Racconti Erotici > Lui & Lei > le spalle di lara
Lui & Lei

le spalle di lara


di eleganza_per_cuck
16.03.2025    |    1.488    |    3 9.5
"Lei sorrise leggermente imbarazzata ma allo stesso tempo divertita da quella situazione, che forse non aveva mai provato, c’era una speciale fascinazione in..."
Di Lara avevo apprezzato sin da subito le spalle, belle ma soprattutto eleganti, come i suoi movimenti sensuali ma per nulla volgari, e poi quegli occhi impossibili da non notare... Mi rendevo conto di avere una predilezione, quasi ossessiva, per le spalle: la curva morbida della clavicola, la pelle liscia che si tendeva a ogni movimento e tutto il resto. I miei occhi ne erano ipnotizzati mentre la osservavo muoversi all’interno della stanza, inconsapevole dell’effetto che aveva su di me.
Ci conoscevamo da tempo, ma per una serie di motivi non avevamo mai approfondito il nostro rapporto: lei sentimentalmente impegnata, io preso dalle mie storie che si rincorrevano nella mia mente. Quella sera, però, fu diverso. Eravamo gli unici due italiani in un gruppo di una trentina di persone che, per lavoro, si trovavano in una gelida Oslo, all’ultimo piano panoramico di un hotel nel cuore di una fredda notte norvegese. Nessuno dei due aveva intenzione di andare a bere con il resto del gruppo, che si congedò rapidamente salutandoci. Rimanemmo a scrutare quel cielo nero punteggiato da fiocchi di neve ghiacciati che scendevano veloci verso il suolo sospinti dai mulinelli del vento. Eravamo al di qua di un’ampia vetrata, e scaldati dal tepore che ovattava l’ambiente, reso ancora più morbido dall’ennesimo calice di vino che stavamo amabilmente condividendo.
Mi alzai per avvicinarmi a Lara, ora che eravamo rimasti soli, scegliendo di passare dietro di lei ed approfittandone per sfiorarle la schiena con le labbra. Qualche centimetro di distanza mi bastò per assaporare il profumo della sua pelle, altro fattore quello olfattivo di incredibile vulnerabilità per me. Lei credo se ne accorse, accennando un sorriso che potei rivedere nel riflesso del calice che aveva di fronte. Mi accomodai mentre la cameriera iniziò a spostare le stoviglie poggiandole su di un grande vassoio, sperando che anche noi, come tutti gli altri, avremmo tolto il disturbo. Continuammo invece a chiacchierare amabilmente: lei era curiosa persino delle mie storie più banali, che probabilmente l’alcol rendeva molto più interessanti.
“Che bello il tuo anello”, mi disse. “Ha una storia strana anche questo?”
Così dicendo, allungò la mano sfiorando la mia e carezzando la pietra al centro dell’anello con l’indice.
“Sì, certo, ma è una storia molto lunga però.”
“Amo le storie, mi piacciono! E di uscire con questo tempo non ne ho nessuna intenzione”.
Le parlai distratto, saltando anche alcuni passaggi, rendendo posticcio il racconto che, in effetti, aveva un senso ma non ero del tutto connesso e la colpa era tutta sua. Avevo mentalmente connesso quelle belle mani alle sue braccia, tutto era perfettamente raccordato e piacevole. Questa volta fui io a portare la mia mano verso di lei, sfiorandole il dorso con le dita. Lei mi lasciò fare, continuando ad ascoltare e proponendo sorrisi caldi e decisamente sensuali, ma di una sensualità non maliziosa, anzi assolutamente spontanea”.
“Ci guarda molto male, sai?” dissi interrompendo il mio racconto.
“Chi ci guarda male?!?”
“La cameriera. Poi ecco, forse ha ragione: siamo gli ultimi e, se liberiamo il tavolo, magari potrà raggiungere prima il suo fidanzato.”
“Mi sembra corretto. Vuoi raggiungere gli altri al locale?”
