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Lui & Lei

Una vita in un mese


di geniodirazza
23.06.2024    |    956    |    4 9.3
"Quando Nina le chiese se poteva concedersi a una conoscenza più intima, non ebbe problemi a suggerirle che masturbare e baciare il fallo non sarebbe stato poi..."
Annamaria, Nina per gli amici, era una ragazza di diciannove anni, con un fisico da modella da stravolgere la vista, davanti ad un seno pieno, armonico, carnale, a fianchi disegnati come nella bozza di un nudo di dea di pittura classica, a gambe snelle e perfette che si muovevano agilmente su tacchi vertiginosi adatti soprattutto a tirare su un sedere stratosferico, conferendogli la tipica lordosi dei didietro brasiliani; ma più ancora ad occhi neri e profondi che lanciavano sguardi assassini che colpivano al cuore.
Era iscritta alla facoltà di Architettura, frequentata con buoni esiti anche dal suo ragazzo Lele, Raffaele solo all’anagrafe, col quale sin dai sedici anni aveva fatto le più importanti esperienze d’amore e di sesso; ma il rapporto più intenso lo aveva da sempre con sua madre, che solo sull’originale dell’atto di nascita risultava Liliana; per tutti era semplicemente Lily, nome che risultava persino nel logo della boutique con la quale si guadagnava da vivere per loro due, dopo un difficile divorzio.
Cinque anni prima, quando Nina aveva appena quattordici anni, Lily aveva definitivamente chiuso un matrimonio più o meno di convenienza, voluto fortemente da suo padre che sperava in un genero capace di guidare la sua piccola impresa; naturalmente, lo aveva scelto nella ‘borghesia bene’ della città, in linea con il loro grado sociale; Francesco Maria aveva ben presto rivelato la sua natura di ludopate, scialacquatore e donnaiolo impenitente, a spese di suocero e moglie troppo buoni.
Lily aveva fatto appena in tempo a salvare la ‘sua’ boutique e aveva cacciato il reprobo di cui si erano perse le tracce fino all’atto finale con cui il tribunale aveva decretato il divorzio; si era dedicata, quasi ossessivamente, alla figlia che aveva tirato su alle migliori condizioni; aveva quasi rinunciato al sesso e negli ultimi cinque anni solo un paio di volte era uscita con sconosciuti per ritrovarsi la mattina dopo nauseata di se stessa per avere ceduto; Nina era convinta che conservasse un segreto inconfessato.
Lily dedicò alla figlia, finché era piccola, tutte le attenzioni di una madre affettuosa, facendole succhiare dal seno non solo la linfa vitale ma anche principi e modelli che l’avrebbero sostenuta per tutta la vita; appena uscì dall’infanzia, ne divenne l’amica fidata e consigliera, la sorella maggiore che non evitava le verità e non si negava neppure alle più ‘vergognose confessioni’ di una bambina, prima, e di una ragazza poi, che cercava nel conforto della ‘sorella’ le risposte ai suoi dubbi.
Nina, sin dal menarca, le raccontò dei tentativi dei ragazzini di farle sentire in mano i ‘pisellini’ che stimolavano le prima e vaghe emozioni erotiche; parlò serenamente e diffusamente con la madre quando quei ‘bastoncini’ cominciarono a diventare qualcosa di più consistente fino a trasformarsi in falli già conformati, sui quali lei le insegnò a operare le più agevoli e vantaggiose masturbazioni; quando in bagno uno dei ragazzi più arditi tentò di farsi succhiare, la madre non esitò a parlarle di fellazione.
Il contenuto e i toni dei colloqui erano tali che Nina si accostò al sesso con la massima serenità e imparò presto i basilari delle copule più mature e il climax con cui ci si arrivava, dalle semplici ed eleganti masturbazioni alle elaborate fellazioni, dai cunnilinguo più meditati e lunghi alle spagnole più articolate con conclusione in bocca; su consiglio di sua madre, impedì sempre la penetrazione in vagina e nell’ano, in attesa del ‘suo’ ragazzo al quale offrire tutto.
Una volta chiese a Lily se lei avesse conservato intatti i buchi per suo marito, vale a dire suo padre; lei le rispose che il suo primo grande amore era stato un ragazzo con il quale aveva avuto una storia breve ma intensa, ‘una vita in un mese’ riassunse e non volle aggiungere particolari; a lui sua madre aveva dato tutto l’amore di cui era capace, salvo accettare di sposare suo padre perché suo nonno lo aveva imposto, per ‘motivi sociali’, per poi pentirsi anche lui per il fallimento del matrimonio.
