incesto
Quando ad una moglie si chiede di essere mamma...
di geppettino2003
10.11.2019 |
29.296 |
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"Stordita dalla vergogna, e da una debolezza che è sempre più crescente, tento di riprendere il controllo..."
Quando gli intimi momenti con il tuo uomo si vanno, lentamente, dissolvendo, e tu non sei più completamente soddisfatta del suo rapporto con te, allora hai un problema!Cominci a pensare perché succede? cosa fare e, principalmente, come farlo.
Ed è tanto che questi interrogativi cominciano ad attanagliarmi!
Al mio uomo devo, sicuramente tanto, non ultimo avermi fatto superare il mio essere inizialmente bigotta. Cresciuta in una famiglia dove assurdi principi hanno condizionato la vita di una giovane adolescente, ed il suo ardore mi è stato da incentivo per abbandona i falsi retaggi di una educazione ancorata al rispetto di regole (dogmi) di difficile spiegazione per una ragazza esuberante e ribelle.
C’è riuscito, e anche bene!
I miei iniziali rossori, in breve, si sono trasformati in vampate di trasgressivo calore. Ero sempre pronta a soddisfare ogni sua intrigante fantasia.
Il nostro fidanzamento è stato un turbinoso scambio di baci e abbracci, un crescendo di momenti di trasgressiva, reciproca, eccitazione.
Per questo avevo immaginato la mia prima volta come qualcosa di fantasticamente indimenticabile.
Rischiavo non fosse così se non avessi materializzato la mia vera, intima, indole!
Il luogo in cui avvenne, fu la sua vecchia 500, (in mancanza di alternative) in una stradina solitaria. La paura di essere scoperta invece di rendermi nervosa e fredda, acuì la mia carica sessuale. L’ho fatto godere, sorprendendomi di me stessa al punto che la sua reazione fu quella di etichettarmi come una superlativa troia!
Pensai che, forse, avevo esagerato!
Con lui mi sentivo sicura e protetta, ma soprattutto amata. Ed io l’ho amato, e lo amo ancora, con passione e trasporto. Lo merita, è un uomo premuroso e affettuoso.
L'amore che ci univa era così grande che a a ventiquattro anni mi ritrovai sposata ed in attesa di un figlio.
Durante la forzata astinenza In gravidanza cominciò, però, a concretizzarsi la sua ambizione a far crescere la sua ditta di trasporti ha, così, sottratto il giusto tempo alla sua bella mogliettina.
La nascita di nostro figlio, e gli inevitabili impegni di mamma, coincisero con lunghe giornate sola, ripetuti i fine settimana assente per viaggi sempre più distanti, e le mie notti sempre più sola.
Lo scemare del suo iniziale ardore, affievolitosi quasi proporzionalmente al crescere di nostro figlio, comincia ad essermi insopportabile concretizzando un possibile scenario di un futuro arido e privo di quei piaceri che mi spettano e, ritengo, di meritare ancora.
Sono diminuite quelle sue esplicita avance, forse per quella forma di rispetto dovuta ad una madre, ed oggi il nostro intimo è contraddistinto da rapporti sempre più radi e normali, niente di esaltante e, a poco poco, insoddisfacenti.
Comincia a pesarmi che non si preoccupi più del mio erotico bisogno, mi pesa prendere atto che i nostri intimi rapporti sono diventati troppo brevi, veloci e poveri di passione. Nemmeno il tempo di far salire la mia eccitazione che lascia, in pochissimo tempo, il suo seme nel mio corpo appena caldo.
Certa che non esiste un’altra donna, è solamente sempre più preso dal suo lavoro, e dalla sua ditta, che dare il giusto piacere alla sua, ancora, bella e formosa femmina.
Ed oggi è uno di quei giorni!
Presa dallo sconforto di una ennesima notte dove si è materializzato il mio essere diventata solo un suo oggetto di momentaneo piacere, più un suo bisogno fisiologico!
Avrei voluto darmi un solitario piacere, ma accanto il suo intenso russare ha distrutto la diffusa mia voglia di godere.
