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La profia e suo figlio 2


di geniodirazza
31.08.2024    |    12.200    |    4 8.8
"Come unica comunicazione, Lucio presentò le fotocopie delle ricevute del motel ‘Belvedere’ pagate con la carta di credito del marito; guardò intontita e..."
Rosalba e Nicola si erano conosciuti giovanissimi e avevano subito legato; stavano insieme da quasi trentacinque anni; il figlio Lucio era nato quando lei era quasi al limite di una maternità sicura, trentacinque anni; anche per questo, forse, era cresciuto alquanto viziato; in quel lungo scorrere degli anni, avevano praticato un sesso libero di alta qualità fondato sui valori di complicità, lealtà e chiarezza; non rifiutando nessun approccio, purché insieme e in sintonia.
Negli ultimi due anni, ormai vicino ai sessanta, Nicola ebbe problemi con l’apparato genitale e, per prevenire un cancro, furono costretti ad asportargli la prostata; la conseguenza fu una totale impotenza che gli impediva anche la più semplice erezione; dopo aver pianto lacrime di dolore, si impegnarono a rimediare e, mentre Rosalba si adattava a rinunciare al cazzo vivo in corpo, Nicola imparava ad usare con grande maestria la bocca, le mani ed alcuni gadget utili a sostituire la penetrazione.
Dopo l’imprevista situazione che portò Rosalba a decidere di fare un pompino ad un collega per favorire gli esami di suo figlio svogliato; dopo la sega fatta ad un ragazzo per obbligarlo a controllare l’agitazione della classe, esplose aperto il desiderio di scopare con Lucio, suo figlio; concordarono, marito e moglie, che in occasione di un’assenza di lui per questioni lavorative, lei avrebbe passato col figlio una notte di sesso al calor bianco, occasione unica e irripetibile per favorire il bisogno di incesto di lui.
Quando Nicola rientrò dalla missione e si raccontarono l’episodio della grande scopata col figlio, nacque inevitabile il discorso sul da fare per superare l’ostacolo che l’impotenza di lui costituiva alla piena espressione delle voglie di una donna ancora giovane e calda, bisognosa di rapportarsi a un cazzo vivo e pulsante; l‘ipotesi di un amante segreto per andare a sfogare le sue voglie non era proponibile, per la storia umana e familiare dei due; fu Nicola ad avanzare quella di un rapporto a tre con lui in funzione cuckold.
L’idea parve a Rosalba assai affascinante e praticabile senza problema; incaricò lui di trovare il soggetto adatto ai loro bisogni e la sede dove realizzare le ‘fughe’ senza fastidi per la famiglia o per il vicinato; Nicola le parlò di un motel ad un ventina di chilometri sulla statale, noto rifugio di coppie clandestine; per il partner da coinvolgere nel loro progetto, l’avvertì che stava cautamente indagando tra le persone della cerchia ristretta degli amici e che le avrebbe fatto sapere al più presto.
Dopo qualche settimana, l’avvisò che aveva aperto un dialogo con uno dei giovani collaboratori del suo staff, Bernardo, un quarantenne assai apprezzato anche come maschio, e decisamente disposto a partecipare all’iniziativa del suo Mentore, del quale, tra l’altro, aveva sempre ammirato la bella moglie che in qualche modo gli invidiava; sarebbe stata per lui un’autentica felicità avere con loro incontri lussuriosi, in parte terapeutici ma per gran parte di piena libidine.
Rosalba superò facilmente qualche leggera perplessità di fronte alla differenza di età che la divideva dall’amante, più di 15 anni, e, dopo un primo approccio, decisero di organizzare due volte al mese un incontro ad alto tasso di lussuria in un motel a qualche chilometro dalla città, sulla statale; non furono necessarie altre puntualizzazioni e, al momento concordato, si trovarono alla reception del motel, Rosalba con suo marito Nicola e con Bernardo.