Presto, però, Lily si rammaricò di quella confessione; verso i sedici anni sua figlia perse la testa, letteralmente, per un compagno di liceo, diciottenne iscritto alla stessa facoltà di architettura; non fu in grado di opporre niente alla dialettica di Nina quando quella, dopo averle descritto passo per passo la crescita del rapporto con Lele, le annunciò che aveva deciso di concedere, senza dubbi ulteriori, ogni verginità a quello che considerava il ‘suo amore’.
Sin da quando erano cominciati gli approcci, che lei vedeva maturi, tra la figlia e il ragazzo, Lily si sentì divisa tra le preoccupazioni che, per atavica diffidenza, esprimeva la sua educazione di base e il desiderio di vivere, attraverso sua figlia, quell’intenso calore umano che aveva avvertito solo venti anni prima, con l'uomo che aveva condizionato la sua vita; ascoltare le emozioni profonde che Nina le raccontava con scientifica precisione le dava pruriti dimenticati.
Sentire che la figlia le descriveva l’agitazione ‘terribile e violenta’ che le provocava la lingua che perlustrava con intensa passione la bocca della ragazza scatenava dal suo inguine fitte di piacere che talvolta culminavano in orgasmi irrefrenabili; le sensazioni epidermiche ma cardiache e sessuali delle mani di lui che perlustravano il corpo, prima da sopra i vestiti e poi via via più arditamente e sconvolgentemente nel reggiseno e nello slip, le facevano sentire la gioia del primo amore che l’accarezzava.
Passavano i giorni, le settimane e i mesi; e Lily si sentiva sempre più coinvolta nel piacere che la ragazza dava e si dava con gli approcci sempre più azzardati; messa a parte dalla sua ‘bambina’ degli stimoli irresistibili della vulva accarezzata con voglia e col desiderio, dall’una e dall’altra parte, di possesso e di abbandono, non riusciva a sottrarsi al fascino di palparsi la vulva, da sopra gli abiti, mentre stava attenta a quello che la ragazza le descriveva delle fitte di piacere che il corpo emanava.
La ‘buona mammina’ amica e complice cercava di arginare le voglie di sua figlia suggerendole prudenza e calma anche nei momenti di libidine più scatenata, fino alla più prosastica riflessione che, quando aveva quegli incontri amorosi, doveva premunirsi per lo meno con capaci assorbenti per non sporcare indumenti e abiti o di controllare le esplosioni di orgasmo di lui per evitare che lo sperma espulso macchiasse qualche indumento e denunciasse poi l’avvenuto rapporto anche a chi la guardasse.
Quando Nina le chiese se poteva concedersi a una conoscenza più intima, non ebbe problemi a suggerirle che masturbare e baciare il fallo non sarebbe stato poi un peccato così grave; mentre lo diceva, sentiva vibrante il sesso del suo primo amore che le sue mani impacciate cercavano nel costume, di sera sulla battigia, per soddisfare quel bisogno di ‘sentire il suo maschietto’ e farlo soprattutto godere nelle mani o nella bocca.
Non era una sprovveduta, sua figlia; e già i racconti a cui aveva indotto sua madre le avevano dato il senso di una partecipazione assai attiva al piacere che lei raccontava e l’altra sembrava avvertire sulla pelle come viva esperienza; le chiese fuori dai denti come mai godesse tanto di quelle narrazioni; abituata com’era alla massima lealtà e disinvoltura, le fece notare che certe descrizioni potevano avere come conseguenza solo un piacere fisico che era errore frenare o nascondere; la abbracciò con gioia.
Quando Nina la avvisò che era ormai assai vicina a concedere al ‘suo ragazzo’ tutto il corpo, le consigliò di procedere con un poco di calma e di dare prima il buchetto, visto che la figlia aveva parlato di un fallo non straordinario, ma abbastanza grosso e molto valido; aggiunse che quella pratica, assai diffusa specialmente per evitare maternità indesiderate e imbarazzanti, era consigliabile specialmente se si voleva attribuire alla verginità un valore ancora alto.
Le fece presente che quella penetrazione richiedeva preliminarmente una lunga e delicata preparazione, per la quale le indicò alcuni lubrificanti che potevano tornare assai utili; addirittura, si premurò di acquistarne in farmacia per darle una boccetta utile al momento giusto; Nina le balzò al collo e l’amò come mai una figlia sua madre; si schernì e le chiese, affettuosamente, di attendere, per la deflorazione, che avessero capito che erano in grado di vivere una lunga storia d’amore e di sesso.
La ragazza promise e, nei mesi successivi, puntualmente descrisse a sua madre tutte le iniziative che intraprendevano per fare sesso, compresa la confessione che usavano la sua camera, quando la madre era in negozio, per non ricorrere a mezzucci banali come i bagni dei bar, l’auto per il carsex o qualche motel per giacere nudi in libertà; in casa loro, lei amava il suo primo grande amore con tutte le forze della passione e della libidine che le scoperte progressive del sesso le suggerivano; Lily ne fu lieta.
L’occasione preannunciata giunse persino troppo presto, per Lily che si sentì annunciare che quella mattina sua figlia avrebbe ‘imposto’ al suo giovane amore di sverginarla, perché voleva finalmente assaporare l’amore, di cui le aveva dato molti assaggi, nella forma più totale e decisiva possibile; l’unica cosa che potette fare fu di farle gli auguri e pregarla di non lasciare in giro troppe tracce, quando avessero esaudito quel loro desiderio.
Naturalmente, quando si trovarono a cena, la ragazza sembrava esplodere fisicamente dagli abiti, tanta piena e contagiosa era la sua gioia per l’esperienza fatta, decisamente unica e di valore assoluto per le sue intenzioni; neanche dovette chiedere o sollecitarla a parlare, perché fu la stessa Nina a lanciarsi un una lunga descrizione delle emozioni e delle sensazioni provate, non curandosi di quelle che scatenava in sua madre col racconto.
Nina si era presentata al solito appuntamento con una carica di desiderio addirittura incontrollabile; avendo deciso che quello era per lei il ‘grande giorno’, appena si incontrarono ‘aggredì’ il suo amatissimo Lele con un bacio che quasi lo stordì; sentì la bocca di lei che avvolgeva la sua con una presa a ventosa che gli succhiava dalla bocca anche l’anima; si abbandonò al piacere che la sua ragazza gli dava con tutta la passione di cui era capace; la abbracciò a sua volta e ricambiò il bacio con foga senza precedenti.
Per tutto il percorso dell’ascensore fino al terzo piano, assorbirono l'anima dalle bocche, succhiando la lingua dell’altro con una voglia irresistibile di sesso e di piacere; inevitabilmente, il fallo si fece duro e andò a picchiare contro la vulva di lei, da sopra i vestiti; lei rispose ancheggiando alquanto per ottenere che la mazza si appoggiasse con forza direttamente sul clitoride per titillarlo fino a provocarle folgoranti fitte di piacere e un paio di orgasmi leggeri.
Quando chiusero dietro le spalle la porta della camera di lei, Nina avvolse il suo ragazzo in un abbraccio di estremo calore e prese a baciarlo su tutto il viso; seguiva quasi metodicamente il profilo del volto, la fronte, il naso, gli zigomi fino alla bocca che risucchiò nella sua per spingergli in gola la lingua a farsela succhiare finché lui rispose ‘all’attacco’ e spinse la sua nella bocca di lei che la succhiò come fosse un piccolo pene; Lele si fermò un attimo interdetto.
“Nina, cosa ti succede? Perché sei così calda e vogliosa?”
“Ti voglio; ho deciso che oggi faremo l’amore totalmente, compiutamente; da oggi sarò completamene tua e, se ci riusciremo, lo sarò per sempre.”
“Se pensi che dipenderà da me, sappi che sono per un amore infinito ed unico per tutta la vita; sarai tu a doverlo volere con me.”
“Vieni, andiamo sul nostro letto ... “
Si spogliarono lentamente, con la massima delicatezza, e si accarezzavano e baciavano su ogni brandello di pelle che emergeva dai vestiti; non erano nuovi a momenti di passione contenuta nei limiti della verginità, ma in quel momento gli argini cadevano e lui la desiderò al di sopra di qualunque cosa al mondo; Nina non aspettava altro che donargli tutto il suo amore e sapeva che lo voleva lei per sentirsi realizzata e definitivamente donna, femmina e innamorata.
Quando furono nudi, lui la spinse supina al centro del letto e le salì addosso, facendo combaciare perfettamente le parti del corpo una ad una; lei sentì sul seno gonfio di voglia il torace di lui di cui percepiva i muscoli palpitare contro la sua pelle; sul ventre le premeva la pancia di lui morbida come budino e contro la vulva e il clitoride sentiva la grossezza del sesso che già conosceva bene fra le cosce, in mano, in bocca e nel retto; ma stavolta la coscienza che gli si concedeva con amore rendeva tutto più bello, più unico e assoluto.
Fu lei stessa ad infilare una mano tra i due corpi, afferrare l’asta e dirigerla alla vagina; sentì col tatto, col cervello, col cuore, con tutti i sentimenti, l’asta che penetrava prepotentemente il canale vaginale fino all’utero e la trasformava dentro; capì che in quel momento la sua vita subiva una svolta e che lei si impossessava di se stessa e della sua capacità di amare, prima di cedere alla forza della copula e di diventare la ‘donna del suo amore’.
Lele si sentì sconvolto e perse il senso del tempo e dello spazio; la mente si fermò davanti ad un eterno indefinibile che non ebbe solo la durata della copula e dell’orgasmo che li travolse entrambi con un urlo ferino che arrivò in piazza; ma fu forse quella ‘piccola morte’ di cui aveva sentito talvolta parlare e che in quel momento riconobbe come sensazione vera; sentì che quel momento li avrebbe resi indivisibili, forse, e comunque molto più innamorati di quanto avessero potuto sentirsi fino a quel momento.
Mentre si rilassavano svuotati in mezzo al letto, carezzandosi, leccandosi, coccolandosi e sussurrando le frasi più dolci del repertorio classico di due innamorati, Lele ebbe un momento di resipiscenza e fece presente alla ragazza che fare l’amore tanto liberamente poteva avere conseguenze imprevedibili, fino ad una maternità improponibile, per la loro condizione; lei lo rassicurò che avrebbe chiesto aiuto a sua madre e avrebbero trovato insieme il rimedio.
Lui era naturalmente sbigottito dalla verità che gli veniva proposta, la complicità di una madre che lui aveva solo visto con soggezione, per l’immensa bellezza, di cui la figlia era concorrente decisa, e per l’autorevolezza sociale; commentò senza problema che a lui una madre così disponibile non era nemmeno concesso di sognarla.
“Ma un padre straordinario come quello di cui mi parli tu, dal momento che non l’ho mai sfiorato con lo sguardo, non è cosa di tutti i giorni; se non fossero così depressi e introversi, sarebbe quasi il caso di farli incontrare ... “
Risero della battuta e ripresero a fare l’amore, ormai in piena libertà di manifestare il desiderio per mesi soffocato e represso; quella sera Nina confessò alla madre; Lily, come previsto, non se ne adontò, ma suggerì immediatamente di comprare una pillola del giorno dopo per prevenire eventuali conseguenze inaccettabili; l’indomani stesso avrebbero parlato con la dottoressa per la pillola; nel caso, Nina poteva imparare a discuterne al Consultorio.
L’episodio non incise sulle loro quotidianità, anzi rafforzò la fiducia tra madre e figlia che spesso scherzarono sull’argomento che tornò con forza, all’improvviso, qualche settimana dopo; quella mattina, come faceva abitualmente sedendosi a tavola, Nina si era persa beata nella lettura dei post sui network che frequentava; Lily la rimproverò per poco, poi preparò le colazioni e la invitò a mangiare; la ragazza osservò a lungo e con crescente curiosità un post e chiese a Lily
“Mamma, mi sbaglio o mi avevi detto di avere avuto a che fare con la spiaggia di Sperlonga?”
“Sì, ci ho passato un’estate mai dimenticata; perché lo chiedi?”
“Hanno pubblicato una foto di quella spiaggia venti anni fa; è un paesaggio molto bello e c’è una coppia di ragazzi forse molto innamorati ... Potrebbe darsi che li riconosci?”
“Fai vedere ... Beh, il paesaggio è quello ... si vede sullo sfondo la città con le case bianche ... Chissà se è rimasta ancora così affascinante ... Tu parli di questi due abbracciati che appena si distinguono? ... Paradossalmente, la lei potrei essere anche io; il costume è il bikini coi volant che allora impazzava sulle spiagge sollevando scandalo per le dimensioni che oggi si definirebbero monacali e che a quei tempi apparivano fin troppo striminzite; anche il reggiseno è una corazza difensiva della castità ... “
“Ma la ragazza potresti essere tu? Avevi un corpo così bello e statuario?”
“Amore, non dire eresie; a quei tempi eravamo tutte più o meno modellate sulle forme delle bellissime che si dicevano ‘maggiorate’; eravamo tutte alla ricerca delle misure standard, novanta centimetri per il seno, sessanta per la vita e novanta per i fianchi; io ci andavo assai vicino ed avevo un corpo ben definito; ma, da qui a definirlo statuario ce ne passa ... Di questa ragazza non si vedono bene i tratti del viso; potrebbe essere chiunque, potrei averla conosciuta e forse potrei anche essere io ... “
“Se così fosse, il ragazzo sarebbe mio padre?”
“No, amore mio; tuo padre lo conobbi qualche anno dopo ... “
“Ma la meravigliosa estate di cui hai parlato, con chi la trascorresti?”
“Nina, cerca di razionalizzare e di accettare le lezioni della vita; ti sei concessa interamente a Lele perché sei innamorata cotta di lui; si vede in tutto quello che fai e dici; vi auguro che il vostro amore possa essere davvero eterno; ma, se un evento qualsiasi dovesse separarvi, sappi che questo amore ti accompagnerà sempre; le esperienze che stai facendo con lui si imprimeranno nel tuo cuore e nella tua mente indelebilmente ... “
“Devo dedurre che quell’anno hai fatto l’esperienza del primo grande amore e che non l’hai dimenticato più, anche dopo il matrimonio e il divorzio? Perché non l’hai sposato e non vi siete amati in eterno se lo volevate?”
“Figlia bella, mia madre non avrebbe nemmeno mai pensato di guidare la figlia al primo amore; mio padre, appena scoprì che ero innamorata di un ragazzo che non corrispondeva al livello sociale che lui sperava per me, perché figlio di un operaio e di una casalinga e studiava come un dannato per laurearsi, non mi disse neanche una parola; l’anno seguente cambiò località di villggiatura e mi impedì in ogni modo di avere qualsiasi notizia di lui; non so dove sia; addirittura potrebbe essere morto; ma dentro di me non è morto lui e non muore l’amore che con lui ho toccato per la prima volta, in tutti i sensi.”
“Mamma, ma potevi cercarlo ... “
“Nina, come faccio a spiegarti il senso della famiglia, e della mia famiglia in particolare, venti anni fa? Una ragazza non aveva il diritto di pensare; mio padre decideva e mia madre accettava quello che il padre padrone imponeva; potevo solo coccolarmi quell’amore; quando ho scoperto quale errore avevo fatto sposando tuo padre, tu eri già nata, di lui non avevo nessuna notizia; bada che non c’erano telefonini e non ci eravamo scambiati né indirizzi né dati anagrafici; ci amavamo come se vivessimo tra le nuvole; riesci a capire?”
“E se invece fosse ancora vivo e ti amasse come lo ami ancora tu?”
“E se fosse un ubriacone fuori di testa? Se fosse un pancione calvo e senza dignità; per favore, non crearti fantasie ... “
“Come al solito, fai tutto con buonsenso; ma io farei salti di gioia se toccassi con mano un amore come quello che mi racconti!”
“Nina, perché vuoi riaprire una ferita che non si è mai cicatrizzata? Dai, sbrigati e vai a lezione; ci vediamo stasera ... “
Ma la ragazza non era disposta ad arrendersi; appena incontrò Lele, gli raccontò il colloquio e i suoi sospetti sull’identità dei ragazzi sulla spiaggia di Sperlonga; lui guardò con molta attenzione, aggrottò le ciglia e aprì l’archivio delle foto sul suo telefonino; mentre scartabellava tra le immagini, raccontò alla sua ragazza che una volta aveva scoperto, in una scatola di latta decorata a smalto, alcune foto e documenti di suo padre Gigi, così si chiamava; era un regalo della madre, la nonna di Lele.
In quella scatola Gigi aveva preso l’abitudine di conservare documenti importanti o almeno significativi; per questo, c’erano anche foto di lui giovane in diverse situazioni; in una di queste istantanee, Lele credeva di ricordare che suo padre fosse al mare, proprio a Sperlonga, e che avesse in braccio una ragazza molto bella; la datazione della foto, segnata sul retro del cartoncino, pareva far coincidere le date col racconto di Lily; la ragazza somigliava a quella riprodotta nel post; il giovane era senz’altro suo padre.
Quando trovò l’immagine cercata, in ambedue il dubbio si fece quasi certezza, perché il ragazzo della foto era senz’altro lo stesso del post nel network; teneva in braccio, abbarbicata al collo, una gran bella ragazza, molto coincidente con quella riprodotta nell’immagine in rete; amplificando le due riproduzioni al massimo possibile con gli strumenti che possedevano, Nina si convinse definitivamente che l’amore immortale di sua madre e il padre del suo ragazzo erano la stessa persona.