Comincio a pensare che la mia vita sessuale sta diventando una grande delusione. L'unico uomo della mia vita è molto più interessato fare soldi che a me. Per lui sono solo la mamma del nostro adorabile figlio. Quasi dovessi rinunciare ai piaceri del corpo e della fantasia, già a soli quarantaquattro anni.
Stanotte mi è rimasta alta la voglia di godere del mio corpo, subdolo quel pensiero che infido è un paio di mesi che mi tortura. È forte il crescere di un morboso desiderio di intime emozioni che vorrei poter condividere con il cazzo di mio marito, ma sto cominciando a fantasticare su quello di un altro uomo!
Non m'importa che sia più grosso o più lungo. Sarei solo contenta di averne uno per me, uno che mi desiderasse, capace di soddisfare la mia voglia.
Giorno dopo giorno si allenta la forza di abiurare questa mia fantasia, e mi impongo di
reagire, devo farlo, amo il mio uomo, come compagno e come padre, ma la sua presenza in casa non può, e non deve, limitarsi a non farci mancare nulla.
Io ho un gran bisogno di godere!
Sconvolta dalla eccitazione e dalla rabbiosa voglia di cazzo, senza accorgermene la gonna è risalita sulle mutandine, forse da sola, forse no, e la mia mano si è insinuata dentro le stesse. Si agita nervosa, violenta tortura la micetta. Un intenso calore dalle cosce si allarga alla fica che cola un'incredibile quantità di umori come un vulcano in piena attività. Furiosa mi sto sditalinando, prima l'indice, poi il medio e anche l'anulare.
Reagisco con vergogna condannando me stessa.
Non posso non è giusto!
Mi scuoto. Stordita dalla vergogna, e da una debolezza che è sempre più crescente, tento di riprendere il controllo.
Giro per casa senza fare nulla. In cucina, apro il frigo e mi ritrovo in mano un cetriolo, è lungo e duro, una sensazione strana. Somiglia tanto ad un enorme cazzo, è nodoso.
Lo stringo tra le mani è grosso, l'accarezzo come fosse un'amico carissimo, lo impugno tra le mani come un qualcosa di desiderato. Fremo ai sottili rivoli che riprendono a rigare l'interno delle cosce.
L'accosto alle grandi labbra, una sensazione di freddo mi pervade, ma a poco a poco cede il passo ad un calore, e ad un sentore di umido, che scalda la mia intimità. Una sensazione nuova, diversa, piacevole, mi tremano le gambe, quando provo a spingerlo lentamente più a fondo. Ho il respiro corto, devo appoggiarmi al tavolo, chiudo gli occhi e mi abbandono! Vogliosa mi penetro per quietare la mia fame di sesso.
In un onirica simbiosi Mi illudo di scopare con un cazzo che non vedo ma che credo di conoscere balbetto:
- sì.. mi piace...spingi ancora... dai..forza.. sfondami...sono tua...scopami... ora...aaahhh! -
I colpi che immagino, ma non vivo, si susseguono nella mia fantasia, in empatia con un immaginario lui
- sei mia... il mio cazzo è tutto tuo, tutto dentro di te, sei la mia zoccola, una splendida troia. -
Senza sapere come, mi ritrovo sdraiata sul tavolo, le gambe raccolte e allargate con il grosso cazzo animato tra le mie mani che spinge. Partecipo il mio piacere con la mente e con il corpo, incitando
- sì, sfondami, riempimi della tua sborra, non perderne neppure una goccia...sto morendo dal godimento, le tue mani sulle tette e sul clitoride mi fanno sentire sempre più tua e più puttana...SSSIIII........-
Urlo il mio piacere... e godo!
Un piacere vissuto molto intimamente, un orgasmo intenso, la mia stessa sborra scivolando lungo l'inguine infuocato bagna, e stuzzica, il buchetto del culo.
Lento il respiro riprende il suo giusto ritmo, ho un ritorno di razionalità, ho ceduto a tentazione adolescenziali che credevo sopite, ad un'attività dimenticata, ma struggente e coinvolgente. Devo reagire! Posso ancora rifarmi e materializzare una strategia per risvegliare i sopiti sensi del mio uomo.
Mi allontano dalla cucina dove ho ceduto ad un'attività dimenticata, ma struggente e coinvolgente, decisa a cercare di dimenticare quella follia improvvisa.