Appena entrati in camera, Nicola Individuò il nodo sul vestito, che conosceva benissimo, e lo sciolse; gli si aprì agli occhi lo spettacolo straordinario di un corpo sodo, giovane, pieno, plastico; le gambe lunghe, affusolate, culminanti in due natiche forti e delicate che accarezzò con libidine; la vita stretta reggeva il seno pieno e carnale; la fece girare nell’abbraccio e ammirò il viso fresco, poco truccato, con gli occhioni brillanti e la bocca carnosa che faceva intuire fellazioni prodigiose.
La baciò voluttuosamente e le afferrò la figa depilata, già bagnata; infilò un dito e cercò il clitoride; gemette delicatamente, forse per rispetto al marito che non sapeva cosa facessero; lo bloccò un momento, prese l’altro per mano e li guidò alla camera; prima di raggiungere il letto, Rosalba sfilò a Bernardo la maglietta; il jeans fu problema di un attimo e, quando furono sdraiati, lei era quasi in adorazione del cazzo; se ne impossessò vogliosamente e ci affondò la bocca; Nicola temette per un attimo che si soffocasse, ma la paura sparì non appena avvertì il lavoro di sollecitazione che faceva con labbra e lingua su tutta l’asta; l’amante ebbe momenti di grande eccitazione e le bloccò un poco la testa per scoparla in gola, per alcuni minuti.
Lo spinse supino sul letto e si sdraiò addosso portando la bocca sul cazzo e offrendo al marito la figa e tutto l’apparato sessuale; la leccò a lungo per tutti i punti, dal monte di venere al coccige, infilò le dita in vagina e la lingua nell’ano; poi cambiò posizione; il culo si prese addirittura quattro dita e la figa si accontentò della lingua; lei intanto si preoccupava del cazzo di Bernardo; il corpo disteso su di lui impediva a Nicola di vedere oltre; ma quel culo e quella figa gli fecero dimenticare anche dove erano e perché.
Bernardo sentì sul cazzo una bocca che gli risultò diversa da quella di Rosalba, la lingua che leccava la mazza era più ruvida; udì schiocchi di baci tra due bocche, si sporse a guardare e si rese conto che i coniugi si stavano baciando mentre il maschio stava succhiando il cazzo come una pompa aspirante ; capì in un lampo che lui doveva essere un bisessuale e che gli piacesse succhiare; si augurò che non si aspetti di essere inculato; tra i due culi disponibili, il suo era senz’altro il meno attrattivo.
Fece rotolare Rosalba supina accanto a lui, in testa - coda, e prese la figa per baciarla con passione; lei prese il partner provvisorio, lo sottrasse alla pompa e lo baciò; a cenni, Rosalba gli chiese se volesse inculare suo marito; rifiutò deciso e indicò il suo culo; negò e gli propose il rinvio ad altra occasione; la sistemò a pecorina e si accostò dietro di lei; il marito scivolò sotto come un’anguilla e le leccò a lungo la figa e l’ano; prese il cazzo e lo riportò alla bocca.
Con pochissima lubrificazione di lingua, accostò la punta del cazzo alla figa della sua donna e lui spinge prima con dolcezza poi con sempre maggiore vigore, incitato da lei che lo chiedeva tutto dentro; intanto baciava Nicola con amore; lui si inginocchiò e la baciò voluttuosamente; la fece sollevare e, memore della sensibilità specifica, le succhiò a lungo i capezzoli, prima uno poi l’altro.
Mentre la montava a pecora, Rosalba chiede se volesse sborrare dentro; le rispose che poteva anche resistere ed attendere altre occasioni; squirtò decisamente sulla faccia del marito che devotamente leccò tutti i suoi umori; quando si rese conto che Bernardo stava sborrando, Rosalba diede un colpo di reni e si sganciò, si precipitò a prendere in bocca il cazzo allo stremo e raccolse lo sperma che lui espelleva.