Istintivamente, annunciò che avrebbe immediatamente avvisato sua madre della scoperta; ma Lele la fermò e la convinse che, se organizzavano una piccola ‘trappola’, potevano dare all’evento il taglio di una sorpresa che loro ritenevano bella e importante, dal momento che i due antichi innamorati si ritrovavano entrambi con un matrimonio alle spalle ma liberi eventualmente di riprendere da dove si erano interrotti, per ragioni di forza maggiore, come Lily aveva confidato alla figlia.
La considerazione che entrambi da più di cinque anni vivevano male una solitudine non voluta li spingeva a fare in modo che si incontrassero nella maniera più bella possibile; sotto sotto, speravano in un possibile ‘ritorno di fiamma’; per realizzare l’incontro ‘casuale’ Lele suggerì che bastava invitarli, separatamente, ad una cena a quattro, per formalizzare il rapporto dei due ragazzi, una sorta di ‘fidanzamento e di conoscenza dei consuoceri'; porli di fronte avrebbe chiarito molte cose.
Senza ulteriori esitazioni, Lele chiamò suo padre, gli lasciò intendere che la madre della sua ragazza aveva espresso il desiderio di incontrare lui e il consuocero; lo pregò di prenotare, per il sabato sera successivo, una cena al ristorante preferito; per quanto perplesso per la stranezza della richiesta, in quei tempi, Gigi accontentò suo figlio e si tenne libero il sabato sera; Nina fece lo stesso con sua madre e in mezz’ora l’incontro era combinato.
Fu un sabato di nervosismo, per i quattro protagonisti; Lily passò la mattinata a decidere come vestirsi, messa in agitazione dall’incontro non tanto con Lele di cui sapeva tutto quello che conosceva da sua figlia, quanto con il padre di lui, illustre sconosciuto, del quale aveva appurato solo che era un forte e temuto consulente finanziario, capace di stravolgere assetti societari, situazioni economiche e capitali assai ingenti.
Gigi, nonostante gli impegni di lavoro che lo pressavano da ogni lato, si trovò di colpo a chiedersi se conoscesse abbastanza suo figlio, maturo ormai anche per un eventuale matrimonio, non prima di avere conseguito la laurea in architettura, naturalmente, e seriamente impegnato al punto di chiedergli quell’incontro di stampo antico, tra consuoceri, per formalizzare un rapporto che lui aveva sempre pensato giovanile e non incisivo mentre Lele glielo proponeva come determinante nella sua vita.
Naturalmente, non era agitato più di quanto potesse esserlo quando si accingeva a firmare un qualsiasi contratto; la particolarità che uno di contraenti fosse suo figlio lo spiazzava un poco, ma era pronto ad assecondarne le intenzioni, dopo avere conosciuto la ragazza e sua madre; su quest’ultima si appuntavano le sue curiosità; divorziato ormai dalla ex moglie, nutriva molte riserve sulle donne, specialmente su quelle determinate e libere come la consuocera, divorziata anche lei.
I due ragazzi passarono la giornata a domandarsi se i genitori fossero davvero la coppia di innamorati di cui conoscevano solo a grandi linee la vicenda, decisamente intrigante, di una passione giovanile ma certamente incisiva sulla storia personale dei due; sotto sotto si auguravano entrambi che la conoscenza potesse diventare un rimedio alla crisi di depressione che entrambi, ciascuno per proprio conto, vivevano dalla separazione dal coniuge legittimo; in fondo, era questa la speranza inconfessata.
Andarono al ristorante ed occuparono il tavolo fatto prenotare dalla segretaria del padre di lui, che godeva nell’ambiente di stima rispetto e deferenza in quanto uomo di potere; come Gigi aveva richiesto, era in ottima posizione per controllare tutto quanto avveniva nella sala da pranzo e i ragazzi passarono i minuti di attesa dei genitori tenendosi per mano quasi a darsi forza per affrontare gli imprevedibili sviluppi dell’incontro.
Giunse per primo Gigi, che si era fatto portare da una macchina di servizio, sapendo che dopo ci avrebbe pensato Lele a condurlo a casa; quando la sua figura elegante si stagliò sulla porta, scatenando gli omaggi del personale, Lele si limitò ad indicarlo a Nina; lei non riuscì a trattenere un meravigliato commento sul padre del suo ragazzo che vedeva per la prima volta e che trovava decisamente affascinante ed intrigante per l’aria di potenza che lo circondava.
“Papà è un personaggio temuto ma anche amato; a temerlo sono soprattutto i concorrenti e gli avversari, assai numerosi, contro i quali tira fuori una forza indicibile; ad amarlo sono le signore della borghesia buona che sbavano per avere almeno una notte con lui; ne ho incontrate spesso, la mattina, a fare colazione insieme e tutte erano pazze d’amore ... “
“Quindi, se fosse lui il grande amore di mamma, dovrebbe temere corna a profusione ... !”
“No! Ho sempre saputo che non provava un grande amore per mia madre; eppure la rispettava e le rimaneva fedele anche quando lei si abbandonava ai capricci più smodati e volgari ... Figurati poi, se Lily fosse la donna del suo eterno amore! ... Comunque, lo vedremo da subito; se si riconoscono, potremo solo farci da parte; non ci vorrà molto a capirlo; basterà il primo sguardo, forse ... “
“Io spero proprio che siano loro due, in quella foto; mamma ha bisogno di un motivo di serenità, dopo il divorzio ... “
“Bada che potrei dire la stessa cosa per Gigi; il divorzio lo ha sconvolto e solo l’amore può recuperarlo ... Le signore che frequenta volentieri si lamentano spesso che concede molta passione e pochissimo amore, riservato ad un ectoplasma del suo passato, forse un amore giovanile ... “
Gigi era andato verso il guardaroba, tra gli inchini e i salamelecchi del maître e del personale di sala; i due giovani lo seguivano con lo sguardo quasi con apprensione, non avendo ancora deciso come rapportasi; lui intanto aveva depositato il soprabito e si stava dirigendo verso il tavolo che gli era stato indicato; in quel momento, entrò Lily che si guardò intorno; quando lo sguardo le cadde sull’uomo che usciva dal guardaroba, si bloccò interdetta; lo stesso fece lo sconosciuto.
Furono momenti che i due giovani vissero come al rallentatore; Nina non ebbe bisogno di precisare a Lele che la donna entrata era sua madre; la sorpresa tra i due disse tutto; li seguirono con lo sguardo mentre si guardavo intensamente, quasi ricercandosi nelle modificazioni che il tempo aveva portato sul loro corpo e sulla fisionomia; poi sembrarono ritrovarsi e le braccia si distesero; i ragazzi sperarono in un abbraccio, ma solo le mani si strinsero con forza,
“Maledetti, perché non vi baciate, se siete gli innamorati eterni?”
Nina non stava nella pelle; si aggrappò al suo ragazzo e lo strinse al seno; i due genitori si tenevano per mano, come adolescenti al primo appuntamento, mentre si dirigevano verso il tavolo dove li aspettavano i figli; fu Lily a prendere l’iniziativa.
“Ciao, Lele; so perfettamente chi sei e quale peso hai nella mia casa e nella vita di mia figlia; Nina, lui è Gigi, il primo grande amore di cui ti ho detto quasi tutto, che per coincidenza meravigliosa è anche padre del ragazzo di cui ti sei innamorata. Adesso però mi dite chi ha pensato a questa strana trappola e perché l’avete allestita ... “
“Ciao, Gigi, io sono la ragazza di tuo figlio, il grande amore della mia vita; spero che non ti turbi se ti chiamo per nome e ti do del tu. Mamma, nessuna trappola; abbiamo parlato di quella foto pubblicata; Lele ha fatto una breve indagine e ha scoperto che quei due ragazzi sulla spiaggia di Sperlonga eravate proprio tu e suo padre, tuo primo grande amore; abbiamo organizzato la cena per guardarci negli occhi, noi due per dirvi che, se ci riesce, vogliamo essere una coppia eterna, voi due perché forse dalle vostre depressioni potete uscire un poco almeno col ricordo di un momento di incanto ... “
“Ciao, Nina, sei bellissima più di tua madre alla tua età, forse; e non è facile perché lei era la più bella del mondo; sono felice che tu e Lele vi siete incontrati innamorati; non solo puoi, ma devi chiamarmi Gigi e darmi del tu; posso sapere di che foto parli?”
Lele apre sul cellulare l’archivio delle foto e gli mostra quella del post.