Devo! Ma perché è da un po’ che non ci riesco!!!
Oggi Roberto, il mio bel bambinone, è in preritiro, come ogni venerdì sera, quando la domenica deve giocare in trasferta. Rientrerà, come al solito domenica nel tardo pomeriggio, ed il mio lui sarà mio per tutto il fine settimana.
In bagno per una doccia ristoratrice un getto d'acqua calda sul mio corpo assetato. Inizio frizionarmi la pelle con abbondante bagnoschiuma.
Sola esalto il mio esibizionismo. Ancora quell’infido calore che, intenso, si diffonde avvampando il mio volto gonfiando il mio seno e bagnando, senza sosta la mia fica,che reclama di nuovo silenziosamente la mia mano.
Mi carezzo delicatamente la zona circostante la fica, la pelle, priva di peli, è morbidissima e molto più sensibile di prima. Prolungo le carezze, dalla fica al solco tra le natiche, un dito sfiora il piccolo buchetto. Un lungo sospiro, ma mi impongo di non andare oltre, la mano torna sulla fica, quasi a volerla consolare, e la mente vaga per cercare una svolta alla mia vita che mi appare, ormai, troppo piatta e insignificante.
Decisa reagisco! Ho tre giorni pieni per trasformarmi in femmina focosa e seducente per stuzzicare il mio uomo e goderne...
Ancor più veloce mi vesto, indosso un accattivante tubino, allo specchio ammiro il mio corpo. Mi sento ancora giovane e lo dimostra un corpo tonico e proporzionato, quel qualche chilo in più sicuramente intriga e rende appetibile una figura che può fare fantasticare. Mi convinco non sono proprio da buttare!
Esco per concretizzare la mia strategia.
Camminando mi espongo allo sguardo dei passanti, sento addosso a me occhi sorpresi ed interessati, me ne danno conferma i chiacchiericci sommessi di mature mamme. Il profondo taglio sul dietro rende sexy il mio camminare e, accentua, il mio provocante propormi.
Una abbondante ora in giro per il centro commerciale, un po’ di spesa, dal pescivendolo, un salto dal fruttivendolo, ed ho finito.
Nel grande ascensore che porta ai parcheggi, noto ancora sguardi ammiccanti ed interessati, stretta nell'angusto spazio, subisco un maldestro tentativo di un bel ragazzo sfiorarmi con le mani il culo, si appoggia, spinge. Reagisco ma non con la fermezza dovuta, riflessa nello specchio della stretta cabina l’espressione del mio viso manifesta chiara una fame di sesso che mi fa illanguidire e arrossire. In un attimo seguo la mia espressione trasformarsi da donna abusata a femmina desiderata.
Torno a casa con una certezza: sono veramente capace di eccitare, chissà quale fantasia ho contribuito a materializzare se così sfacciato, e rapido, è stato il suo erotico attacco alla seducente femmina!
Chiaro ho sentito il suo cazzo insinuarsi tra le chiappe, sfacciato spingere.
Ma come era quel cazzo, come mi avrebbe presa, posseduta, scopata, avrei bevuto il suo sperma. Cerco di reagire alle mie perverse fantasie, ma soccombo.
Solo immaginare che quel ragazzo possa essere mio figlio mi aiuta a tornare padrona dei miei pensieri ...
In cucina avvio la mia strategia, ho acquistato delle fresche ostriche che condisco con abbondante, peperoncino, zenzero e altre spezie che spero utili a risvegliare quel suo scemato appetito sessuale la mia speranza di riaverlo bello tosto tra le mie gambe.
Gli occhi su di una banana e, come fossi succube di una fissazione li a ricordarmi i miei desideri non più del tutto nascosti. Di nuovo quella gran voglia di cazzo grosso, lungo, duro!
Non sono certo in grado di fare confronti, mi accontenterei anche fosse piccolo, so che non è la dimensione ad essere importante, deve essere pervaso di ardore e passione. Non esito ad avvicinare alla mia fica in un gioco che si sta ripetendo troppo spesso sino a diventare pericoloso.
Nervosa godo di un piacere rubato alla fantasia.
È quasi l’ora. Stringo ancora il corpo nell’attillatissimo tubino, lo faccio scivolare dalla testa, esalta le mie accattivanti
forme, dal seno al fondoschiena. Mi giro ammiro un bel culetto. Molte amiche lo invidiano ed io, devo essere sincera, ne sono orgogliosa.
Ricordo nei nostri primi momenti d'intimità la sua confessione che si era invaghito per prima cosa del mio culetto ma nulla ha fatto in tutti questi anni per dimostrarmelo. Ancora si limita a qualche rapida carezza, al massimo stringe le chiappe solo quando mi pongo sopra di lui a cavalcarlo con selvaggia passione.
È arrivato il momento per rendergli tangibile il mio perverso desiderio di godere con tutto il corpo e, anche.....
Rimetto l’alto tacco, un ultimo sguardo allo specchio per controllare il leggero trucco e sono pronta per la mia strategia.
Arriva finalmente, subito gli salto addosso baciandolo con calore; è sorpreso, pur stanco apprezza. A tavola lo servo con attenzioni superiori al solito, ricambia qualche bacio, ne approfitto per bagnargli con la lingua le labbra.
Apprezza le tartine, le ostriche e gli spaghetti con la salsetta piccante, sulla quale beviamo più di un calice di un vino fresco e frizzante. Volutamente non ho preparato un secondo perché rischiare di appesantirlo; solo un tiramisù corroborante. Lascio la tavola ancora in disordine e ci accomodiamo sul divano.
Mentre lui fa il solito zapping prima del solito abbiocco, mi accoscio con le gambe sul divano, comincio a baciarlo sulle guance, sul collo e sulle orecchie. Mi lascia fare senza reazioni particolari: è già tanto che non mi respinga. Lecco il lobo dell'orecchio, lo mordicchio, allungo una mano dentro la camicia, carezzo il suo torace e stuzzico i capezzoli che so essere il suo punto debole.
Presto infatti si gonfiano e si rizzano come altre volte, mi chiede poi teneramente
"Ma cosa ti succede stasera?"
"Mi succede che ti amo come sempre e desidero tanto fare l'amore come non facciamo da molto tempo"
Cerco di mascherare l’eccitazione che ho addosso assumendo un tono dolce e tentatore.
"Allora andiamo a letto" vorrebbe lui.
“No facciamolo qui!”
Pretendo io.
Il ricordo dei nostri primi ardori è su quel divano dove ho lasciato tanti umori della mia eccitazione, il ricordo dei suoni di tante scopate accresce la mia eccitazione.
Mi privo lenta del tubino, in perizoma e reggiseno mi offro, volutamente, provocante al suo interesse. Il procace seno esalta gonfi capezzali, che sembrano voler perforare l'organza che li contiene, il culo è ben esaltato delle finissime stringhe che si perdono tra invitanti chiappe. La fica esplode letteralmente nel triangolino di scuri riccioli che traspaiono dalla intrigante delicatezza del tessuto che li copre. Mi sento veramente troia!
Lui si spoglia senza frenesia e senza alcun commento sul mio seducente look, come volesse rimproverarmi per la mia nudità. Proprio non riesce ad immaginare quanta voglia, e quanto passione, c'e nel mio corpo.
Si distende supino senza prendere alcuna iniziativa, mi piego verso di lui e riprendo a carezzare il suo torace, gioco con i capezzoli, tornano in un attimo duri e grossi, li bacio, lecco e succhio delicatamente e poi sempre più forte. Intanto la mia destra inizia a scendere verso il ventre, giocherella col suo ombelico che bacio e bagno con rapidi giri della lingua. Pur restando immobile sembra gradire le mie attenzioni, sotto lo slip seguo il suo membro farsi dritto e duro, e, prima che lui possa opporsi alle mie avance, stringo il cazzo nella mano, d'un sol colpo faccio scivolare lo slip e fiondo rapidissima la bocca sul suo pene.
Lo bacio, lo lecco frenetica, rapida lo prendo in bocca, è tanto che non faccio un bel pompino, ora ne ho maledettamente voglia!
È vano il suo tentativo, con brevi e lente mosse delle mani, di allontanarmi. Decisa ad arrivare fino in fondo reagisco, lo stringo tra le labbra, lo insalivo e lecco lungo tutta l'asta fino alle palle, poi torno sulla cappella che abbraccio con la lingua, alternando audaci picchiettii sulla punta.
Finalmente si arrende di fronte alla mia voglia, cede, comincia a muovere nervosamente il corpo solo allora, sicura che è preda della mia libidine, mi alzo, gli salgo addosso, a cosce larghe mi stringo sulle sue, senza lasciare per un solo attimo il suo cazzo che è grosso e duro come le prime volte. Lo punto sulle mie grandi labbra, lo spennello sopra e dentro. Sento i suoi umori preseminali unirsi ai miei che iniziano a colare abbondanti e, finalmente con un secco colpo di reni è dentro la mia intimità. I nostri calori si fondono.
Slaccio il reggiseno offro il procace seno al mio ondeggio avanti e indietro con movimenti lenti e rapidi, sempre forti, cresce la mia libidine, ma ancora non sono sazia, voglio di più.
"Amore mio, stasera voglio essere tua, tutta tua, una notte per essere la tua schiava.. la tua puttana..... voglio tornare ad essere la tua splendida troia..."
accompagno questa parole con movimenti da amazzone, un’esperta valchiria decisa a farmi penetrare sempre più dentro, ma la mia passione si scontra con i suoi pregiudizi
"Erika! Ma che dici? Sei pazza? Tu sarai sempre la splendida mamma di nostro figlio, a lui devi dedicarti, devi farlo crescere... è anche bene..."
Parole che sono una terribile doccia fredda per la mia passione, rimango immobile, attimi per chiedermi che c’entra mischiare il sacro con il profano! Poi, avvertendo ancora la sua durezza, riprendo a cavalcare con maggiore furia, sicura che sta per rilasciare il suo sperma di lì a poco.
Infatti eiacula dentro di me senza alcuna espressione di piacere o di partecipazione. Per me è la ricezione di alcune gocce di seme incapaci di saziare la mia fame di sesso.
Mi stacco dal suo corpo e, mentre va in bagno, mi abbandono ad un pianto silenzioso e pieno di rabbia.
Scappo a letto, sporca e delusa. Quando torna, mi trova già a letto girata dall'altro lato. Non rispondo alle sue domande fingendo di dormire.
Pochi minuti e tenta un approccio, carezza il nudo seno. Lo lascio fare per qualche minuto, appena sento il suo respiro farsi più ansimante, e i suoi tocchi più spinti, fingo di destarmi. Lo allontano dicendo che mi è sopraggiunta una terribile emicrania.
Bofonchia, si lamenta: "come non volevi passare una magnifica notte...” esclama “...non vuoi essere la mia troia..:domani ho da fare un lungo trasporto”
Lo lascio sfogare, fingo ancora di dormire e, giratami dall'altra parte, spero di addormentarmi sul serio.
Ma il mio sonno non è rapido. Avverto dei rumori, come dei tonfi leggeri, seguiti da un cigolìo del letto. Capisco che sta sfogando la sua eccitazione, scoraggiato dal mio rifiuto, con una sega che sembra impetuosa e disperata. Si ferma solo dopo una serie infinita di contrazioni, mentre sfoga la sua eccitazione con oscure parolacce contro di me e il mio rifiuto.
Determinata ho la forza di resistere. Sorrido silenziosamente, e soddisfatta dentro di me, stavolta non mi pesa rinunciare, anzi i miei pensieri le mie fantasie hanno di gran lungo compensato la mancanza di cazzo.
Ho un solo pensiero rivolto a quel giovane prorompente cazzo che, sfrontato, spingeva sul mio culo.
Mi addormento senza sapere cosa mi riserva il domani ma una cosa è certa: la mia vita non può, non deve, essere più la stessa. Si! voglio proprio intraprendere un nuovo cammino verso la ricerca del soddisfacimento del piacere di cui ho bisogno.
Ho voglia di un bel cazzo che mi risvegli e mi faccia rinascere!
Domattina voglio essere pronta per la ricerca di quel giovane cazzo certamente disponibile a soddisfare desideri e voglie di una provocante MILF...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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