tradimenti
Chi controlla i controllori?

01.01.2025 |
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"L'esito del suo orgasmo ricoprì le sue pareti e si trascinò lungo l’asta pulsante fino a quando non si accumulò intorno alla tensione delle labbra; una vagina..."
Mia moglie si accorse molto tardi che un detective dell’agenzia ‘Falco’ l’aveva seguita ed aveva registrato puntualmente i suoi incontri clandestini con il mio nemico e collega di lavoro col quale da qualche anno aveva una relazione alquanto impegnativa; il motivo per cui mi tradiva assai volgarmente era semplicemente la sua impotenza ad imporre a me scelte di qualsiasi natura; chiusa nel suo mondo di effimere apparenze, non risultava utile a niente e questo la deprimeva.L’ovvia risposta era stata appoggiarsi al mio diretto concorrente del quale si decantavano la grossezza della mazza e la generosità con cui riempiva di regali le donne che si scopava; nel peggiore stile di prostituta ninfomane, Carla concedeva un pomeriggio a settimana, di due ore circa di sesso sfrenato, a quel mio collega e concorrente; non si lamentava delle mie prestazioni a letto, perché sarebbe stata sbugiardata da tante che, in polemica con lei, dopo cene raffinate, mi dedicavano intense serate e nottate di sesso.
La sua ninfomania ormai non conosceva termini né limiti; dovevo ad ogni costo cercare di liberarmi della pressione che esercitava su di me, con la minaccia di chiedere un divorzio per colpa e l’aggravio di pesanti conseguenze economiche; a questo scopo, avevo ingaggiato l’agenzia per controllare mia moglie e arrivare in tribunale con prove di inaffidabilità, di slealtà, di insincerità, insomma di offesa ad ogni dignità umana per obbligarla ad accettare il divorzio senza aggravi e liberarmi di un peso ormai insopportabile.
L’impiegato incaricato di pedinarla si perse facilmente nel fascino magnetico che Carla emanava da tutto il corpo; dopo averla controllata per mesi ed essersi accertato, documentatamente, che ogni settimana andava a farsi grosse scopate con il suo amante in un B&B del centro, un giorno che lui non si era presentato all’appuntamento, fece in modo da farsi notare finché lei lo aggredì e gli chiese conto del controllo che esercitava.
Naturalmente, spifferò tutta la verità; Carla, dopo averci riflettuto, decise che poteva ‘pagare dazio’ e concedersi un trasgressione, se voleva evitare che avessi conferma documentata del tradimento; sfidò l’uomo a scoparla una sola volta, in cambio della dichiarazione della sua totale fedeltà matrimoniale, e di lasciarla poi in pace per sempre; l’altro, che proveniva da una città vicina, per ragioni di prudenza, non esitò ad accettare l’accordo e la portò in un altro B&B del centro.
Chiarirono molte cose mentre andavano a pochi isolati di distanza; si affrettarono a entrare e presero la chiave della stanza; a quell’ora, il locale era poco frequentato; mentre si sedeva sul letto lei chiese qualche precisazione sulla vicenda del pedinamento, del mancato incontro con l’amante abituale e del conseguente approccio; l’altro precisò che si era avvicinato proprio per effetto di quella coincidenza favorevole; stuzzicato, confessò che più volte aveva dichiarato la fedeltà della moglie in cambio di un rapporto sessuale.
Lei scosse la testa e sorridendo si augurò che sapesse essere a letto il figlio di puttana che era a parole; lui rise, senza nessuna intenzione di rimproverare, e si stese nudo a letto inalberando una grossa mazza; lei credette di sfidarlo affermando che aveva spazio per una sola copula; lui ribatté con ironia, guardandola mentre si spogliava del reggiseno, degli slip abbinati e delle calze che indossava solo per sorprendere l’amante.
In fondo, lei godeva molto nel sapersi desiderata anche dal suo controllore, anche se la infastidiva a scelta di suo marito di vigilare sulla sua vita privata come se non meritasse fiducia; nella logica della moglie, lui doveva solo cedere e fare il cornuto; tra le altre cose, non le garbava molto neanche il soggetto che stava per scoparsi; ‘Non sei il mio tipo ma mi stai ricattando, quindi deve essere così’, stava pensando, mentre gli esibiva un sorriso ipocrita e falso.
Liberò il cazzo e cominciò ad accarezzarlo per renderlo abbastanza duro da farci entrare sopra il preservativo, mentre lui la guardava in atteggiamento di sfida.
