cominciava a tremare con tutto il ventre e con le gambe, segno evidente di un’eiaculazione che arrivava.
Pensavo che a quel punto mi sarei fermato e l’avrei fatto eiaculare fuori; ma, in parte perché mi teneva la testa ben saldamente bloccata, in parte perché volevo portare fino in fondo la mia esperienza, continuai a succhiare e leccare anche quando gli schizzi di sperma mi esplosero in bocca quasi con violenza; a stento riuscii a ingoiare e a trattenere in bocca prima di ingoiare.
Ma ce la feci e continuai a leccare a pulire il bastone finché non lo sentii sgonfiarsi definitivamente e sgusciare improvvisamente fuori dalla bocca.
Si tirò su il pantaloncino e quasi sussurrando mi disse.
“Sai, è stata la prima volta …”
“Anche per me …”
Gli risposi e notai una certa meraviglia, segno che la mia fellatio era stata fatta bene.
“Quella in spiaggia chi è?”
“La mia compagna.”
“Ma … allora …”
“Non sono gay, anche se ti deve essere sembrato; sono etero ma mi andava di fare un’esperienza …”
“E lei?”
“Non so, non ne abbiamo mai parlato.”
“Pensi che farebbe qualcosa con me?”
“Non so … dovrei provare a parlarne.”
“Vuoi continuare l’esperienza?”
“Tu te la senti?”
Mi prese la mano e la portò sul membro; era già duro come il marmo.
“Mi fai il didietro?”
“Se ti va …”
“Se sei delicato e fai piano, ci sto; ma ricordati che sono totalmente vergine.”
“Va bene; proviamo.”
Dal lavello del bagno prelevò uno spruzzo di sapone liquido che spalmò sul suo membro; poi ne prelevò un altro che provvide a spalmare sul mio ano spingendo dentro un dito per lubrificare anche le pareti interne; naturalmente la sollecitazione risultò decisamente eccitante e sentii che il membro mi s’irrigidiva all’improvviso come mai prima.
Il ragazzo spinse nel retto due dita e cominciò a ruotarle per allargare l’ingresso; intanto, mi prese una mano e la portò sul sesso; capii che voleva essere stimolato così lo accontentai mandando la mano avanti e indietro; poi mi compiacqui del movimento che mi provocava eccitazione e cominciai a muovere la mano in maniera da accarezzare il membro in modi sempre diversi e imprevisti per fare scattare nuove forme di piacere; con l’altra mano presi i testicoli e li accarezzai delicatamente.
Mi sarebbe piaciuto molto anche solleticarlo con la bocca, ma il sapone appena spalmato mi fece cambiare idea e continuai a masturbarlo con passione e sapienza; in fondo, bastava ricordare i movimenti che mi davano piacere quando mi masturbavo, o mi masturbavano, per ripeterli puntualmente sul suo membro e sapere che si stava eccitando.
Quando tre sue dita entrarono agevolmente nel mio retto e si mossero dentro ruotando e scivolando dentro e fuori con agilità, il ragazzo capì che era il momento giusto per tentare la penetrazione.
Mi prese per la collottola e mi fece piegare sul lavandino; si pose alle mie spalle, puntò la cappella contro l’ano e cominciò con una piccola spinta a fare entrare la punta nello sfintere.
All’inizio le cose andarono lisce ed io lo incitavo a spingere dentro, a rompermi il sedere, a possedermi come una troia.
Poi la cappella incontrò la strettoia del muscolo dello sfintere e lui dovette spingere con maggior forza; sentii il ventre squarciarsi e una massa enorme di carne violarmi e penetrare fino in fondo al condotto; la sensazione che ne ricevetti fu del ventre che si apriva.
Urlai dal dolore; lo implorai di fermarsi perché mi faceva troppo male, ma gli chiesi anche di non uscire; intanto m’imponevo mentalmente di superare il dolore della penetrazione; in un momento di rilassamento, quasi avesse sentito che ero più disponibile, il ragazzo diede un colpo di reni e il sesso scivolò completamente nel retto.
Quando il suo ventre urtò le mie natiche con un tipico rumore di due corpi nudi che si scontrano, capii che ero stato stuprato e che finalmente il mio sedere conosceva il dolce piacere del sesso dentro.
Intanto, però, avevo tanto male e lo pregai di attendere ancora prima di iniziare la monta.