Passarono scopando tutta la serata e le prime ore della notte; quando ormai erano ridotti piuttosto male, decisero di darci un taglio; sborrarono insieme un’ultima volta, Rosalba e Bernardo, e si salutarono con molta cordialità; il ragazzo si dichiarò arcifelice di avere scopato con la moglie del suo Mentore anche se qualche perplessità gli era sorta, quando si era reso conto che Nicola dimostrava una tensione all’omosessualità che non aveva assolutamente previsto; avrebbe gradito anche un più convincente assaggio del culo di lei decisamente magnetico e affascinante; ma aveva capito che Rosalba forse prevedeva qualcosa di diverso.
Lei aveva avuto molti orgasmi, alcuni molto soddisfacenti, e per tutta la sera non aveva fatto che succhiare, masturbare e prendere in figa finalmente un cazzo vivo e pulsante; un minimo di disagio gliel’aveva provocato l’omosessualità latente che suo marito aveva dimostrato in alcuni passaggi; ma era convinta che lui stesse percorrendo altre strade per trovare nuove soluzioni al suo problema di impotenza; altro elemento di difficoltà era la coscienza che quelle scopate non fossero ‘sue’ ma pilotate dal marito.
Nicola era contento che finalmente sua moglie avesse potuto soddisfare la sua voglia di un cazzo vero in bocca, in figa e fra le tette; non aveva ben capito perché avesse negato l’inculata e temeva che lei meditasse di organizzare qualcosa in un tete a tete con l’amante; ma, per il momento, tutto andava bene per tutti e non restava che organizzare altri e più gratificanti incontri.
Bernardo uscì da quella ’avventura’ decisamente galvanizzato e disposto a ripeterla anche spesso; Rosalba si sentì assai gratificata dalle attenzioni che i due amanti le avevano riservato e provò per il giovane stallone qualcosa di più che piacere e libidine; in alcuni passaggi specialmente, la presenza di suo marito era risultata perfino superflua e si era sentita immersa in un’atmosfera strana che non esitava a definire d’amore; l’esperienza si ripeté quattro volte in due mesi.
In quell’arco di tempo, lei si trovò a colloquiare clandestinamente col giovane stallone per mezzo di una chat particolare e in WhatsApp, lasciano il marito all’oscuro dell’evoluzione che la loro relazione andava assumendo; dopo gli incontri quindicinali previsti, non chiese più a Nicola di organizzare incontri a tre, continuò a proporsi ogni tanto per scopate anomale tra di loro, con mani bocca e vibratori; ma ogni settimana, il giovedì pomeriggio, incontrava Bernardo al solito motel mentre il marito lavorava intensamente.
Presa nel vortice della nuova passione, Rosalba non si accorse della distanza che progressivamente Nicola segnava tra di loro; addirittura, non si rendeva conto che lui stava trasportando altrove molte sue cose, svuotando armadi e cassetti; portò via perfino gli oggetti da bagno e lei non se ne rese conto, presa com’era a coccolarsi i suoi impegni scolastici e la relazione che su nuove e imprevedibili basi aveva stabilito col giovane stallone ormai elemento centrale della sua vita.
La svegliò dalla sua indolenza apatica proprio il suo amante che le parlò di una difficile situazione creatasi in ufficio; in un improvviso controllo a sorpresa, nel suo armadietto erano state trovate chiavette di memoria dove aveva conservato files con formule di materiali in uso nell’azienda; il sospetto di uno spionaggio industriale lo aveva colpito all’improvviso e generato un’atmosfera di diffidenza che lo poneva a rischio di licenziamento.
Il suo unico garante, sul lavoro, era proprio Nicola, che ne aveva caldeggiato l’assunzione; solo lui poteva intervenire a fare chiarezza e farlo scagionare da ogni sospetto; ma suo marito aveva dato chiari segnali di averlo iscritto in una ‘lista nera’ che gli impediva qualunque approccio; solo lei poteva mediare un dialogo che lo aiutasse; Rosalba tentò in ogni modo di contattare Nicola ma si trovò di fronte a saracinesche abbassate e non trovò spiragli per comunicare.
L’ostracismo sancito la indispettì e fece l’unica mossa che le rimaneva; chiamò suo figlio e gli chiese di contattare suo padre e chiedergli di incontrarla per chiarire; Lucio si rivelò assai sorpreso dalla richiesta e più volte domandò alla madre se davvero voleva che lui facesse quella richiesta; poiché Rosalba insisteva, l’avvertì che quella stessa sera avrebbe portato una risposta ai quesiti che la madre poneva; lei chiamò Bernardo e lo invitò ad essere presente.
Come unica comunicazione, Lucio presentò le fotocopie delle ricevute del motel ‘Belvedere’ pagate con la carta di credito del marito; guardò intontita e chiese cosa significassero; fu Bernardo a spiegarle che dalle ricevute si rilevava con chiarezza che le prime quattro prenotazioni erano per tre persone compreso il titolare della carta di credito; tutte le altre erano per due persone senza Nicola; era lapalissiano che il marito aveva scoperto corna e truffa; aveva reagito di conseguenza.
Lo scatto di Rosalba fu del tutto imprevedibile per il figlio e per l‘amante; la donna esplose in un fiume di improperi, offese, minacce e maledizioni all’indirizzo del marito, colpevole, secondo lei, di aver frainteso i suoi comportamenti; impiegarono un bel po’ a calmarla e alla fine, poiché insisteva con Lucio che doveva ad ogni costo parlare con Nicola, il ragazzo le suggerì di partecipare al gala di beneficenza di fine mese per incontrarlo vis a vis.
Finalmente, alla festa, lei riuscì a contattarlo, strappandolo elegantemente al gruppo in cui dialogava di lavoro, e lo portò in un angolo a parlare; si accodò Lucio, interessato ai loro chiarimenti; Bernardo ebbe in buon gusto di tenersi lontano e fuori dal dialogo; con una calma che a Lucio risultò sorprendente e forse non proprio credibile, Rosalba si rivolse a Nicola con molto garbo, quasi con eleganza, e lo pregò di ascoltare una premessa che voleva fargli.
“Nico, è chiaro che ho commesso gravi errori e che non ho rispettato l’accordo sulla trasgressione in complicità per sostituire con un amante in carne ed ossa i toy sex che usiamo nei rapporti tra me e te; ma in primo luogo devo ricordarti quanto amore ci siamo dati in più di vent’anni di vita comune, con devianze, trasgressioni e libertà a molti sconosciute, fino ad un figlio meraviglioso, col quale non hai avuto problemi a consigliarmi di fare l’amore per cementare il rapporto tra madre e figlio.
Sentirti parlare, anche se solo attraverso le carte, di furto, galera e reati vari mi sembra spropositato ad errori, perché di errori si è trattato, che nascono dal semplice desiderio di riappropriarmi del mio corpo, che tu progressivamente hai adattato alle tue voglie riducendomi a semplice realizzatrice di tue pulsioni; ho scopato con un amante che tu avevi scelto per me e con me ma solo per liberarmi, una volta almeno, della tua pressione sulla mia vita.
Giuridicamente, hai tutte le ragioni dalla tua parte, perché ho calpestato un accordo tra noi ed ho usato i tuoi soldi per tradire la tua fiducia, per farti le corna, se vuoi usare questi termini; ma, se riesci a recuperare la tua lucidità e il buonsenso che hanno caratterizzato la nostra vita, non puoi negare che di un errore si è trattato, di uno scivolone che non merita l’abbandono di tutto, famiglia, affetti ed abitudini; riesci ancora a valutare in positivo i fatti o la tigna ti ha offuscato e sei solo rancoroso contro di me?”
“Rosalba, amore mio, ancora una volta, come in tante altre occasioni, ti lanci a corpo morto contro tutti per affermare una verità che credi di possedere solo tu; non ti preoccupi nemmeno per errore di valutare se esistono altre possibili letture della stessa verità e procedi come se non esistesse nessuno intorno; ti chiamo amore mio perché forse più di te ho ben presente quanto amore ci siamo dati e quanto ce ne diamo ancora adesso, anche nelle aggressioni e nelle violenze gratuite.
So perfettamente che insieme abbiamo attraversato tutti i peggiori sentieri della lussuria, della libidine, del sesso, ma anche e soprattutto dell’amore; non dimentico che siamo riusciti a scopare insieme e in armonia con uno, due, tre o molti amanti senza problemi di corna o di morale; so perfettamente che non hai esitato a scopare con nostro figlio, su mio consiglio e con la mia benedizione; so che è stata mia l’indicazione di Bernardo come l’amante a cui chiedere il cazzo vivo in alternativa ai vibratori.
Non mi sono affatto offeso e non sono andato via solo perché avevi scopato con lui più volte senza di me; mi sono risentito della mancanza di lealtà; se mi avessi avvertito non sarei stato io a farti problemi per qualche libera scopata; ma mi ha offeso la mancanza di lealtà, di chiarezza; non so a che cosa mirassi continuando a scopare, nello stesso motel con cui l’avevamo fatto in tre, da sola con lui; immagino che sia stato un bisogno di dichiarare la tua libertà e non posso né voglio muovere obiezioni.
Però, amore mio, la libertà è patrimonio di tutti; se tu sei libera, io lo sono quanto e forse più di te; mi manca la funzione essenziale, quella di scopare, perché il cazzo non mi funziona più; non capisco perché ti meravigli se ho fatto un’altra scelta; quando ho capito che reclamavi la tua libertà da me, ho approfondito le mie istanze omosessuali che già avevo talvolta intravisto, mi sono concentrato su quelle ed ho deciso di cominciare a far funzionare il culo, invece del cazzo.
Lui è Carlo, l’uomo con cui da qualche mese faccio coppia fissa; detto per inciso, è anche il proprietario dell’azienda in cui lavoro e che tra qualche giorno dovrà decidere se denunciare il tuo amante per spionaggio industriale o suggerigli qualche scappatoia per non finire in galera; io non interverrò in nessun modo per non pesare sul giudizio finale; e non lo farò per ripicca contro le corna che insieme mi avete fatto ma solo perché sono pentito di averlo aiutato all’assunzione e non voglio espormi ancora per un imbecille.”
“Nico, bada che Bernardo è più stupido che cattivo; non voleva fare spionaggio; quelle formule erano già note a tutti; lui le ha solo copiate ingenuamente ... !“
“Se è un imbecille o una spia lo deciderà la direzione dell’Azienda; puoi suggerirgli, se glielo offrono, di licenziarsi e sparire; a qualche decina di chilometri di distanza può chiedere lavoro per la stessa funzione; ma dalla regione è meglio che stia lontano, se non vuole finire in galera; per tornare al tema centrale del discorso, Carlo non è omosessuale ma polivalente; scopa con tutti, maschi e femmine, ed è attivo; io non posso agire e mi limito al ruolo passivo; per questo non siamo una coppia canonica; io vivo per mio conto e vado da lui solo quando decidiamo di scopare.”
“Quindi, volendo, potresti anche tornare a casa con me e andare a farti inculare quando ne aveste voglia ... ! Il letto vuoto e freddo è la conseguenza peggiore della tua ‘fuga’; non puoi tornare a casa e ritenerti libero di scopare come e con chi vuoi?”
“Rosa, in teoria sarebbe semplice e mi farebbe anche piacere; ma tu sai che rispetto le intese; non so se Carlo sarebbe d’accordo che io tornassi a vivere a fianco a te e mi concedessi a lui solo a tratti ... “
“Carlo, scusa se ti faccio questa domanda, ma credo di potermelo permettere, visto che abbiamo molto in comune, anche se non ci conosciamo quasi; ti creerebbe disagio se Nicola venisse a stare con me come siamo abituati, pur mantenendo con te il rapporto intenso che mi pare che avete già?”
“Ragazzi, avete pensato a qualcosa per cenare? Io ne ho già piene le palle, di queste cerimonie artificiali e becere; che ne direste di andare a mangiare qualcosa da qualche parte?”
“Intendi dire noi tre, la moglie, il marito e l’amante di lui?”
“Mi riferisco a noi tre; per le qualifiche, lascia che il tempo chiarisca; sì; vorrei andare in un ristorantino che conosco, non molto affollato e dove possiamo parlare in pace anche di noi e dei problemi che Rosalba ha posto.”
Raggiunsero rapidamente il locale e il prestigio di Carlo consentì che destinassero loro una saletta assai intima e separata dal resto; si erano appena sistemati sulle sedie che Carlo allungò una mano tra le cosce di Rosalba; sobbalzò per un attimo interdetta, poi fece cenni a suo marito che aveva già colto la situazione.
“Carlo, adesso mi spieghi il senso di questa scelta, delle cose che hai detto e della tua mano fra le cosce di mia moglie ... “
“Nico, è tutta la sera che non fate che raccontare quanto come e dove avete trasgredito; è chiaro che scopate da sempre nella massima libertà ma in accordo ed in armonia; da quel che ho capito, la scelta che ti ha fatto decidere a fare outing è nata da una storia con quell’imbecille di Bernardo a cui tua moglie ha reagito scopando alle tue spalle, per non dipendere sempre da te; ed è tutta la sera che penso che potrei benissimo sostituire quell’imbecille come terzo nel vostro letto; visto che già scopiamo io e te e che Rosalba mi fa molto ‘sangue’, perché non creare una nuova triade?
Tu vai a stare con tua moglie, resti nello sgabuzzino dove stai adesso o ti sistemi dove ti vada a genio; quando ne abbiamo voglia, ci vediamo io e te, ma anche io e Rosalba o tutti e tre; non ci poniamo limiti e lasciamo tutto ‘in famiglia’ per così dire; si può fare?”
“Certo che si può fare; adesso, poiché Bernardo è costretto a sparire perché va in galera o si trasferisce lontano, Rosa ha bisogno di un amante sostitutivo; perché non prendersi quello mio; da sola o insieme a me? Rosa tu che ne dici?”
“Nico, ho fatto un capriccio stupido e pericoloso; per fortuna, siamo riusciti a riportalo nei limiti della nostra volontà di stare insieme tutta la vita; scusami se sono brutale, ma non credo che Carlo possa rappresentare per te una ipotesi di serena vecchiaia; prima o poi, farà altre scelte e tu rischi la solitudine; riprendiamo da dove abbiamo interrotto, con nuove prospettive; cerca di capire fino in fondo il mio disagio e torniamo ad essere la coppia che siamo sempre stati.
Il problema non è di un cazzo da usare al meglio; appena possibile, compro uno strap on e divento anche la tua amante, se questa è la tua determinazione; ma guardiamo solo alla vecchiaia insieme, per favore; non dimenticare che abbiamo anche un figlio grande del quale non possiamo disinteressarci; e non basterà una mia scopata ogni tanto, per sostenerlo; forse dobbiamo parlare anche con lui, prima di decidere la vita futura.”
“A proposito, come va con Lucio; non ci ha provato più?”
“No; forse sta aspettando che lo invito a ripetere la notte di fuoco che mi diede in tua assenza ... “
“A proposito, l’altra volta ci hai scopato in mia assenza; riuscirai a farmi assistere ad una vostra notte di amore e di sesso?”
“Non mettere troppa carne a cuocere, per favore; per adesso, organizziamo con Carlo e tra di noi; poi coinvolgeremo anche Lucio; ho voglia anch’io di ripetere quella notte ma con te presente; appena possibile, la realizziamo. Ti amo, comunque, e sono felice che il nostro cielo torni ancora sereno ... “
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