“Mi dispiace ma non sono lo sportivo universitario che ti scopi regolarmente, puttana, oggi scopi con me!”
Lei emise un profondo sospiro; era stata la sua imbecillità a metterla in quella condizione e poteva solo piegarsi.
"Sali in groppa. Cavalcami, così posso afferrare il culo e succhiare quelle tette."
Alzò gli occhi al cielo ma si posizionò sopra di lui con le labbra umide a pochi centimetri dal cazzo ormai pronto ad esplodere.
“Alla fine ne varrà la pena ... “
Pensò, trovando conforto nel fatto che avrebbe continuato la vita normale dopo quell’esperienza.
Sganciò il reggiseno e lasciò che i seni nudi cadessero sul suo viso; lui prese in bocca il capezzolo destro mentre spostava il perizoma per accedere alla figa; non era sicuramente la situazione intensa e passionale a cui era abituata con il virile amante, ma una ninfomane come lei non avrebbe mai rinunciato al sesso; lasciò cadere il peso su di lui, prendendo dentro senza sforzo la mazza; cominciò a muovere i fianchi per strofinare il clitoride contro l’osso sacro.
Le mani accarezzavano le cosce, scorrendo sul dettaglio del pizzo delle calze fino al tessuto che avvolgeva le gambe; all’amante piaceva vederla in lingerie e recitare la piacevole troia che era; per questo, quando andava a scopare, indossava sempre l’intimo più bello per stimolare la passione e l’eccitazione di lui; quella volta, con uno squallido investigatore privato, tutto e appariva più forzato e innaturale.
"Dimmi, perché tradisci tuo marito?"
La domanda le esplose in faccia mentre lui le stringeva le cosce e lei cercava di mungere la sborrata più veloce che potesse; aveva cercato di non pensare a quel risvolto della situazione, visto che quel maschio con cui scopava era destinato a controllare la sua infedeltà; concentrare l’attenzione sul farlo finire velocemente per porre fine a questo delirio doveva essere il percorso per limitare i lividi sulla coscienza; doveva cercare le parole per garantirsi il potere su di lui.
"Resta solo tra di noi, giusto?"
"Certo, penso che sia eccitante; adoro le mogli traditrici"
"L’altro mi dice sempre che ho un corpo da pornostar e mi fa cose che... mi fanno sentire viva.."
"Oh, lo so. Ho sentito il modo in cui gemi con lui"
La sculacciava sonoramente facendo illividire le natiche che venivano colpite; lei taceva subendo il ricatto.
"Sei un fottuto pezzo di merda!"
"Ma io amo le puttane perverse come te."
Provò la tentazione di graffiarlo , ma guardare la fede nuziale le fece rendersi conto di quanto fosse andata troppo lontana nel suo desiderio di edonismo; non era quella la vita che aveva immaginato, ma impulsi incontrollati ed una remota ninfomania avevano scardinato la troia interiore; lui si sfogò su lei , schiaffeggiando ripetutamente le natiche mentre dava il ritmo ai fianchi e si avvicinava all’orgasmo; prima che potesse aggiungere qualcosa, gli mise la mano sulla bocca e lo guardò direttamente negli occhi.
"Non puoi gestirmi, non puoi gestirmi, cazzo"
Urlò, costringendolo a gemiti soffocati; sentì una sensazione di potere che la attraversava; avere il controllo era probabilmente un desiderio più grande del sesso per lei, anche se le piaceva sottomettersi al suo amante; voleva semplicemente che le cose andassero a modo suo; non riusciva a gestire il rifiuto o chiunque si intromettesse nei suoi piani; per tutta la giovinezza, i capricci erano stati accompagnati da pianti; ora non era molto diverso, tranne che per le grida di piacere.
"Ha il cazzo più grosso di tuo marito?"
"Sì; e anche più del tuo."
"È così terribilmente eccitante; proprio come mi immaginavo; puttana e infedele; cosa direbbe tuo figlio adolescente se sapesse di avere come mamma una troia che si fa scopare pure nel culo da ..."
Gli tappò la bocca con la mano sinistra; non voleva sentire altro; sapeva di essere caduta all'inferno già da un pezzo; non aveva bisogno che qualcuno le ricordasse la sua perdizione..., a meno che non fosse il suo amante; a lui era concesso di fotterla e condannarla al girone a cui era destinata, dove si trovavano le puttane adultere.