Fu molto premuroso e delicato; mi accarezzò la schiena e i lombi; prese in mano le natiche e ci giocò separandole e accostandole; addirittura, in una fase mi comunicò che vedeva nettamente il mio ano spanato e aperto e che lo spettacolo del mio sedere rotto era meraviglioso.
Gli chiesi se ci fossero danni visibili; mi disse che vedeva tracce di sangue ma che forse erano da attribuirsi a emorroidi scoppiate e non a lacerazioni dei muscoli intestinali.
Lo pregai quasi, allora, di montarmi per bene.
Mi abbracciò per la vita e portò le mani fino all’inguine, fino al mio membro duro come acciaio; lo prese con delicatezza e cominciò a menarmelo con sapienza; sentendomi sempre più rilassato, addirittura lo anticipai e cominciai a muovere il bacino per spingere avanti e indietro il membro dal retto; mi accarezzò a lungo sulla schiena accentuando molto il piacere, mentale prima che fisico, che la penetrazione mi stava provocando.
A mano a mano che pompava, il mio corpo si abituava all’invasione di quel mostro e la penetrazione era quasi un piacevole completamento del mio corpo; le terminazioni nervose dell’intestino, sollecitate dalla mazza che le stimolava scivolando dentro e fuori, cominciarono a mandarmi segnali di grande piacere al cervello e mi trovai a godere da matti prima ancora che lo sperma si caricasse nei coglioni e cominciasse il percorso che l’avrebbe portato a esplodere.
Sicuramente sensazioni analoghe dovevano investire lui che mugolava sempre più intensamente e colpiva con botte quasi feroci il mio didietro spingendo il membro sempre più in fondo, verso zone intatte che conoscevano per la prima volta il piacere della penetrazione.
Dopo avermi squassato a lungo la schiena, mi masturbò con particolare ritmo e intensità finché cedetti ed esplosi in un orgasmo violento e totalizzante.
Subito dopo, sentii che il suo corpo vibrava, col mio e nel mio, e il mostro si gonfiava fino a esplodere in una serie di spruzzi violenti che mi arrivarono ai precordi e mi fecero provare intense emozioni di orgasmo a ogni nuovo getto.
Si adagiò sulla mia schiena e lasciò che lentamente il suo respiro tornasse normale; io feci la stessa cosa accoccolandomi sotto il suo corpo quasi assorbendolo nel mio.
Il membro cominciò a rilassarsi e a perdere potenza; lo sentii che lentamente si ritraeva, quasi si sgonfiava, e tendeva progressivamente a uscire dal retto, trattenuto solo dallo sfintere che aveva recuperato la sua funzione e lo teneva stretto nel mio corpo.
Il ragazzo diede un colpo di reni all’indietro, io spinsi come per andare di corpo e con uno strano ‘flop’ il membro scivolò via.
Immediatamente, qualcosa di viscido cominciò a scivolarmi via dall’ano; lui prese della carta igienica dal rotolo, ne fece un batuffolo e mi tamponò provvisoriamente.
Poi si rimise a posto il pantaloncino e uscì; io tornai a chiudere la porta, bagnai sotto al rubinetto un batuffolo di carta e lavai il sedere, particolarmente intorno all’ano e nello spacco tra le natiche; sulla carta rimasero chiare ampie tracce di sperma e strie notevoli di sangue.
Mi sedetti sul water ed espulsi dal corpo tutto lo sperma che era rimasto dentro e il sangue che era fuoruscito; mi pulii con carta asciutta e mi resi conto che ancora un poco sanguinavo; ma non volli dare peso e sperai che rapidamente la piccola emorragia si sarebbe sedata.
Indossai i miei pantaloncini e uscii a mia volta, Il ragazzo era ancora agli orinatoi che si puliva il sesso.
“Ciao, speriamo di rivederci.”
Lo salutai.
“Senz’altro. Cerca di valutare se si può fare qualcosa con la tua donna.”
Ci stava già pensando concretamente.
“OK. Ciao.”
Conclusi e tornai in spiaggia.
Tutto l’andirivieni che si era verificato non aveva scosso lo stato di Concetta che aveva, evidentemente, continuato a leggere imperterrita il suo libro, a giudicare dallo spostamento nelle pagine del segnalibro, e forse neppure si era accorta che mi ero allontanato per qualche tempo; quando rientrai, la trovai esattamente come l’avevo lasciata, sdraiata, stavolta bocconi, a prendere il sole sulla schiena.
Scalciai via il pantaloncino e mi tuffai direttamente in mare; avevo bisogno di rinfrescarmi e, soprattutto, di lavarmi, anche per verificare lo stato del mio ano, dopo la violenta, meravigliosa penetrazione.
L’acqua di mare mi rinfrescò notevolmente, anche se qualche bruciore me lo procurò, nelle parti più interne che potei raggiungere; a conti fatti, era andata benissimo.
Tornato sulla spiaggia, mi sdraiai sul mio telo a fianco a Concetta che finalmente trovò la parola.
“Hai problemi di emorroidi?”
Mi chiese; la guardai con aria interrogativa.
“C’è del sangue sul tuo pantaloncino; ho pensato che ti fosse scoppiata un’emorroide …”
“No; sono stato penetrato analmente …!”
La faccia di Concetta diventò un enorme punto interrogativo.
“Ma … non si era per niente parlato … come … ????”
“Scusa, ma tu lo hai visto quel bel ragazzo che stava lì di fronte?”
Accennò di si con la testa.
“Beh! … mi piaceva … l’ho provocato e siamo andati nei cessi, dove gli ho praticato una fellatio e mi sono fatto sverginare … Tutto qui!”
Concetta appariva disorientata.
“No … è che … insomma, ne abbiamo fatte tante insieme che credevo ci fosse più intesa, insomma avrei preferito che almeno me ne parlassi …”
“Senti, Concetta; quello era lì in chiara proposta di offerta; uno di noi doveva solo prendere l’iniziativa; ma pare che a te il sesso interessi solo se ti ci conduco io; non mi pare che ti piaccia autonomamente …”
“Ma che diavolo dici?!?! Il sesso mi piace, in tutti i modi e in tutte le forme; chiaramente mi piace assai di più e soprattutto se lo faccio insieme a te, in ogni situazione e con chiunque tu decida; tu mi dici cosa vuoi fare ed io partecipo. L’unica cosa che non mi riesce è prendere iniziative; per quelle, mi affido a te.”
Il discorso non faceva una piega e mi lasciava spiazzato perché, a ripensarci, era anche vero.
“Vuoi dire allora che se io organizzo una serata a tre con quel ragazzo, tu ci stai?!?!”
“Se è a tre, vale a dire io tu e l’altro, va bene quel ragazzo come qualunque altro sesso che ti possa piacere; ti ripeto, se ci sei anche tu, posso anche farmi squartare la vagina da un asino, non ho problemi; ma voglio che ci sia tu!!!”
Forse avevo sbagliato qualcosa; mi girai ad abbracciarla e, strusciandole sul fianco, il mio membro ebbe una repentina impennata.
“Attento … ci possono vedere!”
“E chissene …”
Limonammo per qualche minuto, poi avvertimmo che qualcuno ‘invadeva’ lo spazio che avevamo scelto; ma era solo il ragazzo con cui avevo fatto sesso, che si andò a collocare di nuovo, tutto bello nudo, proprio di fronte a Concetta.
Gli feci cenno di accostarsi e presentai lei.
“Questa è Concetta, la mia compagna!”
Stringendole la mano rispose.
“Ciao, sono Roberto”
Mi sorpresi a pensare.
“Cavolo! Mi ha rotto il sedere e solo adesso scopro il suo nome; lui addirittura non conosce il mio!”
Ma la cosa interessava poco, al momento, perché Roberto si era venuto ad accosciare sulle ginocchia proprio ai piedi di Concetta e le stava accarezzando le gambe su fino alle cosce e stava già inoltrandosi per l’interno coscia verso la vulva.
La situazione mi pareva precipitare un po’ troppo rapidamente, anche perché a sua volta Concetta aveva allungato la mano e già soppesava il membro barzotto di Roberto che, sollecitato, s’inalberò di colpo diventando molto interessante; ormai erano già al punto che lui la masturbava apertamente, titillando labbra e clitoride ed entrando decisamente in vulva con uno o con due dita; e lei, per parte sua, aveva cominciato a muovere la mano avanti e indietro sull’asta che reagiva con impennate autorevoli.
Dovetti intervenire.
“Forse è meglio che vi diate una calmata! Qui rischiamo la denuncia per oscenità!”
Si fermarono malvolentieri e Concetta gli fece spazio sul suo telo perché si sdraiasse accanto a lei e cominciassero a prendere coscienza reciprocamente del calore del corpo dell’altro; qualche accenno a vibrazioni sessuali, senza arrivare a vero e proprio coito, era l’anteprima di quanto avevano voglia di fare, e si vedeva!
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Al mare 1:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni