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(BDSM) 1.3 - le prime intriganti emozioni


di geppettino2003
30.04.2022    |    10.582    |    1 9.8
"Dovrei scostarmi, ma non ci riesco, lascio che continui..."
1.3 Le prime intriganti emozioni

Amorevolmente abbracciati risaliamo la romantica collina di Montmartre che, pur ad ora tarda, pullula di pittori, artisti squattrinati ma geniali. Ci perdiamo tra le strette viuzze di un quartiere che fa parte della storia di Parigi, Continuiamo su per le stradine per per ritrovarci al trasgressivo quartiere di Pigalle, la zona più maliziosa e viziosa di Parigi. Molte le vetrine di tantissimi sexy shop che invitano alla trasgressione e a lussuriose tentazioni in un sommerso che qui si trasforma in lecito e possibile. Un’atmosfera arricchita dalla presenza di club libertini e locali notturni dove tutti gli eccessi sono permessi, dove amore ed eros si fondono in intrigo e peccato.

“Mi piacerebbe farti passare tre particolari notti, offrirti qui ciò che
ti è mancato nell’ultimo periodo. ”
Mentre entriamo in uno dei tanti locali notturni di una Parigi peccaminosa, combatto contro il mio passato con il lento salire del desiderio di vivere il mio presente.

Luci soffuse, romantica musica di sottofondo e lui sceglie un posto poco discreto. Siedo su di un basso divano e la, diventata, corta gonna risale ancor di più, stavolta sino a lambire il bordo più scuro delle mie nere calze. Ancora un forte senso di disagio assalirmi nell’Inutile tentativo di coprire le gambe scoperte.
Noto sguardi interessati e compiaciuti risalire la mia figura e poter far poco per inibire a occhi penetranti di apprezzare i delicati ghirigori delle mie autoreggenti.

Ascolto il suo invito nell’offrirmi un freddo Martini
“Ti prego non coprirti, è un vero peccato non lasciar apprezzare a tutti la bellezza delle tue gambe, la sensualità delle calze, i pensieri che suscitano quel bordino nero. Non nascondere niente del tua essere. Perché vergognarti nel farti ammirare cosi sensuale. Sei magnifica..”

Scossa, sopprimo un attimo di rabbia, lo guardo e, con un sorriso forzato, senza ribattere, fingo indifferenza. Comprensibilmente imbarazzata sorseggio il mio drink con un pensiero cominciare a diventare convinzione: - Che voglia da me quello che, nel mio mondo, non ho mai potuto fare o essere! Risvegliare quel mio sottile piacere che, incontrollabile, saliva in me nel farmi ammirare ed essere desiderata! -
Si, ma perché!
La stessa domanda riproporsi:
- Ma lui cosa sa di quel mio intimo passato? -
Non so perché, ma smetto di armeggiare sull’orlo della gonna. Tanto è, perfettamente, inutile!

Lentamente la pista si anima, seguo due donne, dalle figure statuarie; corpi sinuosi danzare lascivamente, strusciarsi, mani vogliose accarezzarsi, forse più giusto dire toccarsi. L”espressione dei visi manifesta il particolare piacere di sicure fantasie erotiche.
Presa per mano, senza realizzare, mi ritrovo accanto a loro.
Non mi oppongo!
In silenzio, è gentile il suo stringermi, garbato il suo abbraccio. Ad occhi chiusi mi lascio andare, avvolta da una musica dolcissima, e scopro il suo essere, anche, un ottimo ballerino.
Al sapiente muovere delle sue mani mi abbandono al suo fare. Una resta ben ferma sul mio fianco, l’altra scivola lentamente sulla mia nuda schiena, la accarezza a fil di pelle, scende ancora. Sono piacevoli tocchi. Cedo al sottile piacere di delicate carezze. Sensazione che si spezza, subentrando la paura, quando quella mano si posa sul mio, invitante, fondoschiena.

Lo guardo incerta negli occhi, stupita mi stringe ancora più a sé, e quella mano lambisce le natiche. Al mio guardarlo spaventata, sussurra:
“Tranquilla mamma. Voglio solo condividere l’emozione di questi pochi momenti che ci regala la musica ballando con la donna più affascinante di questa notte…”
Non ho il tempo di reagire!
“…è bello sentire il tuo profumo ancora da più vicino.”

Incurante del mio stupore, mi ritrovo al centro dell’attenzione.
Scuoto il capo per manifestare il mio dissenso.
Con un sorriso sornione
“Non c’è niente di male, mamma, sono solo di due minuti, non negarmi attimi di inebriante emozione.”
Senza aspettare una mia risposta mi stringe ancora di più a lui. Allacciati in un unico corpo, sento il suo respiro sul mio collo, le labbra accarezzarlo, il suo petto contro il mio. Sento le sue mani sui miei fianchi, sento che mi attira sempre più a se. Vorrei svincolarmi, sottrarmi ad un pericoloso contatto, ma non ne sono capace.

Qualcosa dentro di me mi fa rallentare i pensieri, rapita da una emozione diversa, cedo al suo fare con la mente che risveglia i miei ricordi.

Con lenti movimenti, quasi impercettibili, le mani dai fianchi, hanno fatto risalire la gonna oltre al bordo più scuro del reggicalze.
Ma quello è il meno peggio!
Le sue mani dai fianchi, accarezzano di nuovo la schiena, le sento armeggiare sul gancetto del reggiseno, un attimo per sganciarlo, dalla scollatura due dita veloci sfilarlo, tenerlo tra le mani
Cavolo, no! NO!!!…

Allucinata dal suo fare, la musica risuona nelle mie orecchie, incapace di mettere completamente a fuoco la situazione, shoccato da quello che subisco, incapace di reagire. Incurante del mio stupore, un dito sulle mie labbra spezza il mio debole dissenso.
Tremo e, per pudore, mi stringo più a lui, mi lascio abbracciare mentre mi trattiene ancora per i fianchi, ritrovandomi al centro dell’attenzione.
Non riesco a ribellarmi!

Non so cosa fare. Su di me gli sguardi di quelle due signore, e non solo quelli. Cerco di essere disinvolta agli intensi brividi che si diffondono lungo la schiena.
I suoi modi tra il gentile e il maleducato, il garbato e lo sfacciato, mi lasciano scoprire un figlio autoritario, ma con vera classe!

Chiedermi perché mi vuole far sentire guardata, desiderata, perché mettermi in mostra, fare quello che io non ho mai pensato di essere, riaccende quei lontani ricordi che mi hanno intrigato.
Non riesco a reagire restando sconvolta dal mio essere passiva.

Scossa da un attimo di rabbia, che sopprimo, lo guardo e, con un arrendevole sorriso, consapevole del mio essere seminuda, mi lascio trasportare dalla musica di sottofondo, abbracciata da mio figlio, con un abbigliamento che mi rende oscena, se non volgare.

Si stringe ancora di più a me, le mani con una pressione più decisa sul mio sedere mi attirano a lui. Mi scuoto al contatto del suo bacino al mio. Dovrei scostarmi, ma non ci riesco, lascio che continui. Scossa percepisco il suo maschio essere tra le mie gambe. Netta la sensazione di un membro teso, duro, lo sento chiaramente tosto sotto il sottile strato di stoffa dell’esile vestito.

Resto come paralizzata. Il mio cuore batte a mille, sono confusa, non riesco a credere che possa arrivare a tanto. Nel mio sguardo una invocazione di aiuto, nei suoi occhi un sorriso ambiguo. Sento la mia forza di volontà scemare lentamente, continuo a ballare, trascinata più dalla sfacciataggine del suo fare che della musica.

Al cessare della musica, si stacca da me e mi riaccompagna al divano sedendomi, questa volta senza più preoccuparmi della gonna, che è di nuovo salita, è il nudo seno che, dalla sensuale scollatura si offre nel suo disegno, con i sensibili capezzoli reagire alle dolci carezze della seta, che mi colora di rosso le gote.

Con piacevole arroganza confessa il suo essere fortunato ad avere accanto una donna così affascinante. Frastornata, senza pensieri lascio ancora al suo Android di cristallizzare il mio momento di confusa emozione, non riuscendo a staccare lo sguardo dal netto disegno del suo corposo sesso trasparire chiaro dai pantaloni…
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