Posizionandosi con il busto, con una mano a coppa accarezzava i seni, nascondendoli alla sua vista, proprio come faceva quando si masturbavo a casa; chiuse gli occhi e gettò la testa all'indietro, facendo quello che sapeva fare meglio, lasciando il regno della realtà a favore delle fantasie; l'occhio della mente era pronto con una raccolta dei momenti più bollenti che avevo vissuto col suo amante, migliorando la lubrificazione e rendendo l'investigatore un giocattolo per il suo piacere.
"Nessuno, né tu né nessun altro mi fermerà"
Disse, lasciando che i suoi succhi scorressero lungo l’asta e si aggiungessero alla macchia bagnata sotto di loro.
"Sei depravata, non ho mai provato una figa così."
Stava bruciando; non poteva farne a meno essendo dipendente dal sesso; ricordava quello che l’amante faceva praticamente ogni volta che scopavano, e soddisfaceva la sua vanità asserendo che la sua figa era indimenticabile.
"Sto pensando a lui, ecco perché; divento ancora più umida!"
Rivelò, lasciandosi cadere di peso e sentendo l’utero stringersi per preparare l’orgasmo.
Si morse il labbro inferiore, avvicinandosi velocemente al limite; voltò leggermente i fianchi a sinistra e poi a destra per strofinare la sua testa contro le tette sudate come piaceva a lei; l'idea era di scopare e dargli quello che voleva, ma non era tipo da lasciarsi sfuggire un orgasmo.
Le ammissioni disinibite e la carne sfrenata lo avevano sopraffatto, facendo cedere il suo controllo dell'orgasmo alla sua presa e consegnando ripetuti colpi di calore nella sua figa infedele in cambio del suo stesso orgasmo; erano estranei, ma i corpi e i gemiti si mescolavano all'unisono per consumare l'incrocio intimo, immorale e perverso dei loro improbabili percorsi.
L'esito del suo orgasmo ricoprì le sue pareti e si trascinò lungo l’asta pulsante fino a quando non si accumulò intorno alla tensione delle labbra; una vagina piena della ricompensa di un uomo era il segno di un lavoro ben fatto e, cosa più importante, forniva un livello di garanzia che sarebbe stato grato e disposto a sostenere la sua fine.
"Sei una troia meravigliosa. Capisco perché tuo marito ti ha sposata"
Disse sorridendo nella sua breve beatitudine post-orgasmica.
Tuttavia, rimase immobile accanto alla morsa spasmodica della vagina; ondate di estasi si abbattevano su di lei, facendo il loro lavoro abituale di lavare via il senso di colpa delle azioni; si rifiutò persino di dargli la più grande beatitudine del momento; la sua vanità era pari solo all'egoismo instillato in lei da quando aveva imparato a esercitare il potere di donna negli affari pubblici transazionali.
"Ora che lo hai tradito anche tu, chiamalo e digli che non lo sto tradendo"
Mostrò il numero di suo marito sullo schermo del telefono e lo compose, sostenne la sua parte dell'accordo, assicurandole un trionfo che avrebbe visto l’immagine di casalinga fedele rimanere intatto, rimuovendo i sospetti che suo marito aveva sulle scappatelle.
Non c'erano molte ricompense che volesse con maggiore intensità e che non comportassero rischi; aveva una dote innata nel gioco a cui stava giocando, era brava e poteva controllare il campo a suo piacimento; aveva capovolto una situazione terribile, dall'essere scoperta al distogliere gli occhi del marito dalla sua anima maledetta; sembrava di percorrere una strada aperta; non c'era altro che paesaggi e destinazioni promettenti.
Aveva vinto ancora una volta; aveva ottenuto ciò che voleva e, dopo aver superato un tale ostacolo, non aveva nulla da perdere puntando più in alto e spingendo i limiti come troia traditrice; il prezzo che aveva pagato sembrava insignificante rispetto alle fantasie che voleva vivere; forse un rapporto a tre, la prima esperienza lesbica o una gangbang con i compagni di squadra del suo amante; qualunque cosa fosse, si sarebbe avvicinata con la stessa pulsione ninfomane che l’aveva portata fin lì.
Fu con questo spirito di vincitrice trionfante che tornò a casa e andò diretta in bagno per una doccia che lavasse, nelle sue convinzioni, sperma, umori e tradimento; purtroppo per lei, le cose stavano per precipitare in altra direzione e il bengodi era agli sgoccioli; quello che non sapevano, lei e il suo ultimo amante occasionale, era che lui era sotto controllo per volontà della ditta che, specialmente su certi soggetti segnalati per infedeltà ai doveri, poneva uno stretto controllo di altri colleghi che riferivano, con testimonianze visive e uditive, direttamente ai clienti ed ai gestori dell’agenzia.
Sicché, mentre lei si illudeva di cancellare le tracce della copula con una doccia, io prendevo visione diretta del pomeriggio di sesso di lei con il detective; inoltre, avendo il ‘controllore del controllore’ raccolto anche tutti i dati precedenti, possedevo un’ampia documentazione dei tradimenti di mia moglie; con quelle informazioni stavo elaborando con il mio avvocato una linea di condotta per liberarmi di una donna velleitaria, arrogante, supponente e in fin dei conti misera e volgare che credeva di risolvere problemi di differenza culturale con scopate molto tecniche, da professionista del cazzo; l’ipotesi formulata era persino semplice.
Luigi, il mio avvocato, convocò nel suo studio, insieme, mia moglie, il suo amante, il direttore dell’agenzia investigativa, il detective che aveva avuto il suo caso e il collega nominato come controllore, visti i precedenti che l’impiegato nominato aveva; i tre colpevoli ebbero inizialmente il sangue freddo di mascherare le loro reazioni; quando fu proiettato il video di lei con il detective, mia moglie si lanciò come una belva contro di lui accusandolo di avere tradito gli accordi presi.
Dovetti essere io a trattenerla e spiegarle che il suo amante provvisorio era da tempo sotto controllo dei datori di lavori, perché aveva spesso alterato i rapporti in cambio di favori sessuali; poiché faceva finta di non capire la gravità della situazione, fui costretto a far tirare fuori i documenti delle sue scopate con il giovane amante, che addirittura risultava tesserato con una squadra di cui la mia impresa era lo sponsor più importante.
Venne fuori che era a rischio tutta l’attività della squadra; peggio ancora, il ragazzo percepiva un assegno familiare perché sua madre era malata di Alzheimer; privato di quello, avrebbe dovuto affidarla ad una struttura pubblica e non curarla come aveva fatto per anni; la delicata situazione imponeva anche a me di cercare piuttosto percorsi di perdono, ad onta della rabbia che mi rodeva violentemente e mi stimolava a fargli tutto il male possibile.
Il giovane appariva veramente stralunato e l’aria di un ragazzino impaurito che si era trovato al centro di una cosa troppo grande per lui non faceva che accentuare il desiderio di tutti di frenare la mia rabbia per non distruggere due vite, la sua e quella di sua madre; Luigi, il mio avvocato, si fece interprete di quella sensazione e mi chiese di pensare ad una soluzione meno drastica, nell’interesse della squadra, i cui risultati dipendevano molto dal giovane amante ma che giovavano molto all’immagine della ditta.
Mia moglie era letteralmente schiantata sotto il peso delle responsabilità e delle colpe da cui potevano derivare dolori infiniti per persone che le erano comunque care; in un momento di strana resipiscenza mi chiese accorata cosa pensassi di fare, avendo tante prove della slealtà, della miseria e degli errori che aveva commesso con molta leggerezza e con nessuna capacità di raziocinio; anche il parere che chiese a Luigi indicava che solo un atto di magnanimità poteva alleviare le conseguenze a cui andava incontro.
“Se domani mattina fai le valigie e parti per una sede sconosciuta, mi limiterò a chiedere il divorzio per abbandono del tetto coniugale; non voglio sapere dove andrai e a chi i rivolgerai per un aiuto; mi basta che sparisci per sempre!”
Ne persi ogni traccia; tre anni dopo, subito dopo che ebbi sposato Livia con cui avevo convissuto subito dopo la vicenda del mio primo matrimonio, la rividi in una festa che era stata organizzata per i miei successi in campo imprenditoriale; non era più bella come quando si era allontanata e stava al braccio di un individuo assai più vecchio, piccolo imprenditore della regione; la salutai volentieri e con amichevole affetto.
“Vedo che stai bene e che hai trovato una tua dimensione; lui ti accetta con tutte la tue fisime e pretese?”
“Lui sa cogliere il senso nuovo di una relazione maschio - femmina non condizionante come il matrimonio dei tuoi nonni che tu imiti perfettamente ... “
“Intendi dire che è il tuo slave e che accetta volentieri i maschi che ti scopi con lui e davanti a lui?”