“No. Ho un’ottima bottiglia che ho acquistato questo pomeriggio. Facciamo così: io vado dalla cameriera, la distraggo, e tu sottrai i due calici, quelli non li ho, la tua borsa è abbastanza grande. Poi scendiamo in stanza da me e finiamo di chiacchierare.”
“Ma…”
“Niente ma. A dopo. Suite 969, tre colpi consecutivi e ti apro.”
Mi alzai senza girarmi e andai a ringraziare la cameriera, lasciandole una mancia, per poi dirigermi verso la mia stanza, allo stesso piano, anch’essa con una vista panoramica sulla stupenda città che ora sembrava silenziosa e completamente ricoperta da quel candido velo bianco.
TOC, TOC, TOC, TOC.
Aprii la porta, ed ecco ancora il suo sorriso. Lara aveva il capo inclinato e iniziò a scuoterlo dolcemente.
“Avevo detto tre colpi! C’era un colpo in più” le dissi sorridendo.
“In testa te lo dovrei dare un colpo! Mi hai anche fatto fare la ladra! Beh, spero che la tua storia, ecco… spero ne valga la pena!”
“Certamente, Lara. Il finale è decisamente fantastico.”
La feci entrare. Si sedette sull’ampia poltrona a due passi dal camino. Mentre versavo il vino, si sistemò i capelli, ansiosa di ascoltare le mie parole, che ora centellinavo.
“Sai”, le dissi, prendendo il suo bicchiere e poggiandolo sul tavolino poco distante, “è molto difficile rimanere concentrato. Mi distrai parecchio, ecco.”
“Non ho parlato, non ti ho interrotto”, disse sorridendo. “Come ho fatto a distrarti?”
Le presi le mani, carezzando con le dita il dorso, per poi salire lungo le braccia, seguendo la trama della pelle fino alle spalline dell’abito, che lentamente, con una reverenza quasi religiosa, feci scorrere dalle spalle sino ai gomiti. Lara rimase ferma. Alzò il collo in maniera quasi impercettibile e, d’istinto, ci avvicinai le labbra. Aveva un profumo deciso ma perfetto per la sua pelle, oppure era proprio la sua pelle a emanare quel sapore floreale.
Non la baciai.
Con le mani le sfilai il vestito, sotto il quale si celava il tessuto bianco candido di un intimo che avvolgeva il suo corpo in maniera semplice, liscia, essenziale, nessun pizzo, nessuna trasparenza esagerata, solo un semplice bianco che la rendeva incredibilmente attraente. Anche le sue autoreggenti avevano un ricamo nella parte alta, ma anch’esso era appena accennato.
Il suo respiro ora si faceva più intenso, ed anche le sue mani correvano sul mio corpo, qualche bottone della camicia aperto, poi le mani sul mio volto a carezzare la mia barba. Fu lei a baciarmi per prima prendendomi il viso e portandolo a se. Una volta a contatto carezzai le sue stupende spalle, liberandola della parte superiore dell’intimo con i suoi seni che ora erano compressi contro il mio petto. Ci spostammo sul vicino letto, continuando a baciarci. Lei dopo qualche minuto fece scorrere indice e medio delle mani lungo i suoi fianchi, infilandole ai bordi delle mutandine per sfilarsele, ma io la fermai.
“No, non ora”
“Mha… “
“Vorrei che sapessero di te…”
Mi spostai ed iniziai a baciarla tra le gambe, in maniera delicata ma progressivamente sempre più decisa. Lei si sdraiò aprendo le braccia e facendomi fare, con la mia lingua le lambivo i bordi delle mutandine, percependo il calore del suo sesso. Con le dita cominciai a massaggiarla delicatamente il contrasto tra la sua pelle calda e il tessuto leggero mi faceva impazzire, ora Lara di tanto in tanto inarcava la schiena, ora il piacere la pervadeva e quel candido bianco delle sue mutandine assumeva una tinta più marcata, grazie al suo più intimo sapore che le impregnava. Ci baciammo intensamente e la feci salire su di me, per poi sfilarle delicatamente. Ora le tenevo tra le mie dita e di fronte a lei le baciai assorbendone l’incredibile fragranza.

Lei sorrise leggermente imbarazzata ma allo stesso tempo divertita da quella situazione, che forse non aveva mai provato, c’era una speciale fascinazione in quegli occhi, dettagli che in pochi avrebbero notato. Non avevo bisogno di altro, mi bastava quel momento dipinto di bianco, che esaltava ancora di più era la sensazione di vellutato sotto i miei polpastrelli. Scivolai con le mani lungo i suoi fianchi e la feci adagiare sul letto, presi a baciarla dalla fronte, poi le labbra, il collo dove mi soffermai, poi ancora i senti e quei capezzoli turgidi che bagnai con la mia lingua, ci rimasi per qualche minuto con le mani che ora affondavano nei fianchi, mentre la lingua li circuiva destando un nuovo tipo di piacere in lei, che ora fuoriusciva anche dalle sue labbra. Aveva anche aumentato il suo respiro, discesi ancora passando la lingua sul ventre, per poi arrivare tra le sue gambe, che dischiuse lentamente. Il suo sesso era caldo e cominciai a leccarla piano, aumentando il mio ritmo, lei con delicati movimenti si posizionò per godere appieno di quella pratica, che adorava. Le sue mani ora stringevano le lenzuola, e a forza teneva la bocca serrata ma il suo corpo era ormai un fremito, un gemito primordiale la pervase quando affondai la lingua dentro di lei. Il suo gemito corrispose ad un fluttuo di orgasmo che mi riscaldò il viso, che avido assaporai. Era il profumo intenso del suo piacere.
La situazione mi aveva eccitato moltissimo, risalii verso il suo collo e presi a baciarla. Con due mani mi prese la testa e con la sua lingua cercò la mia lingua.
“Sai di me… - mi disse ansimando – ora ti voglio dentro”
Una delle sue mani, carezzandomi la schiena ed i fianchi, scivolò giù sino al mio membro che trovò in completa erezione, sentii la pressione della sua mano, e con un abile movimento facilitò l’ingresso dentro di lei. Le sue mani tornarono sui miei fianchi, iniziando a ritmare un movimento sussultorio che corrispondeva ad altrettanti gemiti, sempre più intensi. Aveva gli occhi sbarrati e carichi di piacere, erano occhi carichi di sesso, ora con il suo bacino spingeva all’insù per godersi tutta la penetrazione. Da quella posizione con una mano le cinsi il collo, in una stretta grintosa, ora la possedevo a più livelli, e questa situazione la portò ad un ennesimo orgasmo che sentii scorrere in lei. Qualche minuto dopo la presi per i fianchi e la girai, ginocchia e gomiti sul letto, si girò verso di me sorridendo in maniera maliziosa. Da quella posizione ripresi ad assaporarla, aveva una fragranza unica e continuai a leccarla per molto tempo, poi ripresi a penetrarla, da quella posizione dove potevo ammirare e carezzare quella stupenda schiena, affondando le mie mani con forza attorno ai suoi fianchi, spingendola in me. I gemiti si trasformarono in grida, che divennero ancora più eccitanti grazie al riflesso del vicino specchio che mi consentiva di vedere il suo viso in totale estasi. Raggiunsi il culmine dopo qualche minuto, inondandole schiena e spalle, sulle quali mi adagiai ascoltando il suo respiro profondo. Rimanemmo per qualche istante in quella posizione, ridendo, fino a quando con indice e medio si sfiorò la spalla, portandosi alla bocca il mio nettare.
“Sai di buono” mi disse assaporando in maniera quasi avida il seme.
Le accarezzai il viso, percorrendo il suo stupendo profilo e quelle incredibili spalle che mi avevano stregato.
“Ho ancora il finale della mia storia da raccontarti” le dissi.
Sorrise.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per le spalle di lara:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni