incesto
Adesso scopami!
di geppettino2003
28.11.2016 |
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"A chi regalo sensualità, esperienza, passione e chiedo solo lussuria..."
"SCOPAMI!!!Toccami….ti piace il mio seno…succhialo tutto, dai così …leccalo con la lingua, bravo fammi impazzire. Sono la tua troia fammi, vedere come sei maschio… si è così che voglio...ti prego sbattimi... dimmi che sono puttana... fammi sentire ciò che veramente sono!... Voglio farti vedere quanto so essere PORCA!!!
Senti come sono bagnata, Fammi godere, non ti fermare, dai ancora ...... così..... dai... mmmhhhh........sto venendo...ssssiiii....è...... bellissimo..... Adesso vieni tu... SPORCAMI!!!...... NOOoo! Non ora...!!!... PERCHÉ???..."
... Splendido l'etereo disegno di un giovane corpo dai muscoli possenti e dalle forti braccia. Stavo apprezzando mani vigorose spaziare intriganti su di un corpo in fermento. Il seno si modellava plastico tra ardite dita, i capezzoli reagivano al pennellare di una plastica lingua, mentre un impetuoso cazzo, sferzando l'aria, si appoggiava, calamitato da una avida bocca, alle mie ospitali labbra. Rapita del mio fare, con un insano trasporto, ne percepivo in modo netto la rugosa durezza. Le labbra attutivano quel suo frenetico palpitarmi in bocca e la lingua ne seguiva la vena pulsare, picchiettando nervosa sulla tumida cappella. Le guance si modellavano plastiche mentre, con foga, lo affondavo in gola. Stavo vivendo un intenso orgasmo che esaltava la mia vera indole di femmina calda e vogliosa. Ed ero pronta a godere del suo ricco seme, con l'assetata bocca pronta a riceversi il caldo frutto del piacere per poi spargerne l'essenza su di un corpo pervaso da una frenetica eccitazione.
Ed invece.....
È il sogno, ormai ricorrente, delle mie lunghe notti. Un sogno che mi vede attrice di intime voglie. Momenti altamente erotici che arricchiscono notti lente nel loro trascorrere, dove si concretizza il mio forte desiderio di vivere amplessi coinvolgenti e appaganti. Il bisogno di un rapporto fisico di pura soddisfazione degli istinti, dove intrigo e trasgressione si fondono in momenti di esaltazione carnale lasciandomi sconvolta e soddisfatta. Momenti che non avvengono nel mio letto e, a pensarci bene, così come io li desidero, non ho mai vissuto nel mio letto!
Un letto che ha ospitato, ed ospita, la maturità di un uomo sempre impegnato e l'esuberanza di una moglie ancora calda. Un letto che ha visto, nel tempo, spegnersi, forse per pudore o meglio per vergogna, quel mio forte desiderio di rendere piccante una relazione che volevo intensa, coinvolgente, dove il corpo segue la mente nelle sue più trasgressive fantasie.
Un sogno sicuramente condizionato da queste mie particolari fantasie, e dalla intrigante immaginazione alla quale compiaciuta, ora, soccombo.
Non pensavo di dover porre limiti al mio piacere consapevole di saper dare quanto di meglio so offrire.
Mi piace, infatti, sentirmi porca! Amo farmi sporcare il viso, il corpo, spargere con le dita il seme del piacere sul seno come se quel seme fosse linfa al crescere dei miei sensi. Raccogliere la corposa essenza tra le dita e lasciarla colare lentamente in bocca, chiudere gli occhi, e assaporarne il piacere.
Quel mio forte desiderio di una vita sessuale più attiva, ricca di fantasia, libera da vincoli e al limite dello sfrontato si è, invece, concretizzato all'insegna del pudore, quasi della vergogna andando nel tempo, lentamente, ad affievolirsi.
So bene che tutto è irreale, ma perché aprire gli occhi? Perché dissolvere un momento intenso di cui sento forte l'esigenza? È vero al mattino mi risveglio sola, nessuno accanto a me, ma sono particolarmente appagata, soddisfatta.
Eppure non ho mai pensato di tradire la fiducia di mio marito, non lo merita lo amo intensamente ma, purtroppo, è venuta meno l'intima passione anche se, confesso, è altissimo il rispetto della moglie. Quel suo duro lavoro, le lunghe ore in facoltà, gli inevitabili stress, ci consentono la trovata tranquillità familiare. Come moglie gli sono grata, la donna sa che c'è un prezzo da pagare e, consapevole, rinuncio. Accetto cosa ricevo e mi accontento, ma è la femmina che ora si oppone, combatte... cerca…. e vuole di più!