“Intendo dire che lui ha una donna ed io ho un uomo; non è solo e derelitto come certi personaggi ricchi e potenti ma senza nessun affetto ... “
“Conosci personaggi di questa fatta? Mi dispiace per loro ... Cara, vieni che ti faccio conoscere la tua predecessora nel ruolo di mia moglie; lei è la troia che fui costretto a cacciare dalla mia vita perché assurda, prepotente e indegna. Lei è Livia, la donna che la settimana scorsa, dopo la pronuncia della sentenza di divorzio da te, ho potuto sposare col rito che conosci e che non sai rispettare; quello che sgambetta alla sua gonna è nostro figlio; ha due anni, è nato quasi subito dopo che tu ti sei levata di coglioni ... “
“Complimenti, quindi scopavi con un’altra anche prima che io me ne andassi; altrimenti non si spiegherebbe come avete fatto a mettere in cantiere un figlio in così breve tempo; complimenti; sei stato sempre più veloce e bravo di me; tua moglie ti segue anche nel lavoro?”
“Certo! Lei è mia moglie, in tutte le declinazioni della parola, mi ama, è con me, mi sostiene, mi aiuta, dialoga e ci muoviamo insieme, in armonia e scambiandoci opinioni, proposte e decisioni su tutti gli argomenti; non spende per il gusto di usare la mia carta di credito, non cerca amanti per sopperire a mie presunte incapacità; insomma, io avevo già capito che la mia vita era altrove; per questo, è stato facile perdonare al tuo amante e mandare via te; mi fa piacere che hai trovato una tua via.”
“Tu hai scelto la tua, quella che volevi e che forse cercavi; io mi sono dovuta accontentare di quel poco ce ho trovato e che mi ha salvato dalla miseria e dalla prostituzione, ma quella vera non quella che hai etichettato tu; non sono felice come sembrate voi e non posso esibire con orgoglio un figlio perché la mia imbecillità, che non posso più negare, mi ha impedito di farlo quando avrei potuto; oggi avrebbe almeno quindici anni; peccato, ho perduto un’altra occasione per insipienza!”
“Cosa posso dirti? Neppure ti posso augurare di farlo ora, un figlio, perché col compagno che ti trovi salterebbe chiaro a tutti che lo avresti tradito, che il figlio non sarebbe suo e non potresti ereditare niente come speravi con me, forse ... “
“No, carissimo maledetto ex, non ho mai pensato ai soldi, quando ero tua moglie, né per frenare quando spendevo né per progettare quando ti tradivo; adesso la mancanza di un pilastro per la vecchiaia si fa sentire; tu hai il figlio da educare, da seguire, da amare; io al massimo farò la badante a un vecchio, se mai dovessi accettare un ruolo casereccio ... “
“Scusami, cara ex, noi non ci conosciamo, ma tu non mi sembri donna da chiudersi in un appartamento ad occuparsi di economia domestica ... “
“Ti sbagli, bellissima seconda moglie del mio ex marito; anch’io avevo creduto, ingenuamente, di fuggire un male antico non occupandomi della casa; oggi rimpiango di non avere riflettuto almeno un poco, prima di fare certe sciocchezze; ti faccio una confessione ma se la ripeti negherò fino alla morte; sarei pronta a fare la serva di casa tua, ad essere tata di vostro figlio, ad essere la tua dama di compagnia, se tuo marito accettasse di passare uno straccio sui miei errori e mi concedesse un posto di lavoro nella vostra azienda ed un piccolissimo angolo nella vostra casa; sono arrivata ad elemosinare le briciole di quel che avevo in abbondanza, capisci; ma la colpa è stata solo mia ed avrei bisogno di tanta generosità, anche tua, per vedere perdonati i miei errori.”
“Io non ho problemi ad accettare la tua amicizia e ad offrirti la mia, se non cerchi di riprenderti l‘amore e la passione di mio marito; lo amo moltissimo; ho fiducia infinita in lui e so che non cederebbe a tue profferte anche chiare; ma non so se mio marito sia in condizione di gestirsi due mogli insieme, soprattutto conoscendo bene le qualità e i meriti ma anche le debolezze e i limiti di tutte e due. Forse, nelle sue attuali condizioni, una basta e avanza.
“Se vuoi provarci, posso solo essertene grata; io e lui abbiamo fatto molte stupidaggini insieme, quando eravamo adolescenti; potremmo forse farne una anche quando siamo maturi e ormai destinati ad una vecchiaia grigia e sedentaria .. “
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