“Lily, certo che siamo noi ... Non ricordi quel vecchio con una macchina antelucana che faceva istantanee dei bagnanti e dei paesaggi per cercare poi di venderle? Noi ne facemmo due; in una ti tenevo in braccio e quella l’ho conservata tra le mie cose preziose; di questa non mi ricordavo, ma ora la sento mia come allora ... “
“Lily, papà ha una vecchia scatola per dolci, di quelle di latta decorata, che gli aveva regalato sua madre; in quella c’era questa foto dove ti si vede bellissima in braccio ad un buzzurro; l’ho scannerizzata e la porto sempre con me ... “
“Furfante, hai scavato tra le mie cose segrete, hai rubato una foto di me giovane con l’innamorata più bella del mondo e la tieni in memoria, mentre non hai nessuna immagine di tua madre che tanto ci tiene all’apparenza? ... “
“Si papà, proprio perché lei ci tiene solo all’apparire ed è sparita dietro il sogno di essere ‘divina’, preferisco guardare mio padre alla mia età innamorato come me di una donna bella come la mia Nina, di cui scopro che è anche la madre ... "
“Gigi, tua moglie se n’è andata per inseguire il successo? Sei separato o divorziato?”
“Lily, sono felicemente solo con mio figlio, in attesa di incontrare la mia anima gemella; o di ritrovarla, se è possibile; ... il padre di Nina, invece, dov’è adesso?”
“In qualche locale dei bassifondi del Belgio o dell’Olanda, dove sta bruciando gli ultimi spiccioli di un patrimonio che ha rubato a mio nonno e a mia madre ... “
“Scusami, Nina, ma ancora non riesco ad orientarmi; Lily, tua figlia mi sta dicendo che mi lasciasti per sposare un nobilastro, di quelli che tuo padre sognava, che con lui hai avuto una figlia meravigliosa come te, per fortuna; e che infine ti ha lasciato con Nina per andarsene per il mondo?”
“Gigi, non la fare nemmeno parlare, perché non ti direbbe tutta la verità; la stupida ragazza che ti amava e ti ama ancora non ebbe la forza di mandare al diavolo suo padre che voleva un matrimonio di convenienza e, quando lui decise di allontanarla da te, non scappò via per venire a cercarti; io lo farei, se tu portassi Lele anche all’inferno; ma sono di nuova generazione; lei non poté e si arrese alle convenzioni; quel bastardo, prima dilapidò il capitale che avevano messo a sua disposizione poi scappò via lasciandoci sole; mamma sta ancora smaltendo la depressione di cinque anni fa quando il bastardo scomparve con una str ... ana figura.
Mamma, non mi rimproverare; dopo cinque anni, per la prima volta ho visto un sorriso di felicità sul tuo viso ed ho sentito che rinascevi; se il tuo grande amore produce questo, io non ho esitazioni né dubbi; la tua felicità si chiama Gigi, come la mia si chiama Lele.”
“Nina, non stare a credere di avere scoperto l’acqua calda; anch’io, per la prima volta dopo cinque anni, ho visto mio padre felice di vivere, e sono certo che è Lily la sua gioia di vita.”
“Ragazzi, volete smetterla di fare l’analisi della nostra storia? Che dovrebbe significare tutto questo?”
“Mamma, significa solo che ceniamo insieme in allegria, poi andiamo tutti a casa nostra; io mi porto Lele nella mia camera, tanto ci è abituato, quando non ci sei; tu in camera tua ci porti il ragazzo della spiaggia di Sperlonga; riprendete da quel momento e, se scoprite che siete ancora quei due giovani innamorati, non uscite finché non vi siete raccontati anni di lontananza.”
“Lily, sei ancora la sognatrice di sempre?”
“Come potrei snaturarmi fino a cambiare? Ho sogni infiniti e molti impossibili ... “
“Allora dobbiamo stare a sentire tua figlia; devi farmi passare un’intera notte ad ascoltare i tuoi progetti assurdi, i tuoi sogni dolcissimi, le prospettive meravigliose esattamente come avvenne allora, che in un mese riuscimmo a vivere un vita intera, coi nostri sogni assurdi, la voglia di essere insieme all’infinito e le certezze che sarebbero crollate come castelli di carte; adesso, forse, qualche realtà più concreta possiamo trovarla e saranno progetti, non solo sogni!“
“Cosa hai chiesto per cena?”
“L’aragosta che avevo promesso alla mia ragazza venti anni fa e che non potevo permettermi di pagare, a quel tempo; oggi posso anche rimandarla o buttarla via senza problemi di costi; se la scelta ti turba, decideremo un altro menù ... “
“Sai che cosa adesso mi turba davvero? Il mio amore, quell’estate, non mi incontrava mai senza darmi almeno un bacio ...”
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