Facciamo si l'amore ma non più con quell'ardore, seppure condizionato, dei nostri tempi migliori.
Noi donne sappiamo quando la passione comincia a svanire.
L'arrivo del nostro unico figlio, è stato quel mio momento!
Lunghe notti insonni con un batuffolo attaccato al seno. Era intensa l'emozione che mi dava quel suo forte bisogno di un contatto materno. Mi è stato quasi naturale spostarlo dalla culla al nostro letto creando, di fatto, una barriera insormontabile ai nostri intimi contatti!
Un lungo tempo, poi, lui grandicello, e il necessario, difficile, dovuto distacco da noi e ritrovarmi, per notti intere, accanto a lui, coccolarlo per sopire i suoi lunghi pianti. Dare conforto alle sue paure notturne, rasserenando i suoi tremori. Riscaldarlo con gli innocenti contatti materni, e amorevoli moine, durante le freddi notti invernali.
Nel mio vigile dormiveglia gioivo della sua crescita e, contestualmente, penavo delle mie rinunce. Piacevole mi era il suo stringersi a me sino ad addormentarsi, felice sentivo appagato il mio ruolo di mamma apprensiva. Così giorno dopo giorno, o meglio notte dopo notte, il ruolo di mamma ha, lentamente, prevalso su quello di moglie.
Sino a quando nel suo accucciarsi a me ho cominciato a percepire contatti diversi, segnali inconfondibili della sua avvenuta crescita. Il suo sonno era diventato sempre più smanioso, è netto era un innocente, ma diverso, contatto. Distintamente percepivo un suo innaturale cercarmi. Ne giustificavo i motivi con l'amore di mamma.
Sino a quella notte!
Nel suo profondo dormire, ho ascoltato il suo ripetuto sussurrare il mio nome, le sue mani posarsi sul mio seno, innocenti dita stuzzicare capezzoli, ed il suo corpo accostarsi al mio alla ricerca di un morboso contatto. Lunghi minuti dove strozzato era il suo respirarmi addosso, mentre tra le mie gambe era cresciuto il duro senso del suo essere diventato maschio. Ho percepito, forte, il suo tremarmi addosso con il giovane corpo, sfrontato spingere contro il mio.
Turbata ho reagito e, nel tentativo di allontanarlo da me, ho tastato qualcosa di innaturale, grosso e spaventosamente duro! Solo per pochi secondi l'ho stretto tra le dita e, senza accorgermi del suo nervoso muoversi, mi sono ritrovata sporca!
Potenti ripetuti schizzi di un onirico piacere morivano sul mio debole corpo. Le mie mani tentavano una inutile difesa contro quella sfrontata offesa, quasi fossi incapace di reagire. Inerme ho subìto gli effetti di un suo sogno, con il cuore che impazziva succube dei suoi battiti, il respiro corto ed il mio corpo tremare agli effetti di un caldissimo seme.
Poi al buio di una lunga notte insonne, sola con forte una paura interiore e il travaglio di mille assurdi pensieri, ho ascoltato il sul respiro tornare normale senza riuscire a controllare il mio.
Turbata, nei giorni a seguire, ho cercato, nei suoi quotidiani atteggiamenti, un segnale che confermassero le mie paure, ho stimolato i suoi pensieri, anche ai limiti della provocazione, per ricerca una ragione alle preoccupazioni di mamma. Nessun segnale, quindi il convincimento di un solo momento, naturale segno tangibile del tempo passato.
Inevitabile, comunque, la necessità di un opportuno, sofferto, e repentino distacco. Mi è stato difficile dovergli spiegare il perché della mia ferma decisione, così come duro è stato impormi alla mia determinazione.
La ragione, e la sua maturità, mi sono stati di conforto.
E da quella notte, sola con me stessa, sono cominciate le mie solitarie fantasie! Come se dovessi, così, compensare quelle assenze, le privazione, le rinunce.
Ricordo ancora quella mia prima volta.
Al risveglio ero spaventata, stordita stentai a riprendere il controllo del mio io. Con il corpo ancora in fermento, e la difficoltà di mascherare il diffuso rossore della vergogna sul viso tentai, farfugliando, una giustificazione plausibile alla richiesta del mio uomo del perché del mio notturno smanioso sonno.
Poi sola a letto, le mani scorrevano impaurite su di una debole figura alla ricerca di una verità che sapevo non esistere. Sentii la pelle liscia, sensibile, la bocca asciutta, il seno indolenzito e i capezzoli gonfi e duri. Tra i corti riccioli di un delicato intimo era diffusa l'umida essenza di un assurdo piacere.
Mi ci volle qualche minuto per governare un respiro corto e affannoso e per calmare gli impetuosi battiti di un cuore che sembrava volermi esplodere nel petto.
Non volevo, ma succube di me stessa cedetti al piacevole tremore di un corpo che desiderava vibrare di nuovo di quelle oniriche intime sensazioni.
Sola, diedi al mio corpo, con smaniose mani, la gioia nascosta della mia fantasia. Con vergogna riscoprii le brezza di dite ardite, ascoltavo il mio respiro spezzato dal singhiozzare di una altissima eccitazione. Il mio corpo tremare ed il calore del piacere diradarsi tra un intimo che da tempo implora maggiori attenzioni. Ho goduto di un solitario piacere gridando la mia eccitazione con la mente che vagava verso il peccato!
Poi tutto il giorno sola in casa con l'esigenza di fare qualcosa, di pensare ad altro, di tenere la mente impegnata, di riprendere il mio ruolo di moglie fedele e di mamma apprensiva. Nel mio domestico fare cercai la forza per scacciare insistenti ed intriganti fantasie che, con il passare delle ore, diventavano trasgressive!
E poi di nuovo la notte, ed ancora quella successiva. Il mio uomo accanto ma io sola! Sola vittima di piccanti momenti.
Adesso sola, complice alla mia immaginazione, si concretizza il mio reale desiderio di ritrovarmi sbattuta da un cazzo duro e vigoroso. Sconfitta la naturale reazione di oppormi a sfrontati eterei contatti, di cui ad occhi chiusi subisco gli eccitanti effetti, mi ritrovo in ogni momento tra braccia forti che mi stringono vigorose. Aspetto tutto il giorno quel segreto amante fantasticando su quale altro momento di trasgressiva eccitazione mi faccia vivere quel mio ruolo di femmina calda e vogliosa.
Non so chi sia il mio giovane amante e scoprirlo, inizialmente, era l'ultimo dei miei pensieri. La gioia che mi dava la sua splendida virilità, di cui vivo il potente vigore, appagava il mio bisogno e non mi interessava sapere altro. Una possente figura che sa farmi godere con tutto il corpo in maniera intensa. Che sembra leggere le mie voglie ed interpretarle divinamente.
Volutamente non cercavo un volto, volevo solo che continuasse che non si fermasse che mi facesse vivere ciò che ero. Ciò che sono!
Mi chiedo ora se sono veramente capace di concedermi all'onirico passionale amante, se sono capace di spezzare quella barriera di moglie fedele. Forse è la vergogna di rendere pubblico il mio desiderio di uomo, di non dichiarare il mio bisogno di cazzo che mi frena. Per cui tradisco l'uomo che amo in un ambiente protetto così da contenere gli effetti del peccato Ed è per questo che la mia alcova è casa mia. Nascondo così il mio bisogno di lussuria e appago l'esigenza di sentirmi ancora viva. Cedo protetta dalla mie quattro mura per non rendere palese la mia debolezza. Cedo ad attacchi determinati mai violenti e fortemente intriganti. Così ogni angolo di casa mia è l'ambiente di fedifraghi intensi incontri. Il bagno, la cucina, il soggiorno anche sul letto di mio figlio ma, stranamente, mai nel mio di letto.
Cedo ma a chi?
Chi è quello splendido stallone che mi possiede? Di chi è quella magnifica verga che sa come sbattermi, sa che mi piace giocare di bocca, sa che so come concedermi per godere e dare piacere, sa che non ho limiti nell'offrire ogni più intima parte del mio corpo.
A chi devo il farmi sentire femmina ancora desiderabile capace di peccare. A chi regalo sensualità, esperienza, passione e chiedo solo lussuria.
Nelle mie calde notti tasto quel corpo, tento di scoprirne i lineamenti, qualcosa che mi consenta di riconoscerlo. La mano tenta di dare forma ad un volto, cerca di leggere al delicato tatto quei suoi lineamenti oscurati dalla penombra, dove una flebile luce rende i tratti somatici sbiaditi, quasi eterei. Come se una maschera inibisse il suo farsi riconoscere.
Provo, allora, ad associare ad una voce, alterata da gemiti profondi, ed intensi respiri, quel corpo che non riesco a distinguere ma che mi appare familiare! Un essere che sa chi sono, che mi chiama per nome, che conosce i lati nascosti del mio intimo essere, che sa leggere i miei pensieri e materializzare le mie eccitanti fantasie.
E poi voglio capire! Perché mi regala gioia privandosi del suo piacere. E' come se qualcosa bloccasse quel suo ultimo momento, che gli vietasse di esplodermi addosso quanto il mio essere femmina è capace di dare.
Non è giusto! Io voglio quel seme, ho bisogno di quel calore, desidero che condivida quel suo, sicuro, devastante momento con tutto il mio corpo, con il trasporto della passione, l'eccitazione della trasgressione ed il piacere dell'intrigo. Cerco allora di trattenerlo con la forza delle labbra, le mani tentano inutilmente di stringere a me un corpo che sento tremare. Ma è all'apice del suo piacere che si dissolve.
Perché!
Non voglio gioire solo di notte! È forte il desiderio di dare forma a quello splendido corpo, di dare corposità a qual magnifico cazzo, di condividere il nostro eccitante momento. So che esiste, non può essere immateriale! Di notte godo e durante il giorno ho cominciato a cercarlo.
Con la voglia che mi impone di scoprire chi è quella anonima figura, stamattina, determinata, ho cercato nell'armadio quel mio rosso tailleur piuttosto corto e con un frivolo spacchetto laterale. Il colore del peccato mi dona al contrasto della bianca magliettina, dalla quale netto traspare il volume di una ricco seno esaltato dal push up che volutamente indosso. Slancio, su tacchi alti, una figura che merita ancora i suoi giusti apprezzamenti. Conosco il mio corpo, so che mi sarà complice nella mia ricerca, so che saprà come far apprezzare la mia femminilità, so che mi accompagnerà plastico nell'arte della seduzione.
Nel mio provocante ancheggiare ascolto maliziosi bisbigli, seguo interessati sguardi al mio passaggio, potessi leggerei sicuri commenti libertini pieni di lussuriose fantasie che mi vedono unica attrice coinvolta.
Con i lunghi capelli raccolti esalto l'opulenza di un seno arricchito dalla sua morbida plasticità, che ostento maliziosa con profondi respiri, cercando nello sguardo del garzone di bottega, di cui mi intriga quell'essere rozzo nella sua mascolinità, un segnale che confermi il mio desiderio.
Che sia lui a farmi impazzire, con la delicata lingua giocare con i sensibili lobi delle orecchie. Che sia suo l'intenso respiro che muore sul mio collo, che siano sue le mani che risalgono, a fil di pelle, il mio corpo, stringermi forte a se e lasciarmi apprezzare la corposità del suo essere uomo mentre mi sciolgo tra le sue braccia.
È intenso il momento che con trasporto vivo mentre mi possiede. Con la mente rivivo quell'amplesso coinvolgente che mi ha lasciato esausta sul pavimento del soggiorno.
Ma quei suoi occhi pervasi di vergogna mi confermano che non può essere lui!
Sorpresa della mia sfrontatezza, per strada, stento a riprendere il mio controllo.
Ma sono determinata nella mia ricerca!
Forse, allora, è il giovane meccanico che sdraiato a terra, a torso nudo, si è beato nel risalire con gli occhi le mie tornite gambe impreziosite dalla delicata seta, sino a rendermi sfacciatamente palese il gioire del mio intrigante intimo. Che sia lui ad assalirmi alle spalle, cingere il mio corpo, vincere le mie deboli resistenze esaltando quella mia ritrovata sensualità. Sue quelle carnose labbra percorrere un corpo che vibra di piacere e inumidire chiappe invitanti, mentre la mano risale tra invitanti cosce e un dito donarmi un assurdo piacere, lasciando tremare un corpo che vuole peccare.
Quel suo impaccio, ed il balbettare parole senza senso, lo escludono di fatto da ogni mia possibile immaginazione.
Imponendomi il controllo su me stessa mi dedico ai domestico acquisti. E parcheggiando in garage mi accingo a rientrare.
E se, invece, fosse il figlio della portiera, il cui sguardo seguo risalire il mio fondoschiena e perdersi tra i bordi di quel mio intrigante intimo che segretamente indosso maliziosa facendo, volutamente, trasparirne i
bordi dalla attillata gonna.
Lo invito a darmi una mano con le buste della spesa. La maschia presenza nel piccolo vano dell'ascensore stimola la mia fantasia. Mi rivedo impertinente, e con una forte eccitazione in corpo, provocare il ragazzo di cui ho avuto modo di apprezzare la corposa protuberanza che chiara traspare tra le sue gambe.
Rapida con un intenso respiro gonfio il mio petto, offrendo al giovane stallone un procace seno riflesso nello grande specchio. Noto l'immediato suo morboso desiderio. Decisa accosto il mio corpo al suo ed in poco percepisco il suo volermi sodomizzare.
Gli ci vuole poco per fermare la lenta corsa dell'ascensore e, contemporaneamente, la sua mano sulla mia bocca nel futile tentativo di contenere un mio improbabile grido. Immediata risucchio tra le mie labbra il suo dito medio, mimo un eccitante pompino mentre la lingua ne trasferisce la saliva.
Allargo da consumata troia le gambe lasciando a lui l'opportunità di sollevarmi la gonna.
Estasiato, e sfacciatamente eccitato, sfodera una magnifica verga. Stende la mia saliva sulla rossa cappella e con un solo colpo secco è tutto dentro di me.
Le mie braccia tese sostengono le sue forti spinte, le sue governano l'ondulare del mio corpo. Godo della mia porca espressione riflessa allo specchio. Labbra serrate strozzano l'intenso mio respiro e inibiscono gridare il mio splendido godere.
Il riaprire automatico delle porte mi lascia una solitaria emozione e la presenza di mio figlio, e del suo compagno di classe, in casa me la fa morire in corpo.
So che dovrei rigettare le mie morbose fantasie ma resto sconfitta dalla mia stessa immaginazione!
Ho solo il tempo di cambiarmi, ed è già ora di pranzo.
Ma oggi non sono capace di governare i miei istinti, sconfitta da una ninfomane fantasia. Rivedo quel giovane ragazzo in cucina, ed io, stupenda puledra, cavalcare selvaggia una splendida verga, esaltando un corpo in fermento mentre maschie dita stringono forti e gonfi capezzoli e le mie intense grida accompagnare il mio devastante piacere.
Inebetita mi scuote la voce del mio ragazzo mentre l'essenza del mio intimo si sparge tra le gambe e, contestualmente, risale lentamente sino al cervello, indebolendomi sino a farmi barcollare.
La forza della mia fantasia, sta incidendo sul mio più giusto ruolo! Come mamma devo riuscire ad impormi sulla femmina e a gestirne il comportamento.
Ma non ne ho la forza!
Mi basta seguire quel suo giovane compagno andare in bagno e mi rivedo prona davanti alla lavatrice mentre, estasiata, godo dello splendido amplesso che la mia bocca ha saputo donare al magnifico cazzo del mio segreto amante. E se fosse l'innocente fanciullo quel mio giovane stallone. Oggi, più volte, ho avuto la netta sensazione che cercasse un perverso contatto con il mio disponibile corpo non più coperto da anonime tute. Se fosse il suo il durissimo palo che lascio pulsare frenetico in bocca avvolto dalla mia plastica lingua.
Il chiamarmi di mio figlio mi riporta alla realtà. Mi scuoto guardandolo. Spero solo non si sia accorto del mio attuale stato.
Sono tutta bagnata!
La mia giornata trascorre. Ormai è sera, la mente già freme al pensiero della mia prossima onirica scopata. Sul divano rivivo l'eccitazione di una giovane, è sconosciuta, bocca nascosta tra la mia morbida gonna che raccoglie, tra una caldissima fica, gli effetti del suo fare, mentre io, eccitata, spingo una morbida lingua libera di possedermi e, impazzita, mi abbandono ad incontrollati e profondi gemiti.
E' ancora la voce di Roby, che mi riporta alla realtà. Mi è accanto, incrocio il suo sguardo perso sulla mia figura. Con vergogna tento di nascondere i duri capezzoli che sembra vogliano perforare la magliettina bianca che ancora indosso ma senza il reggiseno.
Nei suoi occhi leggo la sua sorpresa, nel suo sguardo mi è netto l'interesse, nel suo balbettare ci sono tanti interrogativi.
Mio figlio non può immaginare quanto maiala possa essere sua madre!
Mi scuoto e prendo atto che mi sto lasciando andare, cerco di governare un respiro che si è fatto profondo, mentre noto il rossore che si diffonde sul suo viso.
Un rapido saluto e mi ritiro, con forte una gran voglia di minchia. Suo padre mi è accanto, riposa, e io, al buio. per niente pentita del mio giorno, mi abbandono alle mie fantasie.
Con una intrigante lingerie, mi lascio coccolare da leggere lenzuola, pronta per il mio erotico appuntamento notturno. Lo aspetto so che anche stasera verrà.
Al buio socchiudo gli occhi so che a breve sarò concupita, cedendo ancora ad una trasgressiva lussuria.
Nel mio immaginare di quali intriganti momenti sarò unica artefice, sento una mano sulla spalla, lentamente percorrere il mio corpo, soffermarsi sul fianco, sostare su di un invitante fondoschiena. Ascolto un respiro fattosi subito profondo, e nervose dita che, se inizialmente timide accarezzavano la mia pelle, ora sono sfacciate ed intriganti. Mani fredde che si riscaldano al calore che già sprigiona il mio corpo. Una mano sfiora un seno desideroso di carezze. Pochi secondi e un timido dito si insinua tra invitanti chiappe.
Comprendo che il mio uomo ha voglia.
È tanto che non ne ha! Lentamente allargo le gambe, agevolo quel dito a scivolare più in fondo, titubante sfiorare la fica. Un mio intenso gemito lo invita ad essere più sfacciato. Supina scosto il lenzuolo dal corpo e divarico le gambe richiamandolo tra il mio caldo intimo. Sento già un bel cazzo duro carezzarmi il ventre, la mia mano lo cerca, lo trova, l'impugna, stringendolo forte lo porto a sfiorare labbra aperte alla voglia. E' bello sentirlo gonfiarsi tre le mie dita, pulsare frenetico di eccitazione.
Il suo corpo trema tra le mie gambe. Morbide sue labbra sanno dare diletto al mio seno. Mani impazzite e vogliose pizzicano diventati gonfi capezzoli, mentre mi gusto ogni centimetro di un duro cazzo che lentamente affonda in me, mi possiede e ritmico si muove.
È un attimo! Al buio, e ad occhi chiusi, immagino quel cazzo diverso, voglio sia quello del mio onirico giovane amante. È come se sentisse la sua presenza accanto a me. Percepisco i suoi profondi sospiri. Sento, tangibili, le sue mani sfiorarmi a fil di pelle e denudarmi. La mia fantasia decuplica intime emozioni, più piacevoli ed intriganti.
È del suo cazzo che ho voglia di godere.
Il mio uomo non sa, né può immaginare che, stanotte, non sarà lui a mandarmi all'inferno!
Poverino mi dispiace ma è più forte di me. Stasera non desidero fare l'amore stanotte voglio essere scopata!
Socchiudo gli occhi e, al buio, mi abbandono alla delicata veemenza del mio giovanile amante all'abbraccio di poderose braccia, alla forza di una splendida asta.
Il pompare di quel mio immaginario cazzo mi procura un piacere diverso. Ho subito un orgasmo violento, intenso, bagnando del mio piacere quella potente verga.
I suoi gemiti sono profondi diversi e si accompagnano ai miei intensi sospiri.
Era parecchio tempo che non godevo prima di lui.... Era parecchio tempo che non godevo, era parecchio tempo che non godevo così!
Tra sogno e realtà sto vivendo ogni attimo di un sublime piacere. Come vorrei fosse tutto vero. Che questa notte non cessasse al riaprire dei miei occhi.
Il suo corpo è sul mio, ascolto il suo respiro affannoso, bacia il mio collo, le mani stringono il seno, mentre comincia a succhiarmi i capezzoli, a morderli a stringerli. Esplora un corpo che non ha mai saputo apprezzare!
E stanotte è il mio momento. Troppo tempo, troppe rinunce...
"LECCAMI!"
Sono particolarmente determinata nel sospingere la sua testa tra le mie gambe, offro il bacino alle sue labbra. Una titubante lingua la percorre lentamente, morde il clitoride lo succhia, lo bacia. Una mia mano spinge il suo capo a chiavarmi con la lingua. Continuo a godere mentre raccoglie il mio piacere
"COSÌ NON TI FERMARE!"
Anch'io ho forte la voglia di prenderlo in bocca. Desidero spompinarlo. Non l'ho mai fatto. E lui non me lo mai chiesto!
È un attimo e sono su di lui, mentre la sua lingua continua a farmi impazzire. Ho la cappella sulle labbra, ne accarezzo la forma, sento la verga pulsare frenetica, la lingua assapora per la prima volta l'essenza del mio piacere. Avida apro la calda bocca, avvolgo la cappella, ingoio un gran bel cazzo sino a quasi soffocarmi. Succhio come mai ho fatto, lecca come mai ha fatto... e continuo a godere!
Lunghi minuti di un immenso piacere sino a comprendere che lui è vicino. Ma stasera voglio di più, voglio che sappia quanto sono veramente porca!
"LECCAMI IL CULO!"
Ormai spudorata
"TI PREGO FALLO!"
Perentorio il mio invito.
"BAGNAMI!!"
Stravolta dai sensi, sento distintamente la punta della sua lingua picchiettare nervosa sul sensibile buco che stanotte deve perdere la sua verginità. È intenso il fremere di un corpo trascurato così come profondo è il mio respiro.
"SCOPAMI CON IL DITO!"
Non ho limiti alla mia voglia, non ho più pudore.
Si è il mio uomo che mi scopa ma è a quell'etereo amante a cui mi rivolgo!
Il medio, teso, entra prima lentamente, si muove piano, ma poi sempre più veloce, mentre sfacciato il pollice si bea delle mia labbra umide.
Ed il piacere che mi fa vivere è assurdo.
Godo ancora! Sfrenata succhio dal suo bel cazzo tutta la mia sfacciata eccitazione per troppo tempo repressa
Ma voglio di più!
Rapida in ginocchio sul letto gli offro la mia parte più volgare.
"LO VOGLIO NEL CULO!"
Mani ferme cingono i miei fianchi, un cazzo durissimo fra le natiche, punta il buco del culo agevolato dalla mia saliva sento la cappella che scivola e comincia a farsi il varco. Spingo il mio corpo, stringo quel gran bel cazzo in una morsa e questo gli dà un enorme piacere, spingo fino a ficcarmelo tutto dentro, finche il suo corpo non sbatte ripetutamente sulla mia carne.
E' avvinghiato a me, mi stringe tra le sue braccia e questo non fà che aumentare la lussuria di cui stanotte sono pervasa.
Sbatte con forza, affonda ogni colpo, quasi volesse farlo entrare in me con tutto il suo corpo.
Finalmente libero il mio essere intimamente porca ascoltando il suo gridare
"Oh Dio!!! Dio sto venendo ...PUTTANA... SBORRO..."
Giusto il tempo di stringere quel bel cazzo, tra il mio procace seno, sentire salire il suo piacere tra le morbide mammelle ed ascoltare il suo gemere strozzato salire di intensità. La sue di mani governano i miei movimenti mentre mi sto scopando la bocca, le mie di mani ferme stringono il cazzo, lo accompagnano alla bocca, carnose labbra lo avvolgono e il suo piacere mi riempie la gola. I miei gemiti son diventati grida di un intenso godere che si uniscono al suo. Fiotti di calda sborra schizzano esplodendo su di un disponibile viso, con la famelica bocca e l'avida lingua pronta a gioire del calore della libidine. Finalmente un caldo seme comincia a sporcarmi! Finalmente do al mio corpo quel mio morboso desiderio. Intimamente sporco di vita il mio seno!
Pochi minuti ed i nostri respiri scendono di intensità. Esausto lui si accascia sul letto, nessuna parola, nessun commento solo il suo abbandonarsi svuotato ad un profondo dormire. Io, lentamente, ritorno alla mia realtà con il corpo ancora in fermento, consapevole che solo la fantasia ha contribuito al mio godere. La pelle gioisce di quelle gocce sul mio corpo ma sono gli effetti di una eccitazione che non mi ha pienamente coinvolto. Ho goduto ma non mi sento soddisfatta.
Avrei voluto di più!
In piedi davanti al mio grande specchio, alla pallida luce dei riflessi della luna, le mani carezzano un corpo che ha ancora voglia.
Nella penombra dell'uscio della mia camera, una fumosa figura prende forma, ne sento il respiro, ne distinguo i contorni, né percepisco la presenza.
E' Lui! Il compagno delle mie notti. Quella misteriosa figura complice delle mie solitarie notti, quello splendido corpo che sa darmi gioia.
Nudo ha seguito la mie erotiche azioni, ha ascoltato le mie intime richieste, ha visto quanto so essere porca! Si è eccitato al mio pretendere piacere, mi ha aspettato e, adesso, è pronto a goderne.
Sconvolta lo guardo, ma il suo offrirmi un cazzo in una magnifica erezione, cancella tutte le mie paure. Seguo la sua mano percorrere lentamente tutta la notevole forza. Netta la cappella fuoriesce dalla stretta della mano e torna a nascondersi tra le sfacciate dita.
Dovrei spaventarmi ed invece continuo a guardare quello splendido cazzo.
Pochi passi e, nella penombra, gli sono accanto. Subito, e senza pensare, mi offro a lui. In ginocchio le mie mani si sostituiscono alle sue, accarezzano vogliosa un corpo che trema. Forte sento il pulsare di quella sua magnifica verga.
Un momento che scioglie le mie paure, che sconfigge ogni possibile mio pudore.
Non è un sogno, sono vigile, affascinata, e turbata, sto per godermi una splendida realtà.
Alzo lo sguardo, finalmente incrocio i suoi occhi, lentamente, quei lineamenti prendono forma. È come se il piacere che gli sto donando, con il morboso mio fare, cancelli quella eterea cortina che mi ha impedito per lungo tempo di scoprire chi fosse.
Sono pronta a perdermi nell'oblio di occhi profondi e coniugare la sua sicura voglia con il mio forte desiderio. Fra poco saprò chi è, e cosa veramente vuole. Potrò dare un nome a quell'etereo volto, un senso a quelle forti braccia, una ragione a quel magnifico cazzo così da condividere la gioia di una perversa passione.
Decisa stringo forte a me quel suo corpo, ho ancora paura che possa sparire. Le mie carnose labbra, e la plastica lingua, hanno la forza di trattenerlo. Ho tutta la sua potenza in bocca, le mie mani sulle sue natiche spingono con forza a scoparmi, le sue mani sul mio capo ne governano i movimenti.
Piacevolmente turbata vivo il pulsare veemente della sua dura verga, ascolto i gemiti del suo intenso piacere.
Nessuna vergogna, solo la mia voglia di godere governano il mio fare.
Lo sento tremare, i suoi gemiti crescono, il suo corpo si irrigidisce, un attimo e si sfila dalla mia bocca, lentamente arretra...
"Ti prego non andare via..."
Solo un passo per allontanarsi da me, perché le sue mani stringano più forte una splendida verga che, finalmente, mi esplode addosso.
Ad ogni schizzo che si sparge sul mio corpo quella barriera, che per lungo tempo mi ha privato della conoscenza, si dissolve definitivamente.
I lineamenti del suo volto si fanno chiari.
Dovrei essere sconvolta dal forte turbamento e anche spaventata del mio domani ed invece per un attimo torno indietro a quella notte e prendo atto di una perversa realtà!
Quella notte, l'intenso calore di un innocente seme ha sconvolto i miei sensi. Quel suo esplodermi addosso il suo desiderio e quel caldo seme percorrere il mio debole corpo. Poi quell'odore forte, pungente ha violentato i miei sensi ed i miei pensieri, sino a scuotere il mio essere femmina.
Quella notte la mente senza controllo, le mani senza volontà il corpo senza intenzione, hanno fatto sì che godessi di un perverso momento.
Solo la forza di volontà mi ha imposto di cancellarlo dalle mie diurne azioni ma la notte lui tornava prepotentemente per me.
Adesso poca mi importa se quella splendida figura di uomo, se quella nervosa lingua, quelle impazzite mani, e se quel magnifico cazzo appartengano a mio figlio!
Si è di lui che bramo è del suo corpo che tremo, è lui che ha sconvolto i miei sensi, è lui che esalta la mia sensualità, è lui che eccito, che voglio che mi scopi, che selvaggio mi sbatta.
Lui che ora sa come sono, e cosa voglio, e sa come offrirmelo. Sa come farmi godere di ogni centimetro del suo magnifico cazzo. Sa come farmi impazzire.
È lui che desidero, che deve amarmi, soddisfarmi, farmi veramente godere.
Eccitatata mi offro al suo seme che schizza veemente sul mio focoso corpo. Finalmente quel calore inonda la mia bocca e, libero, scivola sul seno dove mani vogliose spargono la vitale essenza su di un corpo in fermento.
Amorevole incrocio il suo sguardo, nei suoi occhi c'è paura, con i miei gli do conforto!
Con una tremante voce lo supplico
"...TI PREGO ...ADESSO SCOPAMI!!!..."
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