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Lui & Lei

Il riscatto 2


di geniodirazza
23.09.2024    |    258    |    2 9.0
"Si ripresero dopo un breve periodo di languore dolce che li teneva avvinti in un abbraccio che sintetizzava la voglia che avevano di essere insieme, uniti, ..."
Nel primissimo pomeriggio, Livio che aveva accettato di controllare i documenti del patrimonio di famiglia arrivò a casa di Lavinia; avuta da Claudia la chiave della cassaforte, si immerse con l’abituale solerzia e devozione nell’analisi delle carte; figlia e madre si rifugiarono nella camera di lei, che evitò di incontrare l’amico amato; le due, davanti alla foto del post e alle altre che Lavinia aveva tirato fuori da una scatola, cercavano di fare chiarezza.
“Mamma, mi spieghi il senso di questa ‘immane tragedia’ che vi avrebbe colpiti?”
“Tragicamente semplice; un giorno, in un corteo, come sempre il Che, la santarellina e il pompiere, sai bene a chi mi riferisco, sfilavano in prima linea, dietro il grande striscione; ricordo che c’era anche la mia amica Veronica insieme a noi perché era perdutamente innamorata di Claudio e di Livio che era il suo ragazzo del momento; quando vedemmo arrivare il sampietrino lanciato dai barbari di fronte a noi, Livio si lanciò ad abbracciarmi coprendomi col suo corpo; Claudio si aggiunse e ci avvolse insieme ...
Aspetta amore, dammi respiro; quella scena mi fa ancora male ogni volta che me ne ricordo; ho visto il sasso schiantarsi sulla nuca di Claudio che si aprì come un cocomero e sprizzò sangue vivo; urlai inferocita e chiesi a Livio di scagliarci contro quei barbari e farne strage; lui invece piangeva, teneva in braccio l’amico e si mise a correre verso l’ospedale; furono momenti di terrore puro che non si cancelleranno mai; furono attimi di dolore infinito; lui correva e piangeva; io urlavo e lo maledicevo.
Non so darti spiegazioni; io rispondevo ad un insegnamento, quello di Claudio che si lanciava contro ogni barricata incurante dei pericoli; Livio pensava a suo fratello che gli moriva tra le braccia e doveva difendersi da me che lo accusavo di viltà e di tutti i mali possibili e immaginabili; solo quando vidi il volto bianco e i tubi a cui era legato il mio ragazzo, il mio amore, il padre della figlia che avevo nel ventre, presi atto che avevo torto, che aiutarlo era stato più logico; mi vergognai e odiai l’amico più caro.
Fu solo infantile debolezza; non accettavo di avere bestemmiato contro tutto e negai anche il saluto a Livio che, per tutto il mese del coma di tuo padre, non si mosse dalla mia sedia e dormì per terra, senza cambiarsi e senza lavarsi, piangendo spesso a calde lacrime per l’amico, incapace di qualunque decisione, ora che era rimasto solo; assai tardi ho capito che uccisi anche lui, in quella stanza d’ospedale; perse i riferimenti vitali, rinunciò ai sogni di rivoluzione e accettò di fare l’insegnante.
Sparii quasi di nascosto, il giorno dei funerali; mi rassegnai a firmare un contratto matrimoniale col mio marito anagrafico, che non ho mai amato e che non mi ha mai toccato; lui si prese i soldi che mio padre gli metteva a disposizione; io mi presi il mio dolore e lo soffocai nei sai senza colore in cui mi nascosi; poi mi scontrai con Livio trasferito alla mia scuola e mi nascosi anche a me stessa per non fare i conti con la storia; ma non è servito a niente; una foto in un social e tu scopri tutte le mie colpe ... “
“Quali colpe, mamma adorata sempre e maledetta in questo momento ? Amare il tuo ragazzo anche a venti anni dalla morte? Sono bellissime le favole che raccontano su di voi, sulla vostra amicizia, sul vostro grande amore; ho sentito Veronica dire fuori dai denti che, se potesse averlo ancora una volta, farebbe l’amore con Claudio sui tavoli del bar, denudandosi davanti a tutto il mondo; ho toccato con mano il dolore di Livio di fronte alla tua incredibile chiusura. Perché gli porti tanto rancore?”
“Il mio rancore non è a lui; è contro me stessa, per come l’ho umiliato nel momento del suo dolore più intenso; non ho il coraggio di parlargli per dire quello che veramente sento adesso ... “
“E per questo lasci che tuo marito mi derubi della mia eredità e impedisci a un amico così caro di prendere in mano le carte e spiegare al mondo che il tuo signor marito paga migliaia di euro per regali alle donne che a lui la danno solo da cortigiane opportuniste e che invece, come mi ha detto Veronica, si metterebbero in fila per avere dal tuo grande amore Claudio un poco di quella passione che solo a te è stata riservata intera? Anche il ricordo vorrebbe sottrarti quel ladro; io non voglio avallare la confusione; sono figlia di Claudio e tu farai quel che devi per dirlo al mondo!”
“Claudio morì assai prima che tu nascessi; non potrebbe accettare la paternità che proponi; al massimo, posso dichiararti mia figlia e darti il mio cognome ... “
“Tu sei e rimani sempre mia madre; essere una Martone è assai più nobile e bello che essere una Alinari; dentro di me, sarò sempre e soprattutto ‘la figlia del Che’!”
“Che starà facendo Livio tra quelle carte?”
“Cerca le prove delle malversazioni di tuo marito; prevede di chiedere che mi sia assegnata in anticipo la mia eredità e, se tu sarai disponibile nei suoi confronti, ti chiederò di assegnargli il compito di Amministratore Unico; ho bisogno di fidarmi del gemello orfano di mio padre, prima che la rapacità di tuo marito e la tua debolezza mi mandino in rovina ... “
“Claudia, ma ti rendi conto di parlare di un coetaneo di tuo padre come del tuo grande amore adolescenziale?”
“Mamma, il grande amore di Livio sei tu; e credo anche che lui sia l’uomo della tua vita; la logica più elementare suggerirebbe che tu scegliessi di divorziare da tuo marito e di sposare il gemello rimasto orfano del tuo grande amore; ti avverto che, se cincischi ancora con le tue accuse assurde, io quell’uomo lo concupisco per me e lo faccio diventare l’uomo della mia vita ... !”
“Cosa ti aspetti che io faccia, a questo punto?”
“Quando avrà finito il lavoro di cui l’ho incaricato, tu ti assumi l’onere di dirgli la verità, che hai sbagliato venti anni fa e che hai continuato a tenerlo lontano per non confessare che lo ami e che per lui accetteresti anche di tradire la memoria del suo gemello morto; se proprio devo mettermi nei tuoi panni, allora recuperi la ragazza in minigonna della vostra gioventù e te lo porti in camera per fare l’amore finalmente dopo anni di attesa ... “
“Claudia, non so se sei più folle tu o io che mi sento spinta, da tuo padre direttamente, che sembra parlarmi attraverso di te, a fare come suggerisci e a scoprire finalmente, di nuovo, l’amore dolce e caldo di Livio e di Claudio nel corpo di uno solo ... “
Andarono finalmente nello studio dove Livio aveva disposto ordinatamente i documenti; era la prima volta che i due si trovavano di fronte a testa alta e l’emozione era visibile in entrambi; Livio accennò ad abbracciarla; Lavinia si limitò a prendergli entrambe le mani e a tenersele strette; Claudia la guardò con occhi severi ma non riuscì a smuoverla; lui illustrò i risultati del lavoro, dalle somme imboscate in conti off shore alle ricevute di gioiellerie per i regali alle amanti provvisorie del marito di lei.
Con la stessa aria pedante con cui spiegava a scuola, chiarì alle due donne che dovevano intervenire con urgenza per evitare che il patrimonio evaporasse prima che Claudia potesse reclamare la sua eredità; suggerì che Lavinia passasse immediatamente alla figlia quanto le spettava di diritto e nominasse un esecutore testamentario; Claudia, poi, avrebbe provveduto a dare un assetto nuovo alle proprietà e avrebbe cercato di porre riparo ai danni del padre legittimo ma indesiderato.
Claudia gli chiese cosa ostacolasse la nomina di lui ad esecutore testamentario; Livio le fece presente che per le incombenze che chiedevano occorreva un professionista qualificato; lui, pur avendone i titoli, non aveva la professionalità e l’ufficio adeguato; fu Lavinia a quel punto, ad intervenire e a chiedere a Livio se se la sentisse di fare un salto mortale, rinunciare all’insegnamento e aprire uno studio da commercialista, a cui associare Claudia non appena si fosse laureata; Livio le disse di essere disposto.
Con pochi gesti, l’amico carissimo preparò le carte per il notaio, per regolarizzare l’eredità di Claudia e affidare a lui il compito di esecutore; per presentare l’incartamento per aprire uno studio suo e di Claudia in un locale di quelli compresi nel blocco dell’eredità; per avviare il processo di separazione e divorzio di Lavinia da suo marito; per staccare Claudia dal padre indesiderato e farla diventare figlia solo di sua madre; preparato tutto, rimasero per un poco a guardarsi con curioso affetto.
“Mamma, adesso è il tuo momento; ti decidi o mi faccio avanti io?”
“Vai al diavolo, maledetta istigatrice ... Livo, puoi venire con me in camera?”
“Papà putativo, se non rendi felice mia madre, ti strappo i testicoli; non prometto mai invano, ricordalo ... “
“Vinia, mi dici per favore cosa andiamo a fare di là?”
“Io devo parlarti a lungo; tu mi dovrai dire quello che senti nel cuore ... “
La seguì docilmente in camera e chiuse la porta dietro le loro spalle; Claudia si dedicò alle carte e cominciò a metterle in ordine, sorridendo tra sé e sé; appena la porta fu chiusa, Vinia gli prese le mani e le accostò al seno.
“Livio, sono venti anni che mi trascino un senso di colpa gravissimo, la coscienza di un amore intatto che non ho saputo esprimere e che stupidamente ho trasformato in rancore e tigna; sapevo di amare te come amavo Claudio e ti sono stata sempre grata per esserti tenuto un passo indietro per non sciupare i nostri rapporti; quando avrei dovuto far esplodere il mio amore per te, mi sono comportata come la più stupida delle ragazzine, ti ho odiato e ti ho cancellato dalla mia vita.
Non reggo più questa recita stupida e dannosa; devo e voglio dirti che ti amo con tutta me stessa per tutto quello che siamo stati e siamo; ma anche per quello che vorrei che fossimo, come auspica la voce del mio grande amore, sua figlia; so che ti chiedo troppo, perché ci separano ora una figlia ventenne ed un mio matrimonio falso e provvisorio; non te ne potrei volere se tu decidessi che per me non ce n’è più, nella tua vita; ma se fosse possibile vorrei ricominciare ... “
Erano fermi ai piedi del letto e Livio sentiva che finalmente poteva dare sfogo al desiderio represso per vent’anni; si presero per mano e andarono verso il letto; lui era stranamente il più emozionato dei due, perché il gesto gli era arrivato imprevisto anche se atteso e desiderato; lei si spogliò da un lato del letto e appoggiò gli abiti sulla sedia; lui, più che dalla cerimonia della spoliazione, era preso dalla voglia di conoscere quel corpo che aveva sempre adorato e che aveva talvolta sfiorato; la prese per le spalle, la fece girare e le stampò sulla bocca un bacio di voluttà indicibile.
Lei rispose al bacio, lo strinse al seno con voglia e cominciò a mulinargli la lingua in bocca eccitandolo allo spasimo; spinse il pube contro la mazza che avvertiva notevole, e si strusciò alla ricerca dei primi palpiti di piacere; quando riuscì a far coincidere il cazzo col clitoride duro e gonfio, si strappò un primo orgasmo che la fece gemere, illanguidire e salivare rendendo ancora più lussurioso e intenso il bacio; fece scivolare una mano lungo il corpo e andò a catturare la mazza per valutarne la consistenza.
Allungò le mani sull’inguine e finalmente lo sentì a pelle, vivo e fremente; lui le stava accarezzando i fianchi, appoggiò il cazzo in mezzo alle cosce, portò la cappella alla vagina; la penetrò in piedi; con mosse acrobatiche fecero entrare il cazzo fino all’utero, riempiendosi orecchie e cuore dei gemiti di lei che sentiva la mazza percorrere tessuti ormai tesi allo spasimo; affondò su di lui e lo baciò appassionatamente.
La fece crollare supina sul letto; lei sollevò le gambe e si fece penetrare fino in fondo; accompagnò i movimenti in figa con gemiti di goduria infinita e lo sentì eccitarsi; non si aspettava una mazza così grossa, così dura, così sua, alla fine; e se la godette tutta tenendolo stretta al suo corpo, per le natiche, quasi per accentuare il senso di penetrazione; c’era in quel primo amplesso non solo l’attesa di anni di astinenza, ma anche anni di amore non confessato, di desiderio messo sotto il tappeto.
L’orgasmo esplose inatteso e imprevisto e fece scattare in ambedue un senso di esaltazione al di là dell’immaginabile; sentirsi esplodere nelle orecchie il suono di campane angeliche, negli occhi un caleidoscopio di colori inimmaginabili, nel corpo una sensazione di abbandono, di rilassamento, di dolcezza infinita erano emozioni che vivevano in comune, senza neppure doverselo dire, ma leggendole sull’espressione del viso estatico.
Si ripresero dopo un breve periodo di languore dolce che li teneva avvinti in un abbraccio che sintetizzava la voglia che avevano di essere insieme, uniti, quasi fusi in un solo corpo; Lavinia si sentì felicissima di avere fatto il passo decisivo per ritornare a vivere, dimenticando per un attimo la tragedia che l’aveva colpita; Livio sentì di non fare offesa all’amico morto, prendendosi la donna che amava da sempre.
Si staccarono a forza, perché non era corretto lasciare da sola la figlia per molto tempo; mentre si rivestivano, Livio le chiese se il momento di felicità era l’inizio di qualcosa di importante tra loro o se doveva considerare quel momento solo una follia che non si sarebbe ripetuta.
“Livio, amore mio, non esito a dirlo perché lo sei adesso come l’ho sempre sentito; io domani chiedo separazione e divorzio, perché voglio cambiare radicalmente la mia vita; se sei pronto a fare con me il grande salto, stasera dormi con me e da adesso sei il compagno che avevo messo da parte e che riprende il posto che gli spettava da sempre ... Se qualcosa ti impedisce o ti frena, ho liberato la mia coscienza e non ti muovo appunti; ma vorrei che tu fossi la continuazione di quel tuo gemello strappato alla vita ... “
“Vinia, ti amo da sempre e lo sai; sono più che felice di vivere con te e con Claudia; quando divorzierai voglio sposarti soprattutto per diventare legittimamente padre della mia figlia putativa!”
Suggellarono il chiarimento con un bacio di estrema sensualità e lei dovette fargli forza per tornare dalla figlia che li aspettava ansiosa di conoscere lo sviluppo della situazione che le bruciava sulla pelle e nel cuore; appena li vide, si rivolse a Lavinia.
“Mamma, da zero a mille quanto sei felice?”
“Da zero a mille? Un milione, forse un miliardo! Sono ultra arci super iper felice, assolutamente colma di gioia; Livio da stasera sarà il mio compagno; domani avviamo e pratiche per liberarmi di mio marito; cambieranno molte cose vedrai ... “
“Ti deciderai finalmente a liberarti delle tue palandrane informi e ripescherai la minigonna che ti faceva miss gambe?”
“Non solo quello, amore mio; comincia una vita nuova, per me, per te, per noi ... “
“Fortuna che hanno pubblicato quella foto ... E’ da li che ho cominciato a vedere chiaro ... “
“Tesoro, di foto come quella ce ne sono intere scatole, nell’armadio ‘degli scheletri’ quello dove ti ho sempre proibito di guardare perché nasconde tutta la mia vita con tuo padre; pensavo di mostrartele più avanti, quando avessi incontrato l’uomo della tua vita; adesso puoi anche aprire e scavare; ci troverai molte cose, non solo le foto e gli abbigliamenti che adottavo all’Università; ci sono gli abiti che cercavo di regalare a tuo padre e che lui puntualmente rifiutava perché simboli del potere economico della mia famiglia.
Pensa che ci sono persino le poesie e le frasi che scriveva in pizzeria sui tovaglioli di carta; non era gran che come poeta, ma quei versi li scriveva per me, per il nostro amore e persino Livio ne era geloso, non ti dico Veronica e le altre che sbavavano per lui e per la sua qualità culturale; quando ci ritaglieremo un po’ di tempo per noi, ti farò viaggiare in un amore che è durato poco meno di un anno, si è chiuso tragicamente ma ha lasciato un’eredità immensa, la mia meravigliosa figlia e l’amore indelebile di Livio per me.”
“Vinia, davvero hai ancora gli originali degli scritti di Claudio?”
“Sì, perché te ne meravigli? Si tratta soprattutto delle cose che scriveva per me sola ... !”
“Non so se sei informata ma ogni anno, all’anniversario della morte, celebriamo Claudio con una piccola manifestazione al cimitero dov’è sepolto ... Ci siamo tutti quelli che lo abbiamo conosciuto, sempre di meno purtroppo! ... Ma ci sono anche molti ragazzi che ancora non erano nati, quando lui morì; quest’anno sarà il ventesimo e vorremmo fare qualcosa di importante ... I ragazzi già hanno letto spesso testi di lui dagli interventi che faceva in assemblea o nei dibattiti; sarebbe meraviglioso, al ventennale, far leggere qualcosa di inedito, se non ti turba che leggano in pubblico cose private ... “
“Papà Livio, stai dicendo che ogni anno voi ricordate mio padre con una cerimonia al cimitero? Quest’anno ci voglio essere a leggere le cose più belle che papà scrisse per lei; mamma, mi dai questi scritti perché li faccio fotocopiare e imparo a leggerli come meritano?”
“Claudia, tuo padre odiava le celebrazioni, gli eroi e i miti; neppure ‘Che’ gli andava bene se veniva inteso come celebrativo ... “
“Mamma, sono un poco peggio di lui; se decido che una cosa va fatta, si fa anche a costo di farlo rigirare nella tomba!”
“Quindi vuoi esserci al ventennale; e io?”
“Fai quello che ti pare; io ti consiglio di essere lì a ricordare un uomo meraviglioso; se non ti va, torna nella tua clausura ma lasciami urlare al mondo la mia gioia di essere la figlia del ’Che’ in tutte le sue varianti!”
“Vinia, ti prego, non ancorarti ancora ad una tua interpretazione dell’insegnamento di Claudio; già una volta hai fatto soffrire tante persone per essere stata categorica e talebana; fallo per amore mio, per amore di tua figlia; secondo me anche per Claudio; dovresti tenere vivo il suo ricordo tra quelli che lo amano e vogliono ricordarlo ... “
“Va bene, ci sarò anche io ... “
“Con la divisa degli occupanti dell’Università?”
“Già; così facciamo ridere i polli con le mie gambe ingrossate e il corpo in disfacimento ... “
“Senti, bella, bada che la mia ragazza non ha niente in disfacimento .. D’accordo che la mini non sarebbe giusta, ma un vestito più attuale e altrettanto sexy te lo puoi permettere e risultare ancora miss università ... “
“Io amo un matto come innamorato ed una svitata come figlia; va bene, amori miei; adesso provvedo a rinnovare il guardaroba e torno ad essere ‘la più bella del reame’ con lo specchio da interrogare ..!”
Mancava un bel po’ di tempo alla scadenza dell’anniversario; Livio e Lavinia riuscirono a mettere a punto tutti gli impegni e diventarono alla fine una coppia inarrestabile di amministratori e di amanti; lui andò a vivere con le sue donne; lei ottenne la separazione in attesa di divorzio e sua figlia non smise di agitarsi nella gioia di avere finalmente una famiglia da amare e di cui essere orgogliosa; ormai si sentiva davvero figlia di Livio e collaborava con lui in molte attività.
Insieme prepararono anche le celebrazioni per il ventennale della morte di Claudio e lei riuscì finalmente a ‘mettere il naso’ nelle scatole segrete di sua madre, dove le si aprì un mondo di avvenimenti, di affetti, di storia; trovò molti abiti che la ‘santarellina’ indossava nei cortei ‘rivoluzionari’ e molti capi che Claudio si era rifiutato di indossare perché pagati da lei con carte di credito ‘da signori’, foto, articoli e documenti di ogni sorta compresi gli scritti su tovaglioli da pizzeria.
Il giorno della commemorazioni, Livio si presentò agli amici di sempre con due novità sconvolgenti, il grande amore di Claudio quando morì e la figlia di cui nessuno aveva notizia; la prima a saltarle quasi addosso fu Veronica, che quella vicenda aveva innescato con le sue rivelazioni, ma ben pesto tutti si accalcarono intorno a lei per festeggiare il ‘ritorno della santarellina’, del suo compagno e della figlia apparsa improvvisamente come erede naturale del padre scomparso.
Inevitabilmente, la cerimonia assunse un tono molto più commovente e forse solenne, nonostante le proteste e le recriminazioni di Lavinia che si fece ancora una volta portavoce del rigore del suo grande amore contro la creazione di miti e di eroi a lui indigesti; la lettura degli inediti ‘da pizzeria’ a cui diede voce Claudia emozionò tutti; Veronica abbracciando la ragazza le confessò che sentiva le parole scritte per Lavinia quasi some un omaggio anche a lei e alle donne che il padre morto aveva amato.
Mentre ancora cercavano di riaversi dalle profonde emozioni, Livio prese in disparte Claudia e le parlò.
“Amore mio, figlia bellissima, hai dovuto affrontare molte novità spesso sconvolgenti, in questi giorni; quella che ti aspetta adesso forse è superiore a tutte le altre; fatti forza e preparati ad una grande emozione e, spero, ad una gioia immensa ... “
La guidò dolcemente verso una coppia di donne anziane, dimesse nell’abito e assai provate nel fisico che denunciava almeno una ventina di anni più di quelli che avevano; si avvicinò a quella che appariva più giovane, le toccò un braccio e rimase a guardarla fissa; la donna stette un poco sospesa e quasi preoccupata, lo osservò a lungo quasi a cercare nelle fattezze qualcuno che conoscesse; aprì la bocca in un smorfia di meraviglia, scosse con dolce violenza la compagna e la guardò quasi frenetica.
“Letizia, c’è il nostro Livietto, qui; guarda come s’è fatto bello!”
L’altra rimase interdetta per qualche momento, poi gli prese le mani, quasi timorosa di abbracciarlo.
“Livio amore di mamma; non potevi mancare, tu; quanto vorrei abbracciarti ... !”
Fu lui a catturarla fra le braccia e astringerla fino quasi a soffocarla.
“Mamma Letizia, perché non vuoi abbracciare il tuo ‘bambino’? Lo so che sono stato cattivo e per tanti anni è sembrato che ti avessi dimenticato; ma, credimi, sono successe tante cose ...”
“Non dire eresie; lo so che ne sono successe tante, di cose; ho paura di sporcarti, coi miei vestiti laceri!”
“Adesso sei tu che dici eresie .. Zia Rosa anche tu non mi abbracci per non contagiarmi?”
“Mascalzone indisponente, non sei cambiato in niente; scommetto che anche il tuo fratellino siamese sarebbe scorbutico come te, se fosse vivo. Come stai, figliolo? Ti sei sposato? Hai una compagna? Hai dei figli? Raccontaci tutto, adesso!”
“Aspetta; prima vi devo dire una cosa assai più importante ... La vedete questa ragazza? Non vi suggerisce niente?”
Attimo di perplessità tra le due che sembravano scavare nella memoria, poi la più anziana sembrò scuotersi.
“Se non fosse impossibile, giurerei che lei è la reincarnazione del mio Claudio; i connotati sono gli stessi e da l’idea di una persona altrettanto decisa e volitiva; ma mio figlio non è Gesù e non può essere risorto venti anni dopo ... ”
“Mamma, ci sei andata molto vicina; ricordi cosa ti disse Lavinia l’ultimo volta che venne a confidarti i suoi problemi?”
“Certo che mi ricordo! Era assai preoccupata perché pensava di essere rimasta incinta e doveva trovare il modo di comunicarlo alla famiglia che aveva grandi progetti per lei, nei quali il nostro Claudio non era previsto ... “
“Papà Livio, adesso fatti da parte e lasciami alla mia nonna; ho capito benissimo che nonna Letizia è la mamma di mio padre ed è stata adottiva anche del suo gemello; papà ancora non sapeva di me ma nonna era la confidente di mia madre; maledetti voi; mi avete privato di questa gioia per venti anni! ... Nonna, lascia stare questo mascalzone di tuo figlio adottivo; sono Claudia, figlia del tuo figlio legittimo e tua nipote; mi dispiace tanto di non averti avuto accanto a me per tanti anni, ma adesso non intendo sprecare più un attimo; perché non ti lasci abbracciare?”
“Per lo stesso motivo per cui ho avuto difficoltà ad abbracciare Livio; coi miei vestiti laceri e sporchi ho paura di sporcare i tuoi così eleganti e preziosi ... “
“Nonna, io mi chiamo Claudia e sono figlia di Claudio, in ogni senso; ti graffio se non mi soffochi nel tuo abbraccio; capisci cosa vuole dire abbracciare la mia meravigliosa nonnina a venti anni? Esigo che mi dai l’amore di una nonna all’unica figlia dell’unico figlio morto tragicamente; guai a te se ti fermi solo per un attimo! C’è anche mamma, qui; abbracciala se senti di volerlo fare e non ti preoccupare di vestiti e di eleganza!”
Lavinia era apparsa dietro di loro e si precipitò a sommergere fra le braccia le due anziane; Claudia capì che sua madre, costretta a fare i conti con una famiglia di origine borghese imbrigliata nelle recite ipocrite sociali, aveva trovato nella madre del suo grande amore l’amica e confidente; seppe anche che Rosa era sua vicina di casa in grande confidenza con Letizia e con la famiglia; scherzando disse alla ragazza che aveva allevato suo padre con affetto materno dai pannolini alle astine delle elementari.
In poche battute, Rosa avvertì Livio che il padre di Claudio, meno di un anno dopo la morte del figlio, non aveva retto al crollo delle difese immunitarie e si era spento in povertà; Letizia aveva retto ancora per tanti anni, con la sola pensione minima; per questo, Rosa era andata a vivere con lei; aggiungendo la pensione da infermiera, avevano alleggerito la situazione ma erano pochi i giorni in cui riuscivano a mangiare a sufficienza; naturalmente, i vestiti erano raccattati.
Il disagio di Livio si toccava con mano e, più ancora, si sentì ferire il cuore Claudia; lei, con l’eredità ricevuta in anticipo, era una delle persone più ricche della provincia, sua nonna non riusciva a consentirsi nemmeno la sopravvivenza; capiva finalmente i discorsi a cui aveva fatto cenno Livio sulle differenze sociali all’Università; fremeva dal desiderio di fare qualcosa; arrivò anche Veronica che abbracciò la vecchia mamma e ne fu subito riconosciuta come il primo grande amore sia di Claudio che di Livio.
Fu lei che suggerì alla ragazza e al suo padre putativo la soluzione più ovvia e logica; Claudia poteva creare un fondo di assistenza, tra l’altro detraibile dalle tasse, per garantire il pagamento di una retta ad una Casa di Cura per anziani in difficoltà; poiché lei era Direttrice Amministrativa di una di cui il Direttore Sanitario e proprietario era suo marito, poteva assicurare una suite utile alle due donne anziane e garantire cure mediche e assistenza infermieristica; Livio ammise di non averci, stupidamente, pensato.
“Nonna, adesso viene un’auto a prenderti e da oggi tu e Rosa starete in una casa di cura con medici infermieri e personale a vostra disposizione; non pensare a costi, perché tua nipote è abbastanza ricca per farsi carico di sua nonna ed assisterla; nei prossimi giorni verrò a trovarti e ci organizzeremo per vederci spesso; per te ci sono e ci sarò sempre; l’unica cosa che mi devi assicurare è che porterai con te tutti i ricordi del passato e che trascorreremo molte ore a parlare di mio padre, di tutti i particolari più insignificanti che me lo facciano conoscere come vorrei conoscerlo io, fin dai primi vagiti.
“Livio, la casa di cura di cui parlano costa un botto; ho fatto l’infermiera per vent’anni e qualcosa ne capisco; può farlo Claudia?, senza trovarsi in difficoltà?”
“Rosa, Claudia è erede di un grosso patrimonio, quello di sua madre; se fosse necessario, interveniamo anche io e Vinia, ci siamo e ci saremo sempre per mamma Letizia e per zia Rosa; andate serenamente a recuperare un poco di tranquillità che meritate assolutamente; noi verremo spesso a trovarvi e, quando nascerà Claudio, vi vogliamo in prima fila a festeggiare con noi!”
“Mamma, quand’è che avete deciso di fare un figlio vostro?”
“Claudia, se non sono matti non li vogliamo, sappilo! Sei passata da un padre testa calda e rimasto un mistero per te a un padre testa ancora più calda ma che conosci benissimo come professore, come amico, come Pigmalione, come consulente e come marito di tua madre; non chiedermi niente; parla con lui e, se ci capisci qualcosa, spiega anche a me; io, per ora, sono così immersa nel ricordo e nell’amore che non mi raccapezzo più e posso solo affidarmi a te e al mio amore!”
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